Odissea, libro ventitreesimo. Ulisse prima e dopo….

Già la spada di ferro ha eseguito
l’opera dovuta di vendetta;
già i dardi crudeli e la lancia
hanno versato il sangue del malvagio.
A dispetto di un dio e dei suoi mari
Ulisse è tornato al suo regno e alla sua regina,
a dispetto di un dio e dei grigi
venti e dello strepito di Ares.
Già nell’amore del letto condiviso
dorme la famosa regina sopra il petto
del suo re, ma dov’è quell’uomo
che nei giorni e notti dell’esilio
errava per il mondo come un cane
e diceva che Nessuno era il suo nome?

Jorge Luis Borges

C’è in questa poesia il rovesciamento della prospettiva classica su Ulisse.  L’Odissea racconta le sue grandi vicissitudini tra pericoli, parentesi amorose, tuttavia col pensiero a Itaca. Ma Borges in questa poesia si chiede: è ancora lo stesso adesso che è tornato? Non sente la mancanza della sua vita vagabonda e disperata e solitaria, ma libera e avventurosa?

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Giorgio De Chirico___Ulisse

I pupazzi ballerini di Tommy…

Tommy è stato promosso al rango di artista. È in corso la sua prima mostra e quindi nessuno farà più caso al suo “cervello ribelle”. Gli artisti possono liberamente folleggiare e nessuno se ne fa un problema. Sono almeno 10 anni che lavoro a tempo pieno perché questo potesse accadere. Non mi sono mai voluto rassegnare ad avere un figlio “fantasma”, invisibile a tutti come prescrive il suo stato di autistico maggiorenne. Tommy è un ragazzo neuro divergente che non si rassegna ad essere recluso in qualche istituto, come il mondo preferirebbe, per il suo bene naturalmente. Che altro valore sociale potrebbe mai essere a lui attribuito, se non quello di essere considerato “una retta”, a vantaggio di chi abbia ricevuto il favore di averlo in carica per internarlo? Che altro potrebbe fare un ragazzo di 24 anni pieno di vita come lui, che però non ha riconosciuto alcun diritto di cittadinanza, anche se nessuno apertamente lo dirà mai?

Tommy non parla, non ha un ruolo sociale, non ha una relazione, non ha amici, non ha colleghi, non ha un lavoro. Nemmeno ha un telefono e alcun account social, se non quello su Instagram che alimento io. Invece ora è un artista, ha la patente di libero esercizio della sua mente fuori standard, può fare ciò che vuole e almeno ha una categoria di umani che potrebbe anche rivendicarne l’ appartenenza.

 Lasciatemi cullare nella mia illusione di padre, potrebbe anche finire tutto qui, lo so bene, almeno però c’abbiamo provato. Non avevo mai considerato le opere di Tommy come oggetti da esporre. Tutto è cominciato 3 o 4 anni fa, quando abbiamo pensato di mettere in mano al nostro ragazzo tele, colori e pennelli. Fino a quel momento disegnava ovunque e con qualunque cosa lasciasse traccia. Abbiamo tonnellate di carta disegnata da Tommy, sin dal tempo delle scuole elementari. Già da bambino disegnava velocissimo e sempre figure in movimento, sembrava volessero segnalarci con salti e piroette quello che lui non riusciva a comunicare a parole.

Una delle tante notti che vegliavo il suo sonno agitato, temendo una di quelle crisi che scombussolano solo a esserne testimoni, cominciai a immaginare cosa potesse sognare una persona che pareva comprendere solo nozioni elementari, che sembrava incapace di elaborare concetti complessi, che sembrava cogliere della realtà solo una visione appiattita. Un mondo disegnato a matita su un foglio di carta, senza minimo accenno alla dimensione della profondità. Non era però quello che stavo cominciando a intuire e sperimentare della mente autistica, respirando mio figlio giorno e notte, scoprendomi per la prima volta padre nella fase acuta del suo turbinio adolescenziale.

