17\02\2019

Ricordo la dolcezza del focolare,l’incanto delle sere illuminate dai tizzoni,le sere al balcone velate da vapori di rosa.Ho pronunciato spesso imperitute parole per lo spazio profondo respirando il profumo del tuo sangue.La notte s’ispessiva come un muro, i miei occhi indovinavano al buio le tue pupille ,io bevevo il tuo respiro.Conosco l’arte d’evocare istanti felici ,così rividi il mio passato accucciato tra i tuoi ginocchi e la bellezza del tuo cuore.Giuramenti rinasceranno da un abisso interdetto così come risalgono al cielo i soli rinvigoriti dopo essersi lavati nel profondo del mare.Il sole s’è velato ,come lui la luna della mia vita s’è coperta d’ombra ,mi tuffo nell’abisso della noia.Oggi,se vuoi,come un astro eclissato che esce dalla penombra pavoneggiati là dove regna la follia:grazioso pugnale esci dal mio cuore ;accendi la pupilla,sii ciò che vuoi:notte nera o rossa aurora.Da bambino giocavo a far rimbalzare i sassi sull’acqua del fiume.Il ciottolo era piatto e asciutto da una parte,umido e fangoso dall’altra.Lo stringevo ai bordi con le dita molto allargate per evitare d’insudiciarmi.Poi ebbi paura,uno strano stato d’animo,era come aspettare l’ultimo tram della notte;ora non c’è più nulla da temere ,una buona dormita spazza via tutto:cosa c’è da temere da un mondo così regolare?M’è accaduto qualcosa ,è sorta in me come una malattia,non come una certezza ordinaria ,non come un’evidenza;s’è insinuata subdolamente poco a poco ,mi sono sentito un pò strano,un pò impacciato ecco tutto.Nella nostra vita abbiamo a che fare soltanto con sentimenti completi ai quali diamo nomi generici come ambizione,interesse;se avessi un’ombra di conoscenza di me stesso questo sarebbe il momento di servirsene .Nelle mie mani cìè qualcosa di nuovo,una certa maniera di prendere la forchetta;quando mi dicono buongiorno mi occorrono non meno di dieci secondi per riconoscere la persona :all’inizio vedo sempre un volto sconosciuto;la mano dello sconosciuto è come un grosso verme bianco nella mia mano,l’abbandono subito e il braccio ricade mollemente.Nelle strade c’è una gran quantità di rumore che striscia sospetto.Ogni cambiamento è astratto e posa sul nulla:sono io che cambio o è questa camera,questa città,questa natura?

17\02\2019ultima modifica: 2019-02-17T10:34:40+01:00da domeniconipaolo