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La speranza nell’attesa del CAOS - Siamo anelli aperti o chiusi di catene mai costruite. IinA_M@

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ITALIA 1861 - 2011

Due brevi video di prova.

I primi due video, riportati di seguito nel post, li ho fatti per prova, fra  tanti altri spezzoni di registrazioni fatti così, per semplice curiosità … come se fossi stato un turista “fuori gruppo”che nella mattinata di domenica 7 novembre 2010 si trovava a transitare per Piazza del Plebiscito, in occasione della celebrazione del 150 anniversario dell’Unità d’Italia. Vagando da solo, come spesso mi va di fare, avevo tempo e modo di guardare ciò che volevo non dovendo dar conto a nessuno.  Ho avuto modo, così, visitando la mostra, di apprezzare il volto umano delle nostre forze armate ben rappresentato dai giovani militari che curavano i numerosi “stands” accuratamente allestiti e gestiti. Dei tanti momenti emozionanti che ho immortalato nelle immagini e nei video  sono andato alla ricerca durante le operazioni di carico dei files qui al pc. Li ho guardati …. per riviverne le emozioni …. poi li ho riguardati; …..ancora una volta con l’indice della mano destra ho premuto “guarda di nuovo”. Non comprendevo  il perché lo facevo, non avevo tempo da perdere, ma, intanto, l’indice della mano destra insisteva. Poi …..solo dopo la quarta volta, mi è parso di comprenderne il motivo. Due modesti spezzoni di video mi avevano fatto trovare le parole che cercavo da tempo. Erano scomparse dal vocabolario le mie parole …. rubate … rivendute presso il mercato dei rigattieri sopratutto dei palazzi romani ove giace pomposo il potere.

Le mie parole le ho riviste volare fra le nuvole nere … chiare … sfumate … dissolte nel cielo; immortalate dai video. La “dignità” prima di tutto. Non la vedevo da tempo la DIGNITA’. Scritta in maiuscolo, in grassetto, come sempre dovrebbe essere scritta, almeno a livello simbolico.

Come damigelle ho rivisto l’onestà, la sobrietà, la solidarietà, il buon senso, il buon gusto, il rispetto, ..si proprio il rispetto della "PERSONA UMANA" come quello che servirebbe, ad esempio, per salvare la vita dei profughi spinti verso la morte nel deserto africano. Svolazzanti fra le nuvole le mie parole brillavano e poi si oscuravano. Osservavano, le mie belle parole, le intruse: le nuove parole che hanno preso il loro posto. Non le riporto queste intruse, perché un “lodo” non potrà mai essere una legge; mentre una “escort” non può che esercitare il più vecchio mestiere che l’umanità conosca: la prostituzione.

Qualcuno ha pensato di utilizzare una grandissima gru per “appendere” la nostra Bandiera. Una gru al posto dell’asta. Lo stesso attrezzo che viene utilizzato per tante dimostrazioni in difesa della loro dignità da parte di disoccupati o immigrati più o meno regolari.

In altre epoche forse non  ci avrei fatto neppure caso, non dato importanza a questo gigantesco attrezzo che si proiettava verso il cielo plumbeo sulla grande piazza. Una nuova parola ha sostituito l’ASTA. Ma in questo travagliato momento della nostra vita nazionale, quella gru con la bandiera appesa mi ha lasciato impressionato. Mi ha riportato agli anni cinquanta, nel mio paesello di poche anime e di poche case.  Mi sono ricordato di quando ero ragazzino, proprio uguale a quei fanciulli che fischiano nel primo video note del nostro inno nazionale. Mi è sembrato di stare io stesso fra quei ragazzi, sempre lo stesso come in quegli anni pieni di speranza per il futuro della nostra Nazione. Nonostante le evidenti difficoltà conseguenti alla non lontana seconda guerra mondiale. Le  più importanti case, nel mio paesello, erano la caserma della Marina Militare e le abitazioni degli ufficiali e dei sottoufficiali. Ogni domenica mattina, ricordo, veniva effettuata l’alzabandiera. Si vedeva la Bandiera sollevarsi, lentamente e solennemente, accompagnata dalle note dell’inno nazionale. Partecipava tutta la piccola comunità, alle dieci della domenica mattina, tutta disposta sul piccolo piazzale della marina di fronte alla caserma. Sventolava, la Bandiera, impavida, verso il mare se il vento soffiava da ponente. Verso la collina se, invece, gli veniva di soffiare spinta dal freddo vento del nord che chiamavamo “di terra”.

I ricordi li ho congelati a questo punto ...... ascoltando il terzo video con la stupenda interpretazione del grande Gaber. Lascio all'eventuale lettore la libertà di immaginare gli altri miei pensieri, magari dopo aver avuto la sfortuna di ascoltare qualche trasmissione di approfondimento politico o aver letto le notizie, diciamo così delle "quasi notizie" o delle tante "false notizie" riportate in ogni dove. 

Spero di ritrovare le mie parole per poterle utilizzare nel prossimo post. “L’indifferenza”….”la paura” .... "la giustizia" ...."la legalità, sono altre sorelle delle parole vendute che vagano senza che venga più attribuito ad esse, spesso, il loro significato che conoscevamo. Sono le pecore nere oggetto del prossimo post.  


