Ipercolesterolemia: gli inibitori di PCSK9 nei pazienti ad alto rischio che non rispondono o non tollerano le statine

Praluent

Statine e reazioni avverse, la soluzione è cambiare terapia ?

In un Forum organizzato dal Corriere della Sera è stato presentato il caso di una donna in trattamento con Rosuvastatina / Ezetimibe con dolori muscolari.

Paolo Werba, responsabile dell’Unità Prevenzione aterosclerosi, Centro cardiologico Monzino, Milano:

Riguardo i dolori muscolari con Rosuvastatina / Ezetimibe, l’evento interessa circa uno ogni dieci pazienti che assumono questi farmaci e ci sono strategie atte a contrastare questa reazione avversa tipica delle statine: ridurre la dose, terapia a giorni alterni, cambio di statina.

Esistono anche farmaci innovativi per ridurre il colesterolo che, in alcuni pazienti con intolleranza a statine, possono essere prescritti. 

Quali alternative ci sono per chi non risponde abbastanza alle statine o non le tollera ?

Gli anticorpi anti PCSK-9 sono potenti composti per ridurre il colesterolo. Tuttavia, restano riservati a casi particolarmente complessi.

Inibitori PCSK9

Ipercolesterolemia, soglia più bassa per la prescrizione degli inibitori di PCSK9

AIFA ha deciso di ampliare la platea dei beneficiari, a carico del Sistema sanitario nazionale ( SSN ), di questi agenti ipocolesterolemizzanti.

E’ stata abbassata il livello di soglia da 100 a 70 mg/dL per poter prescrivere gli inibitori di PCSK9 in prevenzione secondaria.

In questa categoria di farmaci si segnalano gli anticorpi monoclonali Alirocumab ( Praluent ) e Evolucumab ( Repatha ).

Questi farmaci agiscono aumentando il numero di recettori LDL grazie al legame con la proteina PCSK9: il risultato è una riduzione del colesterolo LDL intorno al 60%.

Questi farmaci sono indicati per il trattamento dell’ipercolesterolemia primaria o della dislipidemia mista, in associazione alla massima dose tollerata di statine oppure in monoterapia in pazienti intolleranti alle statine.

Come si usa Praluent ?

Praluent è disponibile sotto forma di soluzione iniettabile in siringa pre-riempita o in penna preriempita ( 75 mg, 150 mg e 300 mg ). L’iniezione viene effettuata sotto la pelle dell’addome, della coscia o della parte superiore del braccio.

La dose iniziale abituale è di 75 mg ogni due settimane, ma i pazienti che necessitano di una riduzione maggiore dei livelli ematici dei grassi possono iniziare con una dose di 150 mg ogni due settimane o di 300 mg ogni quattro settimane.

La dose di Praluent va adeguata in base ai livelli ematici dei grassi e alla risposta al medicinale.

Se una volta trascorse quattro-otto settimane di trattamento non si ottiene la risposta desiderata, il medico può aumentare o diminuire la dose.

L’iniezione può essere praticata dallo stesso paziente o da chi lo assiste, previo addestramento impartito da un operatore sanitario.

Come si usa Repatha ?

Repatha è disponibile sotto forma di soluzione iniettabile in siringhe preriempite, penne preriempite e cartucce. Le cartucce devono essere usate insieme a un dispositivo automatico per il dosaggio ( minidosatore ). Le iniezioni vengono praticate sotto la pelle dell’addome, della coscia o della parte superiore del braccio.

La dose raccomandata per gli adulti affetti da dislipidemia mista o cardiopatia aterosclerotica e per gli adulti e i bambini di età pari o superiore a 10 anni affetti da ipercolesterolemia primaria è di 140 mg ogni due settimane o di 420 mg una volta al mese.

Per gli adulti e i bambini di età pari o superiore a 10 anni affetti da ipercolesterolemia familiare omozigote, la dose iniziale raccomandata è di 420 mg una volta al mese.

Se dopo 12 settimane di trattamento non è stata ottenuta la risposta desiderata, la dose può essere aumentata fino a 420 mg ogni due settimane.

I pazienti possono praticare l’iniezione da soli previo adeguato addestramento.

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Occlusione dell’appendice atriale sinistra & Prevenzione dell’ictus

Si è ipotizzato che l’occlusione chirurgica dell’appendice atriale sinistra prevenga l’ictus ischemico nei pazienti con fibrillazione atriale, ma ciò non è stato dimostrato. La procedura può essere eseguita durante interventi di cardiochirurgia effettuati per altri motivi

È stato condotto uno studio multicentrico randomizzato che ha coinvolto partecipanti con fibrillazione atriale e un punteggio CHA2DS2-VASc di almeno 2 ( su una scala da 0 a 9, con punteggi più alti ad indicare un maggior rischio di ictus ) che erano in programma per un intervento di cardiochirurgia per un’altra indicazione.

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a subire o meno l’occlusione dell’appendice atriale sinistra durante l’intervento chirurgico; tutti i partecipanti dovevano ricevere le cure abituali, inclusa l’anticoagulazione orale, durante il follow-up.

L’esito primario era il verificarsi di ictus ischemico ( incluso l’attacco ischemico transitorio [ TIA ] con neuroimaging positivo ) o embolia sistemica.
I partecipanti, il personale di ricerca e i medici di base ( diversi dai chirurghi ) non erano a conoscenza delle assegnazioni del gruppo di studio.

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