26 dicembre 2021

La Realtà spegne la mia sete d’esistenza ,niente mi dice niente,ogni movimento è una stasi,perdere il mondo è l’unica speranza. Non c’è un vuoto così grande che non possa essere riempito dalla morte, resta al termine di ogni giornata il disgusto per l’esistenza e di tutte le sue azioni,il disgusto per una vita fatta di ore colme di sottile pena e caos.Ciò che sono è un paesaggio dolente,un eterno tramonto,un campo deserto che si oscura: divento ombra di quello che sono stato; unica, immensa insoddisfazione è per l’esistenza del mondo, mi spoglio,quindi, di ogni consolazione che proviene dall’Essere per diventare Vuoto Nulla.

23 dicembre 2021

Esistere è aggiungere giorni inutili alla vita, esistere è cadere addosso a tutte le certezze e speranze. La mia esistenza è estranea alla vita,sono un essere in esilio,sono il nessuno di me stesso,non ho senso, semplicemente non sono. Sono uno stratega della malinconia che ha perso tutte le sue battaglie,sono lo spettatore ironico di me stesso stanco di assistere alla vita. La vita è un lento naufragio,porto fiori ad ogni certezza perché so che è morta. In ogni cosa aleggia un quieto malessere,in ogni cosa scorgo una vuota immensità: tutto è fatto per essere dimenticato. Ogni ora della mia giornata è qualcosa di indefinito,ogni giorno della mia vita è illuminato da una luce esausta di un indefinito lucido pallore; tutti i giorni della mia vita sono semplici e freddi, giorni nei quali scende lieve una cenere invisibile,dolente e monotona. Il futuro è fatto per non appartenervi,il futuro è un vago azzurro che mi attende ma che non potrò attraversare :duole essere vivo.

15 dicembre 2021

Senza distacco dalla Realtà precipito nell’incomprensibile,non concedo nessuna proroga alla mia amarezza,sottoscrivo l’inverificabile. Il mondo dispensa desolazione ,dubbio e oscurità,l’unica speranza è cessare d’essere Natura in modo che l’inevitabile non sia più l’insperato. Estenuato dai miei desideri precipito nel vuoto,la salvezza è raggiungere un’esistenza sguarnita di ogni principio di vita fino a cedere al fascino della morte intesa come garbato abisso. Cado nella perfezione quando precipito nella non-vita,quando rimesto nel dubbio vertiginoso.Non mi trovo a mio agio nell’immediato ma quando respiro l’Assoluto dove la mia anima si dilata.Scendo a patti col silenzio,me ne allontano solo a tratti per meglio ripiombarvi, evoco,così,l’Infinito. La meditazione su me stesso esige per germinare di spingermi in profondità abissali,ciò mi fa prendere coscienza che sono un essere votato alla rovina.Sono obnubilato dal fare quotidiano,sono alienato dalla coincidenza tra l’io e le cose,finisco per identificarmi con ciò che mi sfugge e mi resiste,divento,così,estraneo a me stesso,l’unica salvezza è vivere ai margini dell’esistenza.Vivo un disincanto senza scrupoli,mi ripugna prendere coscienza del mondo,l’onnipresenza umana è una tirannia,ho orrore di un’esistenza in cui la solitudine sia bandita,se frequento troppo i miei simili non possono che aborrirli.Considero il mondo in maniera inferiore al mio disgusto,penso al mondo troppo dall’alto per arrivare ad odiarlo. Ostile ed inadatto al mondo mi ripiego in quella solitudine che mi porta ad essere a tu per tu con me stesso,così la mia interiorità s’illumina,ogni tenebra svanisce ,allora la disperazione cede il passo all’amarezza. Ciò che mi spiega mi abolisce e mi annienta,nella vita quotidiana sono una somma di inadeguatezza e fragilità.Il mistero che mi congiunge all’Assoluto fa di me qualcosa di diverso da un funebre e ridicolo fantoccio,l’unica costante nella vita è la degradazione che mette in evidenza ciò che si cela sotto le apparenze e scandaglia i segreti delle mie infatuazioni.Quando vivo nel tempo sono un uomo esteriore che sfocia nella sua dimensione atemporale diventando individuo interiore cioè Essere Autentico: Assoluto Nulla.

