23 luglio 2024

Passo pian piano dall’altra parte del Tempo, questa mattina il vento mi sorride ma appena insisto a vivere è il vuoto. Faccio una smorfia per esprimere la mia vera anima, cedo ad una nuova notte dopo aver passato l’intera giornata ad accanirmi sul mio avvenire e a ballare con una vita che non ha senso. Non ho niente da fare col mio cuore , sento in fondo ad ogni musica un’aria senza note: l’aria della morte. Faccio forse schifo all’esistenza? Sarebbe normale! Non smetto di mettere al mondo tanti dolori, bevuto di stanchezza ho il cuore che batte alle tempie ,tutte le mie idee si sparpagliano e vanno a divertirsi con le stelle. Ne ho abbastanza di trascinarmi da un bordo all’altro del destino; esco dall’ombra ,mi aspetto che le cose inizino a parlare ,poi non succede niente e la notte se le riprende: bisogna ben tenere aperti gli occhi nella notte, sono lì tutte le cose.

17 luglio 2024

C’è un limite a tutto e spesso non è la morte così imbratto il mio muso di pena. Il destino si beve i miei giorni, accetto drammaticamente i guasti che esso genera che mi fanno cascare gli occhi.Ogni giorno il sole passa attraverso troppe cose poi le abbandona lasciando dietro di se rimpianti e nuvole. Spunta un dolore in fondo alle parole ,non so che farmene di questo dolore. Sono circondato da muri abbelliti di malavoglia , sono infastidito dalle manie del mondo,non mi resta che rassegnarmi a crepare ciò fa gran rumore nel campo della Verità. Non sono mai troppo scontento quando un adulto se ne va: fa una carogna in meno sulla terra. Quando uso la ragione finisco sempre per non sciegliere, respiro ogni giorno un odore di morte. Ho una età in cui so bene cosa perdo ad ogni ora che passa, ho acquisito la saggezza di fermarmi di botto sulla strada del tempo, ho perso cioè quella follia di andare avanti tipica della giovinezza ,ho smesso ,così, di colpo d’essere giovane e acquisito lo zelo d’invecchiare.

15 luglio 2024

Il filo dei giorni scorre appiccicoso e precario, dopo ogni aurora inizia a sgocciolare la mia esistenza , ogni ricordo è in grado di annientarmi. Sono un barbaro mancato, mi adeguo a guardare nel vuoto entro ,così, nel cuore della vita. Inciampo per un nonnulla ,sogno troppo, scivolo su tutte le parole , affogo in intenzioni ed apparenze, la morte mi corre dietro, quel che resta del giorno è sempre un errore.  Attraverso con allegria la polvere dell’universo, mi nascondo nel ripostiglio dell’anima . Rimpiango d’essere passato attraverso la vita, attraverso le sue trame d’angoscia. Devo sbrigarmi a trovare una buona ragione per essere infelice ,devo imparare a trovare la strada della mia morte anche se cerco di trattenere con me,d’istinto,la giovinezza anche se non sono più ispirato dalla vita. Ripiego i miei istinti come un ombrello, ridotti a se stessi non sono niente, se gli dò importanza divento una bestia senza governo. Iniziano i velluti grigi della sera poi s’aprono le grandi porte della notte : inizio a rinunciare a tutto, cerco di dimenticare che bisogna vivere.

09 luglio 2024

Cerco una felicità semplice come respirare ma, eseguita per vivere, mi stanca troppo. Sono diventato vecchio ,lo avverto dal modo in cui ho preso ad amare le disgrazie , dalla capacità di riconoscere che la Natura è più forte di tutto e tutti. Ho abbandonato le strade dell’inquietudine , amo il mio vizio principale: la voglia di scappare da ogni luogo per vincere una vana e sciocca angoscia. Baro col mio destino, con la mia ragion d’essere ,me ne torno tutto solo a me stesso contentissimo d’essere ancora più infelice. Non ho nella mia solitudine nessuna ragione d’angoscia , ho un cuore infinito con del sublime autentico dentro. La vita mi porta via ogni giorno, mi nasconde quel che voglio sapere di lei e mi inganna come tutti. Un nuovo giorno torna a brillare nel suo azzurro, il cielo rinviene in piccole onde calde ,le montagne sono piani di silenzio. Forse ciò che cerco nella vita è il piacere di provare pena per me stesso e per il mondo intero. Cerco la più gran pena possibile per diventare me stesso prima che arrivi il tempo della fine attraverso questo filo di giorni appiccicosi e precari.

