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Post n°206 pubblicato il 21 Marzo 2011 da ITALIANOinATTESA
 

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Art. 11 Cost.: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni
promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo
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ESATTAMENTE DUE ANNI FA:

dal nostro inviato GIANLUCA LUZI


Berlusconi in Libia invita Gheddafi

Berlusconi e Gheddafi

SHARM EL SHEIKH - Nel deserto della Sirte, dopo aver partecipato in Egitto alla Conferenza per la ricostruzione di Gaza, Berlusconi firma solennemente la "pace" con la Libia di Gheddafi. Accolto a braccia aperte dal Colonnello sotto la tenda, il Cavaliere ha chiesto scusa per le colpe dei colonizzatori e ha invitato formalmente Gheddafi al G8 della Maddalena con tanto di location assicurata per la tenda che accompagna sempre il leader libico. ...CONTINUA
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INVECE OTTO MESI FA:
Il leader libico, scortato da due donne, è atterrato a Ciampino per l’anniversario della firma del Trattato di amicizia con l’Italia. All’incontro con le ragazze: “L’Islam diventi religione d’Europa”. Poi bagno di folla a Campo de’ Fiori. VIDEO E FOTO
29 agosto, 2010
La tenda di Gheddafi a Roma
 tenda beduina montata nella seicentesca Villa Pamphili 
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 21/03/11 alle 20:16 via WEB
ITALIANOinATTESA il 22/02/11 alle 11:12 via WEB

a che cosa serve la storia?

La storia non è assolutamente soltanto il passato.
Il passato è solo una parte della storia, quella che abbiamo sotto gli occhi quando ci fermiamo a un certo punto per guardare indietro.
La storia è una forza che si impadronisce del passato, spinge il passato sul presente e li spinge entrambi nel futuro.

L'immagine della storia è il fiume.

Sgorga da una sorgente ai piedi di un ghiacciaio. Attraverso i ciottoli, i pezzi di ghiaccio e le lastre di neve indurita, comincia a dividersi in un ruscellamento di fili di acqua, che, brillando al sole, si separano poi si ricongiungono. Subito si gonfia in un torrente che cade di cascata in cascata con un rumore sordo in fondo a una gola oscura. La sua caduta forma un piccolo lago nel quale le sue acque si calmano. Il fiume prende allora la forma di un corso di acqua che si può ancora attraversare saltando da una pietra all'altra. Scivola obliquamente in mezzo ai pascoli fino nella valle sempre più larga, nella quale, ingrossato da affluenti, il fiume, già molto lontano dalla sua sorgente, si sente ora un vero fiume. E va così, largo e limpido, di città in città, di popolo in popolo, di paese in paese; va a gettarsi nel mare, sotto il cielo illimitato.

Il fiume può perdersi nelle foreste oppure nelle sabbie: si ritrova sempre. Può scomparire sotto terra: si riconosce la sua presenza fecondante dai campi più verdi e dagli alberi più alti. Può rallentare e disperdersi nelle paludi: si crede che si sia fermato, ma scorre sempre sotto le acque stagnanti. Può improvvisamente andare in collera, brontolare più forte del tuono, inondare città e campagne, strappare ponti, sfondare case, costringere le popolazioni a fuggire: lo si vede sempre rientrare nel suo letto. Dalla sua sorgente alla sua foce, malgrado tutti gli ostacoli, segue una direzione costante.

È uno.

Ecco un'altra domanda che mi è stata spesso posta: a che cosa serve la storia?

Insegna agli uomini a vivere in società.
Perciò è una sapienza. È una sapienza perché è una esperienza.
Mostra che gli uomini sanno quello che fanno, ma non possono prevederne tutte le conseguenze. Ci insegna che molte disgrazie, molte catastrofi, molte decadenze, molte degenerescenze hanno il loro punto di partenza in errori morali.

La storia ha questa virtù, ci aiuta a prevedere. In questo senso è una prudenza. La prudenza stessa si definisce una sapienza pratica, quella che deve possedere l'uomo di Stato.
Ma se l'uomo di Stato vuole prevedere, e questo è un atto specifico della ragione, deve fondarsi nello stesso tempo sulla conoscenza del presente e sulla esperienza del passato. Chi parla così è san Tommaso di Aquino.
La storia è anche una giustizia.
Esige da noi lo sforzo di comprendere prima di giudicare.
Ci vieta di condannare il passato sulla base del nostro presente.
Ci invita a chiederci incessantemente: che cosa hanno amato, voluto, cercato gli uomini di altri tempi?
Che cosa hanno sofferto?
Che cosa hanno potuto realizzare, e con quali mezzi?
E che cosa noi dobbiamo a loro, a tutti loro, oggi?

In questo modo, la storia diventa una pietà.
Gli antichi rappresentavano questa virtù sotto la forma di una donna velata, che brucia incenso su un altare. La pietà che ci insegna la storia corona e illumina la giustizia che dobbiamo ai morti con la gratitudine, il rispetto e l'amore. Infatti, che cosa è un popolo, che cosa è il nostro popolo? Un grande insieme storico, formato più da morti che da viventi.

La storia ci restituisce così il senso del sacro, questo senso che abbiamo perduto e nella cui perdita il dottor Carrel, uno dei più grandi scienziati contemporanei, vedeva la causa prima della nostra decadenza.

Il sacro è la presenza di Dio. La presenza di Dio nella storia è la Provvidenza. La storia è un mistero: da dove viene, dove va? Da dove viene il nostro paese, dove va il nostro paese? Si sente passare nella notte una corrente potente che, qui e là, di luogo in luogo, fa brillare lumi perché non ci perdiamo tutti nelle tenebre, perché ritroviamo il nostro cammino e seguiamo la direzione giusta. Una corrente spirituale che viene da Dio e ritorna a Dio, dopo avere attraversato la vita umana, la vita delle nazioni, e dei secoli, e il tempo.

La storia ci deve essere insegnata per aiutare il nostro paese ad attraversare i tempi. Un secolo prima di Gesù Cristo, il più illustre oratore della antichità latina, Cicerone, scriveva: «I popoli che si disinteressano della loro storia si condannano a essere sempre fanciulli».

tratto da: Gonzague DE REYNOLD, raconte la Suisse et son histoire, Payot, Losanna 1965, p. 165. Pubblicato in Cristianità, 11 (1983) marzo, n.95.
Fonte:http://www.storialibera.it/storiografia/insegnare_storia/articolo.php?id=9&titolo=A%20che%20cosa%20serve%20la%20storia?
(Rispondi)
 
ladymarianna0
ladymarianna0 il 21/03/11 alle 22:49 via WEB
La storia è uno specchio che ignoriamo, nel quale non ci riflettiamo, forse per paura di vedere ciò che mostra o per evitare di vederlo...
Eppure noi siamo storia e memoria...
I venti di guerra spirano, sbattono brandelli di illusione ai margini dei fossi, niente altro che un'illusione... La guerra è devastazione, è morte, è sofferenza... La guerra è solo una tragedia immane! UN PENSIERO DOMINANTE
Per questo ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.
(Cesare Pavese)
Allora mi domando: che cosa abbiamo appreso dal passato? Che cosa ci ha insegnato la storia? Sai non mi capacito di ciò che sta accadendo nuovamente... M.
(Rispondi)
 
manu.crescenzi
manu.crescenzi il 23/03/11 alle 16:08 via WEB
Si, sarebbe stato facile (facile?). Ma restava poi il problema di dove sistemare le odalische, il suo seguito e qualche "amico" che si trovava nelle vicinanze. Poi forse non ci saremmo goduti la pochade delle ragazze-onorevoli (per la politica)del bunga-bunga e le inquiline dell'olgettina. .....///........ Ciao....
(Rispondi)
 
ormalibera
ormalibera il 23/03/11 alle 23:11 via WEB
Berlusconi è davvero suo amico, non faceva finta nel baciamano. Come liberiamo la Libia se non siamo capaci di liberare noi stessi?!
(Rispondi)
 
TraLeSpondeDellaVita
TraLeSpondeDellaVita il 25/03/11 alle 08:52 via WEB
Eh! Eh! Bell'idea ^_^ Qualcuno sarebbe intervenuto e contro l'Italia
(Rispondi)
 
semprepazza
semprepazza il 25/03/11 alle 18:58 via WEB
Bhe, sì, sarebbe stato più semplice... ma all'epoca ruggiva ancora... che cosa sporca, però, la politica e quanto ipocrita!
(Rispondi)
 