Ebbi quindi la netta impressione di riuscire a leggere ciò che si celasse dietro la sua inquietudine notturna, mi cominciai a convincere che i suoi pensieri indicibili fossero proprio quei pupazzi ballerini, mi appuntai questa sensazione che fu al centro del primo libro che scrissi su Tommy, la riporto come la scrissi allora: «La notte, l’autistico si agita. Posso capirlo… Probabilmente vede i pensieri come oggetti concreti sparsi per la stanza, quindi diventa euforico per questo particolare affollamento del suo spazio. Provo a improvvisare… Per lui i pensieri sono come pupazzi ballerini che saltellano su sedie e tavolini; per lui i pensieri hanno il fruscio di un rubinetto aperto e allagano piano piano il pavimento. Per questo trovo Tommy spesso seduto sul letto, abbracciato ai cuscini come fossero salvagente, perché teme di affogare tra i pensieri».

A distanza di quasi 10 anni dall’aver annotato quel pensiero mi rendo conto di quanto ci fosse di profetico: quei pupazzi ballerini che oggi sono appesi colorati alle pareti del suo atelier saranno davvero il suo salvagente per non affogare nel mare dell’indifferenza. Quei pensieri indecifrabili, che sembrano solo baluginare per nano istanti dietro la compostezza dei volti dei tantissimi fratelli autistici di Tommy sparsi per il Paese, altro non sono che un codice che cerca contenitori per generare immagini, produrre realtà felicemente balzane, surrealmente rivoluzionare rispetto al grigio flemmatico che ricopre di una coltre uniformante ogni stimolo di atipicità.

Nessuno ancora ha proclamato un “Pride dei cervelli ribelli”; mi piacerebbe che i pupazzi di Tommy potessero essere la scintilla per accendere un movimento di idee capace di colmare questa lacuna. Penso che l’umanità progredisca proprio attraverso persone capaci di esprimere pensieri e comportamenti divergenti.

Vorrei combattere la prassi “confortevole” per cui l’unico approccio possibile a una condizione umana fuori standard sia considerarla come uno stato patologico, o peggio come un oltraggio all’ordine naturale che tutto governa. I cervelli ribelli, non solo quelli come Tommy, solo per pregiudizio sono assimilati al disordine, o al disprezzo delle regole. Sono più che convinto che in assenza di un pensiero ribelle la società si dibatta in un sistema chiuso. Aver aiutato mio figlio a mischiare i colori per più di cento folli dipinti di animali inesistenti e folletti sorridenti, mi è stato prezioso per riflettere sul valore del pensiero ideologicamente fluido, come gioiosamente sovrascrivibile. Sforzarmi di guardare il mondo con gli occhi incantati di Tommy è stata per me il modo migliore per cogliere il privilegio di vivere con consapevolezza un momento cruciale della nostra storia, quello in cui potremmo essere protagonisti attivi della fase più meravigliosamente sregolata del nostro cammino evolutivo.

Gianluca Nicoletti__ La Stampa
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La brina fuori posto…

 

Una mattina di fine ottobre, l’aria è quella giusta per iniziare la giornata con la giusta carica,14 gradi. Una passeggiata in giardino, come fosse ancora estate, l’umidità dell’aria mi fa percepire una temperatura più alta, il contrario di quanto mi hanno sempre raccontato :dietro la nebbia sullo Stura sta sorgendo il sole, giallognolo, appannato e quello dovrebbe essere essere il momento più freddo della mattina, secondo un antico raccontare dei contadini. Gli alberi del giardino hanno ancora un abbondante fogliame verde, il tappeto multicolore sui prati non c’è ancora, ma pare che Klimt l’abbia spruzzato di giallo, mentre le pratoline spingono le piccole foglie col loro capolino. Le minuscole bacche multicolori si illuminano rinvigorendo al bacio di un raggio di sole. i Il mio occhio accompagna la luce in quel gioco di chiaroscuri per fermarsi stupefatto su un piccolo spazio di prato che brilla di riflessi arcobaleno. E’ con immenso stupore che mi accorgo che quell’angolo di prato è ricoperto di brina, e non solo, ma questa ha ricamato sui fili d’erba un mosaico di stelle. La temperatura dell’aria è alta, com’è possibile che solo una minuscola parte di prato abbia raggiunto zero gradi, e permettere questo fenomeno? Forse l’ esposizione a Nord, senza frangivento, e l’alto tasso di umidità dell’aria possono aver creato un microclima, oppure quel piccolo pezzo di giardino ha guardato il calendario e deciso che quello era l’abito da indossare stamattina. Comunque sia è stato bello ricordare come erano una volta queste giornate, quando la stessa passeggiata la facevo avvolta in una calda pelliccia, e oggi mi basta un golfino e in casa non ho acceso ancora neanche il camino.

