Sono affondato nel mondo, vivo nel contingente in attesa d’essere nell’universale. Brilla la scintilla del presente nel quale amo le piccole cose che sfuggono allo sguardo. Esalto il paradosso e l’impossibile, considero Dio il signore del caso. Faccio del dimenticare la regola principale del vivere,le parole producono solo confusione, pasticcio, contraddizione e disordine. Intingo la mia esistenza nel Nulla ,i giorni che passano sono una ornata impotenza, volo sospeso in una aerea indifferenza. Sono desideroso di Assoluto e lacrime, odio questo tediosissimo qui e ora, coltivo rabbiosamente il regno dell’Essere, incursioni di luce trafiggono la morte: la vita finisce nell’incomprensibile. Rinuncio alla estensione della esistenza per una inattingibile profondità. Sono posseduto da profondissime lacrime, la mia esistenza è una illuminata desolazione ,abito le rive terribili del finito al quale cerco di dare una apparenza di infinito. Cerco il vago, l’indistinto, e l’illimitato, mi fondo con le nuvole per diventare me stesso, considero l’infinito la mia meta, sono un chiaro bersaglio della morte: l’invisibile non è la sede della vita . Il Tempo passa per consumare me ma anche se stesso e questo mi consola. Il nascosto viene alla luce e mi trafuga l’anima. Ogni giorno mi ritaglio una zona di quiete nella quale sono più felice di quello che merito e in cui provo una gioia trasparente.
06 gennaio 2023
06 gennaio 2023ultima modifica: 2023-01-06T17:02:24+01:00da