dolly.1
dolly.1 il 26/03/11 alle 10:23 via WEB
SAREBBE STATO PIU' SEMPLICE, MA PRIMA SI DOVEVANO DIVERTIRE. SONO DELLA STESSA PASTA. CARO MARIO GRAZIE DEL TUO COMMENTO AL MIO POST. SIAMO REALISTI ED ESIGIAMO L'IMPOSSIBILE.SE CI LASCIAMO CONDIZIONARE DAL PESSIMISMO MEGLIO SMETTERE DI LOTTARE E LASCIARSI FREGARE OGNI GIORNO. UN CARO SALUTO. DOLLY
(Rispondi)
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 27/03/11 alle 21:46 via WEB
"non sarebbe stato più semplice catturarlo qui?"
Invitiamo un capo di stato per fare affari e poi lo imprigioniamo?
Mi sarei fatto schifo di essere italiano.
Così come mi sono sempre fatto schifo come italiano nel constatare che abbiamo sempre fatto affari con lui.
Ma chi siamo noi per permetterci di decidere di dover "catturare" il capo di una nazione dove la maggioranza del popolo è con lui?
Che fine ha fatto il rispetto degli stati sovrani, la democrazia?
Democrazia vuol dire anche accettare che un popolo elevi a suo capo uno come Gheddafi.
La nostra presunzione traspare tutta proprio dalla domanda che tu poni quì, Mario.
Manchiamo ancora dei profondi valori della democrazia.
Ce ne riempiamo la bocca, ma non l'abbiamo mai analizzata a fondo, compresa nell'anima.
Un saluto.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 28/03/11 alle 00:17 via WEB
Silvio, con il mio post chiedevo "se non sarebbe stato più semplice catturarlo" .... "nella tenda". Non evidenziavo, invece, se ciò fosse da ritenere giusto. Neppure può trasparire dalle mie parole che avremmo dovuto farlo noi italiani.
Con l'operazione "odissea all'alba" sono state infrante, a ragione o a torto, diverse regole che sono alla base dell'attuale diritto internazionale; infrangerne di diverse e più vantaggiose non poteva che risultare opera benemerita per la Libia e l'umanità.
Non sarebbe, almeno, risultato vantaggioso se nell'agosto scorso, il tizio italiano, invece di apprendere esso stesso esempi negativi dal dittatore avesse offerto qualche testimonianza di vera democrazia?
Gheddafi, come tutti sappiamo, si è elevato da solo non è stato elevato come tu dici dal popolo.
Certo non è semplce, Silvio, formarsi una ragionevole opinione su quando avviene in tutti questi paesi dominati da decenni da dittatori, ma ciò che vediamo non può lasciarci indifferenti senza prendere una precisa posizione. Essere per la democrazia, comunque la si voglia intendere, comporta che occorre essere contro i dittatori e le dittature. Sempre. Un saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 28/03/11 alle 22:26 via WEB
Ok, nella tenda, ma la tenda era a Villa Pamphili... ;-)
Mario, non giochiamo con le parole.
Quello che volevi intendere era chiaro, ed io ti ho risposto.
Se ritieni che augurarsi che l'avessero "preso" sia cosa buona, mi dispiace ma su questo non ti seguo.
Sono sistemi violenti che non hanno mai portato a nulla di buono.
Legittimarli vuol dire delegittimare i valori morali del rispetto delle persone, degli stati sovrani, dei popoli, della libertà degli altri, e degli impegni presi.
Sarebbe comportarsi come Gheddafi si comporta a casa sua.
Quando infrangi norme alla base del diritto internazionale non hai mai ragione.
Il "tizio" non poteva fare altrimenti, visto che tutti hanno fatto lo stesso prima di lui.
Perchè pretendi democrazia da Berlusconi se neanche Prodi e D'Alema, così come Andreotti e compagni ancora prima, l'hanno dimostata?
Quando ci decideremo a smettere di votare sia gli uni che gli altri, allora forse potremo sperare di avere un cambiamento, una novità.
Fino a che voteremo il "meno peggio", accetteremo i compromessi, i patti col diavolo, la corruzione della nostra anima che quel meno peggio comporta.
No, Gheddafi non si è salvato da solo.
Nessuno arriva al potere come ha fatto lui senza il consenso di almeno una buona parte del popolo.
Almeno il 60% dei libici è dalla sua parte.
La Libia ha il tenore di vita medio più alto di tutta l'Africa.
Nessun libico si è mai visto "migrare" da queste parti.
Certo, Gheddafi è un dittatore, ma c'è di peggio.
Andiamo prima a "disturbare" gli altri, e poi ci potremo permettere di spodestare anche Gheddafi.
Ovviamente, se in un futuro molto remoto la Cina volesse intervenire in Italia per le nostre violazioni ai diritti internazionali, visto che non siamo proprio ai primi posti (prendi ad esempio i 300 pastori sardi manganellati a sangue mesi fà, o la situazione nelle carceri), non lamentiamoci!
Quale sarebbe questa "Preisa posizoine"? Quella di aiutare ribelli ben armati a conquistare Tripoli, in barba al rispetto per il resto della popolazione libica?
E per aiutarli bombardare ed uccidere civili e militari, se pur dell'altra parte?
Quei ribelli hanno organizzato tutto a tavolino con la Francia, a novembre.
E il fatto che aprano una tv in Qatar, che ha inviato truppe in Barhein per reprimere le rivolte lì, fa capire che della libertà a quei ribelli non frega assolutamente nulla.
Se ci aggiungi che Al Jazeera, la fonte principale di tutto quello che accade in Libia, è di proprietà dello stesso Qatar, e che già molte notizie, financo il discorso di Gheddafi, sono state falsate e travisate, di quale posizione precisa mi parli?
Io l'ho presa la mia posizione precisa.
Dobbiamo condannare l'intervento di Gheddafi sui manifestanti, ma dobbiamo anche condannare i manifestanti che hanno preso le armi, e che ora sono diventati esercito a tutit gli effetti, di una parte della popolaizone, non rappresntativi di tutot il popolo libico, quindi ingiustificabili.
Dobbiamo condannare i frncei, gli inglesi, e gli americnai, che hanno voluto aiutare i ribeli a tutit i costi, senza limitarsi a difenderli da Gheddafi, ma addirittura armarli, organizzarli, addestrarli, ed aiutarli fattivamente nei loro attacchi.
Dobbiamo condannare i media italiani che hanno travisato in consapevolezza, così come Al Jazeera.
Dobbiamo pressare l'ONU affinchè obblighi Gheddafi a non bombrdare i civili, ma anche a impedire a francesi, inglesi, ed americani, nonchè noi itlaiani fornendo le basi, di aiutare i ribelli in una guerra vera e propria.
E soprattutto, dobbiamo lottare affinchè le nazioni occidentali la smettano di fare affari con questi dittatori.
Non solo ora, ma anche in tempi di pace, così cme o cercato di fare io quando alla FAO dopo la grande assemblea si sono messi tutti a fare i loro affari, compreso Berlusconi.
Guarda i miei numerosi post, ora ed anche nel mio vecchio blog, contro lo sfruttamento di quei pooli da parte delle nostre multinazionali.
Perchè voi continuate a parlare sempre e solo di Berlusconi (anche io ci ho fatto qualche post, ma rispetto a voi ...), invece di puntare sempre e solo a questo, che è il problema dei problemi?
Questa è una posizione ben precisa, che tiene conto di tutto quanto cercando di trovare il giusto nel pur difficile intrigo.
Spiegami invece chiaramente quale è la tua, di "posizione precisa", perchè a parte l'acchiappare vigliaccamente Gheddafi nella sua tenda dopo che l'abbiamo invitato, non l'ho capita.
Essere contro i dittatori certo, sempre, ma se per questo dobbiamo violare noi il rispetto per la libertà, se dobbiamo fare gli ipocriti così come lo stiamo facendo, allora no.
La via giusta c'è, ma è ancora più difficile di quella che credi tu.
Non sarò mai con dittatori come Gheddafi, così come non sarò mai con imperialisti macellai come l'oligarchia occidentale.
Mai!
;-)
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 28/03/11 alle 22:51 via WEB
"salvato" = "eletto" :-)
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/03/11 alle 00:40 via WEB
In situazioni così complesse ed oggettivamente al di sopra delle nostre possibilità di incidere con efficacia quale utilità può assumere la ricerca di evidenziare le differenze, magari anche sottili, che possono esistere od apparire, fra di noi che, comunque, dovremmo stare, per tanti motivi, tutti dalla stessa parte?
Silvio, la mia posizione è precisa, univoca ed inequivocabile: stare dall'altra parte ove si esercita il potere. Non per fuga, non per cotardia, non per vigliaccheria; soltanto perchè non lasciandosi corrompere dal "gusto" dell'esercizio del potere, caro Silvio, si può essere liberi.
Chiedi perchè abbiamo tanto da dire circa il tuo omonimo? ma a te appare che oggi ci sia un governo affidabile nel nostro paese? ogni giorno vengono rilasciate, per le tante questioni in agenda, decine di dichiarazioni che in breve vengono smentite, rettificate o comunque ritenute superate.
Immagina, Silvio, di non essere un italiano e di vivere in un qualsiasi altro paese del mondo (dico compresi Libia, Tunisia ed Egitto), immagina di vedere il nostro paese dall'estero ed allora dimmi, Silvio, in tale condizione quale è la tua valutazione dell'immagine del nostro martoriato paese?
Intanto un saluto, M@
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 29/03/11 alle 12:41 via WEB
Che una situazione è complessa non è una scusa per schierarsi con chi stà palesemente sbagliando.
Le nostre possibilità di incidere sono "oggettivamente" molto più alte di quelle che tu ritieni.
Lo dimostrano per esempio proprio i sommovimenti in atto (presupponendo che almeno quelli in Tunisia ed Egitto siano spontanei, e purtroppo ho dei dubbi).
Ma noi preferiamo credere che non possiamo fare nulla, quindi scegliere il solito "male minore" di chi crediamo faccia almeno in parte i nostri interessi, e quindi ci autocorrompiamo, più che automedicarci.
Le differenze, anche sottili, sono quelle che fanno comprendere quale è la giusta via, permettendoci di non schierarci con chi fa finta di essere dalla parte del bene comune, dei popoli.
Sono quelle differenze che ci ricordano i valori che dovremmo perseguire e quindi ci aiutano a discernere chi fa i propri interessi da chi segue quei valori.
Certo, dovremmo stare tutti dalla stessa parte, ma quella parte deve essere quella giusta, quella del bene comune, di tutti i popoli.
Quei "volenterosi" stanno solo dalla parte degli interessi economici della oligarchia dominante, e se ne fregano di qualsiasi valore, per come si stanno comportando.
Perchè quindi dovremmo stare dalla loro parte?
Per contrapposizione rispetto a Gheddafi?
Come al solito ci presentano due posizioni tra le quali scegliere, ma entrambi parzialmente o totalmente "immorali".
La posizione giusta è un'altra, più difficile, e che richiede ancora più coraggio e responsabilità.
La tua posizione non è precisa.
Quale sarebbe questa "parte ove non si esercita il potere"?
Se suggerisci che dovevamo prendere Ghededafi quando era a Villa Pamphihli stai chiaramente dalla parte del potere più forte di tutti, quello USA/FR/GB/IT ecc...
Quindi chiarisciti meglio, se non è quella la parte che intendi.
Quando inviti un potere che oltretutto non è tuo a commettere un atto immorale come quello, senza accorgertene ti fai corrompere proprio da quel "gusto" di cui parli.
Se non vuoi lasciarti corrompere, allora poniti dalla parte giusta, quella che forse può impedire a Gheddafi di bombardare civili inermi, ma che non ammette aiuti a ribelli armati, in particolare quando questi aiuti consistono in bombardamenti che uccidono persone, in fornitura di armi, addestramento, ecc...
Su Berlusconi, non vedi che sono 17 anni che gli si dà addosso per tremila motivi meno che per i motivi princip'ali?
Finchè lo si accuserà di cose che hanno fatto anche gli altri governi, finora non più affidabili dei suoi, finchè lo si accuserà di corruzioni presenti più o meno tutti i nostri politici, senza peraltro fare un minimo di mea culpa, non ce lo leveremo mai di torno, perchè mostreremo solo quanto siamo ipocriti.
Dovremmo invece evidenziare quei principi che da lui, così come da tnati altri politici ed imprenditori, sono quotidianamente calpestati.
Allora sì che avremmo la pseranza di levarcelo di toro.
Ma solo a patto che siamjo disponibili a levarci di torno anche la controparte, perchè non è dissimile da lui, in quanto ad ipocrisia.
Che senso ha continuare ad accusare Berlusconi dei suoi misfatti che tutti conosciamo, se non si propone una valida alternativa, utile al paese e soprattutto morale?
Ti pare morale offrire alla lega il federalismo in cambio di Berlusconi?
Ti pare morale presentare 10 milioni di firme per cacciarlo?
Sono solo alcuni degli esempi che mostrano il degrado morale anche della opposizione, che quindi non riuscirà mai a sconfiggerlo se non in situazioni particolari, come quella attuale.
Ma appena torneranno al governo mostreranno tutti i loro limiti, dureranno poco, come al solito, e tornerà di nuovo Berlusconi, o la figlia, vista l'età.
Da fuori ci vedono come un popolo che per quanto è corrotto è riuscito da una parte a premiare una figura come Berlusconi, e dall'altra a non trovare valide alternative.Ecco come ci vedono.
E finchè ci schiereremo come stai facendo tu, ovvero dalla parte del potere che ci fa comodo, invece che dalla parte del giusto, svilendo noi stessi, corrompendoci, degradandoci, sarà sempre così.
Beh, mi pare di averti risposto a tutto.
Passo alla "colonnella" ora...
Buona giornata Mario.
(Rispondi)
 
