Nihil ulterius

Anima mia che vedemmo quel mattino d’estate così dolce? Alla svolta d’un sentiero un’infame carogna sopra un letto di sassi bruciava i suoi veleni,spalancava con noncuranza e cinismo il suo ventre pieno d’esalazioni.Il sole dardeggiava su iume  come volendolo cuocere rendendo centuplicato alla natura quanto essa aveva insieme mischiato.Il cielo contemplava la carcassa superba  sbocciare come un fiore.Le mosche ronzavano sul ventre putrido da dove uscivano neri battaglioni di larve colanticome un liquame denso lungo gli starcci della carne.Tutto discendeva e risaliva come un’onda o si slanciava brulicando,si sarebbe detto che il corpo gonfio d’un vuoto soffio venisse moltiplicandosi.Tutto esalava una strana musica simile all’acqua corrente o al vento.Le forme si cancellavano riducendosi a puro sogno;dietro le rocce una cagna inquieta ci guardava spiando il momento in cui riprendere il brandello abbandonato.Tu sarai simile a quella immondizia,a quella orribile peste,stella degli occhi miei,sole della mia natura.Tu sarai tale dopo l’estremo sacramento allora che sotto l’erba e i fiori grassi andrai a marcire fra le ossa.Allora dillo ai vermi che ti mangeranno di baci che io ho conservato la forma e l’essenza divina di tutti i miei putrefatti amori:crediamo di vivere in realtà ci decomponiamo.Ora imploro pietà da te l’unica che io ami dal fondo dell’anima in cui è caduto il mio cuore.E’ un universo tristissimo,dall’orizzonte plumbeo e vi si muovono la notte,l’0rrore e la bestemmia.Un sole privo di calore si libra sopra per sei mesi,gli altri sei la notte copre la terra;è un paese più nudo della terra polare:nè bestie,nè ruscelli,nè verde di boschi.Non v’è orrore al mondo che sorpassi la fredda crudeltà di questo sole di ghiaccio e di questa immensa notte simile al  vecchio caos.Io invidio la sorte dei vili animali che possono inabissarsi in uno stupido sonno,tanto lentamente si dipana la matassa del tempo.Tu come un coltello sei penetrata nel mio cuore,tu come un branco di demoni venisti folle e ornatissima a fare del mio spirito umiliato il tuo letto e il tuo regno infame cui sono legato come un forzato alla catena,come il giocatore testardo al gioco,come l’ubriaco alla bottiglia,come i vermi alla carogna;ho chiesto al perfido veleno di venire in soccorso della mia vigliaccheria.Il veleno e la lama mi hanno disdegnato e mi hanno  detto .tu non sei degno di venir sottratto alla tua maledetta schiavitù,se i nostri sforzi ti liberassero ,i tuoi baci resusciterebbero il cadavere ti un vampiro.

Nihil ulteriusultima modifica: 2018-12-23T16:27:38+01:00da domeniconipaolo