01 ottobre 2022

Vivere significa inabissarsi nel vuoto del non-senso, per questo faccio della vita una occupazione marginale: vivo nella vita l’impossibilità di vivere, esistere interrompe ogni inno alla vita. E’ uno sconforto sapere che tutto avrebbe potuto non essere evitando così lo sfacelo del corpo. Mi stabilisco al di fuori della vita ,la somma di non-vita diminuisce il potenziale di nostalgia. Sono inghiottito dalle apparenze della vita, il simbolo dell’esistere sono le tenebre , rimpiango solo le cose fugaci, la vita grida contro la vita. Vivo per esaurire il contenuto del mio Essere, non lascio che nulla mi sopravviva , veglio su ogni istante fino a diventare la carogna finale ,non mi lascio trasportare dalle ali ironiche delle illusioni. Non mi nutro di sete di futuro né di nessuna disperazione : tutto tende attivamente a non esistere .Considero ogni distruzione una azione positiva ,prima che la morte arrivi sono già una tomba. Il mio obiettivo è l’annientamento, ogni paradiso è dissolto, le brezze dell’estinzione generano felicità, fanno sparire il marciume che mi porto dentro. Quando grido “Io” si compone la sintesi della infelicità. L’essere umano è una atroce beffa , il piacere è un dolore con un nome più dolce. Perdo il mio tempo quando desidero qualcosa, quando sopporto la mia solitudine fino in fondo innalzo la mia anima al di sopra di Dio: esistere è accettare il ridicolo. Un indefinito senza contenuto contiene tutto, il vago è l’unico timoniere sulle onde della mia anima. La mia anima precipita nel bagliore degli abissi dell’eterno per fondersi con la sua ultima luce. La mia vita è una storia che il Tempo racconta a sé stesso. Aleggio nel Nulla senz’altro nutrimento che quello dei miei rimpianti, vivo grazie alla capacità d’inerzia della disperazione. Il corpo con il suo sfacelo partecipa dell’Assoluto. Misuro il mio grado di disillusione dai disgusti di cui sono capace . In cima ad una stella invisibile contemplo un paradiso capovolto. Vivo la vita con un futuro ma il Tempo si conficca nei suoi stessi istanti e lo cancella. Mi dispiego nell’ombra dell’impossibile e mi struggo in cerca delle mie lacrime. Fine ultimo della mia vita è percorrere un cammino che mi conduce sotto terra. L’idea della morte trasforma il futuro in passato, la vita è una assurda lusinga con cui il Tempo mi inganna , è un non-senso rigurgitante di linfa . La morte mi guarisce da tutti i mattini e spegne l’ardente desiderio di qualcos’altro. Il marciume è l’obiettivo verso cui si orientano tutti i tessuti del mio essere: l’dea di essere tutt’uno con la vita è una aberrazione feroce.

01 ottobre 2022ultima modifica: 2022-10-01T16:01:10+02:00da domeniconipaolo