to_revive
to_revive il 28/03/11 alle 15:46 via WEB
La cosa schifosa e ridicola è che Gheddafi si è autoproclamato colonnello. Io ci ho messo il cuore e l'animo per diventarlo dopo numerose guerre e altrettante missioni. Ma un cecchino no?
(Rispondi)
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 28/03/11 alle 22:34 via WEB
"Cecchino" è la parola che Al Jazeera e tutti i media italiani asserviti a quella bandiera che tieni nella foto usano, come tante altre, per distorcere quello che stà accadendo in Libia, affinchè venga creato in noi quell'odio accecante che traspare dal tuo egocentrico commento rispetto ad una realtà che comprende molto di più che il diventare "colonnello".
Mi chiedo quali guerre e quali missioni, e quanti compromessi hai dovuto fare con la tua coscienza, per arrivare a fare un commento così fuori luogo come questo.
Mettere il "cuore e l'animo" nel fare la guerra... Dio santo...
Che Dio, se esiste, abbia pietà di te.
(Rispondi)
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/03/11 alle 01:27 via WEB
Silvio, come qualsiasi attività umana, anche i nostri commenti vanno letti tenendo conto del contesto e magari, con un po' di sforzo, anche degli antefatti, così come si può intuire dal mio primo commento, posizionato all'inizio, inteso a richiamare la funzione guida che dovrebbe esercitare la conoscenza dei precedenti storici.
Cecchino è una parola pesante di origine italiana per giunta, che può far apparire il protagonista un eroe o un vigliacco a seconda della parte dalla quale ci si pone o meglio ci si trova come attori o osservatori.
La signora to-revive (Greta o Colonnel) è un militare USA e certamente ha una visione della società diversa dalla mia come anche della tua, ma mi devi permettere, Silvio, di precisare che ho trovato in lei sempre profondo rispetto degli altri interlocutori anch'essi appartenenti ad aree sociali e politiche diverse e, talvolta, apparentemente contraddittorie.
Dio, per parte sua, a suo tempo saprà cosa farne di ciascuno di noi.
Volendo il riferimento potrebbe, paradossalmente, essere letto anche come battuta ironica ... considerando che ormai ci stiamo abituando ad accettare le peggiori soluzioni (dittatoriali o presunte tali), in assenza di alternative democratiche affidabili.
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 29/03/11 alle 12:58 via WEB
Riconosco di essere stato un pò aggressivo e me ne scuso.
Ma il succo purtroppo non cambia.
Gli antefatti, i precedenti storici, possono spiegare determinate azioni, comportamenti, od affermazioni, ma non le giustificano.
E quindi se c'è una palese ingiustizia quella resta.
Un cecchino non è mai un "eroe".
E' sempre uno che si nasconde e spara.
L'uso di questa parola è sempre negativo.
Persino in parlamento lo usano in questa valenza.
Fammi un solo esempio di uso positivo di questa parola. ;-)

Mi sono scusato per la mia aggressività, ma la mia confutazione resta.
Le esperienze di vita diverse non cambiano la gravità di fatti o affermazioni.
C'è un punto di vista che deve prevalere su tutte le personali esperienze, quando si parla di vita o morte.
Vorrei sapere da to_revive cosa intende per "amore e animo" nel partecipare a guerre e missioni.
E inoltre vorrei capire se quell'"amore ed animo" li ha messi principalmente per le guerre e missioni, o per diventare colonnello, visto il tenore del suo commento.
E ti invito a riflettere proprio sulla tua ultima affermazione.
Con questo post e la domanda che poni alla fine, sei proprio tu che ti stai abituando e quindi abitui anche chi condivide la tua impostazione, come si evince dai precedenti commenti, senza rendersi conto delle contraddizioni di fondo di quella tua domanda, ad accettare le peggiori soluzioni, come quella di intervenire militarmente in una guerra civile parteggiando per una parte piuttosto che un'altra e principalmente solo per tornaconti economici, invece di limitarsi a far rispettare i diritti umani.
L'alternativa democratica è quella che ho proposto io ed i pacifisti che finalmente cominciano a farsi sentire, se pur in ritardo.
Se non la propone uno dei poteri in gioco non è detto che si debba per forza schierarsi con uno di loro.
Si scende in piazza e si mostra la propria proposta.
E quando si vota si dovrebbe fare la stessa cosa, ovvero non votare se le alternative non sono moralmente accettabili.
E quindi partecipare attivamente alla politica per proporre la propria posizione, se non si è rappresentati da chi finora ha tentato di farlo.
Io non mi sto abituando ad accettare le peggiori soluzioni. Sei tu che lo stai facendo con quella frase finale del post.
(Rispondi) (Vedi gli altri 11 commenti )
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 30/03/11 alle 20:43 via WEB
CLIKKA E SCEGLI PER IL MIO REFERENDUM

In testa al blog ritrovi questo link che riporta alla mia <<pseudo-ironica>> proposta di referendum con 3 scelte invece delle solite due. L'interpretazione va contestualizzata nel momento a cui si riferisce ed è relativa allo svolgimento del referendum svolto presso la FIAT di Torino.
Leggo i tuoi commenti ed i messaggi nei tuoi blog cercando di cogliere i contenuti nel senso più positivo possibile senza alcun preconcetto. Non comprendo perchè vuoi posizionare me da una parte o dall'altra fra dittatori o diversamente prepotenti.
Quando scrivo <<Cecchino è una parola pesante di origine italiana per giunta, che può far apparire il protagonista un eroe o un vigliacco a seconda della parte dalla quale ci si pone o meglio ci si trova come attori o osservatori>> mi riferisco con chiarezza a ciò che le parti, di solito, credono, e non di certo a ciò che penso io.
Noi che navighiamo sul web ci conosciamo soltanto come blogger inteso nel senso più generico. Cosa possiamo conoscere dei nostri specifici mondi? di ciascuno di noi vediamo, reciprocamente, soltanto squarci che se non correttamente considerati possono farci apparire ombre proiettate su pareti in movimento che non permettono di acquisire alcuna certezza.
In testa al mio BLOG trovi queste poche parole:
Nessuna certezza: molti dubbi <<Siamo realisti, esigiamo l'impossibile>>. Questo è quello che penso io, questo è il mio programma, caro Silvio. Un caro saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 31/03/11 alle 22:45 via WEB
Hai fatto caso che chi tende a destra ha scelto principalmente la prima, chi a sinistra principalmente la seconda, e chi la vede come me, ad esempio Monica, ha scelto la terza?
Non devi leggere i miei commenti nel senso più positivo possibile, ma nel senso che più naturalmente viene inteso, perchè sarà quello il senso più diffuso.
E quindi, se secondo te ho sbagliato o non ben espresso qualcosa, è giusto che me lo fai notare, perchè quì siamo nel pubblico, ciò che si scrive viene letto, e bene o male ha la sua influenza sugli altri, nel rafforzare o mettere in dubbio i concetti dei lettori.
Se pur la tua domanda finale avesse avuto un tenore ironico, i commenti della maggior parte dei lettori sono lì a dimostrare come invece non abbiano riflettuto sulla gravità di un simile gesto, ma lo abbiano accettato come dovuto, solo perchè Gheddafi è un sanguinario dittatore.
Questo è l'indice del degrado attuale.
Di questo dovremmo discutere nel rispettivo argomento del mio gruppo, analizzarlo, e trovarne delle soluzioni.
Perchè questo degrado è diffuso in tutti noi, non solo in Berlusconi e compagnia.
Ed è questo il motivo per cui non riusciamo a ripulire le nostre istituzioni dal degrado morale.
Perchè noi della nostra generazione abbiamo dimenticato i valori fondanti nella loro radicalità, mentre i giovani cosa ancora più grave, non li hanno mai conosciuti, non avendone avuto esempio da noi genitori.
Non ti voglio posizionare per forza da una parte o dall'altra.
Sai bene che io mi attengo a ciò che si scrive, non forzo in base ai miei pregiudizi, e sto attento alle evoluzioni dei miei interlocutori, come le tue ultime, che seguo con attenzione.
Le mie confutazioni ora dipendono esclusivamente da ciò che hai scritto nel tuo post, confermato dalle reazioni dei tuoi lettori.
Se ora mi dici che effettivamente riscontri quanto ho riscontrato io, e che quella frase in finale è risultata più dannosa che benefica, allora ci intendiamo.
Se invece continui a insistere su ciò che eventualmente volevi far intendere, ma che come vedi dai commenti, che invece rispondono alla interpretazione che ne ho dato io, non hai fatto intendere, allora devi renderti conto che un conto (cacofonico, eheheh) è ciò che si vuole esprimere, e un conto ciò che di fatto si è espresso.
A volte coincide, a volte purtroppo no.
Per mancanza di chiarimenti che si ritenevano non necessari, o per semplici errori di sintassi, stà di fatto che è così.
A te quindi chiarirmi se volevi intendere ciò che la maggior parte dei lettori in senso positivo, ed io in senso negativo, abbiamo inteso.
Un cecchino non è mai un eroe.
Mai.
Il cecchino si nasconde ed aspetta un momento di distrazione del nemico per agire.
Il cecchino è tra gli aspetti più vili della competizione, guerra o votazione parlamentare che sia.
Non esiste un concetto positivo.
Se pur esistesse una guerra giusta, se in quella guerra io fossi il comandante, mai permetterei di utilizzare dei cecchini.
Ci sono dei valori che solo anime nobili riescono ad attuare anche in guerra, come quello di aspettare che l'avversario si rialzi quando cade, per permettergli di lottare ad armi pari, senza approfittare di eventuali debolezze.
Ed anche se c'è in gioco la vita.
Ma sono valori dimenticati, o mai conosciuti.
Da questo punto di vista credo abbia ragione Vito quando dice che alla base di tutto c'è l'educazione, l'istruzione, e Stella che spinge ancora più avanti il discorso, chiedendo di insegnare la materia de "l'Amore" nelle scuole.
Se pur tenera e apparentemente innocente, è indubbiamente la soluzione migliore.
Se la crediamo utopica è perchè non abbiamo il coraggio di prenderci la responsabilità di difendere l'Amore, non perchè è utopico, ma perchè nel profondo di noi stessi sentiamo di non esserne degni.
Non dire che ti esprimi con chiarezza, perchè la chiarezza si crede esista solo tra chi guarda le cose dallo stesso punto di vista.
Quando i punti di vista sono differenti, addirittura opposti, o su piani totalmente diversi, ogni virgola, ogni parola non detta, o enfatizzata, assume importanza opposta o diversa, e la chiarezza si raggiunge solo soppesando con molta più attenzione del solito le proprie parole.
La tua presunta imparzialità rispetto a quanto hai scritto viene obiettivamente confutata dalle mie obiezioni, se pur non era nelle tue intenzioni.
I "nostri spcifici mondi" sono solo punti di vista, esperienze parziali, di un mondo unico, globale, universale, ed è quello a cui dovremmo tendere, che dovremmo sempre cercare di avere in testa, il mondo globale, piuttosto che i nostri piccoli mondi provinciali. E comunque, se pur "provinciali", sono mondi solo apparentemente molteplici e molto diversi l'uno dall'altro.
In realtà gli "stereotipi" marcatamente differenti l'uno dall'altro di ogni società non sono così tanti, ed ogni singolo "piccolo mondo" si rifà ad uno di questi stereotipi, facilmente individuabili, perchè purtroppo non naturali, ma forniti come modelli proprio dalle nostre società.
Rispetto a questi stereotipi le differenze, se pur per ognuno di noi importanti, sono poco significative, viste da un punto di vista globale, così come se in una comunità di pinguini si conosco individualmente, e riconoscono tra loro enormi differenze, sono ai nostri occhi praticamente tutti uguali, stessa conformazione di base, stessi comportamenti.
Non per questo intendo sminuire queste differenze.
Anzi, sono il bello della vita.
Hai ragione, ciò che vediamo è solo l'ombra di noi stessi proiettata dalla luce del fuoco sulle pareti della caverna, ma chi di noi è uscito fuori da quella caverna ed è consapevole che sono solo ombre, e chi invece non essendone mai uscito crede che siano l'essenza dell'essere?
Se non se ne discute a fondo, se si sorvola, su dettagli che pur possono sembrare insignificanti, non si scoprirà mai.
Quindi, ben venga un giudizio, a patto che sia fatto con educazione (ed infatti mi scusai), e pronti a ritrattare se si rivela sbagliato, piuttosto che il silenzio, la paura del confronto, la paura di scoprire che ciò che credevamo fosse essenza di noi erano in realtà solo ombre di noi stessi.
Socrate ci mostrò come possa essere possibile essere ingannati da apparenza che ci sembra realtà perchè mai conosciuta.
Ma ci ha dato anche lo strumento della logica, applicata con la dialettica, come filo di Arianna per guidarci verso l'uscita di quella caverna.
Utilizzarlo fa male, perchè distrugge le nostre false certezze acquisite, ma non utilizzarlo è peccato mortale, perchè ci nega la diretta luce del sole fuori della caverna, sotto il magnifico cielo azzurro, condannandoci alla luce riflessa nella triste penombra di una putrida caverna.
Ok, bello il toui programma.
Mi è sempre piaciuta quella frase.
E allora, esigilo questo impossibile, e vai fino in fondo.
Solo avendo il coraggio di arrivare al limite, ci si può affacciare e vedere cosa c'è oltre, e quindi scoprire l'uscita della caverna.
E quindi, esigiamolo questo "impossibile"!
Ovvero, per dare un esempio pratico, ok, questo è il tuo programma in generale.
Ora applicalo al caso "Libia", e dammi la tua soluzione dettagliata, così come io ho proposto la mia.
In questo modo potremo discutere di qualcosa di concreto, altrimenti è solo filosofia, o ancora peggio retorica.
Non prendere mai i miei commenti come attacchi cattivi, ma come stimoli, se pur a volte alquanto fastidiosi. ;-) Un caro saluto a te Mario.
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 02/04/11 alle 00:40 via WEB
Prima, Silvio, un fermo immagine del nostro stato d'animo con il quale trascorriamo queste tristi giornate, che riporto dalla nostra amica Monica e che mi sono permesso di condividerne lo struggente dolore. dal blog di ladymarianna0