 

Buon Compleanno Italia

 

Napoli 7 novembre 2010

 

 Gaber: non mi sento italiano


 
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Commenti al Post:
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 08/11/10 alle 13:54 via WEB
......nuvole nere persistono sulla piovosa Italia. Un saluto solare a tutti gli amici.
(Rispondi)
 
Adoro_la_Lista_Nera
Adoro_la_Lista_Nera il 09/11/10 alle 12:15 via WEB
Già ... un saluto e buona giornata :-))
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 10/11/10 alle 10:25 via WEB
ciao, ^___^, M@.
(Rispondi)
 
dolly.1
dolly.1 il 09/11/10 alle 12:36 via WEB
L’indifferenza è di moda, la paura è pessima, la giustizia ce la dobbiamo scordare finchè regnano i buffoni.....la legalità non esiste più, perchè tu ci speri ancora? Sono nera e non è la pioggia.. ma chi mi tocca vedere e sorbire al governo.. Un caro saluto. Dolly
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 10/11/10 alle 11:06 via WEB
Cara Dolores, ci conosciamo da tanto tempo e sai come la penso. E condivido tutto di quanto tu esprimi nel tuo blog.
Però ....., c'è un però, Dolores. che mi gira e rigira per la mente.
Mi chiedo come e perchè i bloggers di sinistra si sperdono in continue ed evanescenti proteste senza cercare di finalizzare il loro potenziale contributo verso la "giusta causa comune" orientata a pervenire alla elezione di un parlamento capace di sostituire questo governo con un altro che operi secondo le priorità basate sulla solidarietà sociale
Il tema sarà approfondito nei prossimi messaggi. Un saluto, M@.
(Rispondi)
 
semprepazza
semprepazza il 09/11/10 alle 16:06 via WEB
Già... son tempi confusi, dove insieme a DIGNITA' si son persi per strada anche altri concetti come onestà e coerenza. Ed è perciò sorprendentemente bello quando, tra l'immondizia metaforica e non che ci sommerge, si vede ancora un germoglio che si fa faticosamente strada per crescere...
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 10/11/10 alle 10:49 via WEB
Nella città della cosiddetta <<munnezza>> manca qualcosa .....che, forse, andrebbe individua ed aggiunta.
Nel Paese del <<immondizia metaforica>>, da troppo tempo, ormai, c'è qualcosa in più .....che è ben individuata ma non si riesce al eliminarla. Anzi .... .
Anzi, di anno in anno, si è andata consolidando in modo fa raffinarne le tecniche di inserimento.
(Rispondi)
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 09/11/10 alle 23:16 via WEB
La cosa triste è che negli anni 50 iniziava l'era di un maggior benessere ... Oggi siamo all'inizio della fine del benessere... Non credo che le "piazze" possano (purtroppo)risolvere il problema. Con simpatia Cinzia
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 10/11/10 alle 10:40 via WEB
Per interpretare questo post, Cinzia, occorrerebbe dedicarci diversi minuti. I video sono stati da me liberamente interpretati, ritengo, ma in modo oggettivo, così come possono apparire ad una persona qualsiasi.
Le "piazze", intese nel senso di luoghi ove vengono manifestate le idee conservano, di certo, la loro funzione. I <<senza voce>>, prima di tutti, solo nelle piazze trovano la possibilità di rivendicare i loro diritti e difendere la loro <<DIGNITA'>>. Un saluto a te, M@.
(Rispondi)
 
ladymarianna0
ladymarianna0 il 10/11/10 alle 01:57 via WEB
Cito il titolo di un saggio "Né Stato né Nazioni - Italiani senza meta" (di Emilio Gentile). Poche parole che ritengo racchiudano IL problema del nostro paese: il senso di smarrimento del suo popolo, della mancanza di coesione e di unità nonostante gran parte dei suoi abitanti pare che nell'unità ci creda ancora fortemente (pare...). Ecco Mario, credo che un'altra "sorella" delle parole che vagano in cerca di significato possa essere MANCANZA DI IDENTITA' NAZIONALE... Massimo D'azeglio all'epoca definiva gli Italiani "I nemici più pericolosi dell'Italia unita" Non siamo ancora risciti a debellare questo spettro... Un caro saluto... Monica
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 10/11/10 alle 10:23 via WEB
Grazie, Monica, della citazione.
Riporto la recensione pubblicata su Repubblica nel giugno scorso

Emilio Gentile
Né Stato né Nazione
Italiani senza meta
La Repubblica - martedì 15 giugno 2010
La nazione senza

