30aprile2020

L’inesorabile in me tace,ogni specchio deforma la mia immagine,ogni latebra m’è culla odorosa di latte.Non c’è fabbro al mondo che possa raddrizzare l’umanità la cui finitezza sento cantare tutti i giorni. Il cuore è un luogo ben munito di dolore, spero che un ultimo residuo di Dio abiti l’angolo del cielo più puro,unici compagni fedeli sono questi cadaveri.Ogni giorno preparo al viaggio il letto della memoria ,il tempo è un vento che soffia via il mio nome .Ciò che amo veramente di me è che sono un tramonto,un trapasso. Amo profondamente tutto ciò che non sa vivere,amo chi guarda nel baratro con orgoglio e chi ha per casa l’abisso.Il male è la migliore energia per l’uomo,le cose peggiori sono le uniche necessarie ,ogni colpa è un conforto.Vado dove l’eco non si spegne ,divento più pesante per volare,tengo in mano le tre parole che servono per vivere ,poi sono sputato in una notte senza stelle ,null’altro che buio profondo.Ascendo a quelle altezze dove il fulmine può colpirmi e spezzarmi. Ogni saggezza partorisce fulmini che significano luce abbagliante da cavare gli occhi.Dietro la fronte ho un abisso di cielo,respiro nello sterco,l’occhio è schiavo delle sue immagini,questo silenzio è senza paura. Tutte le verità sono da odiare,chi non sa mentire non sa amare la verità.Le orbite del cuore seguono percorsi vorticosi,qui la catena di generazioni giace sepolta sfiorando l’abisso.Ho conficcata nel volto sabbia sibilante,la mia carcassa rospeggia : è destinata ad un giorno che ha nome Nessuno.

29aprile2020

Parole indurite mettono a nudo il cielo fatto di stelle di gesso che segnano il cammino. La sera è giunta in pieno mezzogiorno ,l’anima si distende e giace muta,stanca di lunghi viaggi e mari incerti.Questa vita non ha bisogno di più che fili di ragno,la felicità va bevuta a gocce: il poco ci dona la felicità migliore.Chiare pietre sono portatrici di luce,illuminano l’impervio vero formato da una diga di sillabe.Ogni parola libera la realtà dalla sua prigione ,il mio cuore petulante ne indaga ogni significato.Il Vero migra su percorsi di respiro possente e sparisce in orbite astrali che recano cicatrici generate da schegge cosmiche.Grani di polvere di Tempo saltellano come lapilli,non faccio più rima con me stesso,nella mia anima gira una sola lancetta e il vento che genera rischiara i miei occhi velati. Ho domande da rivolgere al vento e al temporale ,tutto il resto è indifferente quando si è ingoiata la propria friabile solitudine: l’uomo disperato è l’uomo migliore, egli è in cammino verso l’ultimo residuo di Dio, egli è privo d’occhi per questo vede nel profondo del mondo e si mette al cospetto dell’abisso del cielo.

22aprile2020

Non c’è un coerente campo di senso che possa contenere tutti gli eventi.

Il fatto che l’asserzione sia un teorema derivabile significa che è identico alla sua verità.

In campi di senso differenti sono presenti differenti predicati di verità: l’obiettività è campo-relativa.

L’incompletezza della verità sulla realtà arresta il nostro tentativo di determinare un campo di senso onnicomprensivo le cui leggi governano ciò che sta accadendo.

L’evento dell’amore è l’eccedenza di una qualsiasi situazione data.

Niente appartiene sempre e solo ad un unico campo di senso.

Esistere è apparire in un campo di senso.

L’identità di un oggetto si realizza solo attraverso la molteplicità delle sue manifestazioni.

