Colla guerra in Ucraina l’America si proponeva ed è riuscita a soggiogare l’Europa.

Questa la mia opinione su questa guerra fin dall’inizio e visti i risultati sulla nostra economia mi convinco sempre di più. Dopo tanto cercare ho trovato voci americano che supportano la mia supposizione.

La guerra Ucraina non serve tanto a indebolire la Russia, aspetto secondario della partita, quanto a subordinare il maniera ferrea l’Europa agli Stati Uniti. A spiegare questo meccanismo occulto, che poi non è tanto difficile da cogliere, è il professor Michael Hudson, docente di economia all’Università del Missouri e ricercatore associato al Levy Economics Institute del Bard College (entusiasta di tale drammatico sviluppo).

Riporto brani di un suo intervento, ripubblicato da Yves Smith agli inizi di febbraio del 2022, prima cioè dell’inizio della guerra ucraina.

Satelliti in orbita USA

“La cortina di ferro degli anni ’40 e ’50 era apparentemente progettata per isolare l’Unione Sovietica dall’Europa occidentale, per tenere fuori l’ideologia comunista e la sua penetrazione militare. L’odierno regime di sanzioni ha obiettivi più interni, mira a impedire alla NATO americana e ad altri alleati occidentali di aprire più scambi e investimenti con Russia e Cina”.

“L’obiettivo non è tanto quello di isolare Russia e Cina, quanto di mantenere questi alleati saldamente all’interno dell’orbita economica dell’America. Gli alleati devono rinunciare ai vantaggi derivanti dall’importazione di gas russo e dei prodotti cinesi, per favorire l’acquisto del GNL statunitense a un prezzo molto più elevato e altri prodotti, oltre a un maggior numero di armi statunitensi”.

“[…] L’America non ha più il potere monetario, l’eccedenza commerciale e il bilancio dei pagamenti che le ha permesso di stabilire in maniera apparentemente duratura le regole del commercio e degli investimenti mondiali nel 1944-45. La minaccia al dominio degli Stati Uniti è che la Cina, la Russia e il cuore dell’isola eurasiatica individuata da Mackinder [l’Heartland ndr] stanno offrendo opportunità commerciali e di investimento migliori di quelle offerte dagli Stati Uniti, che, oltretutto, avanzano richieste sempre più disperata di sacrifici ai Paesi NATO e agli altri alleati”.

A cosa serve la NATO?

“[…] Ciò che preoccupa i diplomatici americani è che la Germania, altre nazioni della NATO e altri paesi lungo la strada della Belt and Road abbiano consapevolezza dei vantaggi che si possono ottenere avviando scambi e investimenti pacifici”.

“Se non esiste un piano russo o cinese per invaderli o bombardarli, che bisogno c’è della NATO? E se non esiste una relazione intrinsecamente antagonista, perché tali Paesi devono sacrificare i propri interessi commerciali e finanziari affidandosi esclusivamente agli esportatori e agli investitori statunitensi?”.

[…] L’unico modo rimasto ai diplomatici statunitensi per bloccare gli acquisti europei è spingere la Russia a una risposta militare e poi affermare che vendicare questa risposta prevale su qualsiasi interesse economico puramente nazionale”.

.“Come ha spiegato il sottosegretario di Stato per gli affari politici, Victoria Nuland, in una conferenza stampa del Dipartimento di Stato il 27 gennaio: ‘Se la Russia invaderà l’Ucraina in un modo o nell’altro, il Nord Stream 2 non andrà avanti’. Il problema è creare un incidente adeguatamente offensivo e rappresentare la Russia come l’aggressore”.

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l sottosegretario di Stato per gli affari politici, Victoria Nuland, in una conferenza stampa del Dipartimento di Stato il 27 gennaio: ‘Se la Russia invaderà l’Ucraina in un modo o nell’altro, il Nord Stream 2 non andrà avanti’. Il problema è creare un incidente adeguatamente offensivo e rappresentare la Russia come l’aggressore”.

Benché brutale, Hudson ha il merito di dire esplicitamente ciò che nasconde tanta retorica e propaganda. Nulla da aggiungere.

