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Ed allora di che ti meravigli? Ricordo di G. Flcone

Post n°432 pubblicato il 23 Maggio 2013 da ITALIANOinATTESA
 

CAPACI 23 MAGGIO 1992 ORE 17.58
.
« La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. » G. Falcone
cittadino di uno strano paese
.
.
La coscienza a posto: apologo sull’onestà nel Paese dei corrotti / di Italo Calvino

Dalla rivista diretta da Goffredo Fofi "Lo straniero", n. 72 del giugno 2006 (sito: www.lostraniero.net) riprendiamo il seguente indimenticabile articolo di Italo Calvino. Nella rivista il testo e’ accompagnato dalla seguente nota redazionale: "Questo testo e’ apparso per la prima volta su ’la Repubblica’ il 15 marzo 1980, ma appare negli appunti dell’archivio Calvino con il titolo ’La coscienza a posto’. E’ stato ripubblicato in Romanzi e racconti (Meridiani Mondadori, 1994, vol. 3, pp. 290-293) come ’La coscienza a posto (Apologo sull’onesta’ nel paese dei corrotti)’. Ringraziamo Ester Singer Calvino per averci permesso di riproporlo". domenica 25 giugno 2006, di Redazione Antenati - 3797 letture DA: http://www.girodivite.it/La-coscienza-a-posto-apologo-sull.html

C’era un paese che si reggeva sull’illecito.

