12 marzo 2024

Questa nuvola scroscia come se tutta la gente del mondo piangesse, la morte è sempre a margine della mia mente quando ogni illusione viene meno ma continuo ad intridere la Realtà ed il presente con il massimo di illusioni. I miei occhi si posano sulla cima bianca di una nuvola, il cielo ,adesso, è senza mutamenti. La mia vita passa come una increspatura sull’acqua; la Ragione scende dal suo piedistallo e si avvolge di dubbio, il vento fa sospirare un albero esangue , ad ogni risveglio il nuovo giorno mi schianta; il vento porta via tutte le mie parole ,nulla smuove la pozza stagnante del mio cuore colmo di primavera. Lascio ogni frase a metà come divisa fra due idee, gli occhi nelle loro caverne d’osso sono ancora fluidi, il vento ha liquefatto l’azzurro invernale : non ho altre vite. Ho la tentazione di lasciare trionfare questo panorama , rifletto sulle mie piaghe, galleggio in questo azzurro infinito. Il sole intesse con la sua luce il filo del primo mattino, la bruma è posata sui campi, nella notte ho turbinato da stella a stella e danzato nel labirinto lunare. Ombre brune e argento mi conducono fino al cuore del silenzio, mi affido alla chiazza blu del cielo. Dove sono stato prima che il Tempo fosse? Nella immobile e distillata essenza del Vuoto; entro nell’antro oscuro della mia interiorità che dilata i confini del presente, vedo morti giacere intrecciati come le radici dell’edera.

07 marzo 2024

Sfuggo a me stesso, a tutto il mio Essere, torno ad essere quel nulla da cui sono emerso, dimoro così nella mia vera essenza , non voglio legarmi a nessuna determinazione : di me non avverrà altro ciò che è eterno Nulla. Voglio vivere indifferente a tutte le cose , non mescolarmi ad esse, non voglio tornare ad essere qualcosa ,per me spariscono tempo ed eternità; mi annullo nel mondo e per il mondo, il mio è un cammino verso l’increato nel quale mi perdo. Imparo a vedere tutte le cose come un Nulla , il mio pensiero non cerca nulla , sta nel suo puro e semplice Nulla : a quale abisso rivolgo i miei sguardi? Chiudo gli occhi per vedere il Tutto e questo Tutto è vedere tutte le cose come Nulla e quando vedo tutte le cose come Nulla vedo Dio. Quel che trovo nel mondo è tutto notte ,quello che vedo in ogni creatura è solo buio: ciò che è qualcosa è anche Nulla , la vera luce è tenebra, per diventare Uno devo eternamente sprofondare da qualcosa al Nulla.

06 marzo 2024

E’ la vanificazione del Tutto che mi colma di felicità, è la meraviglia per la morte che mi placa. L’alba è l’imbiancarsi del cielo, un altro giorno inizia, le stelle si ritirano e si spengono, la morte determina l’eterno ricominciare e rinnovarsi di tutto. La morte fa si che io sia autenticamente me stesso, alle parole prediligo il silenzio, sto meglio da solo come l’uccello che allarga le ali sul palo dove è posato. Che nome do alla morte? Non lo so, avrei bisogno dei monosillabi che usano i bambini, oppure ci vuole un urlo, un grido? Quando la tempesta mi raggiungerà ogni parola sarà inutile , vana, non serviranno parole, niente di preciso: tutte le frasi saranno false ,meglio il silenzio! La vita mi manda a sbattere di candela in candela come una falena, getto via questo velo dell’Essere che come una nube muta al minimo soffio di vento. Com’è indicibilmente disgustosa la vita: guardo, mangio, mi diverto, mi arrabbio, osservo quest’ombra che mi sta seduta accanto: sia lodato il cielo che mi inghiotte nella sua solitudine. Sono sempre sull’orlo delle cose , mai al loro interno, accetto il loro mistero, indago la loro ombra: che cosa c’è nell’ombra delle cose se non la loro essenza avvolta dai venti neri della mezzanotte.La mia esistenza trova pace quando sprofonda e si inabissa nell’ombra, prima di ciò metto la vita davanti a me come una cosa finita che sfalda la crosta sottile ma dura che ricopre la mia anima. Non c’è giorno che non dubiti della Realtà :in questo modo tutto il problema dell’Essere svanisce .

