Il regno della donna…

 

C’è un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai.
Come bruciano le lacrime
come sembrano infinite
nessuno vede le ferite
che portate dentro voi.
Nella pioggia di Dio
qualche volta si annega
ma si puliscono i ricordi
prima che sia troppo tardi.

Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole.
E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male.

Una stampella d’oro
per arrivare al cielo
le donne inseguono l’amore.
Qualche volta, amica mia,
ti sembra quasi di volare
ma gli uomini non sono angeli.
Voi piangete al loro posto
per questo vi hanno scelto
e nascondete il volto
perché il dolore splende.
Un mistero che mai
riusciremo a capire
se nella vita ci si perde
non finirà la musica.

Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del male.

(Alda Merini)

alda merini

Da secoli il popolo Russo aspetta una guida vera, un uomo che sappia comprenderli fino nel profondo del loro essere ed abbia a cuore corpi e anima per loro stessi e non solo come carne da sfruttare.

 

„E dov’è colui che nella lingua nativa della russa anima nostra, saprà dirci questa onnipotente parola: avanti? colui che conoscendo tutte le forze, e le caratteristiche, e tutta la profondità della nostra natura, con un solo magico cenno potrà indirizzarci a una vita superiore? Con quali lacrime, con quale amore lo ripagherebbe, straboccante di gratitudine, l’uomo russo! Ma i secoli si succederanno ai secoli, obbrobriosa accidia e dissennata attività di giovani immaturi… e non ci verrà da Dio l’uomo che sappia pronunciarla!“

Nikolaj Vasiljevič Gogol, libro Le anime morte

 

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E il diktat UniDem avanza a consolidare l’obbedienza di stato, costringendo al pensiero unico per evitare l’emarginazione. Tutto questo nel nome della democrazia, per salvarla.

Come funziona la macchina dei media e delle opinioni al tempo della guerra all’Ucraina? Segue lo schema già collaudato con la pandemia, con i grandi temi storici e con le gravi crisi: in primo luogo diventa monomaniacale, ossessivo, pervasivo, passa da tema principale a tema unico dei telegiornali, degli approfondimenti. Non accadde neanche durante la guerra mondiale che i giornali fossero ridotti al solo tema principale di quei giorni.

La fabbrica del consenso fornisce poi la ripetizione all’infinito dell’Identico: fiumi di servizi e di reportage che si discostano poco o nulla, che riferiscono ogni giorno la stessa versione ufficiale dei fatti e commentano le stesse immagini restando nello stesso ambito, con un sottofondo da propaganda di guerra.

Guai a chi accenna a una lettura semplicemente richiamando dati: ad esempio, chiedono di cacciare Marc Innaro dalla corrispondenza da Mosca per la Rai solo perché ha osato accennare all’espansione della Nato. Che è un fatto oggettivo, basta vedere in qualsiasi cartina come si è allargata negli ultimi vent’anni. Ma notare questo diventa subito intelligenza col nemico… Da qui la militarizzazione delle opinioni: se non ripeti tutto quel che ripetono ogni giorno, allora sei dalla parte di Putin, sei un suo sostenitore. E se sei in servizio pubblico, è un’aggravante.

Avviso superfluo a chi ragiona ma necessario ribadirlo per i poliziotti del pensiero e per gli imbecilli militanti: vedere le cose in un orizzonte più ampio e articolato e non attraverso lo schemino puerile e manicheo del bene/male esclude ogni indulgenza verso l’aggressione e il metodo sovietico di Putin e include ogni solidarietà verso il popolo ucraino che è sicuramente vittima e sta patendo l’inferno.

Infine, anche in questo caso, conservatori e progressisti, moderati e radicali, falchi e colombe, populisti ormai ridotti a baciapile; nazionalisti e radicali antisistema aderiscono tutti all’UniDem, ovvero l’unificazione di tutte le posizioni al Canone Dem, valevole negli States da quando sono tornati al potere i democratici con Biden, nell’Europa tecno-dem e in Italia con le sue periferiche. Ricordate come erano diverse le opinioni tre anni fa, o anche meno? È bastato il covid, e ora la guerra, e si è arrivati all’Uniformità assoluta, con minime sfumature e variabili lessicali secondarie. Draghi per tutti, tutti per Draghi. E a sua volta Draghi è la continuazione della Nato in campo economico-finanziario.

È lecito dubitare che se si fosse aperta seriamente la trattativa sulla possibilità di rendere neutrale l’Ucraina, cioè fuori dalla presenza Nato e dall’influenza russa, forse non saremmo arrivati a questo? Poi possiamo fare tutti i processi alle intenzioni e dire che Putin ha preso a pretesto la rigidità occidentale e la sue pretesa egemonia, per attaccare. È lecito dire che forse con Trump non saremmo arrivati a questo punto, considerando che con quel bizzarro spaccone guerre non sono esplose? È un dubbio, quantomeno, ma la questione Ucraina/Europa/Nato ribolliva già nei suoi anni.

È lecito notare che dopo aver per anni calpestato, svilito, squalificato ogni richiesta di sovranità nazionale e ogni relativo nazionalismo, è grottesco ora elogiare il patriottismo sovrano degli ucraini? È lecito sostenere che il dramma aggiuntivo di questo conflitto è che non ci sono arbitri, garanti, figure terze che possano essere accettate da ambo le parti per cercare una soluzione? Finora solo le figure religiose, soprattutto della Chiesa ortodossa, possono svolgere un ruolo importante quando non diventano chiese nazionali. Ma non ci sono Stati terzi, leader di organismi internazionali come l’ONU, in grado di svolgere questo ruolo di ponte. Solo mediatori.