All’indomani dell’inno ripudiato, il “fratelli d’Italia” improvvidamente sostituito dal coro verdiano, esce un pungente e sconsolato saggio di Emilio Gentile sullo stato di salute del nostro sentimento nazionale (Laterza, pp. 110, euro 9). Fin dal titolo – Né stato né nazione. Italiani senza meta – appare esplicita la tesi dello studioso, già autore negli anni Novanta di un fondamentale libro sulle alterne vicende del mito nazionale nell’Italia unita.
In un mondo sempre più caratterizzato dagli Stati nazionali (e di nazioni che aspirano a diventare Stati nazionali), il nostro paese si distingue per un cammino contrario, fino a versare – alla vigilia del cento cinquantesimo compleanno – in una condizione pressoché agonizzante, sia come Stato che come Nazione. «La fiducia nella democrazia appare in declino», scrive Gentile, «e l’orgoglio patrio non contempla né onore né dignità».
La terapia suggerita dai leghisti ossia la disunità d’Italia viene liquidata dallo storico come la più dannosa e la meno praticabile. Rimane però una patologia grave, di cui è difficile prevedere l’esito, se non in forma surreale. L’ultimo capitolo è il racconto delle celebrazioni del 17 marzo del 2011 meticolosamente compilato in una Storia d’Italia del XXI secolo da uno studioso del quarto millennio. Manca però nell’opera il saggio sulla festa del bicentenario dell’unità: non si sa se per ragioni editoriali o perché l’Italia non esiste più. La diagnosi di Gentile non eccede in ottimismo. Nel solco di Massimo d’Azeglio, ritiene che gli italiani siano «i peggiori nemici dell’Italia unita». D’Azeglio – ci spiega lo storico – non ha mai detto che «fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani». Gli italiani c’erano già, ma erano i peggiori nemici di se stessi perché fatta l’Italia nuova, «loro rimanevano gl’Italiani vecchi di prima», con tutte «le miserie morali» ereditate da antichi abiti mentali. Occorreva uno scatto di dignità, una rieducazione civile che non sembra ancora compiuta. Se è difficile prevedere l’esito di questa deriva, lo storico può però domandarsi come ci siamo ridotti così. La risposta di Gentile è che nell’arco di 150 anni gli italiani non hanno mai acquisito il senso dell’identità nazionale. Le feste per le celebrazioni dell’unificazione sono state sempre occasione di divisione. È accaduto nel 1911, anno di “lutto nazionale” per i cattolici (ma anche per i socialisti e i repubblicani, estranei al giubileo monarchico). È accaduto nel 1961, quando «dimenticando l’odio nutrito dalla Chiesa verso la nazione», il pontefice annette l’unificazione come «disegno della provvidenza», tra le proteste di comunisti e socialisti, liberali e radicali. Sotto il fascismo, poi, le feste dell’unità monarchica erano state oscurate dalle celebrazioni in camicia nera. E nel dopoguerra – questa è la tesi di Gentile – il patrimonio ideale della Resistenza è andato disperdendosi a causa della guerrafredda. Gli ultimi decenni sono segnati da un lento “oblio della nazione”:
la nazione diventa «un vuoto simulacro, portato sulla scena per esigenze di copione, ma incapace di suscitare negli italiani ideali, sentimenti ed emozioni condivise». Le fiammate di orgoglio patrio – riaccese improvvise nel corso degli anni Ottanta – vengono ridimensionate da Gentile a “fuochi fatui”, rapidi nello spegnersi insieme ai dibattiti intellettuali sulla sopravvivenza della nazione. Da Giulio Bollati a Norberto Bobbio, da Rosario Romeo a Renzo De Felice, sono in tanti a paventare la fine dell’Italia. Ma è troppo tardi per rivitalizzare quella che per lo storico è ormai una salma, prodotta «dalla sclerosi di un sistema politico rimasto per decenni bloccato mentre la società tumultuosamente cambiava». I Novanta rappresentano il decennio della crisi conclamata, con l’irruzione della Lega, che insorge contro la nazione italiana e insulta il Risorgimento. Gian Enrico Rusconi, in un celebre saggio, si domanda se abbiamo cessato di essere una nazione. Il coro delle risposte inclina uniformemente all’epitaffio. «Un popolo sottoposto a un continuo ripensamento della propria identità», è il commento di Gentile, «finisce per perderla o per diventare schizofrenico». Il terzo millennio si aprirà con il tricolore che sventola sul colle del Quirinale. Ma il “nobile e generoso” tentativo prima di Ciampi poi di Napolitano è destinato a scontrarsi con la «dilagante sfiducia per le istituzioni» e «un crescente disprezzo per la classe politica». Il declino nazionale, oggi, appare inarrestabile. Riuscirà lo stellone dell’Italia repubblicana a compiere il miracolo? Il finale di Italiani senza meta rimane aperto, ma le luci di fondo appaiono sinistre.
(Rispondi)
 