28 febbraio 2024

Sono incapace di pronunciare parole se non i monosillabi dell’infanzia. Ascolto il soffio della terra, cammino senz’ombra ombra io stesso senza lasciare nemmeno un’impronta. La terra è un deserto in cui danza la polvere della mia vita, vedo i campi rotolare in ondate di colore, che confusione: qui una nascita, là una morte. Subisco quotidianamente improvvise e misteriose aggiunte di Essere ,in questo modo mi sono venuto costruendo. La vita scorre imperfetta come una frase incompiuta,nella mente mi si crea uno spazio vuoto, cerco di bucare lo spesso fogliame dell’abitudine. Ogni giorno ha la stessa increspatura, la mia vita non è una sola ma ogni volta torno a me stesso eppure c’è sempre qualcosa del mondo che mi afferra e mi trascina via. Per sentirmi vivo cerco d’essere più che mai parte dell’universo, mi lascio inghiottire dal buio degli alberi, mi sottraggo a una incommensurabile abbondanza di tempo. Godo di questo crepuscolo evanescente ed irreale, passo al di là del tempo, la nebulosità della mia esistenza è offuscata da troppe parole , gli aculei del giorno mi feriscono allora mi aggrappo ad illusioni dure e limpide come il cristallo.

23 febbraio 2024

Mi sovrasta una immensa distesa di silenzio, scosto le tende per guardare la notte: vedo l’oscuro sconosciuto , la vita è certamente un sogno che si accorcia con la marcia maestosa dei giorni. La mia perpetua illusione è credere di trovare un ordine nelle cose, il tempo continua a dare gelide scosse alla disposizione del tutto. Osservo il mare frantumarsi in piccole onde , il tempo ha scavato sul mio volto ghigni beffardi. Odio lo spettacolo turbolento dell’esistenza , cerco di salvarmi dall’informe con le parole, rifuggo l’estasi abbagliante del mondo. La vita si avvita su se stessa nel fango di ogni giorno, incido tacche di dolore sulla curva dell’Essere. Sono avvolto dal senso del destino, dalla inevitabilità del fato, la coscienza della morte e dei miei limiti mi travolge , la vita è più inesorabile di quanto non creda , allora penso: la vita continua, ma perché? Dopo aver viaggiato per milioni di anni la luce di una stella mi cade in una mano, osservo il movimento indolente di una vela solo per metà gonfia di vento, l’ultima crespa di un’onda mi fa ritrovare il senso del tempo, non trovo bellezza che basti nella luna, la natura incomprensibile della vita mi soffoca , ho un’intesa particolare con la morte , brucio la mia esistenza nel desiderio di perfezione così sprofonda l’universale determinazione a vivere.

17 febbraio 2024

Lascio per sempre dietro di me il mio futuro, la vita fa presto a inaridire ,posso sostenere qualcosa di importante solo in solitudine tutto il resto è una interferenza di spazio e tempo. Violente raffiche di vita soffiano da tutte le parti, con una magnifica vitalità gli atomi della mia attenzione si disperdono nel vuoto. Eredito le spoglie del passato, fuori mugghiano forte le forze dell’indifferenza , l’urto complesso e sinistro della vita mi attacca imprevedibile da ogni parte. Sono bramoso di bere l’arida polvere dell’esistenza : non c’è passato né futuro, soltanto il momento presente, l’orrido presente. Ho il senso mistico della compiutezza ,la severità pervade la mia vita. Scoppia una indifferenza assoluta poi c’è il ritorno di una gioia irresponsabile e sconfinata. Sul giorno cala un filtro viola , sono maturo per questa intensa immensità. Ogni giorno compare il popoloso, indifferenziato caos della vita sempre in fermento. Sul bordo di ogni agonia catturo sensazioni remote, non ho grandi speranze né grandi ideali, non ho altra pretesa se non quella di cavarmela. Esisto come una indifferenziata goccia di materia immersa in un tempo che passa, cresce e cambia ma niente accade che possa sollevare il peso di un insopportabile tedio,una noia immensa scende su tutto, compatta e monotona.

