31 ottobre 2021

Tutto fa naufragio e prospera nella cenere: vi insegno a non piangere anche se avete perso ogni cosa,vi insegno la caduta del volto,vi insegno a voler bene al vuoto del cuore.Rivoglio ciò che in me non è più presente,percorro un sentiero d’erbe intorpidite,sorrido alle mie lacrime.In questo mattino s’apre un’aria di turbolenta immensità,in essa volteggio tra luce e trasparenza.Vivo in fondo al Tempo come un felice relitto,la mia solitudine è il mio tesoro,la mia libertà è scavata nel silenzio.Il Tempo è uno, indiviso tra passato, presente e futuro,lo spazio che percorre declina ogni illusione e tutte le congeda.Ogni giorno annuncia un uragano,io resterò amico delle api.Le stelle hanno un’ombra che rifiutano di dare al mondo.Oggi il sole mette i brividi e rende incandescenti i ciottoli della mia ragione.Dove il lampo finisce comincia la mia vita che rotola verso l’oblio.Tutto ciò che pena vuole essere felice,il sole sorge ed illumina il mondo ma la vita abita una oscurità che nasconde la forma dura della morte.Ho svegliato il vento,ma non posso fare nulla: io sono l’oblio. Mi infondo di tenebre,sono una sorta di colore sul tormentato dorso della terra,abito il lampo,sono tutt’uno col rossore delle nubi al tramonto.La mia presenza è un addio:ogni giorno mi accoglie la mercenaria gratitudine del ricordo.

30 ottobre 2021

Tutto ciò che esiste è insopportabile,amara sofferenza: la Verità è il Nulla.Considero e guardo tutto ciò che non è il Nulla e lo considero causa di danno.Ricevo di più nella privazione che nel possesso così mi rivesto di Nulla, mi spoglio di me stesso e divento Essere senza forma cioè Nulla. La nascita mi dà un altro Nulla oltre a quello da cui sono emerso: è blasfemo l’uomo a cui il Nulla non basta! Raggiungo la perfezione se muoio a me stesso, tutta la mia felicità consiste nel non sapere nulla di me stesso. Penetro l’Essere quando precipito nel Nulla, penetro l’Essere quando la mia volontà “disvuole” ,ricevo l’Essere quando ne sono privato perché l’Essere è il Nulla. E’ immutabile il mio distacco dal mondo, l’Essere vuoto di tutto raggiunge la sua essenza :il Nulla. Il Nulla è qualcosa d’intellettuale senza la sua immagine,senza la sua forma. Il mio cuore diventa disponibile alle cose supreme quando sta nel puro Nulla e ciò si ottiene col puro distacco dal mondo.Morire è ricongiungersi all’increato così l’anima è ricondotta ad un totale beato Nulla. La luce dell’esserci rende tenebroso il mondo;sono qualcosa da seppellire ,sono fatto per confondermi con la terra, per diventare terra. Dico di più quando mantengo il più totale silenzio,la parola è falsa illuminazione.Abituo la mia ragione al Nulla per diventare “uomo interiore”,spogliato di me stesso,rimosso da me stesso appartengo totalmente a me stesso.

23 ottobre 2021

Risalgo il tempo della solitudine fino alla dimora dell’uomo nobile.Tolgo alle cose ogni illusione,ho un odio entusiasta per il mondo.Volo sopra la notte delle parole ,abito una solitaria plausibilità: tutto è ridotto e ricondotto a cenere.La speranza è come una neve per l’esistenza, il suo destino è sciogliersi.Ogni giorno mi offre il suo impossibile .Sento la vita spegnersi in un meraviglioso crepuscolo,il sorriso del cielo scompare avvolto dalla stravaganza della notte,il passaggio delle stelle mi intenerisce, esso è come una danza di farfalle.Varco la soglia della notte prima che diventi introvabile ,la mia anima si schiude all’azzurro dell’aria,il presente s’accumula e diventa passato,affronto i bisbigli del tempo,perseguo una vita immaginata. Sono straniero per ogni aurora, terra e cielo si odiano.Desidero perdere per sempre la strada,vinco la paura del tempo affinando il dolore di esistere.Le luci del mattino si accendono teneramente,non posseggo nessun avvenire,sono fatto di passato e presente,  colmo di frammenti d’esistenza.Il tempo che il mio cuore invoca non esiste, il sì e il no non si riconciliano: tutto è Nulla. Ogni giorno il silenzio rifiorisce,ogni giorno una pietra mi chiama.La mia vita è pura inazione, fatale assenza,strana altezza.La persuasione si fa deserta,ogni speranza è innocente, essa inciampa sulla pesantezza del mondo.

