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La speranza nell’attesa del CAOS - Siamo anelli aperti o chiusi di catene mai costruite. IinA_M@

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Quante volte si può essere fessi?

Post n°307 pubblicato il 25 Maggio 2012 da ITALIANOinATTESA
 

..
.
Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri... Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po' di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.
Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in   che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo. (citato in Umberto Eco, Considerazioni attuali, L'espresso, n. 20, anno LIV, 22 maggio 2008, p. 222)  Aexis-Charles-Henri Clérel de Tocqueville (1805 – 1859), filosofo, politico e storico francese
.
...ma secondo te quante volte si può essere o fare i fessi ...prima di diventarlo per davvero?

 
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Commenti al Post:
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 26/05/12 alle 00:05 via WEB
potessi restare "CittadinoInAttesa" per "millenni" da questi figuri niente c'è da aspettarsi.
Gia all'inizio degli anni sessanta fa mi bastarono pochi giorni ed una "finta elezione" per la costituzione di una associazione tipo PRO_LOCO per comprendere come può funzionare il "presunto" consenso popolare. Novantotto voti su centodue mi affibbiarono (...a mia insaputa! si può dire?) un insieme di astuti commercianti ed intrallazzatori vari degni antesignani di quelli che si vedono oggi in ogni dove. Il tutto perchè a loro serviva un "baby_pollo" da utilizzare come "ragazzo di bottega" e tenere attiva una sede che serviva soltanto come base per i loro affari di giorno e svaghi di sera.
In effetti allora, come ancor più ora, l'esercizio di una democrazia di base presuppone il rigoroso rispetto di alcuni principi costitutivi che in parte sono presenti oggi solo nel "programma" del M5*, ma in gran parte non possono essere presenti neppure li perchè esse richiederebbero la condivisione di tutte le forze operanti sul territorio interessato compresi gli attuali fatiscenti partiti. Se, ad esempio, "grillino", vuol significare "cittadino attivo e cosciente" è necessario che si faccia in modo che tutti lo possano diventare, ma la strada mi sembra ancora tutta da tracciare. un saluto a te, M@.
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
SpaghettoCoraggioso il 27/05/12 alle 13:06 via WEB
La negligenza della disputa del potere, questo è uno dei cancri, che se fosse rivolto (in concreto) alla costruzione di un bene comune sarebbe anche buono. Non sono i voti che sono il male, anzi… è ciò che realmente rappresentano da una parte di chi vota e di chi invece viene votato. E’ auspicabile chiedersi che cosa rappresenta il voto dalla parte del votante e che cosa rappresenta il voto dalla parte del votato, in questo ritrovo la responsabilità investita dal votato, in cui deve per forza essere parte attiva e non passiva, altrimenti ciò che in definitiva è rappresentanza attiva si disgrega in personaggi di comodo elettorali (come da tua esperienza) lasciando il totale spazio a poteri più forti, poteri che spesse volte emigrano su interessi di nicchia e favoritismi mancando l’obbiettivo sociale (come da tuo caso, scritto nella parte dell’atto costitutivo della ProLoco). Anche se vorrei, attualmente non ho ancora le parole per esprimermi, ma ciò che tu hai sollevato non di certo per ideologia o posizione presa o appartenenza di fondo è a mio parere importante cercarlo di capirlo, fino in fondo, specie se è un’esperienza vera, tratta dalla realtà. Hai nominato la Pro-Loco, hai analizzato e metti a confronto con la politica nazionale, e forse, e dico forse hai la sensazione che c’è qualche cosa che non quadri, qualche cosa che ti sfugge, almeno è questa la mia sensazione, perché se guardo da altre parti c’è sempre l’insediamento di questo genere, con interessi magari diversi ma così simili nei risultati. Capisco e comprendo lo strazio di chi sente dentro di se una responsabilità verso i voti e di che cosa è il proprio ruolo, ed invece è costretto a escludere il proprio ruolo per meccanismi già esistenti, quasi come accettare le regole, quasi come sentirsi “non parte” di questo meccanismo che come robot “serve” il meccanismo ma non l’obbiettivo sociale. Forse ora ho trovato qualche parola in più, la macrodemocrazia e la micro-democrazia, è partire dal basso per poter cambiare tutta la struttura dell’alto, se la micro-democrazia non funziona anche la macrodemocrazia non può avere possibilità di funzionare. E’ ciò che è