14 marzo 2021

Andare con pacatezza oltre Heidegger: noi non siamo per la morte, noi siamo la morte perché l’Essere si sottrae nel momento in cui si dà.Se poniamo l’uomo nel tempo la sua definizione più precisa è: l’uomo è la presenza di una assenza. Ri-velare il significato dell’esistenza è,in realtà,nasconderlo di nuovo dopo averlo scoperto, che fare dunque di se stessi? Diventare l’oggetto del proprio inganno. La Verità permane nel cupo nucleo dell’anima e la illumina rendendoci non più estranei a noi stessi.La libertà di scegliere se vivere o morire è la prima fonte d’angoscia. Morire è conoscere ciò che era noto: non esiste la vita , la vita è la morte stessa.Tutto ciò che muore ha avuto uno scopo che è quello di morire.La scelta del definitivo è il senso della vita.L’uomo non può che lasciare defluire la sua essenza in pianto tanto che ogni promessa di felicità diventa una minaccia per l’identità umana:la felicità balugina come surrogato dell’esistenza,la pienezza della vita è una pura illusione.Per non rinunciare a se stessi si deve pensare contro se stessi.Ci progettiamo per un tempo che non sarà il nostro,il futuro è il luogo della nostra assenza ,presa coscienza di ciò il presente non può che essere un cumulo di dolore.Eliminare l’opacità del vivere ci sarebbe fatale:la vita non ha la forza di guardare se stessa,non sopporta di concepire l’esistenza come spiccare un salto nel buio.L’Essere è una conquista provvisoria , cioè l’Essere non è la Verità.Ognuno tari il proprio pensiero sulla Realtà,il comprendere è l’antidoto contro le illusioni.In ogni progetto d’esistenza ognuno è opaco all’altro e raggomitola il mondo in se stesso dandosi al disincanto.

14 marzo 2021ultima modifica: 2021-03-14T17:31:06+01:00da domeniconipaolo