 

Dopo il voto …

Da quando si era sparsa la voce che avrebbe vinto la destra, è partito il passaparola: è stata una brutta campagna elettorale senza cultura e un brutto domani sarà riservato al nuovo governo a maggioranza centro destra. Le oligarchie
europee provengono da partiti diversi ma sono ormai tutte dentro la consorteria che usa i tecnici per commissariare popoli e stati e si avvale dell’ideologia progressista come fornitrice di norme etico-politiche applicate anche ai temi sensibili della vita, della morte, della famiglia, delle differenze sessuali, della storia e delle identità. Ma quel che è peggio è che queste oligarchie europee non fanno mai nulla per motivare i popoli e i cittadini; non c’è una linea di difesa della civiltà europea e della sua tradizione e tantomeno un’aspettativa futura che dia fiducia e infonda energia. Si governa soltanto con la paura dei mostri: se non ci siamo noi, arrivano Putin o il fascismo. Non conta cosa pensiamo del Regno Unito e Monarchia, abbiamo ora assistito a un paese, a un popolo che si è stretto intorno alle tradizioni, ai riti e ai simboli della sua storia. L’Europa, invece, come la sua bandiera di stelle ha un vuoto al centro: non ha tradizioni, simboli, riti, civiltà intorno a cui chiamare il suo popolo. Ha solo spettri da fugare, interessi economici da difendere, sanzioni da infliggere all’interno e all’esterno, dipendenze coloniali da servire e sacrifici da imporre ai suoi cittadini; nazioni da distruggere e umiliare come la Grecia. Una consorteria malaticcia comanda in Europa e non si accorge di perdere terreno, consenso e credibilità e di perdere tutte le sue battaglie, a partire da quella energetica. Dalla brexit ai referendum presto bloccati perché si pronunciavano a sfavore della UE, agli orientamenti di voto che per due terzi, in Francia come in Italia e non solo in Polonia e in Ungheria, si esprimono in direzione opposta alle indicazioni della consorteria. Ora si orientano verso la destra nazionale, popolare, sociale e cattolica; ora verso la sinistra sociale e radicale come Melenchòn, ora verso i movimenti populisti e pauperisti come i 5 Stelle e i partiti anti-sistema, ma è in atto un vistoso e ormai consolidato divorzio della cittadinanza europea dalle consorterie che la dominano. Al di là di come poi si adatteranno i vincitori alle “direttive” europee, si può già dire che ogni consultazione di popolo si rivela una dichiarazione di sfiducia e di fallimento della consorteria europea. E a questa, come una dittatura, e infatti si può abbastanza condividere il pensiero di Lavrov, non mancano i mezzi per far sentire chi comanda, vedi il gioco dello spread che è già cominciato contro l’Italia, che se dovesse farci tanto male, il contagio sarebbe tale da trascinarsi appresso più di mezza Europa. Ma noi siamo talmente indebitati, che godremmo del privilegio dei grandi debitori delle banche, che non falliscono mai, ma hanno continui sostegni a differenza dei piccoli debitori destinati a morte certa per pochi Euro di mancato rientro.

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Viaggiare e poi viaggiare ancora…

 

Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.
Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.

Josè Saramago – Viaggio in Portogallo

viaggio

 

Noi…infinitesimali esseri senza valore alcuno.

 

Chiunque tu sia: rimani fuori dalle porte stanotte, fuori dalla stanza , in cui ti senti al sicuro. Alla tua vista si apre l’Infinito, chiunque tu sia. Con occhi che hanno dimenticato come guardare con particolare attenzione cose visualizzate da tempo ,fin troppo conosciute, alza nel buio un enorme albero nero e ponilo nei cieli: piccolo, solo. E avete fatto il mondo e tutto ciò che vedete. Esso matura come le parole che sono ancora nella vostra bocca. E ,quando alla fine tu comprendi la sua verità, allora chiudi i tuoi occhi e con gentilezza lascialo andare…

Tradotto da me da ” Entrance” Rainer Maria Rilke

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La ciliegina sulla torta…

Se anche Letta si è risentito da voler chiarimenti, un motivo ci sarà. Stamattina,in un ‘intervista , dall’alto della sua importanza e della poca intelligenza ha cancellato , con poche parole ,quasi metà della campagna elettorale italiana. Spiegando chiaramente quale sia il senso che l’Europa ,di cui ci vantiamo tanto, dia alle parole indipendenza, libertà, democrazia e come gli stati membri siano trattati allo stesso modo, facendo ampio distinguo tra la gens europea, ha messo la ciliegina sulla torta della nostra campagna elettorale. Un plauso a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea.

Ursula von der Leyen

Andiamo a votare, ma continueremo a contare un emerito fico secco.

I governi vogliono tecnici efficienti, non esseri umani, perchè gli esseri umani diventano un pericolo sia per i governi, come per le organizzazioni religiose. Questo perchè sia lo Stato,e allo stesso modo le religioni hanno interesse a controllare l’educazione dei cittadini. E il mondo ha già sperimentato questo con l’epidemia di Covid  prima, ed ora con la guerra in Ucraina, dove non si tollerano dissidenze di pensiero e ragionamenti logici sulle conseguenze spaventose e insostenibili a cui vengono costretti i cittadini dei paesi atlantisti. Tutto questo per una guerra che non si è voluta fermare perchè programmata o per incapacità delle diplomazie internazionali, tutte volte soltanto a fare gli interessi dei loro paesi. Se si osservano i vantaggi miliardari, che sta avendo la Norvegia, patria del banchiere Stoltemberg, capo della Nato , viene spontaneo chiederselo. Che ci faccia  poi un banchiere in quel posto, dove vedrei meglio un generale, dovrebbero spiegarmelo-