19 ottobre 2021

Parente dell’autunno, vivo una affabile agonia , ho seminato tutto me stesso nel fondo dell’abisso, sono impaziente di unirmi al vento, non faccio che aumentare il peso della notte. Il silenzio mi spacca la bocca, un balbettio di spighe mi sussurra: la morte ti rende puro. La nascita mi usura, la vera libertà sta nel sapersi morire. Rintocchi funebri su un mondo coperto di cenere mi ricordano che vivere è un limite immenso: il divenire passa, l’assenza rimane. La morte è un assoluto scintillante commiato dalla vita, predicendo ciò affermo di vivere, arriverà,poi,il silenzio che solleverà la mia anima esanime per trasportarla con sé. Bacio con gli occhi il vento notturno, esisto dentro una cornice di polvere nascosto dietro nebbie perenni. Una tempesta si scioglie docile davanti ai miei occhi, dal mio parapetto di solitudine contemplo il mondo ,le parole non scoprono più nulla, tutto passa e scompare. Un bavaglio di cenere mi impedisce di parlare, rimane un fiore che brucia all’orizzonte. La mia esistenza è come un giorno di vento perpetuo: è l’ora di tacere, di diventare morte. Il passo delle stagioni ricopre d’ignoto la mia vita, sono una vela che ripugna il vento, sono la luce che si corica dentro l’ennesimo tramonto.

15 ottobre 2021

Questo scosceso,indolente accadere,è legato ad una monotona assenza di vita costellata da schegge di tiepida esistenza. I giorni mi mordono l’anima più inafferrabili delle nuvole che squarciano l’azzurro del cielo. Mi disseto alla bellezza mattutina, il battito del mio cuore protegge ciò che oggi sboccerà. Una cerimoniosa tristezza illumina i miei giorni, grido dall’orlo del cielo, sono malato di luce. Sulle pareti del mio perdurare si aprono crepe profonde, ostacolo lo spuntare di ogni sopravvivenza. Mi infiammo di solitudine ,evoco l’ombra della morte. Il mondo è un deserto ostile, io declino con esso. La sera rimargina le piaghe del giorno,poi la risata della notte è l’inizio di una nuova vitrea partenza. La regalità apparente dell’alba scioglie una nebbia d’acciaio e la mia fremente permanenza invade il nuovo giorno. Corro verso il colmo di me stesso ma, ostinata, l’esistenza giace ai confini del mio cuore. Mischio il corso di mille tempeste che turbano il giorno che sorge. L’universo rabbrividisce per ogni cosa che esiste: io e le stelle siamo tutt’uno nel rollio del cielo squartato di luce.

14 ottobre 2021

Il mondo mi agghiaccia , smuro il mio cuore dal Reale ,la morte,col suo fumo, è dietro una serratura inesatta, la vita,ancora intatta, le è riconoscente. Un sipario di farfalle spumeggia nell’aria, anche oggi compio la mia giornata di uomo fino al ritorno della serale solitudine.L’orologio delle maree segna il mio tempo,un fiore si piega al peso di un’ape,osservo l’agonia di una formica: nulla è più crudele della speranza di vivere, la bellezza è dappertutto tumefatta, ho una nausea che mi sgela, sono stordito da una selvaggia pazienza,una lampada sulla punta del mondo mi tiene sveglio. L’unica certezza è che la Verità non precede l’azione ma la segue: ogni privazione mi fortifica.