Se l’Essere fosse una categoria universale non potremmo predicarlo di nulla perché nessun genere può essere predicato della propria specie: ci deve essere una differenza tra il genere e la propria specie. Qualsiasi cosa distingua qualcosa da qualcos’altro deve per forza essere, quindi nel caso dell’Essere non ci possono essere differenze fra l’Essere e le sue differenze le quali costituirebbero la sua specie.L’Essere non può essere differenziato da tutto ciò che esiste se non vuole essere vittima di un evidente non senso.

21aprile2020

Pensieri di gelo stretti alla vita  sono distesi su un polveroso cuscino di passato.Un’ultima parola mi guarda ,dovrà restare sola con se stessa ,essa si chiama nausea. Non esiste uomo senza nausea se non colui che ha disimparato a vivere.Ho abbastanza di me da sentirmi vomitevole ,sono disteso su questo letto di pioggia sotto questa stella pendente dal cielo.La fessura delle mie palpebre è mangiucchiata da quest’aria infernale ,ho in gola una pietra vecchia di mille anni che mi impedisce di parlare,le mie labbra sono coperte di verderame. Ho davanti a me una via di bronzo da percorrere ,la mia ombra mi chiama ma scappo via con fastidio e disgusto.Sento scricchiolare la mia solitudine ,il mio è un cammino senza meta ,sono portato via da un vortice di venti. Come stanca polvere mi poso su ogni superficie e mi addormento su questi specchi, al mio risveglio spero d’avere un’ombra migliore. Mi aggiro in mondi freddi e remoti, mi addentro in tutte le cose più tristi,se in me c’è qualcosa che possa dirsi virtù è di non aver paura di nessun divieto. Ho infranto ciò che il mio cuore venera,ho rovesciato tutte le pietre di confine . Ho disimparato a credere nei grandi nomi,nulla è vero, tutto è permesso,ogni innocenza è bugiarda,quando mento colgo il vero,calpesto ogni verità,nulla vive che io ami; non mi resta che un cuore sfrontato e una schiena spezzata ,cercare è la mia unica tentazione e ciò che mi consuma .Non sono più prigioniero di nessuna illusione ,vorrei salire in cielo per chiedere a Dio se è permesso che le cose siano così.

io

Mi si affossano le sere,faccio scendere in grembo l’ultima stella della notte,la mia vita è chiusa da un coperchio di pietra e illuminata da da una miriade di soli scagliati a raggiera.Questo mondo mi è estraneo e lontano,sono il più devoto tra coloro che non credono in Dio le cui occhiate passano da parte a parte i miei pensieri.Ogni mia disperazione mi fornisce una lacrima ,un grappolo azzurrino di preghiere mi attornia anche oggi come affilati coltelli del mio silenzio,sono parole storpie che anelano a diventare diritte,sono scarnificate verità.Ogni strada di questo mondo ha bisogno di una stampella per essere percorsa.Questo paio di occhi non è predisposto che alle lacrime capaci di rattenere il vuoto che accompagna l’anima,che da nome alla mia esistenza. Ho strangolato ogni compassione ,l’amore per l’uomo è il mo inferno,posso dirmi radicalmente morto.Mi rallegro della mia afflizione ,mastico ogni parola prima di pronunciarla ,il mio orgoglio si è rotto le gambe ,sono affratellato con la pietra in fondo  all’abisso,affondo le mani per pescare nel gorgo del Nulla e guardo brulicare queste piccole anime grigie: per essere buono devo credere buono il mondo.Penso che l’uomo sia qualcosa che debba essere superato per oltrepassare le sue ore di disperazione.Il vero può sgorgare solo da una ferita, recido ogni parola e inscrivo il vivo Nulla nell’anima ,quindi spalanco la porta ad un nuovo mattino.