02 luglio 2024

La forza principale della mia vita è l’indolenza, essa esprime la mia esistenza com’è davvero. Scopro l’avvenire così com’è cioè uno scheletro ,nient’altro che una nullità che devo animare come se esistesse davvero. Il dubbio mi attira, l’infinito si spalanca solo per me ,un ridicolo piccolo infinito nel quale casco dentro. La vita è un viaggio alla ricerca del niente assoluto,alla ricerca di una piccola vertigine per coglioni. Tristezze si accrescono ,la malinconia diventa incurabile ,l’esistenza è una cosa che mi torce ,che mi rovina la faccia. Asciugo l’immondizia del mondo,si aprono lacune nella mia stupidità ottimista ,ogni sensazione è una colica ,la vita mi vibra intorno,la notte mi chiude dentro se stessa e mi impedisce di sapere fino a che punto faccio schifo. Mi dibatto contro un non so che di impossibile ,ho il delirio facile ,non faccio nessuna fatica a disgustarmi della sostanza di cui sono fatto. Scateno silenzi, sono diventato maledettamente vecchio in un colpo solo,abolisco la vita di fuori,esisto solo grazie a una specie di esitazione tra l’inebetimento e il delirio: la mia carne vibra all’infinito di una vera vita soffice e silenziosa.

28 giugno 2024

Guardo il mondo socchiudendo gli occhi, il cuore si smarrisce in questi screzi d’estate che m’incantano l’anima. Anche questa mattina torna l’avvenimento del sole, un nuovo giorno fatto di giostre d’ore troppo uguali su cui scivoleranno le consuete illusioni. Il passato mi ricompare tutto in un punto turbato da una allegrezza solitaria. La Natura fulmina le sue creature ,le stelle seguitano il loro giro, un mondo indeciso è avvolto da questa ora afosa ,la luce s’è fatta abissale : sono in cammino per il viaggio finale ,pianto e riso sgorgano gemelli, intorno a me il Nulla e un girasole che si schiude. Una folata di vento alza l’amaro aroma del mare , mi sporgo sulla voragine della esistenza , si spegne la furia ubriaca della vita che mi culla in voli senza ali. Il Tempo configura i suoi grani che non mi lasciano scampo, per essi brucerò in un lampo. Il mondo esiste? Sgorgano vaganti incubi, mi attedio di crepuscoli, la ruota del Tempo dispiega la sua ombra infinita.

27 giugno 2024

Vivo un genere di solitudine abbastanza feroce, sento d’essere pressoché vuoto e di non avere alcuna seria ragione per esistere, mi basta il mio nulla individuale vicinissimo alla non esistenza. Sprofondo in una dolciastra e spaventevole catastrofe spirituale ,soltanto le distrazioni mi possono impedire davvero di morire. Ogni giorno è una monotonia gonfia di selciati, sono soffocato da centomila menzogne farneticanti. L’umanità è un ammasso di materia , filosofeggio e non è che un modo per avere paura, la vita è solo un lungo rifiuto, un lungo delirio. Bagno di illusioni i miei tanti giorni d’ombra la grande marmellata degli uomini mi fa semplicemente schifo. Spingo giorno e notte la vita davanti a me ,nel rumore che fa non sento niente ,essa include cautela, crudeltà e malizia. Contemplo me stesso scrupolosamente per vedere ciò che sono diventato in fatto di schifezza: niente più mistero, niente più ingenuità, mi sono mangiato tutta la poesia,la vita è fatta di rintronate verità, è ubriacarsi di qualsiasi cosa , sono finalmente diventato libero d’essere infelice.