intorno a noi che deve essere cambiato, modernizzato ed evitare quindi una struttura tipo: “Palla al piede”. Li chiamano oggi i dinosauri, ma ciò che non ci accorge è che i dinosauri (quelli veri e non quelli ideologici concepiti a persone) sono intorno a noi, nella pro-loco che manca obbiettivi sociali e in tante altre parti. Non so se qui ho scritto come funzionavano i voti (in modo dinosauresco), ma esistono i raccoglitori dei voti, gente che prende voti e che è in grado anche di dire chi votare, di influenzare piccole o grandi masse sul discorso di chi votare. C’è il classico giro di telefonate, di gente che dice: “date appoggio a questo o questa’altro), così, nei tempi della prima e seconda repubblica si raccoglievano i voti, con i giri di telefonate. Il voto così diventa annacquato, irreale e di certo non mira alla libertà (scegliere a mente libera). L’uso di chi è influente nelle piccolissime masse (come è capitato dentro la mia famiglia) o nelle grandi masse viene contattato con la richiesta di raccogliere voti. Realtà: mio padre era fuori dalla politica e si è chiamato fuori, un parlamentare telefona a casa mia perché sa che potrebbe “spillare voti” ma mio padre non ne vuole sapere più nulla ed era anche in vacanza, il politico parlamentare allora ci prova con me (il figlio), potrebbe ottenere qualche voto (questo è l’obbiettivo unico), il parlamentare non sa con chi sta parlando (non mi conosce) ma l’unico obbiettivo sono i voti che potrebbe raccogliere, io gli spiego che a me non interessa niente e per quanto riguarda il problema del lavoro gli ho spiegato che ero intenzionato a risolverlo: “Metto su un’azienda, anche se creo un solo posto di lavoro intanto è uno, sempre meglio di niente, ecco il mio modo di operare in politica”, così iniziano leccature varie, Politico: “visto che sei una persona sveglia, perché non potremmo incontrarci così mi esponi le tue idee” (a me sembrava di aver risposto in modo esaustivo), così gli ripeto il mio pensiero “metto su un’azienda…”, insiste per un’ora, arrivando ad offrirmi spazio politico e più che ne ha e che ne metta. Ora… credete veramente che gli interessassero le mie idee? O gli interessava i potenziali voti che la mia famiglia potava raccogliere? Se avessi accettato avrebbero sfruttato la fiducia che potevo avere io dagli altri, e mi sono accorto che questa non è democrazia, perché io sono uno e nella democrazia dovremmo essere tanti, io conto come gli altri e uguale agli altri. Questo a mio parere è il dinosauro, dove la democrazia è ridotta alla discussione di poche persone. Grillo nasce sotto un aspetto diverso, quello di piazza, quello di face book (piazza virtuale), non fa telefonate a chi gli può raccogliere voti ma li raccoglie lui stesso in persona e sul passaparola. Per poter cambiare il sistema bisogna conoscere il vecchio alla perfezione (cosa che non ha grillo), deve conoscere tutti gli aspetti (tu ne indichi uno), ora i cittadini attivi devono farsi un gran mazzo, grillo deve poter dividere la politica locale da quella nazionale, deve evitare di usare le città conquistate nella politica nazionale e dovrebbe concentrarsi a spodestare altre città. Mio padre mi raccontava che quando fu eletto sindaco con una maggioranza netta, aveva vinto, si, ma si trovò a non sapersi destreggiare in tutto ciò che era la mansione da sindaco, il sindaco uscente gli insegnò praticamente tutto lasciandolo libero però di portare la propria direzione politica, un mentore ma non un comandante. Il sindaco di Parma deve fare uno sforzo: quello di studiarsi tutti i conti, i cittadini attivi devono studiarsi tutti i conti in dettaglio, chiedersi del perché ci sono e così crearsi un’idea di come è strutturato il comune, questo personalmente credo sia un modo veloce per imparare da autodidatta (i grillini sono autodidatti o almeno dovrebbero rendersene conto), mentre si studiano i conti ti entra in testa la struttura. Tutti i grillini dovrebbero svolgere questo compito, così si impara. Il potere è una responsabilità ma anche un impegno. Più che i così detti poteri oscuri si dovrà vedere se gli elettori partecipativi avranno la costanza di cambiare le cose in corso, che non è sentire grillo ma aprire i fogli e studiare duro. La posizione di Renzi è diversa da quella del sindaco di Parma, Renzi ha i suoi maestri e il sindaco di Parma è l’autodidatta, per ora non può competere con Renzi, ma se grillo chiudesse la bocca, potrebbe essere che l’autodidatta superi con il tempo l’allievo. Certo! E’ fondamentale che i grillini (gli elettori) studino almeno l’architettura del comune. Un Saluto!!