Ordinaria agonia
Post n°470 pubblicato il 29 Marzo 2011 da ladymarianna0
Tag: dolore, pianeta terra, rabbia, sfoghi, vita

Il senso di angoscia mi invade...
refoli di vento mi sospingono
sui bordi di una nuvola
e da li osservo il mondo…

Nessun arcobaleno attraversa le mie iridi cangianti
Nessun canto riecheggia nella testa
Solo il respiro affannoso e lento
di un pianeta agonizzante
che rimbomba nel cuore...
Il dolore si srotola come un rosso sudario
nel disincanto che oscura l’anima
Solitudine e disperazione
si sbattono su fragili promontori
di presunta onnipotenza
di questa inconsistente umanità…

Malgrado le nostre colpe il sole trionferà ancora e nuova luce ci benedirà…

L'unica salvezza è l'Amore
anelito di pace che attraversa il cuore
nell'istante in cui riconosce l'Altro come Uomo
Lady (Monica)

Scrivo per spegnere la rabbia, riempio
una pagina di parole per colmare
un vuoto scavato da mille perché…
Scrivo con l’urgenza di attenuare il dolore per lo scempio che è sotto i nostri occhi compiuto quotidianamente da questa dolente umanità cui appartengo…
Il mondo è nostro, noi siamo il mondo… e vorrei che “un mondo diverso” accogliesse chi lo abiterà domani: i nostri figli…
Monica
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 02/04/11 alle 01:57 via WEB
Consideriamo, con arrotondamento in eccesso, la popolazione della Libia pari a 7 milioni di persone corrispondente a circa un millesimo di quella mondiale.
Consideriamo che la Libia è abbastanza ricca di risorse naturali ed è dotata di ampi territori recuperabili anche per attività agricole e turistiche.
Consideriamo che nel mondo ci sono oltre un miliardo di persone, corrispondenti a circa 150 "libie equivalenti", che soffrono la fame, cioè non hanno il necessario per sostenersi.
Consideriamo, inoltre, che ci sono almeno altri due miliardi di persone, corrispondenti a circa 300 "libie equivalenti", in notevole difficoltà di sopravvivenza.
Consideriamo che circa il 15% della popolazione mondiale consuma oltre i 3/4 delle risorse mondiali dispobibili. Circa 6 miliardi di persone, di conseguenza, hanno complessivamente disponibile solo 1/4 delle risorse disponibili
Mi chiedi cosa si sarebbe potuto fare, in questo scenario così sbilanciato e disordinato, per tentare prevenire l'attuale guerra civile e l'intervento internazionale in Libia.
Certo non posso avere io una qualche ricetta ne la presunzione, come semplice cittadino della strada, di potere emettere critiche avventate, magari senza la possibilità di sostenerle per evidente mancanza di riferimenti oggettivi e documentati.
Sulla base dei semplici e sintetici dati innanzi considerati, però, qualcosa si può affermare.
Noi, appartenenti al citato 15% dobbiamo renderci consapevoli che è necessario rinunciare agli abusi che sinora abbiamo perpetrato soprattutto nei paesi appartenenti al continente africano. Nel caso specifico in riferimento all'ultima frase del post perchè non avremmo dovuto avere il coraggio di spiegare al "colonnello" che il suo modo di esercitare il potere non è da noi condiviso? come governo, o almeno come opposizione o ancora come semplice popolazione?
Perchè tolleriamo che il nostro tizio continui a fare sceneggiate come quella che è andato a fare a Lampedusa mercoledì scorso? ...perchè ed a quale tittolo va a promettere di voler fare un campo da golf mentre ci si trova in uno scenario quasi apocalittico?
Si potrebbero citare tanti punti, Silvio, ma ciò non cambia niente.
Cosa fare qui in questo mondo virtuale? nello specifico come semplici blogger? noi dovremmo essere sempre critici contro tutti coloro che esercitano il potere senza lasciarci condizionare dall'appartenenza a qualche pensiero politico. Credo che addirittura chi possiede pensiero politico affine a coloro che comandono dovrebbero essere i migliori critici e non viceversa come di solito notiamo. U saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 02/04/11 alle 12:36 via WEB
qualche altra voce da ascoltare e condividerne i sentimenti

Se io fossi un tunisino
di ADRIANO SOFRI
METTIAMO che io sia un tunisino di vent'anni su uno spiazzo di Lampedusa. Aspetto di essere imbarcato ma sotto il maestrale il mare urla e biancheggia. La polizia ci ha tolto, uno per uno, le cinture dei calzoni e i lacci delle scarpe. (Dove le metteranno? Ce le restituiranno?).

Perché ce le tolgono? Come potremmo minacciarli con i lacci da scarpa? Forse vogliono impedirci di impiccarci. Ma allora sta per succedere qualcosa di così terribile che vorremo suicidarci? In ogni caso, è davvero umiliante essere spogliati dei lacci e restare coi pantaloni in mano.

Mettiamo che io sia un poliziotto di vent'anni e stia ritirando lacci e cinture a questi tunisini, ragazzi per lo più, che continuano a dire "Italia Italia" e "Libertà libertà". Mi hanno mandato qua - avrei voluto venirci in vacanza - e da 48 ore stiamo occupandoci, senza dormire e mangiando male, di questi disgraziati che non mangiano e non dormono. Pare che, una volta salpati, li porteremo indietro a loro insaputa in Tunisia. Sarà per questo che gli leviamo cinture e lacci, perché non si impicchino per disperazione. Ma se si immagina che possano farlo, che cos'altro si deve aspettarsi che facciano?

Mettiamo che io sia un abitante di Lampedusa, non so, un pescatore. Non ho niente, davvero, contro questi spiaggiati. Le loro facce mi sono familiari, con tanti di loro ho parlato. So quanti se ne perdono in questo mare di annegati. So che vengono a cercare l'Italia, l'Europa, e l'Europa e l'Italia li fermano qui, a Lampedusa, e la mia isola diventa una zattera alla deriva che affonda sotto il peso dei suoi naufraghi, e nessuno vuole soccorrerla.

Mettiamo che io sia io. Mi è facile (all'inizio, almeno) mettermi nei panni di un ragazzo tunisino o di un poliziotto in trasferta a Lampedusa. Nei panni miei, mi chiedo costernato come siamo arrivati a questo punto. Dopotutto, sono sì e no due mesi. Si è gridato all'invasione, all'Europa indifferente, e si è lasciato che l'alta marea di persone sommergesse Lampedusa, giorno dietro giorno, fino a devastarne la vita quotidiana, e abbandonando all'indecenza i nuovi arrivati. Dapprincipio mi sono detto, ci siamo detti in tanti, che era la scelta deliberata e allegra di un governo alle prese con un mare di guai: era così infatti, e poi la Libia e il Giappone sarebbero arrivati di rincalzo a far da palo a un governo che intanto borseggiava il processo breve e qualche altra porcheria d'interesse privato. Fino al giorno in cui il gioco si è svelato teatralmente sulla doppia scena della visita del capo del governo a Lampedusa, un'esibizione con pochi eguali nella storia del caudillismo contemporaneo, e del parlamento, un parlamento senza eguali nella democrazia contemporanea. Ma intanto si capiva che il cinismo grossolano di quel calcolo si andava ritorcendo giorno dietro giorno contro i suoi autori, e che prendeva il sopravvento la loro insipienza. Hanno detto di tutto - che li pagheremo perché tornino indietro, che gli faremo un campo di tende perché restino nell'isola, che li manderemo a casa della Merkel, che li riporteremo manu militari al loro paese, nolenti loro e il loro governo e le loro acque territoriali: e fatto niente.