15aprile 2020

Nessuno insuffla più vita alla polvere di cui sono fatto,per nessuno debbo fiorire di nuovo,un cielo color deserto imporpora la mia esistenza. I miei occhi sono un enigma,sono travolto da parole inabissanti che balbettano quando parlano di questo tempo. Io sono chi debbo essere,il mio pensiero è inseguito da appuntite frecce di ghiaccio, esso è spaventoso, è innominabile,origlia il mio cuore e mi ascolta respirare. Non posso che scodinzolarti, morte, anche se trafiggi ,crudelissima, la tua preda umana. Ho imparato ,per vivere, a nascondermi dietro alle nuvole, a predare ogni fulmine. Il mio orgoglio è massacrato,sono l’ultimo di tutti i solitari,mento fin dentro l’anima,tutto ciò che ho perduto è carbonizzato,è diventato cenere da benedire. Nel cielo è rimasta solo una stella ,intorno è una palude infinita; ognuno gioisce per la propria cattiveria,ogni uomo non può non ingannare, ogni anima ha tanti significati ma ognuno non è abbastanza vero né falso. La nausea è la mia unica verità, mi rivelo al mondo come un lampo di verde bile,solo infrangersi è autentico,non si può che diventare stanchi di se stessi.Tutta la mia vita è il soffio di un attimo che brancola in questa nera ed infinita penombra in cui viaggia la mia anima con passi di piombo.

13aprile2020

Uno scroscio mugghiante viene su dall’abisso del mondo,la felicità mi fa girare su me stesso,sguazzo nelle mie lacrime e scavo dentro me stesso come scava il verme la terra,per cercare il fondo dell’anima dove tutto è mescolato alla rinfusa,dove tutto è falso e marcio. Ogni uomo è un ostacolo che parla troppo del troppo poco,che fa diventare torbido il chiaro. Ogni mia parola manda in pezzi le tenebre più fitte,nel destino c’è tutto l’uomo,egli diventa falso,obliquo e mostruoso,egli rimane più bestia che uomo.Quanti astri mi sono destinati? Le notti sospingono verso di me vie galattiche che gravano sul mio nome.Non è vero che io viva,c’è soltanto un cieco respiro mentre sfreccio verso terre estinte dove vado a spegnermi nel perfetto incontro con il Nulla. Tutto sembra un’attesa di cose vere, Dio è la parte più dispersa dell’universo che le rimargina con la morte la ferita dell’esistenza, Egli mi ha perduto e poi dimenticato. In ciascuna parola fiorisce il veleno, io sono chi debbo abbattere, chi debbo calpestare ;chi mi interra in questo mondo? L’unico animale che vive di sangue. Meglio non sapere nulla che molte cose a metà,io vado fino in fondo,non importa se la meta sia cielo o palude ,vicinissimo ad ogni sapere si accampa la tenebra dell’ignoranza. Ogni sognatore eccita la mia nausea. Con i miei pensieri esco dal mondo dove tutto si desta e prende inizio, poi si leva un soffio che si fa nube al di sopra della quale non c’è un secondo cielo per falsi dei. L’abbandono è la mia presenza,vivo sotto questa luna ghiacciata ma risorgerò prima che il Tempo si richiuda in sé.

12aprile2020

Scorsero lune e anni sulla mia anima,il silenzio di contorti abissi è una celeste felicità.Il sangue trasporta il nulla nelle mie vene ,ritaglio la parola vita dall’involucro del mio cuore,poi, un percorribile tacere è solcato da tracce di granchi che mi indicano la strada per l’abisso dove trovo resti d’eternità.Decido di gettare lontano la mia felicità e di vuotare il cuore dal più malvagio dei miei pensieri : è giunto il tempo delle burle e delle cattiverie. Veli d’aria sonnecchiano davanti ai miei occhi disperati,sento il frastuono dell’ultimo galoppante grano di sabbia ,si spalanca la porta delle ore e comincio a parlare non all’oggi ma al “mai”:il destino dovrà pur venire una volta e non passare oltre.Tutti i venti del mondo soffiano per discriminare il tempo: solo il mio in-me è per-me. Bevo la goccia più dolce della rugiada di questo mattino,il mio albeggiante futuro è un silenzio dal roseo rossore,è un silenzio senza nubi.Una traccia inconfondibile segna il mio passare,il mio cuore dice : “non guardare più, và, è una notte che non richiede più stelle ,non c’è nessun posta ove si chieda di te.Disegno i contorni della mia ombra,tutto mi è indifferente,il sapere mi strangola,nulla vale la pena.Il ticchettio di questa grata di parole ,a cui il respiro si adegua,schiude un largo vuoto che non può essere colmato da nessun turbinio di particelle .Mi stendo sopra un silenzio nutrito di veleno sotto questo perfido cielo,solo la pietra di questo sepolcro m’è ospitale ,resto in questo corpo poroso ,gli occhi sono asciutti prima di chiuderli,prima di lasciare questo mondo di mille cristalli rappresi,infine la notte si frantuma,l’anima s’impetra,ma nulla è perduto finché una stella ha luce ancora.

