18 febbraio 2023

Mi attendo ogni mattina per liberarmi del superfluo, la saggezza mi satura fino al disgusto, allora torno a rallegrarmi della mia follia.  Tramonto al pari del sole, temo le felicità troppo grandi, la mia più grande aspirazione è tornare ad essere cenere da portare nella fossa dopo esser stato fuoco. Risvegliato dal mio sonno cerco me stesso tra coloro che dormono. Per amare l’umanità non posso che vivere nel deserto : l’uomo è una cosa troppo imperfetta, l’amore per gli uomini mi ucciderebbe. Ottengo il massimo beneficio quando mi privo di qualcosa , sono qualcosa solo quando supero me stesso, vado oltre il mio Io così si spegne il ghigno che ho per la vita, si smorza la dolorosa vergogna d’esistere. Ho percorso il cammino dal verme all’uomo, non mi resta che tornare verme. Sono un’ibrida disarmonia tra una pianta e uno spettro, non credo in sovraterrene speranze , apprezzo le viscere dell’imperscrutabile ,sono guardato dalla mia anima con disprezzo ,ritengo questo disprezzo una cosa altissima. La mia anima è indigenza e feccia, un fiume immondo nel quale si inabissa il mio disprezzo per il mondo. Qual è l’ora più grande che posso vivere? L’ora in cui mi prende lo schifo per ogni felicità, per ogni virtù. La mia felicità è un miserabile benessere : sono stanco del mio bene e del mio male.

18 febbraio 2023ultima modifica: 2023-02-18T17:04:19+01:00da domeniconipaolo