Il maestrale ha regalato una dilazione di forza maggiore. Ma le scadenze sempre più solenni e ultimative del capo e dei suoi uomini - 24 ore, 48, 60, e tutto sarà risolto! - suonavano vecchie, e mostravano la sostanza. C'è una moltitudine di rifiuti da smaltire, come a Napoli, come all'Aquila. Monnezza a Napoli, terremotati all'Aquila, rifiuti extracomunitari a Lampedusa: e la stessa soluzione, spazzarli qua e là, alla rinfusa, con le cattive o con le buone - le buone, una villa trattata su e-bay, un nobel o un casinò a Chiaiano o Lampedusa o Manduria. Quanto alle cattive, basta un tipo addolcito dalla malattia che biascica "Fuori dalle palle!", e l'intendenza seguirà. Così la vergogna travolge gli argini, sommerge prima i piani alti, poi i mediani, infine anche i piani bassi e gli scantinati.

In questa combinazione di trivialità, incapacità e inumanità non è facile dire che cosa bisognerebbe fare. È più facile farlo. O almeno, qualcuno lo fa. Ieri monsignor Crociata ha comunicato per conto della Cei che "come Chiesa italiana attraverso le diocesi e le strutture della Caritas, abbiamo individuato 2.500 posti disponibili per accogliere altrettanti immigrati in 93 diocesi italiane". Il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, ha sventato l'ukaz ministeriale che concentrava e recintava nella palude di Coltano (Pisa) centinaia di migranti così da avventarli contro la gente del posto e, capolavoro, i residenti rom, offrendo di ospitare lo stesso numero di persone in strutture di località diverse e in gruppi di poche decine, e "senza filo spinato". Immagino che iniziative così ce ne siano tante e ignorate, a compensare gli smaglianti rifiuti di autorità varie di ogni latitudine - e specialmente delle più alte. Andrebbero censite e messe a frutto, tanto più di fronte alla disfatta di un modo di governo che si nutre propagandisticamente dell'emergenza e nell'emergenza vera soccombe.
Mettiamo dunque che io sia io, nei miei panni, e ciascuno di noi si metta nei suoi panni personali. La cosa ci riguarda? O pretendiamo che la nostra condizione di individui ci esoneri (e ci impoverisca) di una parte di responsabilità? Ci sono tutti questi esseri umani che si mettono in viaggio avventurosamente e dolorosamente in cerca di una vita migliore, che somigli un poco di più alla nostra.

Vedete, ogni discorso sull'immigrazione, sui profughi e sui viaggiatori (i "clandestini"!) che non rinunci del tutto alla nostalgia per una fraternità umana, viene tacciato subito di buonismo, cioè di una bontà di maniera. E messo a tacere dalla frase definitiva: "Prenditeli a casa tua!" La frase è cattivista, ma ha una sua utilità, e non è affatto imbattibile. Non solo perché ci sono molte persone che se li prendono, "a casa propria". Ma mi interessa che cosa fanno gli altri, che cosa facciamo noi altri. Avere una casa propria, e "una stanza tutta per sé", è ancora un gran privilegio sul nostro pianeta, ma è anche una condizione preziosa di libertà e di civiltà. I privilegi, anche quelli che non implicano una soperchieria diretta sulla povertà altrui, sono a rischio.
I nostri pezzi grossi si riempiono la bocca di parole tolte al loro contesto reale. Berlusconi ieri, Dio lo perdoni e non lo sentano a Sendai, ammoniva sullo "tsunami umano" che ci sta travolgendo; e in Tunisia sono entrati 200 mila profughi dalla Libia. Così è per la parola "invasione": "È una vera e propria invasione!". No, naturalmente. Non è un'invasione vera e propria. Ma le invasioni succedono davvero, sono successe al tramonto di altri imperi, e quando succedono, abbiano una ragione o no (se la fanno, una ragione), entrano senza bussare.

Finché dura, assottigliandosi, l'età del nostro privilegio, piuttosto che gridare "Fuori dalle palle!", conviene versare il nostro modesto contributo supplementare per l'usufrutto del metro quadrato che ci è toccato in sorte. Se non siamo tipi da spartire il mantello col povero che trema, e anzi per tenercelo, il mantello, regalargli un cappotto in saldo, prima che gli venga un'altra idea. Spendere qualche energia e qualche soldo in aiuti, prima di rovinarsi in guardie giurate. Ho detto che conviene: se poi ci riuscisse di farlo con una specie di gioia, sarebbe fantastico.
(02 aprile 2011) © RIPRODUZIONE RISERVATA http://www.repubblica.it/politica/2011/04/02/news/se_io_fossi_un_tunisino-14394524/?ref=HREA-1
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 02/04/11 alle 22:20 via WEB
Rispondendo a te stesso hai fatto sì che le mie ulteriori risposte si mostrino in ordine cronologico contrario... ;-)
Appena leggo quel nome, Sofri, provo una certa repulsione, ripensando a cosa ha combinato.
Ma pare abbia pagato.
E comunque ciò che ora scrive mostra notevole umanità.
Ma la sua proposta di soluzione è debole, uno sparuto abbozzo non ben definito.
E' il limite di molti, ora.
La nosta frustazione.
La mia risposta la sai, l'hai vista formarsi, e poi nascere, e crescere, anche se poco per ora, nel tempo, e te l'ho ribadita in uno di questi scoordinati commenti.
Definiamo un progetto, fattibile, se pur difficile, e non ci sentiremo più impotenti.
Dopotutto pare che in Egitto e Tunisia abbiano rivoltato la situazione in soli 18 giorni... ;-)
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 02/04/11 alle 23:32 via WEB
X - Silvio.Perroni il 02/04/11 alle 22:20 via WEB

Per l'articolo di Sofri precisavo di "condividerne i sentimenti" espressi che assumono, appunto, un più rilevante significato in quanto manifestati da una persona che ha seguito un percorso "diciamo di recupero" rispetto ad una grave condanna pronunciata dopo un lungo e controverso iter giudiziario (secondo me con una certa dignità non presente i altri).
Io, come sai, appartengo alla sua stessa generazione e quindi ho avuto la possibilità di vivere, anche se in modo molto marginale, i drammatici avvenimenti che accaddero negli ultimi anni sessanta ed i tormentati anni settanta. Qualche riferimento si ritrova in vecchi post.
La soluzione non credo che sia in possesso di qualcuno, penso che come qualcuno va ripetendo, è necessario bandire la "guerra" con le stesse modalità di come nei secoli si è riusciti, quasi del tutto, a sconfiggere la schiavitù.
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 03/04/11 alle 01:45 via WEB
E infatti è esattamente quello che ho scritto io, su Sofri.
Solo che ho aggiunto che la sua conclusione esorta come spesso accade in generale, ovvero lasciando quella sorta di sensazione di impotenza che puntualmente contribuisce a ridurre la nostra capacità di reazione, alla quale siamo ormai abituati da troppo tempo.
Perchè dobbiamo aspettare il peggio, quando, come disse Gramsci, l'unico modo per riparare sembra necessitare di uso di violenza?
Tu pure, sulla stessa falsariga, concludi dicendo che "la soluzione non credo che sia in possesso di qualcuno", dando una ulteriore mazzata a chi aveva ancora un barlume di speranza di trovare una via per reagire.
Poi dici che è necessario bandire la guerra, e per farlo ti agganci in modo generico a "le stesse modalità di come nei secoli si è riusciti... a sconfiggere la schiavitù".
Ma per dare alla gente una speranza è necessario mostrare un progetto fattibile, preciso e dettagliato.
E condiviso da un numero sufficiente di persone che mostrano determinazione nel perseguire quei valori della cui testimonianza mai come ora ne abbiamo bisogno.
E allora, non basta dire "aboliamo la guerra".
E' necessario dimostrare come sia possibile farlo, nel singolo caso, dando proposte precise.
La proposta di soluzione pratica è quella che rivela anche a chi non è uso ad elaborati arzigogolamenit filosofici come sia realizzabile un concetto che altrimenti sarebbe relegato a solita utopia.
Per proporre una soluzione pratica è necessario fare prima proprio quell'esercizio di immedesimazione che ha fatto Sofri, per rendersi conto dei reali termini del problema.
Ma poi tocca trovarla, questa soluzione. Precisa, chiara, inequivocabile.
E tale soluzione in questo caso è quella, al momento attuale, di alzare innanzitutto la voce (parlo limitatamente al governo italiano) per contestare gli interventi in atto, volti chiaramente non alla sola protezione dei civili, ma allo spodestamento dell'attuale governo in Libia, che già di per sè è contro ogni diritto internazionale che si fondi sulla libertà e sovranità degli stati al pari di quella degli individui.
Se ci aggiungiamo che per perseguire quel fine ammazzano e feriscono esseri umani, e distruggono edifici, l'immoralità di questi interventi si mostra in tutta la sua gravità.
E per far pesare questa posizione, potremmo minacciare di togliere loro l'uso delle nostre basi.
Allo stesso tempo, visto che i "volenterosi" per giustificare le loro azioni si basano su una presunta mancanza di chiarezza della risoluzione ONU, l'Italia dovrebbe premere sulla stessa ONU per chiedere una ulteriore risuluzione che chiarisca senza dubbi che il fornire armi ai ribelli, nonchè bombardare l'esercito in fase di attacco dei ribelli stessi non è più considerabile come il perseguire unicamente la protezione dei civili.
L'eventuale risoluzione potrebbe scendere fino a dettagli di modalità di azione, impedendo esplicitamente bombardamenti quando siano i ribelli ad avanzare, permettendoli solo quando sia l'esercito ad attaccare, e limitatamente alla zona dell'attacco, non addirittura basi e caserme lontane centinaia di chilometri.
Così come la risoluzione dovrebbe essere applicata anche al contrario, minacciando gli stessi ribelli, sempre e solo col fine di difendere i civili, di azioni contro di loro se passassero da una pura azione di difesa ad azioni di attacco, così come invece è accaduto e stà accadendo.
Vietare il riconoscimento di un governo dei ribelli, finchè non terminino i combattimenti e si instauri un confronto politico.
Ovvero, raggiungere lo scopo di un cessate il fuoco, anche imposto con la forza, da entrambe le parti, non solo da parte delle forze di Gheddafi.
Obbligare i ribelli a deporre le armi, facendosi garante proprio l'ONU della loro sicurezza, con le stesse forze che ora invece li affiancano nel tentativo di vero e proprio colpo di stato.
Anche i bombardamenti iniziali, l'attuazione della no-fly zone, sarebbero stati non necessari se la prima risoluzione avesse previsto da subito tutto questo, ed avvisato che dal giorno tot alla ora tot aerei "ONU" avrebbero sorvolato la Libia per proteggere i civili, e qualsiasi azione contro di loro sarebbe interpretato come atto di guerra.
Gheddafi non avrebbe avuto il coraggio neanche di sfiorarli.
E si sarebbe ottenuto il risultato senza alcun spargimento di sangue se non quanto già inevitabilmente sparso.
Su questa falsariga di ulteriori possibilità di intervento ce ne sarebbero state molte altre, se solo ci fosse stata la voontà.
Ma non c'è stata.
E allora bisogna prenderne atto, e comprendere che se il nostro governo non persegue il giusto fine, siamo noi che dobbiamo scendere in piazza per chiedere di eseguire quanto è giusto fare.
Avremmo dovuto farlo a suo tempo, subito.
Purtroppo eravamo in pochi all'inizio ad avere il coraggio di dire apertamente che i ribelli avevano sbagliato ad imbracciare le armi, e che l'ONU doveva intervenire solo nell'impedire l'uccisione di civili, non nell'aiutare i ribelli in un colpo di stato.
Comunque, meglio tardi che mai.
Oggi sono scesi in piazza.
Io purtroppo non ho potuto andarci.
Ma ci sono stato sabato scorso, quindi in parte ho la coscienza a posto.
In parte...
Ovviamente questa è solo una emergenza.
L'azione più importante è quella di portare avanti una politica che impedisca di contrattare con dittatori, e che invece imponga sanzioni, e congelamenti dei beni, e tutto il possibile per pressare senza guerre.
Ed ovviamente tentando di coinvolgere in questo tutte le altre nazioni.
Con una risoluzione ONU chiara, ad esempio.
E se già c'è, allora ribadirla, a piena voce.
Altro punto da portare avanti è l'eliminazione del diritto di veto che impedisce all'ONU di essere veramente democratica ed efficace.
Se ci aggiungi gli altri punti che ho elencato negli altri commenti quì sparsi, c'è già di che tirar giù un vero e proprio programma politico, con i punti principali necessari affinchè la moralità ed i giusti valori e il diritto al lavoro e ad una vita dignitosa dei popoli vengano riportati in auge nel mondo.
Se i nostri governanti non ci ascoltano, allora dobbiamo scendere in piazza ad elencare questi punti, e contemporaneamente organizzarci come partito politico per portarli a votazione e quindi in parlamento e quindi realizzarli, prima localmente, poi in Europa, e financo in altri continenti, organizzando il partito in partito transnazionale.
E' tutto possibile, basta la volontà.
Anche economicamente è possibile.
Un misero euro al mese per ogni partecipante, per due o tremila partecipanti, permette già una certa indipendenza economica e quindi possibilità di cominciare a costruire il partito fisicamente.
Se si arriva a 10.000, od anche se chi può fornisce di più, 10 euro, 50 euro, secondo possibilità, diventa chiaro come tutto possa essere fattibile.
Basta volerlo, basta avere fede.
Basta capire che non c'è altro da fare, se non lamentarsi addosso.
Smettiamola quindi con le solite ipotesi di soluzione generiche, o con le solite conclusioni sconfortanti e deprimenti.
Cerchiamo di essere positivi: pretendiamo l'impossibile, e per ottenerlo, agiamo!
(Rispondi)
 