(Rispondi)
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 27/05/12 alle 18:39 via WEB
L'esperienza citata mi capitò per caso, all'età di diciotto anni mentre, sorretto dal congeniale entusiasmo giovanile, cercavo di capire, ad esempio, come mai il territorio del mio comune di origine, già sottoposto ai vincoli della legge 1089 del 1939 relativa alla "Tutela delle cose di interesse artistico o storico", veniva deturpato, sotto l'etichetta del miracolo italiano, dall'invadente saccheggio edilizio. In una zona archeologica e paesaggistica fra le più belle, affascinanti ed interessanti d'Italia venivano concesse autorizzazioni a costruire a casaccio, cioè senza che prima venisse attuato, ad esempio, un efficace piano viario e non tenendo conto neppure della incompleta mappatura dei beni archeologici non ancora emersi. Così accadeva che su 300 mq. di superficie ne venivano coperti 250 mq. e se venivano trovati reperti archeologici, cosa quasi impossibile che non accadesse, l'importante era far scomparire tutto al più presto. All'epoca esistevano ancora tratti di spiagge con le millenarie dune ricoperte dalla flora dai colori dell'arcobaleno ...successivamente devastate con l'installazione barbarici lidi balneari e non solo. Ecc. ecc., si potrebbe scrivere tanto, ma credo il contesto di allora, spero, così è più chiaro. Non è che tutte le persone, diciamo elettori, di cui al post precedente appartenessero allo stesso partito o sindacato, anche se le brevi discussioni avvennero nell'ambito di uno solo dei cosiddetti partiti storici successivamente distrutti venti anni fa.
Certo che come appartenente ad una famiglia numerosa sia nucleare che di stirpe anche solo i voti diretti potevano risultare appetibili e, comunque, anche allora vi erano gli "adescatori di anime" da accaparrare per raggranellare la propria quota di pseudo_consenso che le potesse garantire una poltrona ...una sediolina e, talvolta, anche uno scannetto poteva bastare.
E che dire di ciò che è accaduto negli anni settanta; la costituzione delle regioni, che doveva costituire una forma di decentramento capace di mettere in moto lo sviluppo delle regioni meno sviluppate, divenne, invece, principale fonte di accaparramento clienterale di posizioni parassitarie. Sottobosco di ogni sorta ...trombati da elezioni politiche e fuoriusciti da sindacati tutti incolonnati ad invadere i migliori posti dei nuovi palazzi. All'epoca fu approvata anche la legge su decentramento comunale con la costituzione dei quartieri. Anche in quel mio già semi ex_comune, si realizzarono se ricordo bene 5 quartieri. Essendo l'impostazione rientrante nell'ambito di una possibile costituzione di gestione democratica della cosa pubblica partecipai, questa volta meno ingenuamente, anch'io. Ebbene dopo le assemblee costitutive di base furono nominati, anche nel mio quartiere i delegati ed il presidente nella mia persona. Naturalmente anche questa norma era tutta una simulazione perchè la legge della quale ora non ricordo i riferimenti, approvata del nostro parlamento, da sempre attento e sensibile agli interessi della casta, prevedeva che la nomina fosse effettuata dai partiti rappresentati nel consiglio comunale. Ebbene, anche se tutti conoscevano bene le mie idee mi ritrovai con 5 proposte di nomina promosse da partiti diversi che andavano anche un po' oltre il cosiddetto arco costituzionale ufficiale. In qualche modo per almeno due o tre anni furono portate avanti diverse iniziative ottenendo anche discreti risultati successivamente svaniti, negli anni ottanta fra le fauci di solerti speculatori o, più cristianamente, definibili imprenditori.