10aprile2020

Il vento scrolla via il sole dalle fronde :tutto è fatto per la notte..Una greve nube ombreggia bassure afose,l’esistenza mi è ostile,non sono capace di vivere né di morire.Ogni giorno sono pronto al fulmine ,il mondo incombe su di me come una cupa burrasca capace di scoperchiare sepolcri,rimuovere pietre di confine e spazzare via parole ammuffite.Il silenzio mi prende ,un fragile ramo regge l’intero cielo,un’escrescenza del buio delinea i confini della mia vita,non occorre luce per la preda che cerco poi,l’occhieggiare schivo del giorno mi riporta nel mondo;un soffio di cielo penetra nel mio cuore,questa celeste necessità,questo girotondo di stelle mi fa capire che anche la più malvagia delle cose può essere adoperata. Il senza-fine mugghia intorno a me ,il Nulla sibila come un dardo,la mia anima è il suo bersaglio,la mia mente è dove il mio cuore non può essere.Una notte più notturna di questa mi attende ,uno sguardo reciso scruta il mare,la successiva sarà l’ora più oscura che farà brillare stelle piene di un linguaggio taciuto che faranno incandescente un mondo impolverato di mare e bagnato da nuvole singhiozzanti.Volo in profonde lontananze di luce ,l’amore per l’umanità è il nostro inferno sulla terra,compassione è parola indicibile e cocente,quando piango smezzo le mie lacrime ,sia ogni stella un avvoltoio.L’uomo è fatto di sabbia che il vento fa volare via,non ti comprendo,vita,passi gravida di notte poi giungi a me nell’ora più vuota come un tempestoso chiarore: metto una stella nella mia notte,metto una stella nella mia vita, vivo,così,danzando al ritmo della morte.

9aprile2020

Ho redento la mia anima da tutte le penombre,ho spazzato via da me la luce crepuscolare,sono stato avvolto da una tempesta chiamata morte;ebbi riverenza per la zolla che mi coprì.La mia esistenza è stata una parete piatta e grigia incorniciata dalla notte.I miei occhi hanno letto tanto l’Esserci da farsi male.Sono stato attraversato da un bagliore di voci che furono sepolte vicino al mio cuore.Innaffiai la mia anima di sole e notte,il Nulla dispiegò i suoi mari di silenzio,una vela sanguinante puntò su di me ,ora l’oblio si fa azzurro,il tempo ha gettato la sua ombra sulla mia anima.Vidi lampeggiare la mia vita sopra acque notturne ,uno sguardo dondolante guardò passare la mia esistenza :ti amo vicina,di odio lontano,morte,vivo danzando al tuo ritmo.Quest’ora acquatica mi traghetta verso una nuova sera,una bruna escrescenza dell’anima raggiunge un altro “No” fatto chiaro dal mio respiro.Fiumi non ascoltati ,orologi non veduti,chiesi alla vita perché la vita? E la vita mi rispose : “Lasciami presto,profondo è il mondo,ogni dolore dura un’eternità,tagliente è l’aria che respiri eppure devi respirare”.