 
 
ladymarianna0
ladymarianna0 il 10/11/10 alle 14:19 via WEB
Io stessa percepisco questo senso di disorientamento, e provo profonda rabbia e dolore per il fatto che non riusciamo a sentirci POPOLO quindi UNITI E COESI e che prevalga invece questo senso di DISUNITA'. Leggendo la recensione mi sono tornati alla mente gli occhi dei miei nonni e di mio padre così pieni di orgoglio mentre raccontavano dell'esperienza del dopoguerra, della voglia (oltre che alla necessità) di ripresa, del desiderio di riscatto, della fiducia nel futuro, di ideali da perseguire... E lo facevano spesso, quasi ogni sera quando la famiglia era raccolta, decisi a non voler dimenticare e volti a piantare nella "nostra terra giovane e fertile" quel seme di passione per il nostro paese, per coltivarlo, per farlo germogliare... Posso almeno dire che l'ORGOGLIO PATRIO l'ho percepito attraverso Loro ed erano istanti esaltanti, talmente tanto riesco a sentirlo in questo istante... Ma mi domando: io saprò mai trasmetterlo alle mie figlie? Un caro saluto, Monica
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 10/11/10 alle 23:38 via WEB
I miei post, Monica, spesso appaiono poco comprensibili per il navigante occasionale. Forse sono poco chiaro io; forse sono poco disponibili gli amici a dedicare del tempo per leggere ed interpretare quanto mi va di pubblicare in modo abbastanza complesso. Mi sembra che in questi ultimi tempi anche molti amici di sx passano senza commentare. Molti preferiscono essere concentrati sulla sterile attività di pubblicazione di commenti ripetitivi contro le malefatte del "tizio". Dall'altra parte, in forma ridotta ed arrancata, cercano, a loro volta, di difendere lo stesso "tizio" sin'anche nelle sue stupide scurrili divagazioni "escort.iste".
Il mio profilo ed il blog, Monica, rientrano fra quelli che tu hai indicato come "SPECCHIO".
Credo che la funzione più importante che può avere un blog è quella di permettere all'autore di fare una auto-verifica della propria identità.
Fra le prime persone che avevo incontrato due anni fa in questa community c'erano due giovani veneti. Un giovane di destra, una "vivace" ragazza di sinistra. Avevano un progetto comune; attuarono una serie di tentativi, poi resosi conto della situazione che imperava in questa community lasciarono perdere tutto.
Il giovane si rifaceva all'amor patrio, all'orgoglio patrio da te citato. La ragazza, invece, era figlia del mondo, non riconosceva alcun tipo di frontiera ne alcun tipo di partigianeria partitica. Entrambi potevano essere miei figli, per età, per disponibilità a sognare, per pragmatismo.
Le loro speranze svanirono ben presto; dopo una vasta apparente massiccia adesione di bloggers si registrò un fuggi fuggi generale al momento dell'assunzione di un minimo di impegno a realizzare questo piccolo sogno inteso a creare una creatura attiva in questa community. si voleva, semplicemente, fare in modo che il cuore della sinistra, il mio cuore, quello di f......, riuscisse a trovare un'intesa con la parte "buona" del cervello della dx.
Dopo questa esperienza, noto, che qui si gira a ruota libera, a piccoli gruppi più o meno empatici. Punto. Ecco perchè in un post precedente ho riproposto "la carriola" di Pirandello in funzione dei nostri nickname.
La vera categoria di blogger che possono contribuire a se stessi ed agli alti, Monica, è quella che hai indicato tu: SPECCHIO.
In piazza Plebiscito, domenica, c'ero con lo stesso spirito; allo stesso modo ho realizzato quei mediocri spezzoni di fimlati e li ho, di seguito interpretati.
Perchè fare tutto questo? ...per perdere tempo? .......forse non sarebbe meglio distrarsi in altro modo o dedicare tantol tempo a realizzare le altre attività che, per la verità, ho un po' trascurato?
Non rispondo, ora, perchè se avessi avuto le risposte pronte non mi sarei posto le domande.
So, però, che i miei figli, anche se grandicelli e completamente autonomi, vivono in questo mondo e per tentare di continuare a comprenderli io non devo uscire da esso. In caso lo facessi, credo, rischierei di perdere il contatto, anche solo indiretto, con loro.
Un saluto, M@.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
ladymarianna0
ladymarianna0 il 11/11/10 alle 17:38 via WEB
Mario, non smettere di porti domande... Se tutto ciò che ci circonda sembra non appartenerci più nonostante l'avessimo scelto, se sembra che non ci soddisfi più nonostante ci avesse accolto, nutrito... cresciuto, se nessuna strada di quelle che abbiamo di fronte ci stimola ad imboccarla e ci fa sentire in un vicolo cieco... io dico di non permettere "all'inerzia" di assorbirci, dico di non rassegnarci pur essendo consapevoli di farci del male... Dico di non smettere mai di cercare e chiederci se davvero il nostro posto sia SOSTARE seduti ai margini del mondo... Il CAMBIAMENTO appartiene all'uomo che non ha paura di porsi delle domande, che ha il coraggio di mettersi in discussione e rischiare... Se anche uno solo di coloro che è passato di qua si fosse soffermato a guardare nel "tuo specchio interiore" avresti realizzato ciò che ti eri prefissato, poiché quella persona leggendoti si sarà posto a sua volta delle domande. Domandarsi sempre piuttosto che accontentarsi di risposte che ci vengono elargite come anestici... Questo è un concetto che, da madre imperfetta (e felice di esserlo) cerco di trasmettere alle mie figlie... Scusami sono uscita un po' dal post... ma ci tenevo ad esprimerlo. Un caro saluto, Monica
(Rispondi)
 