12 ottobre 2021

Ho l’anima scavata dall’ultimo temporale, dico addio al vento ,volgo le spalle al tramonto: è un sacrilegio rivolgere parole al sole che scompare. Non ho nulla a me basta solo andare. La prima luce del giorno increspa l’infinita cerchia dell’aria, si schiudono contro di me le solite disillusioni, sono completamente ignoto a me stesso ma esulto per il viavai del mio cuore. E’ atroce arrivare al termine delle cose imparate senza poter sottrarmi al mistero del vivere: tutto avrà fine per sempre. Scendo cauto dalla luna, entro in questo gelido cielo come in un sogno, vivo in dimestichezza con la morte che è come un vento adolescente che spira dalle stelle. Vivere è tornare nel nulla a cui la terra fa da specchio. Colui che pianifica la felicità è sprofondato in un rosseggiante letargo,bellezza e verità giacciono in un abisso senza fondo. Il Male non resta senza avvicendamento , il suo contrassegno è nella mia goffa prua: il mondo non sente il bisogno di essere migliore. La mia ellittica volontà perdura in una scrupolosa solitudine,rivolgo i miei occhi a falsi propositi, abdico a qualunque rimorso,sono avido d’avvicinarmi ai miei più empi sollievi incerto nel tempo che il dolore dilata:è faticoso raggiungere la vetta del mio cuore.

6 ottobre 2021

Prima che il tempo passi so già che ogni cosa ha solo il sapore di ricordarmi ciò che ho perduto.Ogni sogno che faccio è meno assurdo del mondo in cui vivo.Appartengo ad un universo con un diverso tipo di spazio e di tempo:sono capace di pensare l’inconcepibile.Ho perso la falsa distinzione tra verità e menzogna:tutto è grottescamente falso. Perduto nella nebbia della mia anima ,galleggio nel mare ondeggiante della mia esistenza .Provo una immensa tenerezza per ciò che non accade e che respira in una azzurra tranquillità.Parole oziose e perdute non possono dire la mia Verità,essa è angosciosamente incatenata alle ombre del mondo.Un giorno mi sono ritrovato in questo mondo,quando ho chiesto dove ero tutti mi hanno ingannato.Questa notte si inghirlanda di astri che si ungono di silenzio e solitudine percorrendo l’universo con una lenta monotonia.La vacuità di sentirmi vivere raggiunge lo spessore di una cosa positiva:il sentimento che provo che la vita non sia nulla mi conduce all’infinito. Le parole sono suoni inutili,mi perdo nel vaneggiamento dei miei pensieri: tutto ciò che è definito mi stanca. Il mio cuore è come un secchio rotto: si svuota senza volerlo,vivere significa perdersi perché tutto è perdita; nei recessi delle rovine dei miei sogni ci sono le tombe dei miei propositi infernali: mi rivolgo alla luce che sembra bagnare il mondo,mi rivolgo al lieve agitarsi degli alberi con tutti gli ingredienti della mia anima ma non ottengo risposte,tutto è vuoto di senso.

1 ottobre 2021

Nella catena deterministica delle circostanze si perde ogni libertà,scendo,allora,nell’abisso del nudo Nulla e pervengo ad un me stesso non più pensabile,non più afferrabile ,sperimento,così,quell’eterno movimento che va da me al Nulla e dal Nulla a me.Finisce il mio io soggettivo col suo carico di menzogne,con i fantasmi delle sue rappresentazioni;rimuovo tutto il determinato,rimuovo tutto ciò che è condizionato dal tempo e dallo spazio,tutto si trasforma in Infinito,in Assoluto,nessun atto di pensiero è più rivolto al contingente oggettivo,tutto si trasforma in soggetto assoluto.Allontano da me tutto l’accidentale per raggiungere la pienezza di una mistica morte,supero lo stato di soggetto determinato che pensa e desidera.Quando mi perdo nel molteplice del mondo non-sono ,mentre divento Essere con l’assoluto distacco dal mondo:nella nullificazione. Sono Essere quando niente voglio,niente so e niente ho,quando rinuncio completamente a me stesso e divento vuoto assoluto.L’esperienza dell’Uno risiede nella non alterità dell’Essere cioè vivo l’esperienza dell’Essere non in quanto piccolo io determinato bensì quando vivo una vita universale altrimenti ignota.Aspiro a rimanere in questo universale Uno e ciò è possibile senza niente volere,niente cercare e niente amare.Quando penso a me stesso so che non c’è nulla da salvare ,nulla da far permanere.La volontà mi rende schiavo in quanto essa si ferma al determinato e non vede l’Assoluto che mi libera dalla prigionia dei contenuti,mentre mi riapproprio di me stesso quando mi accorgo della mia impermanenza.La mia anima getta una bianca ombra sul mondo,fluttuo impalpabile in questo muto abisso,i miei pensieri si avviano verso il cielo mentre qui sulla terra la vita è una putrefazione latente: tutto simboleggia l’assurdo e il nulla dell’esistenza.