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L’arrogante invadenza di certa stampa….

 

Tra le tante parole che ho ascoltato ieri dalla voce di Giorgia Meloni mi ha colpito molto quando, riferendosi ai giovani, ha ricordato due diritti fondamentali la libertà e il libero arbitrio. Persino Dio ha dato all’uomo il libero arbitrio, la libertà di fare le proprie scelte di vita e culturali. Dio ,che ha creato l’uomo, a sua immagine e somiglianza, ha voluto persino permettere che una simile sua creatura potesse ribellarsi. Ora, con quale diritto certi uomini si permettono di imporre il proprio credo politico, o religioso proponendolo come unica verità possibile accettabile in modo tanto subdolo, cattivo, appigliandosi ad argomenti, che per renderli credibili, hanno bisogno di un trattamento che va addirittura a snaturare il pensiero altrui . La stampa ,i media in generale di oggi meriterebbero lo stesso insulto che il premier ha indirizzato sottovoce a Conte. Mi chiedo dove vogliano arrivare. Forse a salvaguardare il buongusto, il senso dell’educazione in quella gioventù che queste cose disconosce per principio e che non sono sicuramente i pensieri di sinistra o di destra a poterglieli insegnare, ma una famiglia e una scuola basate sul senso comune dei diritti e dei doveri dell’uomo in una società che sappia apprezzare le persone, ognuna nel proprio immenso valore di unicità. Per cui, chi ama la propria libertà di pensiero, incominci vedere e giudicare le cose per quello che sono e non per quello che ci dicono i giornali, dei quali possiamo fare anche a meno benissimo.

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Oggi al Parlamento Italiano.

Ho ascoltato tutto il discorso, un discorso che solo una donna avrebbe potuto fare. Ha detto tutto, niente di meno, niente di piu ;intenzioni , volontà ,aspettative di critiche, anticipandole. Non ha dimenticato niente e nessuno, del passato e del presente, nel bene e nel male. Ha esposto il suo programma prudentemente, visto i tempi correnti e la congiuntura economica. Ha parlato di lavoro , come fonte di ricchezza, non di finanza, ha parlato di una nazione e di cittadini dai quali ha avuto mandato e ai quali soltanto dovrà rendere conto. Ha parlato di donne, di donne che si sono impegnate per questa Italia, ha parlato di diritti, mettendo sempre in evidenza la parola libertà, coniugata nei modi e e nei tempi giusti, ma ha parlato anche di doveri
ponendo l’accento in particolare sulla libertà di compier e il proprio dovere. IL presidente del consiglio, signora Giorgia Meloni, mi è piaciuta, sicuramente sarà un buon capo di governo. Le dichiarazioni che si stanno ascoltando in parlamento da parte delle sinistre non sono altro che l’espressione rancorosa , al limite della ineducazione- Esse tutte pongono l’accento su quanto non fa parte dell’interesse del nuovo governo, cosa non vera, auspicando ironicamente il fallimento degli intenti. E queste parole di armonioso progresso ambito dalla sinistra sono le stesse che  hanno mostrato agli italiani per undici anni tutta la loro incapacità a realizzarle. Diversamente non sarebbero in quell’aula a dar fiato a tutta la loro rabbia, mettendo i puntini sulle i, dove ci sono già, non evidenzierebbero l’astensionismo, ben sapendo che chi non ha votato non era dalla loro parte. Facciano la loro opposizione, si mettano il cuore in pace, gli Italiani non li hanno più voluti. Dopo tanto tempo abbiamo un governo eletto da applaudire a fine legislatura o da mandare a quel paese, come è nella logica della Democrazia-

 

La risata come disprezzo…

 

Niente vale più della risata e del disprezzo. E’ necessario ridere e abbandonarsi. Essere crudeli e leggeri. La tragedia è la cosa più ridicola che “l’uomo” ha, ma sono sicura, che gli animali anche se “soffrono”,non esibiscono la loro “pena” in “teatri”– “aperti” nè “chiusi” ( i “focolari” ).
E il loro dolore è più vero di qualunque immagine ogni uomo possa
“rappresentare” o sentire come dolorosa..