Spitama
Spitama il 10/11/10 alle 13:02 via WEB
Tu parli di giustizia e legalità, che sono ormai parole prive di valore, ma che, però, hanno mantenuto il loro prezzo. Infatti chi è ricco a questo mondo può permettersi di comprarle, specialmente in Italia. Buona giornata
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 10/11/10 alle 21:03 via WEB
Benvenuto Ciro e grazie per l'amicizia. Da sempre la dignità di molte persone è stata questione di prezzo. Basta ricordare le lenticchie di Esaù, i trenta danari di Giuda ....sino ad arrivare alle schifezze dei giorni nostri. Non è che nel corso dei millenni non ci siano state situazioni caratterizzate da schifezze uguali o peggiori di quelle di oggi. Le civiltà egiziana, greca, romana, gli ultimi due millenni hanno registrato di tutto e di più. Si approfittava innanzitutto degli scarsi mezzi che il popolo aveva per potersi difendere.
Oggi potrebbe essere diverso.
Oggi dovrebbe essere diverso.
Oggi il popolo ha qualche arma per poter tentare di difendersi. Prima di tutto l'informazione.
Ebbene qui da noi, ora, esiste un potente tizio che addirittura consiglia di non informarci. Partiamo da qui, Ciro, anzi continuiamo a non dargli ascolto. Almeno offriamo alle nuove generazioni qualche spiraglio per ottenere il dovuto riscatto. Un saluto, M@.
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Spitama
Spitama il 11/11/10 alle 13:00 via WEB
Io ripongo, come te,un enorme fiducia nelle nuove generazioni. Anche perché saranno loro poi a abrigarsela. Certo noi non gli abbiamo dato un buon esempio. Ci abbiamo provato con '68 a fare qualcosa, ma poi ci siamo fatti facogitare dal lusso sfrenato e dalle comodità. Buona giornata
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shineon67
shineon67 il 10/11/10 alle 16:32 via WEB
Ciao carissimo, questo racconto ha qualcosa di speciale, è il racconto di una persona che vede e osserva, c'è tanto candore e pulizia d'animo nelle tue parole, purtroppo oggi tanti sanno solo accusare e stare nelle parti (ho letto qualche commento...), per cosa... ancora non si è capito, ciao.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 11/11/10 alle 00:05 via WEB
Ciao, schine, come certamente ricordi, tu eri fra le prime persone che incontrai qui circa due anni fa. Gli altri sono scomparsi quasi tutti. Soprattutto quelli che si sforzavano di contrastare le nostre idee. Non ci sono più i devoti del "tizio" . Mi piacerebbe vedere cosa oggi avrebbero da dire Carlo, Olimpia, Il guerriero, e gli altri fedeli.
Una cosa, chine, dobbiamo ancora comprendere; perchè tanti nostri amici bloggers perdono tempo a sterili divagazioni e non si concentrano a cercare di comprendere ciò che accade realmente intorno a noi. Un saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
 
shineon67
shineon67 il 11/11/10 alle 20:30 via WEB
sì, sarebbe troppo bello vedere anzi leggere qualcosa del guerriero imbelle, visto che non conosco Olimpia e Carlo. Per quanto riguarda il comprendere quello che ci sta accadendo, posso dire che tutti noi siamo coinvolti in una FICTION. Ognuno pensa di dire la sua ma alla fine tutti parliamo delle stesse cose senza accorgersene, è difficile dire qualcosa di diverso se niente di diverso ci viene proposto, ciao.
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 11/11/10 alle 20:44 via WEB
non ricordi ...il leghista di Erba? e la "sponda" del guerriero?
(Rispondi) (Vedi gli altri 3 commenti )
 
 
 
 
shineon67
shineon67 il 12/11/10 alle 16:23 via WEB
sì, ora ricordo, il carletto che la faceva a letto :-)
(Rispondi)
 
 
 
 
shineon67
shineon67 il 12/11/10 alle 16:24 via WEB
e anche di Olimpia che si vergognava del nome :-)
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 12/11/10 alle 17:52 via WEB
Questi tre, insieme a te, foste i miei primi contatti esattamente due anni su "LIBERO BLOG" che poi non ho più seguito. Nei post dell'epoca ci sono i loro contributi. Intanto, noi, andiamo avanti.
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 10/11/10 alle 20:44 via WEB
PER CHI VUOLE APPROFONDIRE
Ecco come drogano le nostre menti lo spiega il neurolinguista Noam Chomsky.
(Rispondi)
 
