Nell’epoca ipertecnologica l’Altro sparisce.
Il mondo ipermoderno ha sostituito l’Altro, come fonte di godimento, con la Cosa.
L’uomo è incompatibile rispetto ai suoi simili.
“Io non sono quello che faccio” è fondamentale per l’equilibrio psichico dell’individuo,l’annientamento tra essere e sembiante è l’anticamera della psicosi,dunque mai identificarsi con quello che si fa ,ma rimanere ancorati a quello che si è.
La rimozione costituisce l’incoscio.La Civiltà nasce dall’imbrigliamento delle pulsioni:l’uomo può convivere con i suoi simili solo se castra le sue pulsioni,per questo la nevrosi è costituiva dell’essere umano.
Dire grandi cose con piccole parole è piccole cose con grandi parole.
La piena felicità sta in un oggetto infinito ,quindi la felicità è irraggiungibile.
L’uomo disprezza la vita così come gli è permessa dalla Natura perchè la Natura prevede per l’uomo il suo soffrire.
La Natura contraddice la vita perchè per essa (vita) prepara la morte.
Il desiderio è impossibile da misurare perchè è infinito.
Non abbiamo un corpo ma siamo un corpo.