E infine, è lecito dire che aver reso Putin il nemico numero uno dell’umanità, già prima che invadesse l’Ucraina, anziché considerarlo un autocrate con cui doversi inevitabilmente confrontare come con Xi Jin Ping, Erdogan e altri, può far precipitare la situazione a livelli impensati. Se davvero Putin è quel dittatore folle additato, incarnazione del maligno, dovrebbe inquietare il fatto che non avrebbe remore a usare il famoso bottone nucleare già minacciato.

E allora si avvia un gioco assai pericoloso: cercare di far cadere Putin, caldeggiare la congiura degli oligarchi, acuire il dissenso interno, spaccare il potere russo e la sua filiera. Pericolo seguente: un paese isolato dal mondo, un leader nemico di tutti può essere spinto all’alleanza con la Cina che ha rispetto alla Russia un profilo più inquietante per il mondo: la Russia vuole ripristinare il suo dominio di area, la Cina sta cercando di colonizzare il mondo, di invaderlo con l’economia, la tecnologia, espandendosi e incuneandosi in ogni sistema-paese. La Russia ha solo la possibilità di incidere attraverso il gas e in generale le energie. Si capirà il potere inquietante di un blocco asiatico tra Russia e Cina.

Chi sostiene queste cose non sta assolutamente stabilendo una preferenza verso la dittatura di Putin e nemmeno una sorta di neutrale indifferenza tra una democrazia e un’autocrazia. Ma sta semplicemente cercando di dire che non andiamo avanti se continuiamo con questa semplificazione militante, militare e bipolare, per cui la verità coincide con l’Occidente, il Bene Assoluto con la Nato.

Stendiamo infine un velo pietoso sui tre populismi, grillino, leghista e nazionale e il loro capovolgimento nell’arco breve di un paio d’anni. Se sono solo la versione debole dell’UniDem hanno perso la loro funzione, non garantiscono la dialettica politica necessaria a ogni democrazia, e non rappresentano la loro area d’opinione, così subalterni al Pensiero Corretto.

Ogni volta che il pensiero smette di osservare la realtà da più punti di vista e in tutte le sfaccettature, non è solo una mortificazione per l’intelligenza; ma si mette in pericolo la libertà e la dignità dei singoli, dei gruppi, dei popoli e degli Stati. Insomma, il Male a cui stiamo assistendo in Ucraina è doppio, e non è solo quello che ci fanno vedere.

MV

L’attimo dello Zen…

  L’attimo dello Zen…

Un giorno, nell’India antica, il Buddha stava tenendo una lezione ai suoi seguaci. Tuttavia quel giorno, invece di un insegnamento verbale, egli raccolse semplicemente un fiore. Mahakasyapa,uno dei suoi discepoli, sorrise. Il Buddha disse:” Oggi vi ho dato un insegnamento silenzioso e Mahakasyapa è stato l’unico a capirlo!”

Quello fu la nascita dello Zen.

E per chi conosce i principi di questa filosofia orientale ed ha imparato a praticarla anche semplicemente, tuttavia nel suo spirito, sa di quanta serenità sia  portatrice. In quel piccolo gesto c’è una storia., che racconto.

Immersa nella natura, respiro i suoi profumi a pieni polmoni concentrata su questa benefica respirazione, ma non abbastanza da non essere colpita da un fiore ,che illumina il suo angolo verde per i suoi colori smaglianti, il suo profumo inebriante ; si erge sul suo stelo come invitarmi a interessarmi di lui. La mia mano, come isolata dal cervello, si avvicina e lo raccoglie d’istinto. Il fiore ha catturato la mia mente per farsi mio ,  e godere entrambi di una contemplazione per la bellezza della natura, di questo  creato che tutto contiene per l’eternità, oltre la vita, oltre la morte, perchè nulla ha inizio e nulla ha fine se si vive la meraviglia dell’attimo, che è senza tempo.

 

fiore

 

The fall of Eve and Adam…

 

Un breve corto musicale che parla della potenza dell’amore: una donna che si avvia verso la terza età compie ogni giorno lo stesso viaggio a piedi, solitaria, con il suo trolley della spesa. Quella che sembra ormai una lenta e nobile monotonia verrà spezzata da un momento che la lascerà senza respiro.
Scriveva Montale, in una sua nota poesia: «Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino (…) Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede.» E questa citazione calza molto bene con le immagini del video di Michele Pastrello, dal titolo The fall of Eve and Adam . E’ un corto che parla dell’amore oltre il tempo, oltre la logica, dell’amore che non muore mai finchè qualcuno lo vive con la cura di sempre.

mele

le donne di Boldini…

 Penso che non esista un altro pittore che, come Giovanni Boldini, abbia dipinto tanti ritratti di donne . Forse perchè le amava anche come rappresentazione della bellezza in ogni ora del giorno, fossero esse donne importanti o semplici borghesi o contadine, anche se di quest’ultime esistono poche opere-Il motivo?  Sicuramente la mancanza di denaro per pagare l’artista, diventato talmente noto a cavallo dei due secoli passati ,che i suoi compensi erano altissimi. Scorrendo il web ho trovato questa stupenda galleria di  dipinti. Per vederla c’è il link in basso-

Giovanni Boldini | Madame Charles Max | dettaglio

https://www.theartpostblog.com/donne-di-boldini/

Compleanno…

 

Si compiono gli anni…
ma non si compiono i destini, non si compiono i sogni, non si compiono le certezze…
Anno dopo anno si compie la consapevolezza della propria fragilità e dei propri limiti, si compie il coraggio di andare avanti, lo stupore di sapere che l’orizzonte è sempre laggiù che aspetta il mio sguardo.
Tra le cose piccole
metterei il sorriso con cui mi sono svegliata oggi,
gli auguri di chi mi vuole bene,
gli abbracci che valgono una vita e la torta di compleanno tonda come il cerchio perfetto della gioia.

 

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