10 dicembre 2021

I fulmini della ragione illuminano il nerume della vita, l’inutilità laboriosa di giorni tutti uguali mi fanno sentire un vegetale progredito, ciò che mi rimane è sfruttare il privilegio di stare in penombra. Rifiuto la vita reale come una condanna  ma vivo quanto di più banale esiste nella vita reale. Solo il destino ha un senso ,il destino dà un senso anche all’esistenza di Dio, io giaccio nel destino. Appartengo ad ogni ora orrenda di questa giornata che si assolutizza in tenebra e che si macchia del ricordo di qualunque cosa che muoia.In queste notti velate di chiaro di luna e tiepide d’angoscia si mostra la parte sinistra delle bellezza celeste, in esse cammino sulla scia di me stesso: basta una lieve brezza per farmi ondeggiare.Ho smesso di volere,ho smesso di conoscere le emozioni,giaccio sotto la vacuità dell’universo intero.I miei occhi ricevono il saluto spento della giornata che sta finendo, seguo, nella notte che avanza,un corteo di vuoto e niente, partecipo al funerale della speranza. L’orrore di essere vivo non trova un lenitivo, un antidoto, un balsamo.Vivere è una cosa impossibile, sperare e disperare si equivalgono in freddo e cenere. Abolire la vita non comporta nostalgia di niente, il naufragio dell’anima è una salvezza,la sostanza di tutto è morte,l’universo è un cadavere che ho amato ma tutto è diventato niente nella luce calda delle nuvole: ogni vita ha un inizio opaco di indefinito indecente rancore sotto l’azzurro cattivo del cielo.

07 dicembre 2021

Tutte le cose del mondo sono dello stesso colore della mia noia: ciò che mi duole è la vita. Trasbordo da me stesso e rimango ristagnante ed inutile, se mi cerco non mi trovo, sono qualcosa che è stato, il mondo mi fa rammollire e mi espelle dalla mia anima; neppure una vita sognata mi appare deliziosa quindi sono stanco anche di sognare. Il destino sgocciola sulla mia esistenza ,il giorno termina nel tonfo della notte,anche oggi non ho trovato risposta alla domanda: cosa c’entro io con la vita? Mi difendo dalla felicità in quest’ultimo bagliore di luce prima che la sera si faccia notte. Sono futile e imperfetto,la vita mi è estranea, di essa posso conoscere solo il vuoto e l’incertezza, in essa sono guidato solo dalle illusioni. Sono un granello di polvere che il vento della vita solleva e fa volare via. Non so se Dio esiste, so solo che l’errore quotidianamente mi accarezza. Esistere è avere un giorno in meno della vita: vivere è dunque morire. L’ideale è confessarsi che la vita non serve, l’ideale è confessarsi che la vita è un’agitata ombra della morte. Tutto ciò che considero superiore è partecipe della morte, è morte. Ciò che considero la vita è il sonno del Reale,nasco alla morte, sono la morte, per questo non ho nessuna attitudine  verso la vita governata da leggi implacabili e subordinata alla guida ferrea di un destino astratto,indifferente ed estraneo al Bene e al Male.

03 dicembre 2021

Mi illudo di appartenere ad una eternità casuale, conquisto il diritto a vivere con gli stessi requisiti con cui otterrei il ricovero in manicomio: l’incapacità di pensare. I miei pensieri vagabondano come una foglia fatta volare dal vento e si spengono come la fine di un crepuscolo che naufraga nel buio. La mia anima è una matassa aggrovigliata, ristagno tra grandi silenzi, oso essere superfluo e non trasalisco quando medito sulla fine. Il tempo che passa mi scolora e porta via ciò che mi rende umano avvicinandomi alla polvere.Questa mattina c’è un sole che indora gli angoli morti della casa, sono niente quindi posso immaginare tutto; la mia vita terminerà in una modesta apocalisse , nel frattempo posso godere da questa sedia dello spettacolo del mondo: la più piccola cosa diventa la distrazione più grande, tutto il resto precipita nell’opaco e nell’inutile. Divento saggio quando rendo monotona la mia esistenza perché ogni piccolo accidente acquista il privilegio della meraviglia. Il più gradito dei miei sogni è quello che realizza cose inutili mentre guardo con sgomento il panorama della vita. Mi svuoto di me stesso, vivo come se non fossi mai nato, tutto ciò che faccio nella vita è una brutta copia di ciò che ho pensato di fare quindi la parte migliore delle cose è sapere che sono periture.

01 dicembre 2021

Ho paura che il Nulla sia in realtà qualcosa e che l’immortalità non sia solo polvere.Odio con timidezza la vita e subisco il fascino della morte.Un’ombra improvvisa mi avverte che c’è una nuvola che passa, amo il silenzio che segue il cessare di una brezza e la notte da cui emergono geroglifici spezzati di stelle. Io sono Tutto ma questo a cosa serve se Tutto è niente. Dondolo al vento di questa morte lenta che è la vita, soffoco dove sto ed anelo ad un orizzonte intero.Questa mattina la nebbia è insufficiente a nascondere il mondo,questo mi addolora, voglio non vedere più questi giorni,voglio riposare nella mia finzione organica. Mi svesto della vita e sono pieno perché mi sono svuotato del vuoto del mondo. Attraverso la vita giocando vanitosamente ad esistere sotto questa grande quiete di stelle. Ammiro ciò che mi ripugna, attendo la morte rotolandomi al sole gettato nelle cose e nel mondo: attendo,trepidante,di liberarmi dalla legge fatale dell’esserci.