Ordo rerum

Plaudo al reale della vita e della morte di cui sono spettatore indulgente.Negare la vita ,non c’è niente di meglio per emancipare lo spirito perchè l’esserci è schiavitù quindi non mi sottraggo al contagio del Nulla.Il grande sì è il sì alla morte,non mi faccio sopraffare dalla mia assenza ,vivo nell’ombra,ho cessato d’esistere per il mondo esterno,sono piegato a tutte le solitudini.Vivo in un universo non dichiarato che sta tra il ricordo dell’inaudito e quello di una certezza .Ho superato ogni sgomento   ,indipendente dal sole basto a me stesso:sono illuminato dalla morte.Nel vuoto si istalla l’idea della mia distruzione ,sono prigioniero della nostalgia ,vedo nella morte la fine di un’eccedenza di essere.Mi pongo al centro della mia solitudine ,quando vivo nella paura della morte è così che non vivo.L’agonia non è che un accidente nel processo del mio annientamento,la vita è l’insieme delle funzioni che mi trascinano alla morte.La vita diminuisce ad ogni istante e questa diminuzione è un eccitante .Coloro che non sanno trarre nessun beneficio dalla loro certezza di non-essere restano estranei a se stessi,sono fantocci assopiti in un tempo neutro.Esistere significa mettere a profitto la nostra parte di irrealtà,significa vibrare a contatto col vuoto che è in noi:essere ha senso solo se gli attribuiamo gli attributi della morte.

Ordo rerumultima modifica: 2020-01-04T11:16:23+01:00da domeniconipaolo