 
shineon67
shineon67 il 13/11/10 alle 14:39 via WEB
ne ho fatto un post, ciao!
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ROBERT62VR
ROBERT62VR il 10/11/10 alle 20:47 via WEB
Ti considero una gran brava persona , un sincero . Delle tue parole di commento ad un mio post apprezzo tutto , condivido quasi tutto . Sono di origine meridionale anche io , pur essendo nato a Verona . Non credo che uno stato così martoriato come il nostro , con i politici che abbiamo , con i problemi congiunturali che ci ritroviamo da sempre , possa avere ancora molto futuro davanti a se' . Sono onesto nel dirtelo . Amo ancora il tricolore , ma quando lo vedo sulle uniformi , allora non lo amo . Quando vedo esponenti , alti esponenti dei carabinieri ( per esempio ... ) stringere la mano a Bossi e soci ( Maroni , ad esempio ... ) ... li' , in quel frangente , il tricolore diventa il nemico . Forse siamo un po' tutti vittime di retorica , consapevolmente o meno , forse è solo una fase di transizione che fra pochi decenni ci portera' fuori dagli schemi tradizionali che contemplano , appunto , le bandiere , fra le quali si agita, credo inutilmente ... anche il tricolore . Io voglio altro , anche le diatribe politiche mi hanno stufato . La mia , e con la mia quella di tanti altri , è la situazione di chi puo' perdere il lavoro da un giorno all'altro , pur avendo voglia di lavorare : quando vedro' che si autoriducono di numero e si dimezzano ( minimo ) gli stipendi , quando vedro' un paese moderno e non degli alti prelati alle adunate del Pd , quando vedro' che Bersani va' alla manifestazione della CGIL , ( io c'ero ) , allora credero' in qualcosa , compreso , ahime' a malincuore , nel tricolore . C'è tanta gente che il tricolore non lo vuol piu' neanche vedere , ma io capisco il tuo punto di vista . Ciao Mario .
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 11/11/10 alle 00:36 via WEB
Ciao Roberto, vedi l'ultima risposta fatta a Monica.
Il contenuto del post va intuito ed interpretato ...mediante riflessione.
In piazza del Plebiscito, Roberto, c'erano non solo i corpi di difesa militare, ingiustificatamente utilizzati, come sappiamo, anche in zone di guerra.
C'erano anche i corpi utilizzati per la difesa dei crimini finanziari, del crimine comune, della difesa del territorio e così via. Di questi, ho visto la faccia buona, quella che non non possiamo non riconoscere rappresentata dagli sguardi dei nostri figli e figlie arruolati.
Il discorso sulla gru, credo, possa essere compreso da chi legge con una normale attenzione. Perchè mai "appendere" una bandiera, già tanto bistrattata, ad una gigantesca gru, dopo averla distratta da un più utile impiego? questo non l'ho compreso ....è. per me, la faccia delle forza pubblica che mi è difficile riconoscere.
Le bandiere, Roberto, hanno un significato simbolico per identificare l'identità di qualsiasi comunità. Anche degli anarchici ....anche dei cani sciolti .....quando due persone si riuniscono, anche solo due persone, esse hanno bisogno di un simbolo per identificare la loro relazione: la più semplice è la bandiera. >br> Il mio punto di vista, Roberto, è quello riportato nella risposta fatta a Monica. Senza frontiere, senza recinti, senza partiti è il modo che noi vorremmo vivere. Purtroppo la realtà è quella che conosciamo e con essa dobbiamo relazionarci. Un grazie a te Roberto per la tua disponibilità, M@
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gallipoli5
gallipoli5 il 11/11/10 alle 10:25 via WEB
Negli ultimi 20 anni, in quel che fù il nostro grande e unito Paese, sono purtroppo scomparse d'apprima sui dizionari e massmedia poi dalla nostra vita quotidiana, la Dignità delle istituzioni e quella della Persona, con tutto ciò che di tragicomico ne è conseguito ai danni delle Istituzioni e della Persona, compresi discrime sociale e razziale, dispersione del sentimento nazionale, bunga bunga nei palazzi di potere costitutivo, gente che si muuore per strada nell'indifferenza dei passanti e rifugiati extracomunitari derisi e respinti a cannonate. Tutto ciò e stato sostituito dal verbo berlusconian&leghista "Ghe pensi Mi". Terremoto? ghe pensi mi; alluvioni? ghe pensi mi; disoccupazione? ghe pensi mi; spazzatura? ghe pensi mi; pensioni da fame? ghe pensi mi; il mondo intero deride il nostro paese? ghe pensi mi; Mafia, usura, evasione corruzione, criminalita comune e organizzata? ghe pensi mi; cassa integrazione e precarietà? ghe pensi mi; crollo di monumenti, ponti e mercati finanziari? ghe pensi mi. A tutto ciò che di semplice e immane accade ci pensa LUi, quasi fosse per davvero l'unto del signore che si dice d'essere. Ma quando si capirà che il "ghe pensi mi" o "l'unto del signore" non è affatto la cura ma il male del Paese sarà sempre tardi.&#65279;
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 11/11/10 alle 10:48 via WEB
Un grazie speciale, gallipoli, per questo tuo commento.
Le tue parole rappresentano la logica continuazione del mio messaggio ....."gente che si muore per strada nell'indifferenza dei passanti e rifugiati extracomunitari derisi e respinti a cannonate. Tutto ciò e stato sostituito dal verbo berlusconian&leghista "Ghe pensi Mi". ........."
E' una giusta interpretazione del mio post. Certo non l'unica perchè, altri, partendo da diversi punti di osservazione possono raccogliere meglio altre sfumature.
Ma la sostanza sta nelle tue parole.
La gru, il grande attrezzo, distratto da un utile servizio, a me è parso proprio lui "Ghe pensi Mi" ......in persona .... in carne, ossa.....protesi e cerume ...senza anima. L'anima s'era portato via le nostre parole.
La bandiera appesa l'ho vista come l'Italia dell'immagine allegata. Sottosopra. Questo è "Ghe pensi Mi", caro amico.
Ti ringrazio per questo bel contributo che sara ripreso nel prossimo post. Un saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
 