 
 
 
ladymarianna0
ladymarianna0 il 02/04/11 alle 19:43 via WEB
Che cosa si potrebbe fare? La situazione è collassata, l'emergenza è tangibile... Credo che questa sia una circostanza in cui mettere da parte schieramenti, credo politici, appartenenza e dedicarsi TUTTI, COESI E COLLABORATIVI affinché si trovi una soluzione il più possibile idonea, ignorando per una volta i conflitti e polemiche di palazzo... Si tratta di esseri umani, non di un carico di container di merce qualunque... Parliamo di UOMINI e DONNE disperati che mettono a repentaglio la propria vita e non solo, per un semplice obiettivo: continuare a vivere (o sopravvivere...) Grazie Mario, Monica
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 02/04/11 alle 22:14 via WEB
No no caro Mario, non ti ho chiesto cosa si sarebbe potuto fare in uno scenario così disordinato.
Ti ho chiesto cosa si può fare, ora, adesso, nello scenario ben delineato che è quello di ribelli armati aiutati attivamente da Francia, Gran Bretagna, ed USA, non unicamente a difendere la propria vita dall'esercito libico, ma addirittura a tentare di conquistare Tripoli, uccidendo e ferendo forzatamente degli esseri umani, palesemente contro la risoluzione ONU che vule solo la protezione dei civili.
Se condividi questa mia rappresentazione dimmi cosa faresti tu, se fossi "il tizio".
Se non la condividi spiegami dove mi sbaglio.
E tuttavia, rispondo anche allo scenario "disordinato" che mi hai rappresentato, che è quello mondiale.
Il problema sono le multinazionali, strumenti di poche centinaia di famiglie nel mondo, che detengono il potere globale.
Finchè i nostri governi le aiuteranno a sfruttare i popoli del terzo mondo, e a lucrare sulle differenze di valuta e costo del lavoro, e a contrattare con dittatori corrotti, sarà sempre così. E' inutile quindi attaccare in continuazione Berlusconi sulle sue cazzate.
E' più utile fermarsi un attimo, capire che il liberismo, il mercato libero, le privatizzazioni, hanno aiutato queste famiglie ad aumentare il loro potere, e che quindi è necessario ritrovare quei paletti che una volta esistevano per proteggere i popoli dal troppo potere acquisito da singoli, ma che ora pare siano tabù.
Ricordarci di quei valori che ci impedivano di diventare facilmente ricchi, di aver fiducia in quei facili ricchi, di accettare qualsiasi contratto perchè nel mondo del "business" tutto è lecito....
Proprio oggi leggo che Tremonti intende ristatalizzare.
Montezemolo per questo si indigna e decide di "scendere in campo".
E Bersani che compiaciuto di questa intenzione di Montezemolo dice: "finalmente".
Tremonti, partito liberale, proprio perchè nonostante tutto con quel suo faccino è in buona fede, e non è del tutto stupido, dopo 17 anni stà scoprendo come funziona il mondo, e cerca di porvi riparo, pensando, per quel che può, al bene comune.
Montezemolo, sorridente "innocente" ricco benpensante, si scandalizza per questo trito tentativo restauratore.
E Bersani, novello liberista con una posticcia etichetta ingiallita di ex-comunista che non vuole togliersi di dosso, perchè richiama ancora i suoi ormai da decenni traditi elettori, approva contento questa scesa in campo.
Cosa aspettiamo, mi chiedo, per levarci di torno tutti questi incapaci ed incompetenti della vita?
Quanti danni dovremo subire ancora da Tremonti, prima che si illumini del tutto, e quanti da Montezemolo, che solo ora comincia il suo percorso, partendo da quei valori che persino la Gran Bretagna, che addirittura dai banchi dei conservatori oggi dice che vuole colmare il divario tra ricchi e poveri, stà ora ripudiando?
E quanti ancora ne dovremo subire da Bersani e compagni, dai quali non avremo speranza di illuminazione nemmeno dopo morti? Nemmeno fra due secoli?
Noi, che i giusti valori li teniamo nel cuore da quando ci spiegavano il vangelo da piccoli, non per credenza religiosa, ma perchè sono i valori della umana, pacifica, e giusta convivenza, siamo molto più saggi di loro.
Troviamo quindi il coraggio quindi di farci carico del peso dei problemi della nostra società, e proviamo da noi ad autogovernarci, con i mezzi che la Costituzione fornisce.
O almeno di scendere in piazza per dire semplicemente "basta".
Ma per carità, ritroviamo i valori della vita.
Ora, tu stai tentando di trasformare la frase "non sarebbe stato più semplice catturarlo quì?", nella "perchè non avremmo dovuto avere il coraggio di spiegare al 'colonnello' che il suo modo di esercitare il potere non è da noi condiviso?".
Spero bene che ti renderai conto che le due affermazioni non sono la stessa cosa.
Avremmo dovuto manifestare in tanti, come e più di quanti eravamo nel "NOBDAY", per dire a Gheddafi che doveva liberare il suo popolo, e ai nostri poitici e governanti che fare ocntratti con dittatori è immorale.
Questo sì.
Ma quella frase che hai scritot nel post è tutt'altra cosa.
Contiene in sè una violenza, una mancanza di rispetto nei valori fondanti dell'umanità, perfettamente corrispondente al degrado attuale.
"Cosa fare in questo mondo virtuale?"
Smetterla di seguire puntualmente la cronaca, e Berlusconi, ma prenderla eventualmente solo come spunto, e raramente, mentre in ogni nostto post ricordiamo i valori che ci siamo ormai dimenticati.
Aggregare ed organizzare persone chiedendo loro di fare insieme qualcosa, a partire dal prendere coscienza di cosa vuol dire farsi realmente carico dei problemi della società, informarci sui nostri diritti e possibilità di partecipazione attiva, creare una forza che insieme ad altre si unisca per ritrovare e realizzare quei valori che ci siamo persi per strada.
Questo è un ottimo strumento per farlo.
Facciamolo.
Informiamoci, prepariamoci, e poi agiamo.
Non siamo semplici blogger.
Noi siamo molto di più.
Noi siamo esseri umani che comunicano, ora, attraverso i blog.
Ma abbiamo tutte le possibilità di discutere tra noi per defnire un progetto da percorrere, un progetto che possa diventareà realtà, fuori da questo virtuale, trasmettere la voglia, la speranza, e la possibilità di farlo, così da infondere energia agli altri che ci leggono, energia che si trasformerà in azione.
Ecco cosa dobbiamo fare, invece di continuare a lamentarci e piangerci addosso, di usare il "dovremmo fare" invece del "facciamo".
E allora, "facciamo".
Io un gruppo con esattametne questo scopo l'ho creato. Purtroppo non ho il tempo per seguirlo a dovere, ma se non fossi solo, se ci fossero anche solo 5 persone che avessero la metà della voglia che ho io, e il doppio del tempo, quel gruppo sarebbe già di molto più avanti di ora.
Non ti dico di partecipare al mio gruppo, ma almeno di farne uno tuo, orgnizzarti tu, con altri, per qualcosa di simile.
Usciamo dalla mentalità del "criticare", ed entriamo in quella del porci i problemi, trovare le soluzioni, e come realizzarle.
Ovvero, "proviamo a fare vera politica", "insieme sulla terra"! ;-)
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 02/04/11 alle 20:40 via WEB
Bello. Struggente. L'avevo già letto da Monica, ma non ho commentato, che col poco tempo che ho preferisco intervenire dove trovo qualcosa da ridire, per ottimizzare. ;-)
Ma la rabbia deve essere convertita in voglia di fare qualcosa. Il mondo continua ad essere bello. Noi lo sappiamo che le guerre passano, gli uomini passano, ma il sole ed il cielo resteranno lì per parecchio ancora. Dobbiamo solo trovare il modo di insegnare a questi poveracci a rallentarsi, frenarsi, guardarsi, e scoprire che stanno correndo verso la loro morte essendo già morti dentro.
Ci sono solo due modi per venirne fuori, perseguibili conemporaneamente. Creare dei movimenti politici che si riprendano gli spazi finora lasciati a quei poveri di spirito, e scendere in piazza, senza bandiere, semplicemente per dire basta a tutti loro. Scendere in piazza, tutti i giorni, ad oltranza, finchè non se ne torneranno in silenzio nelle loro tristi case.
(Rispondi)
 