24 giugno 2024

L’ondata della vita porta con se un frullo di ricordi, un eterno commuovermi m’abita l’anima: amo ciò che non c’è, ciò che non si vede, amo il Tutto inghiottito dall’azzurro dell’aria che quasi non si muove e di cui ascolto il sussurro. Ho imparato a staccarmi da terra ,piove nel cuore una dolcezza inquieta ,il silenzio  sembra tradire il segreto della felicità, un silenzio che mi mette nel centro della Verità. La mente dilaga in questo giorno che languisce ,vedo in ogni uomo un’ombra che si allontana. L’azzurro del cielo si mostra a pezzi ,s’affolla il tedio della pioggia ,la luce si fa avara,il vento che suona violento gela il cuore ,l’orizzonte si fa di rame ,il cielo rimbomba e s’annera, di me resterà un fiotto di cenere proteso all’avventura che ha il Nulla come meta. Ogni domani è un dubbio, il tempo è fatto d’attimi che mi insidiano  e che incidono il profilo della mia anima . Tra vetrate d’afa trapungo ore vuote, mi si inumidiscono gli occhi così vedo un mondo che trema opaco, sfuma e poi riappare: il mio cuore si smarrisce tra le lastre di questa estate.

23 giugno 2024

Nel mio passato non si muovono più cose e persone , mi smarrisco nelle cripte del tempo ,anche un’ombra mi confonde. Il sole che illumina il mio mondo è di una smisurata inutilità, sprofondo in una apoplessia pomeridiana nella quale ricordo che mia madre non rinunciò a farmi credere che il mondo è benevolo e che aveva fatto bene a concepirmi. Passo il mio tempo in attesa di una febbre che mi nasconda la vita: fidarsi degli uomini è già un farsi uccidere un pò. Non cerco più di riconoscere il reale , nuvole si ingolfano sotto la spinta del vento ,sono una vera provocazione alla felicità, è dormire che desidero irrestibilmente. Tento di familiarizzare con questa penombra , queste ore verticali aggiungono smarrimento a smarrimento. Agguanto un briciolo di sonno per uscire da necessità opprimenti e allontanarmi da un destino invincibile. L’età sopraggiunta non ha più molta musica in sè per far ballare la vita. Non ho più dentro di me una sufficiente quantità di delirio per sopportare la vita ma abito una agonia che non finisce mai: l’unica verità di questo mondo è la morte. Tutto ciò che la vita può fare sbocciare di più pericoloso sono divine e profonde armonie ,sogni affiorano nella notte per andare ad incendiarsi nel miraggio di una luce che si muove frenetica , mi ingozzo di illusioni per poter attraversare la vita e le atrocità degli uomini.

19 giugno 2024

Parlo come uno che ha finito il suo tempo, un tempo fradicio e cadente. Il divenire danza davanti a me , mi compiaccio del mio beato contraddirmi. Il tempo è una assurda irrisione di attimi ,divento ,allora, qualcosa che deve essere superato: sono un ponte non uno scopo. Tutto è frammento ed enigma , tutto è orrida casualità. Sono un tramonto che ricolma il mare d’oro, salto d’un balzo me stesso , non voglio avere nulla e meno di tutto una vita eterna ,mi amo autenticamente quando non voglio conservare me stesso , sono vero quando aspiro al mio tramonto. Assedio me stesso ascoltandomi , genero verità con la diffidenza e la crudeltà. Tutto si sta fermando, l’acqua è il mio più solido appiglio. Il Bene ed il Male sono folli illusioni, c’è solo una limpida libertà. Non c’è nessun avvenire da seminare , vivere è bruciare se stessi senza riscaldarsi, il mio cuore penzola sul mondo,la nausea del mondo mi dà una strana energia ,non sono un devoto abitante del mondo, lascio che il mondo vada come vuole non solleverò un dito contro di esso ma strozzo la ragione che lo governa.