03 dicembre 2021

Mi illudo di appartenere ad una eternità casuale, conquisto il diritto a vivere con gli stessi requisiti con cui otterrei il ricovero in manicomio: l’incapacità di pensare. I miei pensieri vagabondano come una foglia fatta volare dal vento e si spengono come la fine di un crepuscolo che naufraga nel buio. La mia anima è una matassa aggrovigliata, ristagno tra grandi silenzi, oso essere superfluo e non trasalisco quando medito sulla fine. Il tempo che passa mi scolora e porta via ciò che mi rende umano avvicinandomi alla polvere.Questa mattina c’è un sole che indora gli angoli morti della casa, sono niente quindi posso immaginare tutto; la mia vita terminerà in una modesta apocalisse , nel frattempo posso godere da questa sedia dello spettacolo del mondo: la più piccola cosa diventa la distrazione più grande, tutto il resto precipita nell’opaco e nell’inutile. Divento saggio quando rendo monotona la mia esistenza perché ogni piccolo accidente acquista il privilegio della meraviglia. Il più gradito dei miei sogni è quello che realizza cose inutili mentre guardo con sgomento il panorama della vita. Mi svuoto di me stesso, vivo come se non fossi mai nato, tutto ciò che faccio nella vita è una brutta copia di ciò che ho pensato di fare quindi la parte migliore delle cose è sapere che sono periture.

03 dicembre 2021ultima modifica: 2021-12-03T11:09:09+01:00da domeniconipaolo