(Dal diario intimo di Frida Kahlo)

 

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L’ Italia divisa… di chi la colpa?

L’Italia, l’Europa, il mondo sono spaccati tra chi si riconosce negli orientamenti conservatori e chi, invece, si riconosce negli orientamenti progressisti. In realtà l’Italia non è spaccata in due ma in ventidue, anzi c’è un’Italia per ogni italiano. Ma differenza principale è tra questi due modi di pensare .La sinistra coltiva, per eredità marxista e illuminista, la convinzione che la storia abbia un percorso già definito a senso unico: marcia verso quel che ritiene essere il progresso, l’evoluzione, la modernità. E chi si oppone a quella marcia inesorabile si pone fuori dalla storia, è un disturbatore, un brigante appostato agli angoli della storia a tendere imboscate (la reazione in agguato).
In realtà la storia, lo insegna l’esperienza, non ha un cammino prestabilito e obbligato La sinistra ha tutto il diritto di battersi perché trionfi la propria idea di società; ma abbia l’onestà, l’intelligenza e l’umiltà di considerare che c’è un’altra Italia, un’altra Europa, un altro mondo che non la pensa come loro ma ha altri valori, altre sensibilità, altre aspettative. Non dirò che gli uni siano migliori degli altri, perché i migliori e i peggiori sono mescolati tra gli uni e gli altri. Dunque, nessuna supremazia etnica o etica ma due diverse visioni della vita e del mondo. Ciascuna ha diritto di ritenere che la sua sia la verità e faccia il bene degli uomini; ma la realtà dice che al mondo ci sono posizioni antitetiche e se crediamo davvero alla libertà e alla democrazia dobbiamo accettarlo. Ma non potete ritenere vergognoso chi le esprime e chi rappresenta quella metà di popolo (fermiamoci alla metà, non rivendichiamo maggioranze) che in quelle idee si riconosce. Non si possono estirpare o mettere al bando. Si deve accettare la loro esistenza, e riconoscere che è legittimo difendere la famiglia, la tradizione religiosa, nazionale e civile di un popolo, come è legittimo ritenere dall’altra parte che il progresso comporti il loro superamento. La politica è questo: scontro tra due o più visioni contrapposte o fortemente diverse. Per esempio le questioni sull’aborto sono superabilissime, basta volerlo poichè non c’è alcuna imposizione da nessuna delle due parti- se la sinistra è antipatica (come dice Luca  Ricolfi), se non è popolare, è perché è boriosa e suprematista, non ammette margini di mediazione e non riconosce legittimità a chi la pensa diversamente. Basterebbe un piccolo sforzo per avere un paese con meno odio. Mi piace avere fiducia, aspetto smentita.

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Zedders, ovvero generazione Z.