 
 
 
to_revive
to_revive il 07/04/11 alle 16:06 via WEB
I cecchini sono soldati o sono vigliacchi. Si applaudono quando, per salvare la vita a 20 ostaggi, sparano al rapinatore che li tiene sotto tiro, sono vigliacchi se sparano in guerra. Ma un Gheddafi un colpo in testa lo meriterebbe perchè chi usa gli scudi umani è indegno di vivere. CHi affama il suo popolo è indegno di esistere. Dietro ad una divisa ci sono lacrime, dolori, emozioni. Io in guerra ho visto bimbi mangiare la terra per riempirsi la pancia, ho visto donne stuprate, ho riportato a casa il mio sposo, militare anche lui in una cassa ed ho perso un figlio. I miei gradi sono nati e cresciuti con me, con la lealtà, l'amore per la bandiera,il sacrificio. I suoi (di gheddafi) sono spuntati così...dal nulla per un capriccio. Ci si dimentica facilmente di chi è costui e di Ustica e della strage di Lockerbie. Io sono una donna moderata, mai sopra le righe ma senza certi elementi il mondo starebbe meglio.In quanto a DIo, mi creda, io sono credente. Un giorno Lui mi giudicherà e stia pur certo che non temo quel momento. Grazie M. per l'arringa in mia difesa; hai saputo cogliere l'essenza di me, quella che solo chi mi ha letta dall'inizio conosce. Un abbraccio
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 09/04/11 alle 09:41 via WEB
No, io non applaudo al cecchino che spara al rapinatore che tiene sotto tiro gli ostaggi.
Non condivido neanche quella situazione.
C'è quasi sempre una terza possibilità, che è quella di evitare la morte sia degli ostaggi che del rapinatore, se si ascoltano le sue richieste e si tenta di dialogare.
Spesso se ne viene fuori senza vittime.
Gli "scudi umani" non li ha usati Gheddafi contro la loro volontà, ma sono persone che credono in lui e che quindi si sono esposte volontariamente.
Vista sotto questo punto di vista non mi pare sia giusto dire che è degno per questo di meritare un colpo in testa.
Il reddito medio dei libici è il più alto di tutta l'Africa, e ci sono sempre più famiglie italiane che ormai hanno un reddito inferiore a quello medio libico.
Sicuramente Gheddafi è stato avvantaggiato dal fatto che la popolazione libica è molto bassa, e che i proventi del petrolio sono sufficienti a farli vivere decentemente, oltre che a soddisfare la sua indubbia voracità.
Ma stà di fatto che il tenore di vita dei libici è più alto di tutti gli altri.
Non ho mai visto tra i pur tanti emigrati arabi un libico.
Quindi, se per questo Gheddafi merita un colpo in testa, allora lo meritano molto di più dittatori ben più spietati, che nel resto dell'Africa ed in altri posti del mondo fanno molto di peggio ai loro popoli.
Certo che anche dietro una divisa ci sono lacrime ed emozioni, siamo tutti esseri umani.
Ma una divisa uccide.
E quelle lacrime ed emozioni, se pur umane, non pareggiano i conti.
Comprendo le sofferenze che hai potuto passare sia guardando le sofferenze degli altri, sia in particolare riguardo al tuo sposo e a tuo figlio.
Ma è la stessa guerra a causare quelle sofferenze e quelle vittime.
Non è mai esistita e mai esisterà una guerra che porta la pace, quella vera, quella che svela come si possa vivere in serenità per sempre.
La pace ottenuta tramite una guerra è solo un armistizio, prima o poi finisce, perchè i motivi per cui la guerra che si è voluta estinguere con la guerra non sono debellati.
Non metto in dubbio la tua buona fede nella lealtà e l'amore per la bandiera.
Ma mi chiedo se è stata ed è ben riposta.
Se è stato utile al bene comune.
Che Gheddafi abbia fatto un colpo di stato è un fatto grave da non dimenticare.
Ma non per questo dobbiamo condividere ulteriori violenze da parte di chi oggi è contro di lui, e contemporaneamente contratta e spalleggia altri dittatori di lui ben più sanguinari.
Su Ustica pare che ancora non si è chiarito nulla.
Ci sono ancora molte versioni in giro.
Su Lockerbie credo sia tra i pochi, se non l'unico, che si è "pentito" ed ha tentato di risarcire le vittime, nonchè accettato di contribuire alla lotta contro il terrorismo, tanto che gli USA l'hanno tolto dalla loro "lista nera".
Di questo bisogna dargliene atto.
Tu dici che sei moderata, ma dire che un colpo in testa gli starebbe bene non lo trovo moderato.
Puoi non temere il momento in ci Dio ti giudicherà, ma non è detto che sia perchè sei nel giusto, ma forse solo perchè ritieni di essere nel giusto.
E se poi ti sbagliassi?
E se tu avessi mal riposto la tua lealtà e fede nella bandiera?
E se scoprissi che se pur Gheddafi ha fatto del male, ha comunque fatto molto, rispetto ad altri esempi ben protetti dagli USA, per il suo popolo?
Io pure ritengo che in un certo senso sarò giudicato, prima o poi.
E sinceramente temo quel momento.
Non perchè mi sento in colpa di qualcosa, ma perchè so che nessuno è perfetto, che ognuno si può sbagliare, anzi, sbaglia, ed io non sono figlio dell'oca bianca.
Per questo cerco di mettermi in discussione, di comprendere cosa è giusto e cosa no.
E a me la guerra non pare giusta.
Sicuramente non mi pare sia giusta questa in Libia, così come viene fatta.
Non è mai giusta, una guerra.
Mi scuso ancora per la foga iniziale.
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 28/03/11 alle 23:55 via WEB
Libia, ribelli avanzano verso ovest a vigilia vertice Londra

lunedì 28 marzo 2011 20:02
NAWFALIYAH, Libia (Reuters) - In Libia oggi ribelli sono avanzati verso il luogo di nascita del leader Muammar Gheddafi, sparando con mortai e mitragliatori in scontri sporadici con le forze leali al raìs.

Aiutati dai raid alleati contro le forze di Gheddafi, i ribelli hanno preso la cittadina di Nawfaliyah e sono avanzati verso Sirte, luogo di nascita del Colonnello e importante base militare, nella sesta settimana di rivolta contro i suoi 41 anni di regime.

Intanto l'attività diplomatica ha subìto un'accelerazione alla vigilia dell'incontro di domani tra i ministri degli Esteri di 35 nazioni a Londra per discutere della situazione in Libia. C'è stata infatti una videoconferenza tra il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente francese Nicolas Sarkozy, il presidente Usa Barack Obama e il premier britannico David Cameron, come si è appreso da fonti della presidenza francese.

La discussione, iniziata alle 19.15, anticipa la riunione di domani a Londra. Secondo l'Eliseo, i quattro leader hanno parlato anche dell'appello franco-britannico ai sostenitori di Gheddafi per rovesciare il Colonnello libico "prima che sia troppo tardi".

Da parte sua, l'Italia ha proposto un accordo che prevede un rapido cessate-il-fuoco, l'esilio per Gheddafi e il dialogo tra i ribelli e i leader tribali.

La Russia ha criticato l'intervento occidentale, affermando che ha violato i termini della risoluzione dell'Onu.

Nel nono giorno dall'inizio dei bombardamenti occidentali, i ribelli si sono mossi dalla roccaforte Bengasi verso la capitale Tripoli, riconquistando il controllo di tutti i maggiori terminal petroliferi nell'est del Paese, membro dell'Opec.

Un funzionario del Dipartimento del Tesoro statunitense ha detto che i ribelli potrebbero vendere il greggio libico senza essere soggetti a sanzioni Usa se conducessero transazioni senza la National Oil Corp e altre entità sottoposte a sanzioni.

Intanto le forze del leader libico Muammar Gheddafi hanno preso il controllo di una parte di Misurata, hanno detto oggi i ribelli, anche se la battaglia continua nella città occidentale, che il governo definisce "liberata".

"Parte della città è sotto il controllo ribelli e l'altra parte è sotto il controllo delle forze leali a Gheddafi", ha detto un portavoce - che ha chiesto di restare anonimo - a proposito della città, la terza della Libia.

Nel pomeriggio il ministero degli Esteri libico ha annunciato un cessate-il-fuoco nei confronti di quelli che ha definito "gruppi terroristici" nella cittadina, ha detto l'agenzia stampa di stato.

"La città di Misurata ora gode di sicurezza e tranquillità e i servizi pubblici stanno riprendendo per tutti i cittadini", ha detto l'agenzia stampa citando il ministero.

Ali, un portavoce ribelle a Misurata, ha detto che l'annuncio del cessate-il-fuoco non ha cambiato la situazione sul terreno.

A breve la Nato dovrebbe assumere la piena responsabilità delle operazioni militari in Libia, dopo la decisione presa ieri. Oggi una portavoce dell'Alleanza ha detto che ci vorranno un paio di giorni per la transizione.

-- Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
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ladymarianna0
ladymarianna0 il 29/03/11 alle 18:25 via WEB
Che cosa rispondo a mia figlia quando mi domanda: perchè l'Italia è coinvolta in questa guerra? Le rispondo che è una "guerra d'affari"? Oppure che si tratta di un compromesso: noi ci mettiamo armi e mezzi in cambio gli alleati si accollano parzialmente il flusso di immigrati? Lo facciamo per liberare un popolo dall'oppressore? Lo facciamo per una questione di "sicurezza" da mantenere perchè l'Occidente teme un Geddafi vittorioso nella guerra civile? Sai sono convinta che si possa e si debba evitare una guerra... Sono una povera illusa, lo so... Ma so anche che LA GUERRA IMPLICA SEMPRE E COMUNQUE UN PREZZO DA PAGARE ALTISSIMO... per chiunque... Ciao, M.
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dolly.1
dolly.1 il 30/03/11 alle 19:16 via WEB
La guerra porta alla miseria e chi l'appoggia è un miserabile. Ciao Mario, sarebbe stato semplice catturarlo nella tenda, ma non pensi al petrolio? E agli interessi non ci pensi? Meglio la morte di innocenti che perdere l'oro nero.. Ciao un carissimo saluto. Dolly
(Rispondi)
 
lauraocchineri2
lauraocchineri2 il 31/03/11 alle 22:37 via WEB
MARIO TUTTE LE GUERRE SONO TREMENDE E,STAVOLTA,SPERO PROPRIO CHE TROVINO UN ACCORDO...LI METTEREI TUTTI NELLA TENDA,MA LEGATI...GUARDATI IL MIO FILM IRONICO SU GHEDDAFI,RAPPRESENTA QUELLO CHE PROVO,CIAO
(Rispondi)
 
angeligian
angeligian il 03/04/11 alle 09:33 via WEB
Buongiorno, amico mio, e buona domenica di primavera!
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 04/04/11 alle 12:45 via WEB
fatto ....purtroppo al ritorno 3 ore per percorrere 20 km. Non per mia scelta ci sono ricascato, ma spero che sia l'ultima volta. M@.
(Rispondi)
 
OutOfTarget
OutOfTarget il 03/04/11 alle 18:45 via WEB
Voi scrivete,commentate, riscrivete, ricommentate... Ed io? Semplicemente arrivo alla fine del post e... scoppio a ridere. Si capisce che oggi sono in giornata positiva? Alla faccia dei venti di guerra. Ecchevofà? ^__^
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 04/04/11 alle 12:41 via WEB
ne hai ben donde, Ale'; approfittane.
(Rispondi)
 
semprepazza
semprepazza il 03/04/11 alle 20:43 via WEB
Comunque in questo momento Gheddafi ha il bel daffare... e non ha certo più il tempo per pensare alle sue passate partecipazioni a vari summit... forse era lui a doverne approfittare e a mostrarsi meno rigido. Buona serata!
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 04/04/11 alle 12:51 via WEB
Giusto. E' questo il vero senso dell'intero post. L'ultima visita a Roma sarebbe dovuta essere l'occasione per ravvedersi e non "esercitare un "fasullo potere pseudo-divino".
(Rispondi)
 
dolly.1
dolly.1 il 04/04/11 alle 01:14 via WEB
Caro Mario quanti addestramenti dobbiamo intraprendere per le nostre vite, a partire nel saper votare. Buona notte. Un caro saluto. Dolly
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 04/04/11 alle 12:36 via WEB (Rispondi)
 
fioreselvatico3
fioreselvatico3 il 05/04/11 alle 21:11 via WEB
Un apprezzamento per Gheddafi,è un consiglio per te,scava approfonditamente e capirai che la maggior parte del popolo è con gheddafi,che è tutto meno che un dittatore,leggi il libro verde di gheddafi lo trovi nel web,un vero capolavoro,I piu grandi delinquenti siamo noi occidentali in primis,,stati uniti ,inghilterra francia,,,colonialismo per me è peggio di nazismo,questi hanno portato distruzione e morte ovunque,e questa rivolta so per certo che è stata voluta da questi tre delinquenti per impossessarsi delle ricchezze libiche,i media sparano tante fregnacce,noi abbiamo berlusconi,ma stai tranquillo che nel resto del mondo ce lo stesso problema,conflitti d"interesse,scrivono solo quello che vogliono i grandi gruppi finanziari. Il beduino gheddafi, non ha fatto altro che dare al popolo le ricchezze della sua terra.L"unica cosa che in vita mia ho apprezzato di berlusconi e aver chiesto scusa alla libia,anche noi come i tedeschi,altro non facemmo che voler diventare colonialisti,cioe i peggiori razzisti,ma i grandi maestri ricorda sono inghilterra francia e stati uniti
(Rispondi)
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 06/04/11 alle 20:51 via WEB
Sai qual'è il problema Fiore? Che abbiamo la necessità di dividere il mondo in buoni e cattivi. Non importa se i cattivi sono una volta gli uni o gli altri, così come quando invadevano l'Afghanistan e l'Iraq gli USA erano cattivi, ed ora buoni. Tanto bata non ricordare... Scoprire che il bene ed il male sono distribuiti in ognuno di noi, e che quindi le soluzioni drastiche alla "buoni e cattivi" non risolvono nulla, fa male. Ora "Gheddafi" è il cattivo. Gli insorti sono i buoni. Gli italiani sono buoni ma Berlusconi è cattivo. I francesi sono un pò birichini, e gli USA invece quando governano i conservatori sono cattivi, e quando governano i democratici sono buoni... Mah......
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 07/04/11 alle 00:17 via WEB
x fiore e silvio - Gheddafi ha "regnato per oltre 41 anni" avendo assunto il potere, all'inizio di settembre 1969 non per successione o donazione divina, bensì per aver conquistato il potere con un colpo di stato nel fine agosto mentre stava avvenendo la successione del re Idris 1. Il territorio della Libia, d'altra parte, è dotato di molte risorse naturali e, inoltre, la Libia ha una limitata popolazione. In tali condizioni Gheddafi, che nel frattempo era stato nominato colonnello, si mise a capo del Consiglio instaurando un regime dittatoriale in Libia.
Allora, fiore e silvio, come rilasciare per il colonnello un apprezzamento? Effettivamente Gheddafi cercò di definire una "terza via" tra comunismo e capitalismo nella quale egli cercò di coniugare i principi del panarabismo con quelli della socialdemocrazia. Di seguito, però, il libro verde restò a Gheddafi come libro rosso restò a Mao Tse-tung. Come il vangelo sta al vaticano o la nostra costituzione sta al "tizio nazionale".
Come in un commento precedente ho accennato a silvio, ribadisco che un individuo, per sentirsi ed essere libero deve porsi sempre dall'altra parte nella quale si esercita il potere. Sempre. Così dovremmo comportarci tutti noi blogger liberi, indipendentemente dalle personali convinzioni socio-politiche. Un saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
 
fioreselvatico3
fioreselvatico3 il 07/04/11 alle 13:04 via WEB
Semplice e chiaro,l"occidente non ha assolutamente l"autorita morale per impicciarsi dei fatti altrui tutto qua,la libia,non mi sembra abbia mai invaso un altro stato o regione,al contrario dei sopraccitati tre veri stati canaglie,tutto qua.Ma nel mondo come si sa vice la legge del piu forte,in questo caso del piu vigliacco,perche i bombardamenti aerei sono la cosa piu vigliacca inventata dagli esseri umani,ciao
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 07/04/11 alle 13:33 via WEB
"la legge del più forte" ha (quasi)sempre dominato i rapporti umani; ecco perchè occorre sempre porsi, anche se con attegiamento positivo, contro i "cosiddetti potenti". Almeno controllarli e impedire loro azioni inconsulte. Nel caso specifico la risoluzione dell'ONU e gli interventi aerei (o anche terrestri, chi lo saprà mai?) dovrebbero tener almeno in considerazione gli effetti che direttamente generano. I poveri corpi inghiottiti dalle onde del mare sono vittime generate in modo diretto dalle temerarie decisioni di questi soggetti che si autoinvestono nelle icone di semidei. Il post è orientato in questa direzione, fiore. Come ha fatto "silvio2" si può discutere sulle ultime due parole "catturarlo qui", ma, credo che nel contesto il significato di queste due parole lo si possa interpretare in modo più consono. Un saluto, M@.
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 08/04/11 alle 02:53 via WEB
Mario, questi sono i momenti nei quali è necessario chiarire quale sia l'altra parte.
Se restiamo al tuo post, in special modo la frase finale, sembra che l'altra parte corrisponda allo schierarsi con gli USA/FR/GB e più o meno l'Italia.
Ed è questo l'effetto che lasci a chi legge, con quella frase.
Se è vero che Gheddafi detiene un suo potere, è ancor più vero che il potere di quegli altri tre, e quello italiano anche, sono di molto superiori.
E allora diventa difficile "schierarsi".
E' probabilmente per questo motivo che non si sono viste immediatamente reazioni da parte dei cosiddetti pacifisti (a parte la mia, ci tengo a dirlo, che è stata invece chiara ed immediata, prendendomi tutta la responsabilità nel dire che gli insorti hanno sbagliato ad imbracciare le armi non per limitarsi a difendersi, ma ddirittura per attaccare, e quella di pochi altri, ed ho proposto ipotesi di soluzione ben precise).
Se è vero invece come dici ora a Fiore che ti poni anche contro il potere dei "volenterosi", allora devi riconoscere che quella frase finale del post non è delle più riuscite.
E continua a mancare la tua di proposta.
Perchè è facile dire "questo è giusto e questo no".
E' più difficile proporre soluzioni realizzabili, almeno in modo tale che se non le si realizza si dimostra chiaramente che gli interessi sono altri che la libertà o la democrazia.
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 08/04/11 alle 22:31 via WEB
Nuova barzelletta di Berlusconi a sfondo sessuale. Ma stavolta non ride nessuno
Ecco, Silvio, un elementare esempio di cosa significa <<porsi (sempre) dall'altra parte nella quale si esercita il potere.>>
Il tizio, forse, si è sorpreso che nessuno ha riso; così, almeno una volta, non potrà far finta di essere riuscito a fare lo spiritoso prendendo per il culo il prossimo.
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 09/04/11 alle 09:48 via WEB
Mario, ma per favore, ma cosa mi vai a prendere...
Innanzitutto cosa c'entra con la Libia la storia della barzelletta, e poi, se avessi osservato bene quei video, avresti visto che quando ha detto la barzelletta non hanno riso semplicemente perchè non c'era nulla da ridere, perchè la barzelletta vera era molto più volgare, e probabilmente abvrebbe fatot ridere detta volgarmente, mentre addolcita come ha fatto perdeva il suo senso.
Lo dimostra il fatto che quando invece ha fatto la battuta sul bunga bunga alle due laureate hannno riso tutti.
Oltretutto mi pare che sia stato proprio il "barbetta" ad invitarlo a dire la barzelletta.
Quindi, di quale esempio parli?
Magari lo fosse stato.
Ho visto solo persone assoggettate al potere, e quello che mi dispiace di più è che sono i nuovi laureati che saranno la classe dirigente di domani.
Ma io ti ho chiesto di dire la tua di posizione, e chiaramente, senza rimandi, non di farmi vedere l'esempio di altri. E' proprio questo che ti chiedo, di alzarti e dire la tua chiaramente, fino in fondo, sulla situazione in Libia.
ANcora non la vedo.
Vedo solo dei rimandi, dei sottintesi, e quella frase resta sempre lì.
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