14 febbraio 2024

Il cielo mi canta una ninna nanna per cullarmi nel riposo eterno; la simmetria dell’universo si trasforma in assurdo, imparo a difendermi dalle carezze : la natura umana mi disgusta. Un buco mi s’è aperto nella mente, una di quelle trasparenze improvvise da cui si vede tutto. Mi lascio trasportare passivamente dalle cose nonostante tutto seguo il mio corso non quello del mondo. Ogni cosa accade in un secondo ma dura in eterno, mi piace la confusione, l’altezza,l’indifferenza  e la furia, alterno momenti di umiliazione a momenti di vittoria, non mi fido dei progetti di vita belli e precisi: tutto è peso e profondità. L’oscurità rotola le sue onde sui miei pensieri che vibrano e procedono a cascate. Ascolto un mormorio costante d’aria passata, luci vaganti aprono dei cunei piumati tra strade invisibili: cielo e mare diventano indistinguibili.

10 febbraio 2024

Sono semplicemente un corpo che procede fianco a fianco ad altri corpi,l’unico modo per rendere sopportabile la vita è diventare tutt’uno col fiume.Voglio ritornare nelle oscure umidità materne dalle quali sono stato strappato,tutto il resto è disgustoso.Ogni giorno ricomincia tutta intera la follia dell’esistenza,risorgono dalle tenebre mille e mille giorni passati,immediatamente ogni mio proposito vacilla,mi fido soltanto della solitudine e della morte,sì, devo essere abbastanza forte da introdurre la morte nella mia vita. Le stelle e i morti mi mandano messaggi confusi,una marea di oscurità monta nella mia anima, sono lacerato dalle zanne del Tempo,persiste solo un precario guizzo di luce che chiamo pensiero. Stelle tremanti appaiono nel limpido cielo,mi estinguo disperso nell’abisso del tempo,sento i venti ululanti dell’oscurità e il mondo che rimbomba spaventoso.

30 gennaio 2024

La Terra è solo un ciottolo accidentalmente schizzato dalla faccia del sole, sento il silenzio che cade e allarga i suoi cerchi, cadendo goccia a goccia si ricompone sul tetto della mia mente. Posso rubare l’azzurro del mezzogiorno e il nero della mezzanotte, scappo dall’ora e dal qui, le pareti della mente si assottigliano, percepisco i miei pensieri impressi in una sostanza fatta di momenti ripetuti e fusi insieme. Sono intento a sussurrarmi i segreti del cuore ,mi trasformo in una goccia colma che si gonfia ,che trema ,brilla e cade in estasi. La bellezza non è fatta di carne e materia, non vi capisco quando dite che vivere è una fortuna: sono felice solo da solo, per il resto mi sento dilaniare. Non mi attacco alla vita ho il senso troppo forte della sua brevità allora lancio la mente nell’aria ,mi imbottisco di frasi, scavo furioso nella mia anima per scoprire me stesso.

25 gennaio 2024

Vedo nel fondo del mio cuore : io vedo l’abisso; ormai non è più possibile cambiare, io sono quello che sono, sono incommensurabile : una rete le cui fibre impercettibili attraversano il mondo. Un verde tenero mi tremola davanti ,morbido in superficie sotto sono tutt’ossa ravvolto a spirale come un serpente. Il rumore degli applausi è svanito, non dico nulla, non vedo nulla, l’abitudine a vivere mi acceca,ogni relazione è muta, color sabbia, nulla. Odo soltanto il vento che spazza i campi arati, che ho fatto della mia vita? Tra gli alberi s’accende una fascia d’oro, per il terrore dell’incontro faccio finta d’essere un estraneo. Il buio si approfondisce , mi avvolge l’ombra liquida delle nuvole,la roccia dura del giorno si spacca e tra le schegge piove luce,con un tremendo scroscio tutto precipita,io mi dissolvo,di me non resterà che una manciata di polvere. Prego di poter tuonare per sempre all’estremità del mondo, ho sempre desiderato di allungare la notte per riempirla sempre più di sogni. Spargo parole a manciate ,imploro il giorno di farsi notte: è così terribile la vita che per proteggermi sollevo scudo su scudo.