Per stare nel merito del post mi chiedo cosa si accinge a fare il segretario personale di un "ex_prossimo" leader del (mancato) partito dell'ammore come talent scout per scoprire le giovani promesse fra i giovani di oggi come se fosse tutto un programma televisivo tante volte già visto. Far passare per "gesto ardito" una proposta fatta solo per confondere le acque in attesa di prossime imprevedibili mosse a difesa di chiari interessi personali credo proprio che attesti che dopo cinquantanni la situazione sia molto più grave e ciò nonostante la rivoluzione che si è registrata nel mondo delle comunicazioni che, comunque, rappresenta l'unica base dalla quale ripartire. E qui si innesterebbe il discorso del grillini potenziali "cittadini_attivi" tutti da formare. un saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
SpaghettoCoraggioso il 28/05/12 alle 15:29 via WEB
“[L'esperienza citata mi capitò per caso, all'età di diciotto anni mentre……….storici successivamente distrutti venti anni fa.]”. Senza dubbio hai esposto le tue posizioni di fondo che non coincidono alla perfezione con le mie posizioni, se pur condividendone appieno i principi e il rispetto di un bene culturale e paesaggistico. Lo sapevano benissimo anche le civiltà antiche in cui le loro costruzioni avvenivano inevitabilmente sulle macerie delle vecchie e diroccate costruzioni. Da una parte ci sono gli interessi dei cittadini e dell’altra un bene storico in cui i decreti reali hanno tentato di tutelarli. Sollevi comunque una discussione interessante che difficilmente si esaurirà nel giro di 10.000 mila anni e magari i reperti archeologici saremmo proprio noi, con la nostra cementificazione ed urbanistica. Rivedo spesso qualche cosa che non c’è più, impressa nella carta che gelosamente proteggo dal tempo che la vorrebbe disgregare, sono paesaggi perduti che tento di salvaguardare almeno nella memoria, raccogliendone testimoni di chi li ha abitati: persone pesanti di tempo ma che nella malinconia rivedono i loro campi arati “guarda, li, dove c’è quel palazzo ora, li, una volta aravo la terra, qui era tutta campagna, tu non lo sai ma qui non c’era nulla”. E così mi immagino che un giorno sarò io a raccontare con la malinconia che nello sguardo racconterà la mia storia. Tuttavia mi dispiace per le tue terre e che ci siano stati piani urbanistici comandati da uffici tecnici probabilmente poco consapevoli e mai incentrati su un tema importante, mettendo a confronto ciò che è il futuro e ciò che è il passato valore di un presente. In dettaglio non saprei discutere di ciò che hai esposto in poche righe ma esaustive, non vivendo nel territorio, non saprei e quindi non posso dare un giudizio sulla portata dell’importanza e della valorizzazione. Si deve tenere conto però che i cittadini vivono nel presente e sulla civiltà che gli appartiene, delle generazioni che devono essere proiettate (aspettative) nel proprio futuro, di piani urbanistici che devono favorire le aspettative future e oggi in Italia è favorire il recupero, di tutto ciò che non dovrebbe essere come peso ai futuri giovani che dovranno vivere il proprio presente, pur rispettando valori culturali e paesaggistici che ardono di memoria e tradizioni. No, allo scempio del futuro dei giovani che hanno diritto di costruire il proprio presente, di lasciare alla storia la loro archeologia, il proprio modo di vivere e di essere, deturpandone con il peso di un futuro imposto la loro casa. Se pur di suggestivo interesse che ho io per le cose antiche e il rispetto della storia, mi dispiace sempre di più vedere l’animo spento ed arreso dei vecchi con il senso di colpa di non aver lasciato qualche cosa ai giovani, il diritto di creare la loro archeologia… altrimenti che serve la cultura e l’impegno di salvaguardare un’opera che non sa esprimere, che neanche l’opera stessa sa perché è li, se non quella di costruire come nel passato è stato fatto il presente e il diritto di esserci. Altrimenti tutto muore sotto il peso indiscusso della memoria, di una grandezza passata nel tempo, che non è più saggezza ma stagnante acqua. Preservare a volte (sottolineo a volte) prende il nome di fermare e restare immobili e non accettare una società