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Questo oggi in divenire…

Le vittime di disturbi mentali quelle veramente senza speranza vanno ricercate tra coloro che paiono essere le più normali. Molti di loro sono normali perchè essi si sono così bene adattati al loro modo di esistere, poichè la loro voce umana è stata silenziata talmente presto nelle loro vite che essi non si struggono o soffrono o sviluppano sintomi come i nevrotici. Essi sono normali ma non nel vero senso della parola; essi sono normali solo in relazione ad una società profondamente anormale. Il loro perfetto adattarsi ad una società anormale è la misura della loro mancanza di lucidità mentale-Questi milioni di persone anormalmente normali vivono senza agitarsi in una società dove, se fossero persone completamente sane di mente, dovrebbero essere rieducate.
Questo mondo ipotizzato da Aldus Huxley tanti annni fa nel suo romanzo”il Mondo nuovo “mi pare di averlo davanti agli occhi in questi giorni pre elettorali e sentire risuonare la sua voce dentro il mondo di oggi. Basta citare qualche frase, non servono i commenti.

“I metodi che si usano oggi per vendere il candidato politico, come se fosse un deodorante, danno all’elettorato questa garanzia: egli non sentirà mai dire la verità, su niente”

“Gli antichi dittatori caddero perché non sapevano dare ai loro soggetti sufficiente pane e circensi, miracoli e misteri”

“Il candidato deve essere bello, in qualche modo, o virile o paterno. Deve saper intrattenere il pubblico senza annoiarlo”

“I discorsi del candidato-attore devono essere brevi e scattanti. I grandi problemi del momento debbono essere liquidati in cinque minuti al massimo”

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Il marketing dei partiti

I Media: se riescono tanto abilmente a manipolare le affermazioni del Papa, così facili da verificare, è facile immaginare cosa avvenga con la normale informazione.

 

“Papa Francesco afferma che armare l’Ucraina può essere ‘moralmente accettabile’”. Questo il titolo di un articolo del New York Times che riporta quanto dichiarato dal Papa in una conferenza stampa di ritorno dalla visita apostolica in Kazakistan-

Abbiamo scelto un titolo a caso di un autorevole giornale dell’Impero in considerazione del fatto che i giornali mainstream locali quando si tratta di temi sensibili, come appunto la guerra ucraina, si limitano a riportare pedissequamente la narrazione d’Oltreoceano.

Anzi, normalmente, nello zelo di dimostrarsi soldatini obbedienti, vanno addirittura ultra petitutum, come nel caso in specie, dove quel “può essere” del Nyt è stato rafforzato in un placet incondizionato all’invio delle armi a Kiev. Così, ad esempio, la nostra (loro) Ansa titolava: “Papa Francesco: ‘Armi all’Ucraina? Difendersi è lecito’”.

In realtà, il Papa non ha fatto altro che ripetere quanto ha sempre sostenuto la Chiesa riguardo la legittima difesa di una nazione aggredita, ma sull’inviare armi all’Ucraina, questo il tema della domanda posta, ha fatto una specifica molto significativa, che i media mainstream hanno pensato bene di dilavare.

Così Francesco: “Questa è una decisione politica, che può essere morale, moralmente accettata, se si fa secondo le condizioni di moralità, che sono tante e poi possiamo parlarne. Ma può essere immorale se si fa con l’intenzione di provocare più guerra o di vendere le armi o di scartare quelle armi che a me non servono più. La motivazione è quella che in gran parte qualifica la moralità di questo atto. Difendersi è lecito, ma anche una espressione di amore alla Patria” etc (Vatican.news).

Insomma, alla domanda ha risposto che occorre appunto vedere se dare le armi serve a difendersi o ha il solo scopo di allungare la guerra per lucrare sugli armamenti, che è appunto quel che tanti – i cosiddetti filo-putiniani, secondo la nouvelle vague maccartista – sostengono che sta avvenendo in questa guerra per procura contro la Russia che la Nato sta sostenendo fino all’ultimo ucraino. E probabilmente non è un caso che le perplessità di Francesco siano le stesso di quelle esposte dai critici di tale decisione.

Solo dopo, Francesco ha puntualizzato che la difesa della patria è, ovviamente, atto dovuto, anzi atto d’amore, secondo la sua valutazione. Così nelle parole del Papa non c’è alcun placet incondizionato a quanto sta facendo l’America e la Ue in questo conflitto.

Allo stesso tempo, non vogliamo arruolare il Papa tra i cosiddetti asseriti filo-putiniani, solo puntualizzare che, se pure le sue dichiarazioni non sono una  sconfessione decisa della “decisione politica” della Nato, suonano comunque come un invito alla riflessione.