gallipoli5
gallipoli5 il 11/11/10 alle 14:19 via WEB
Caro amicoMario, grazie della stima. Ma sento, seppur con un po di presunzione che tu, nel profondo della tuaintellettualità, mi sei anche "COMPAGNO"
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 12/11/10 alle 18:05 via WEB
...dici profondo! ..forse perchè siamo giunti in fondo al pozzo e continuo a scavare! ..perdonami, l'autoironia è una malattia e non mi va di vaccinarmi.
"COMPAGNO" oggi cosa significa?
Certo che siamo compagni, siamo dalla parte ove il naturale egoismo del genere umano viene temperato dalla solidarietà che è dovuta a qualsiasi altro fratello appartenente al genere umano.
Basterebbe che in ogni comunità si rispettasse questo unico principio per migliorare sufficientemente la nostra vita di esseri umani.
(Rispondi)
 
Lillianaconda
Lillianaconda il 11/11/10 alle 15:25 via WEB
A chi mi chiedeva, in un altro contesto, del perché mi dessi tanto da fare per le popolazioni, che chiamerò per brevità, del terzo e quarto mondo, invece che per gli italiani risposi: "Perché chi è causa del suo mal pianga se stesso! Perché gli Italiani hanno (ancora) tutti gli strumenti a disposizione per poter sovvertire, legalmente questo stato di cose, ma non ne fanno uso. Perché la mia è consapevolezza dei limiti e nonostante tutto gli Africani, gli Asiatici, i Sudamericani etc.. almeno c'hanno le palle ed è con le palle che si superano i limiti... gli Italiani hanno per la maggior parte l'ansia da prestazione e allora non agiscono.... poveri!!!!!". ...@ Scusa per il linguaggio scurrile, ma sembra che, a volte, una parola poco corretta contribuisca a rendere più chiara l'idea... da considerare che ero comunque esasperata dall'incalzare dei commenti e quindi mi espressi così! ...@
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 12/11/10 alle 18:22 via WEB
Il punto è questo:
"Perché gli Italiani hanno (ancora) tutti gli strumenti a disposizione per poter sovvertire, legalmente questo stato di cose, ma non ne fanno uso."
Punto ... e.....ripunto, stop.
Che un saluto giunga sin nella tua lontana dimora, M@
(Rispondi)
 