“Cringe”, “boomer”, “snitchare”, “crush”, “shippare”, “trigger”: probabilmente questi termini a molti adulti diranno ben poco. Oppure, se hanno contatti con adolescenti o giovanissimi, li avranno sentiti dire di sfuggita, senza comprenderne il significato. Eppure si tratta di parole, insieme a molti altri neologismi, da tenere bene a mente se si vuole “tradurre” una generazione intera. Perché, ormai, sono in pianta stabile nel linguaggio di milioni di ragazze e ragazzi: sono i pilastri del vocabolario della GenZ. Ben 6 “zedders” su 10, infatti, dicono di usarli quotidianamente: oltre un terzo (36%) lo fa molto spesso, circa un quarto (23%) addirittura sempre. È quanto mostra una ricerca condotta da Skuola.net – interpellando 2.500 giovani tra gli 11 e i 25 anni – in occasione della X #GiornataProGrammatica 2022.
Ma c’è di più. La Generazione Z si identifica nel proprio gergo a tal punto che, tra chi è avvezzo a mixare italiano e slang, circa 2 su 3 ammettono di usare le “nuove parole” non solo quando si trovano con i propri coetanei ma anche nelle situazioni più formali, ad esempio a scuola con i docenti, o al cospetto dei genitori. . Solo una minoranza lo usa in modo mirato: il 13% per sentirsi “parte del gruppo”, il 7% per non farsi capire dai grandi, il 5% per farsi notare.
A questo punto, però, per chiudere il cerchio è necessario tornare, a mo’ di esempio, sulle parole citate all’inizio, per dare a tutti almeno un’infarinatura per decifrarle la prossima volta che le sentiranno pronunciare o le leggeranno su qualche social. “Cringe”, ad esempio, oltre ad essere il termine che la GenZ elegge a espressione di riferimento è anche il modo con cui i più giovani bollano i comportamenti considerati “imbarazzanti”, specie se i protagonisti sono adulti che tentano di avvicinarsi al loro mondo. C’è poco da sorridere anche quando qualcuno viene definito “Boomer”: praticamente gli è appena stato notificato che ha fatto o detto qualcosa da appartenente alla generazione dei “baby boomer”, ovvero “da vecchio”. Ancora più imperdonabile sarebbe “Snitchare” (dall’inglese “to snitch, fare la spia”) che i ragazzi usano quando accusano qualcuno di aver “spifferato” all’autorità (in questo caso un professore, un genitore, ecc.) cose che dovevano restare segrete.

Molto più complesso arrivare al significato di “Shippare”: si tratta di una abbreviazione e derivazione della parola inglese “relationship”, interpretata però nel senso di “vedere bene assieme due persone”, “immaginare che possano avere una relazione”, “attribuire un partner”. Dal tenore simile è Il termine “Crush”: sebbene la sua traduzione fedele sia “schiacciare, stritolare, frantumare”, ha una connotazione molto più romantica, definendo chi ha la famosa “cotta” adolescenziale. “Trigger”, invece, segnala un qualcosa (un gesto o un’affermazione) in grado di “infastidire”, “disturbare”. E poi ci sono “Slay” (mutuato dallo slang d’oltreoceano, che letteralmente significa “uccidere” ma che per la GenZ è un complimento e vuol dire “Bravo, hai fatto un buon lavoro!”), “Bro” (diminutivo di “brother, fratello”, usato per dire “amico stretto”), “Amo” (contrazione di “amore”, utilizzato però soprattutto dalle ragazze con le migliori amiche). Giusto per limitarci alle basi della conversazione.

generazione Z

Lo sfregio ai Girasoli di Vincent Van Gogh…

 

https://video.repubblica.it/green-and-blue/zuppa-contro-i-girasoli-di-van-gogh-il-raid-dei-militanti-ecologisgti/429291/430245?ref=RHTP-BH-I369858479-P3-S2-F

girasoli

 Che  c’entrano con l’ecologia i bellissimi girasoli di Vincent Van Gogh?  Forse sono io che non riesco a trovare il nesso, ma rovinare in questo modo un’opera di tale portata , usarla da sfondo ad un discorso che non ha niente di nuovo, sentito migliaia di volte da pazzi di questo genere, è un reato che andrebbe punito molto severamente. Sappiamo tutti della fame nel mondo, del guaio che i combustibili fossili, dei problemi del cambiamento  climatico, ma perchè proprio questo  Van  Gogh   ,perchè imbrattare la solarità di quest’opera, una delle poche espressioni di calma, di serenità, di gioia spirituale nell’ispirazione artistica di uno dei pittori  più tormentati della Storia della  Pittura? Non riesco assolutamente ad entrare nella mente di questa gioventù infatuata soltanto di slogan,di quel va bene tutto purchè se ne parli. Non si saranno mai chiesti se non potrebbero sortire effetto contrario, specialmente in un momento in cui  proprio la mancanza di questi prodotti condannati all’inutilità totale ,  fa sentire  alle popolazioni occidentali europee che certi discorsi siano anche fuori luogo  quando la loro mancanza sta creando disagi e difficoltà a milioni di famiglie?- Aveva ragione Dostojewsky quando   scrisse la famosa frase ” La bellezza salverà il mondo” , perchè non servono solo le parole, ma etica, umanità, ma anche un’educazione alla bellezza per ogni cosa che si trova al mondo, naturale o  semplicente opera dell’uomo.