che spinge verso il futuro, alla modernizzazione e a tutto ciò che è il nostro presente, diritto di essere poi un giorno reperto archeologico. Certo! E’ stato un netto errore (mi viene da piagnere…) aver fatto sparire reperti di interesse storico, ma molto probabilmente (oltre a identificare certi furbi ladruncoli anche nei cittadini come è capitato dalle mie parti, rivendendo al mercato nero) non si è tenuto conto delle esigenze di cittadini che avevano tutto il sacrosanto diritto di vivere l’epoca e il proprio presente, così lo hanno preso. Nella discussione di chi è il barbaro: “Il reperto, il paesaggio o il cittadino”? Una volta avrei messo nero su bianco ciò che è la tua idea, con il tempo vedi però che hai fatti non corrisponde e sono andato alla ricerca dei perché. A parte… poteri occulti di imprenditori alla fine allocchi, di imprenditori (mmmmm….) che vivono di espedienti sapendo di non poter competere con i veri imprenditori… chissà perché la gente li vede come potenti che potenti non sono, vivono solo di espedienti, come chi nella società vive di espedienti… senza contare che sono proprio questi individui (mafia compresa) che appesantiscono di burocrazia il nostro paese, i furbi e chi ha l’abitudine di vivere di espedienti frenano anche la civiltà di discutere e mettere sul piano proficue discussioni di idee contrapposte! Commento dopo le altre parti.
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 28/05/12 alle 18:40 via WEB
Il territorio cui mi riferisco è la zona dei "Campi Flegrei", regolarmente devastata negli anni sessanta e settanta ...ed anche dopo con i dannati condoni (con realizzazioni anche a posteriori), con l'edificazione di tipo selvaggia spesso anche quando era regolarmente "autorizzata". Furono realizzati tanti quartieri "senza anima" costituiti da insiemi di parallelepipedi multicolori disposti a casaccio su di un paesaggio che meritava ben altra sensibilità nelle scelte per poter divenire fonte di sostentamento delle famiglie indigene e delle tante altre che sono ivi immigrate attratte dal momentaneo miraggio della presenza di alcune industrie manifatturiere. Qualche esempio positivo c'è stato come l'insediamento realizzato da Olivetti ed inaugurato nel 1955 che tuttora risulta così ben inserito nel paesaggio anche se ha cambiato la destinazione iniziale. Il rispetto delle testimonianze storiche non richiedeva, secondo me, necessariamente la rinuncia dei cittadini ad avere una casa o la possibilità di intraprendere un'attività. Bastava predisporre un lungimirante piano di sviluppo condivisibile da tutti in modo da evitare che per ogni cambio di amministrazione locale si ripartisse da capo. Per quello che so io, non standoci sempre, ci sono stati periodi di anni nei quali l'unica strada di comunicazione lineare fra Pozzuoli e Bacoli era rimasta quella romana passante sotto l'Arco Felice. Nella sua negatività questa circostanza ci fa comprendere, però, che è possibile anche un equo impiego dei reperti storici; è chiaro che sulla strada ci si transita, ma si poteva, in modo trasparente permettere la realizzazione di nuovi insediamenti abitativi rispettando i ricordi storici come per'altro in poche occasioni si è riusciti a fare. un saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
 
 
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SpaghettoCoraggioso il 29/05/12 alle 15:44 via WEB
Ho dato un’occhiata molto superficiale alla zona, ma anche a ciò che hai scritto e noto che tiri l’acqua al tuo mulino ^______^, il 98 per cento sulla tutela del paesaggio e il 2 per cento lasciato così al caso, come per dire: ciò che non mi interessa si realizza da solo ^_^, ecco perché servono discussioni serie perché condivido appieno ciò che hai scritto nell’ultima parte, così potrebbe essere anche in ciò che scrivo io. Purtroppo io posso fare solo una simulazione e posso sparare considerazioni completamente errate, perché sono convinto che per discutere bisogna vivere un territorio locale ed insieme alle persone. Quindi inizio a fare le mie pseudo-simulazioni. Il territorio mi sembra vicino ad una realtà trainante, sia come centro urbano e sia come sviluppo (essere trainati economicamente da altre realtà