Invito che fa il paio con quanto ha affermato di seguito, cioè che con la Russia occorre comunque cercare un dialogo per trovare vie di uscita dal conflitto, iniziativa che sembra fuori dall’orizzonte della Politica d’Occidente.

Peraltro, un cenno del tutto obliterato del suo discorso è quello riguardo al conflitto tra Azerbaigian e Armenia, che “si è fermato un po’ perché la Russia è uscita come garante”. In questo tempo di fondamentalismi, nel quale la Russia deve essere dipinta come il male assoluto, questo cenno positivo suona in netta controtendenza (anche se poi Francesco ha dovuto pur aggiungere “garante di pace qui e fa la guerra lì”).

Non abbiamo steso questa nota per tirare Francesco “per la manica”, nel caso specifico per la talare, e schiacciarlo su una posizione, cosa che peraltro non aggiungerebbe nulla alle possibilità di pace dal momento che il Papa non ha alcun potere in merito,  potendo solo pregare e suggerire ai fedeli di pregare il Signore perché ponga fine Lui a questa immane tragedia.

Si vuole solo evidenziare quanto sia manipolata, e in maniera anche volgare, la narrazione relativa alla guerra ucraina. Se non viene rispettata neanche una dichiarazione pubblica e facilmente verificabile del Papa – non un quisling qualsiasi – si può immaginare come sono trattati altri temi meno facilmente verificabili o non verificabili affatto su fonti sicure, essendo la verità ormai coincidente con la narrazione ufficiale.

Va da sé che tale manipolazione mediatica, alla quale sono consegnati o costretti i giornalisti mainstream, non è conseguenza della propaganda di guerra. La guerra infinita, di cui quella ucraina è solo l’ultima manifestazione, sono strutturate sulla menzogna organizzata, come ha dimostrato il suo momento epifanico, cioè la guerra in Iraq, con le immaginifiche armi di distruzione di massa di Saddam.

Sul punto riportiamo l’inizio di un articolo di Philip Giraldi pubblicato sul sito del Ron Pual Institute: “È stupefacente quanti osservatori della guerra ucraina, che avrebbero dovuto averne una maggiore comprensione, siano inclini a prendere alla lettera le affermazioni delle ‘fonti’ che provengono in maniera esplicita dai diversi governi coinvolti nel conflitto”.

“Quei leader ingaggiati nell’inesorabile marcia degli Stati Uniti e dei loro alleati per trasformare la crisi dell’Ucraina nella terza guerra mondiale hanno di certo imparato la lezione che gestire la narrazione di ciò che sta accadendo è l’arma più potente che i falchi della guerra abbiano nel loro arsenale.

“Si ricorda come dopo l’11 settembre e prima della guerra in Iraq, la Casa Bianca di George W. Bush e i neocon del Pentagono abbiano mentito su quasi tutto per convincere l’opinione pubblica che Saddam Hussein era un megalomane terrorista armato di armi di distruzione di massa, descrivendolo come una figura paragonabile ad Adolf Hitler”.

L’Iraq in un certo senso è stata un’esperienza formativa per quanti al governo e nei media hanno fatto il lavoro pesante, propalando l’inganno a un’opinione pubblica per lo più ignara dei fatti. Ciò che stiamo vedendo ora in relazione all’Ucraina e alla Russia, tuttavia, fa sembrare l’esperienza dell’Iraq un gioco da ragazzi come audacia riguardo le presunte informazioni che fanno o non fanno notizia”.

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Keep calm and carry on…

E’ brutta cosa essere troppo precipitosi ad interpretare un momento; piuttosto è meglio restare calmi. E’ utile allora non pensare che ogni evento sia a nostro sfavore, perchè ogni cosa che capiti è come una benedizione. Ma perchè dovrebbe essere così?  Proprio per la nostra tranquillità. Lasciamo che ogni accadimento faccia il percorso che deve…

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Settembre,un mese speciale…

 

Settembre, la stanchezza del sole, l’affanno dell’estate, i suoi rantoli che si perdono estenuati nell’aria, tra piogge e sprazzi di calore; la melanconia di un leggero morire del mondo, lo sfinimento della luce dopo troppo spettacolo di sé, che cerca riparo nel ventre grigio dell’autunno per ritemprarsi nel letargo.
Dolce declino di un’estate perduta. Settembre soave di luci che scendono colme alla sera. Congedi di sole appena accennati, ebbrezze donate dal vento che canta stagioni ormai rubate dal tempo. Si spegne tardiva l’estate. Auree serene, uccelli residui, litanie delle foglie, palme vibrate arieggiano gli addii e alludono ai ritorni

  da La sposa invisibile

                                                                                                                              tramonto-di-settembre.