angeligian
angeligian il 12/11/10 alle 13:02 via WEB
Intanto, complimenti per come hai scritto questo post, cosi' diverso dagli altri tuoi. Sono d'accordo con te per le damigelle che purtroppo si sono perse nel vento della modernità, della fretta e di un malinterpretato senso di libertà. Per quanto riguarda il rispetto io sono del parere che non si deve a tutti, ma solo a chi se lo merita. Grazie del tuo schifosissimo caffé francese e a presto ...
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 12/11/10 alle 18:36 via WEB
Bentornata, Angela, nell'inferno; le carriole, però sono due post indietro.
Occorre pensare prima alle PAROLE Regine e Principesse. La DIGNITA' e la GIUSTIZIA, sono parole che piangono da sole quando li nominiamo.
Questo post è tutto personale; ce ne sono degli altri all'indietro, sino a giungere al post n° 14 del febbraio 2009. Il prossimo lo faro con lo stesso stile inserendo un "tuo commento" come ti accennai tempo fa.
Sul male-interpretato senso della "LIBERTA'" occorre chiederne conto prima di tutto al famoso "TIZIO". Un saluto M@.
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shineon67
shineon67 il 12/11/10 alle 16:25 via WEB
Poco più di tre anni fa, scomparve uno dei più autorevoli giornalisti che la storia contemporanea abbia mai conosciuto, Enzo Biagi. Vorrei ricordare il giornalista senza improvvisarmi un accanito sostenitore perché devo dire onestamente che da parte mia non c'è mai stato un particolare interesse, un po' per distrazione, un po' perché non guardo spesso la tv ma ho sempre pensato che quel giornalista facesse onestamente il suo mestiere e vorrei aggiungere che se anche non lo seguivo molto, non ho mai pensato che dovesse smettere di fare i suoi dibattiti in tv, se non altro per il rispetto per chi invece lo seguiva con maggior interesse ma non fu lui a decidere di andarserne. Detto questo non c'è nessuna falsa idolatria in quello che sto per dire ma c'è solo il mio punto di vista personale e credo anche di tanti altri. Ricordare Enzo Biagi, non vuol dire soltanto dover ricordare il merito del suo lavoro fatto con la passione di un uomo che ha sempre amato la libera informazione ma significa anche dover necessariamente parlare della censura imposta da un regime. Biagi è stato un giornalista che ha attraversato ben quarant'anni della nostra storia raccontando i fatti di cronaca e di politica, cavalcando parecchie legislature parlamentari senza però essere mai stato censurato dagli allora partiti di governo di centro e di sinistra. Nessun socialista, democristiano o comunista, si sarebbe mai sognato di togliere la parola a chi voleva dire la sua con la penna o con le sue critiche, non era mai successo nemmeno nei momenti più diffili o imbarazzanti per un governo. Siamo dovuti arrivare all'alba del nuovo millennio per conoscere ancora una volta il significato della censura, questa vola con la falsa promessa del nuovo che avanza quando invece c'è stato solo un certo modo di fare tipico del ventennio fascista. Gasparri, un uomo senza arte nè parte, al suo tempo disse che il giornalista della tv pubblica, era come un lassativo, letteralmente lo faceva andare di corpo e lo disse alla nazione intera perché secondo lui, quello era ciò che dovevano pensare i più tanti degli italiani. A differenza di Biagi, l'onorevole Gasparri fece propaganda diffamatoria contro quello che era solo libera informazione. Berlusconi, combinò poi una serie di disappunti, non del tutto legali, fino ad arrivare all'epurazione del giornalista dai palinsesti della Rai ma questa storia è ormai e nota ai più tanti. Le dittature, quasi sempre nascono proprio dal consenso popolare, il popolo non decide direttamente ma lascia decidere al leader. Le dittature sono fittizie perché inizialmente non impongono e obbediscono ai popoli, ma il popolo non è mai in grado di fare delle buone scelte perché è sempre accecato da troppo populismo e i leaders lo sanno molto bene che il populismo è il motore di tutte le dittature quindi se lo sconclusionato Gasparri, per ordine del governo, ha esternato il suo dissenso, lui sapeva per certo che punire un giornalista, in questo caso Enzo Biagi, non poteva essere un fatto di interesse per tutti i sessanta milioni di italiani e nel disinteresse di almeno una cinquantina di milioni di cittadini, l'onorevole ha potuto dire la sua cazzata quasi indisturbatamente negando poi ai circa dieci milioni di telespettatori che seguivano il programma televisivo di Biagi, la scelta di farsi una diversa opinione rispetto a quella preimpostata dal governo. Non dimentichiamoci che questo governo tutt'ora si definisce fautore delle libertà ma mai come in questo caso il populismo è riuscito ad ingannare proprio la libertà di un giornalista. Dai sei ai dieci milioni di telespettatori cittadini che avevano l'opportunità di farsi una diversa opinione, sono stati cancellati per la volontà di un solo uomo. In termini elettorali, per il premier significava almeno un sette, nove per cento di sostenitori in meno per la maggioranza, un vero pericolo per un leader che odia la 'concorrenza'. Detto questo, noi italiani non sapremo mai come sarebbero andate le cose se Enzo Biagi avesse potuto continuare a fare il suo lavoro di giornalista fino all'ultimo o fino a quando lo avesse ritenuto opportuno. A noi comuni mortali c'è stata negata la libertà di vivere una storia diversa. Di certo oggi Berlusconi godrebbe di un minore consenso popolare, si può dire con certezza altrimenti questo premier non avrebbe fatto quello che ha fatto facendo sparire letteralmente sia il programma che il conduttore giornalista dalla tv pubblica. E' stato triste come lo fu per John Lennon perché noi non sapremo mai come sarebbe oggi il mondo se John fosse ancora vivo o come per papa Giovanni Paolo primo, avvelenato solo dopo un mese dal suo pontificato. Per la musica potrei citare Brian Jones per i Rolling stones e Syd Barrett per i Pink Floyd, il genio bruciato dalla droga, ma tornando alla politica citerei anche Martin Luther King e i Kennedy, se solo avessero potuto dire la loro, forse il mondo sarebbe un po' diverso ma per colpa di alcuni, non lo sapremo mai...
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 12/11/10 alle 18:17 via WEB
Grazie, schine, per questo bel ricordo del Grande Enzo Biagi.
Considerato che nel post si parla della bandiera che sventola appesa ad una gru, riporto un aforisma di Biagi il quale ricorda che:
- La democrazia è fragile, e a piantarci sopra troppe bandiere si sgretola.
ed approfittando dell'occasione inserisco anche questi altri tre:
- A Milano gli affari si combinano con un colpo di telefono, a Palermo anche con un colpo di lupara.
- I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?
- Si può essere a sinistra di tutto, ma non del buon senso.
- La mia generazione trovava eccitante leggere un'edizione della Divina Commedia con le illustrazioni del Doré. Adesso sui muri c'è scritto " CULO BASSO BYE BYE ". Capisce che è un po' diverso?
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OutOfTarget
OutOfTarget il 17/11/10 alle 08:11 via WEB
Ha ragione Angelician non si ha l'onore di leggere spesso il M@ privato che, però, è decisamente quello che preferiscoul. Ho salvato la pagina sulla manipolazione mentale per leggermela con calma e... M@ so forse ti deluderò ma onestamente non credo che l'uomo cambierà,com'era, ma per fortuna o purtroppo.
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