vicine), cosa che in altri luoghi più sfortunati non sarebbe possibile avere. L’urbanistica può essere regolata fino ad un certo punto e anche il suo sviluppo deve essere rispettato (conoscerlo), adibire nel piano regolatore zone residenziali dove le persone non ci andranno mai, è come non fare nulla o al contrario si ha il fenomeno dello spopolamento di zona se questa non corrisponde a ciò che sono scelte e gusti dei cittadini. Ma, come dici te non si può non pianificare in tempo l’urbanistica rischiando tra l’altro di avere problemi anche di altro genere. Ho visto che ci sono attività vulcaniche e probabilmente hai ragione che non si è sfruttato appieno la zona, ora ti faccio arrabbiare: “non si è spolpata fino all’ultima goccia di succo”. Hai ricordato l’Olivetti e mi sembra di aver visto un servizio a riguardo, non è diverso da ciò che hanno realizzato a cesena con l’uso del territorio adibito alle sperimentazioni alimentare sui vigneti e produzione di vino e devo dire che si sposa perfettamente con la tutela paesaggistica in cui le persone (compreso me una volta) andavano a svolgere le passeggiate oltre che l’organizzazione di visite guidate dove regolarmente qualcuno si ubriaca. Adibire un centro (sul posto e cercarlo di renderlo l’eccellenza o comunque competere) sulla vulcanologia, oltre che, adesso che mi ci fai pensare… riforme più mirate sul campo artistico e archeologico insediando il territorio di ricerca, insomma occupare la zona da tutelare con interessi di ricerca e comunque anche industria che possa convivere con il paesaggio. Le spiagge, e qui mi mostro che non ho idee di sinistra, esistono spiagge e spiagge, la riviera adriatica romagnola è proprio la sua caratteristica ad avere spiagge con un forte impatto come lo potresti intendere te deturpante, ma diviene caratteristica indiscussa di salvaguardia di un bene culturale al fine di dare molta rilevanza non a questa devastazione ma a questa valorizzazione territoriale che con il tempo hanno bonificato zone, valorizzandole, ed al contrario l’effetto è stato molto positivo. Ma di certo, non tutte le zone possono essere valorizzate in questo modo, ed ogni zona ha il proprio aspetto da rispettare. Le spiagge le adibirei ai ricconi (non ho un’idea di sinistra), perché i ricconi devono stare bene, e poi… e che riccone è uno che non sfoggia la propria ricchezza, in questo si diminuisce l’affollamento e quelle casette che stanno stupendamente bene nella riviera romagnola ma che possono essere effettivamente un pugno nell’occhio all’ambiente circostante, oltre che il riccone esige anche un riposo visivo, lontano dal chiasso degli affari che inevitabilmente portano la folla. Abolire ovviamente l’affitto delle spiagge che a mio parere non è una gran mossa ma rendere cooperanti cittadini (la spiaggia è di tutti, come da costituzione… bene demaniale e quindi non è di nessuno ^_____^), il 30, 35 percento degli introiti (che il riccone è in grado di sborsare, altrimenti che riccone è? Eh!) a coprire le spese della nettezza urbana scalandola dalla fattura ai cittadini, perché i ricconi devono arricchirsi sempre di più, ed è così che rilasciano i loro dineros in cambio di lavoro di gente che lo sta cercando :-(. I ricconi devono spendere e non essere tassati, le tasse vanno allo stato ma se il riccone spende nei beni che l’operaio e il lavoratore italiano è in grado di realizzare, i soldi del riccone li da direttamente all’operaio e al lavoratore (scusate l’uscita destrorsa). Dopo è ovvio che esco dal dominio di ciò che possono essere le mie interpretazioni, specialmente se si guarda in pratica (non nell’idea superficiale come posso avere io) all’ingegnere civile e le proprie potenzialità, nello sviluppo dell’urbanistica e catalizzatore di idee e direzioni politiche che si concretizzano nella realtà. Ho simulato e di certo queste considerazioni non credo che possano essere valide specialmente in una valutazione di chi non ha mai vissuto una realtà locale. Un saluto anche se non ho risposto agli altri pezzi!! Lungo termine… basta iniziare dalla parte che può trainare tutte le successive scelte che non è detto che siano dalla mia parte.
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