Non che mancassero le leggi, ne’ che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti piu’ o meno dicevano di condividere.
Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perche’ quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si e’ piu’ capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente, cioe’ chiedendoli a chi li aveva in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori, in genere gia’ aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo di una sua autonomia. Nel finanziarsi per via illecita, ogni centro di potere non era sfiorato da alcun senso di colpa, perche’ per la propria morale interna, cio’ che era fatto nell’interesse del gruppo era lecito, anzi benemerito, in quanto ogni gruppo identificava il proprio potere col bene comune; l’illegalita’ formale, quindi, non escludeva una superiore legalita’ sostanziale. Vero e’ che in ogni transazione illecita a favore di entita’ collettive e’ usanza che una quota parte resti in mano di singoli individui, come equa ricompensa delle indispensabili prestazioni di procacciamento e mediazione: quindi l’illecito che, per la morale interna del gruppo era lecito, portava con se’ una frangia di illecito anche per quella morale. Ma a guardar bene, il privato che si trovava ad intascare la sua tangente individuale sulla tangente collettiva, era sicuro di aver fatto agire il proprio tornaconto individuale in favore del tornaconto collettivo, cioe’ poteva, senza ipocrisia, convincersi che la sua condotta era non solo lecita ma benemerita. Il paese aveva nello stesso tempo anche un dispendioso bilancio ufficiale, alimentato dalle imposte su ogni attivita’ lecita e finanziava lecitamente tutti coloro che lecitamente o illecitamente riuscivano a farsi finanziare. Poiche’ in quel paese nessuno era disposto non diciamo a fare bancarotta, ma neppure a rimetterci di suo (e non si vede in nome di che cosa si sarebbe potuto pretendere che qualcuno ci rimettesse), la finanza pubblica serviva ad integrare lecitamente in nome del bene comune i disavanzi delle attivita’ che sempre in nome del bene comune si erano distinte per via illecita. La riscossione delle tasse, che in altre epoche e civilta’ poteva ambire di far leva sul dovere civico, qui ritornava alla sua schietta sostanza di atto di forza (cosi’ come in certe localita’ all’esazione da parte dello Stato si aggiungeva quella di organizzazioni gangsteristiche o mafiose), atto di forza cui il contribuente sottostava per evitare guai maggiori, pur provando anziche’ il sollievo del dovere compiuto, la sensazione sgradevole di una complicita’ passiva con la cattiva amministrazione della cosa pubblica e con il privilegio delle attivita’ illecite, normalmente esentate da ogni imposta. 
Di tanto in tanto, quando meno ce lo si aspettava, un tribunale decideva di applicare le leggi, provocando piccoli terremoti in qualche centro di potere e anche arresti di persone che avevano avuto fino ad allora le loro ragioni per considerarsi impunibili. In quei casi il sentimento dominante, anziche’ di soddisfazione per la rivincita della giustizia, era il sospetto che si trattasse di un regolamento di conti di un centro di potere contro un altro centro di potere. Cosi’ che era difficile stabilire se le leggi fossero usabili ormai soltanto come armi tattiche e strategiche nelle guerre tra interessi illeciti oppure se i tribunali per legittimare i loro compiti istituzionali dovessero accreditare l’idea che anche loro erano dei centri di potere e di interessi illeciti come tutti gli altri. Naturalmente, una tale situazione era propizia anche per le associazioni a delinquere di tipo tradizionale, che coi sequestri di persona e gli svaligiamenti di banche si inserivano come un elemento di imprevedibilita’ nella giostra dei miliardi, facendone deviare il flusso verso percorsi sotterranei, da cui prima o poi certo riemergevano in mille forme inaspettate di finanza lecita o illecita. In opposizione al sistema guadagnavano terreno le organizzazioni del terrore che usavano quegli stessi metodi di finanziamento della tradizione fuorilegge e con un ben dosato stillicidio d’ammazzamenti distribuiti tra tutte le categorie di cittadini illustri e oscuri si proponevano come l’unica alternativa globale del sistema. Ma il loro effetto sul sistema era quello di rafforzarlo fino a diventarne il puntello indispensabile e ne confermavano la convinzione di essere il migliore sistema possibile e di non dover cambiare in nulla. Cosi’ tutte le forme di illecito, da quelle piu’ sornione a quelle piu’ feroci, si saldavano in un sistema che aveva una sua stabilita’ e compattezza e coerenza e nel quale moltissime persone potevano trovare il loro vantaggio pratico senza perdere il vantaggio morale di sentirsi con la coscienza a posto. Avrebbero potuto, dunque, dirsi unanimemente felici gli abitanti di quel paese se non fosse stato per una pur sempre numerosa categoria di cittadini cui non si sapeva quale ruolo attribuire: gli onesti.Erano, costoro, onesti, non per qualche speciale ragione (non potevano richiamarsi a grandi principi, ne’ patriottici, ne’ sociali, ne’ religiosi, che non avevano piu’ corso); erano onesti per abitudine mentale, condizionamento caratteriale, tic nervoso, insomma non potevano farci niente se erano cosi’, se le cose che stavano loro a cuore non erano direttamente valutabili in denaro, se la loro testa funzionava sempre in base a quei vieti meccanismi che collegano il guadagno al lavoro, la stima al merito, la soddisfazione propria alla soddisfazione di altra persone. In quel paese di gente che si sentiva sempre con la coscienza a posto, gli onesti erano i soli a farsi sempre gli scrupoli, a chiedersi ogni momento che cosa avrebbero dovuto fare. Sapevano che fare la morale agli altri, indignarsi, predicare la virtu’ sono cose che riscuotono troppo facilmente l’approvazione di tutti, in buona o in mala fede. Il potere non lo trovavano abbastanza interessante per sognarlo per se’ (o almeno quel potere che interessava agli altri), non si facevano illusioni che in altri paesi non ci fossero le stesse magagne, anche se tenute piu’ nascoste; in una societa’ migliore non speravano perche’ sapevano che il peggio e’ sempre piu’ probabile.
Dovevano rassegnarsi all’estinzione? No, la loro consolazione era pensare che, cosi’ come in margine a tutte le societa’ durate millenni s’era perpetuata una controsocieta’ di malandrini, tagliaborse, ladruncoli e gabbamondo, una controsocieta’ che non aveva mai avuto nessuna pretesa di diventare "la" societa’, ma solo di sopravvivere nelle pieghe della societa’ dominante ed affermare il proprio modo di esistere a dispetto dei principi consacrati, e per questo aveva dato di se’ (almeno se vista non troppo da vicino) un’immagine libera, allegra e vitale, cosi’ la controsocieta’ degli onesti forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversita’, di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa di essenziale per tutti, per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno piu’ dire, di qualcosa che non e’ stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’e’.
L’apologo di Calvino è stato diffuso da: La nonviolenza in cammino, numero 1337 del 25 giugno 2006
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PALERMO 23 MAGGIO 2013: 
Il benvenuto dei giovani
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Ed allora di che ti meravigli?
Non sai che in quello strano paese "le diversità" sono andate sempre più scomparendo e le categorie son finite per rassomogliarsi quasi tutte?
I loro corpi e le loro anime delle quali, però, non sappiamo manco esattamente di cosa si tratta, spesso operano insieme; a volte, invece, le anime se ne vanno da sole trasformandosi in fantasmi ed....all'insaputa dei ...poveri luridi corpi, compiono misfatti di cui vengono incolpati solo i "malcapitati" corpi.  E poi questi fantasmi non hanno neppure la necessità di riposarsi e possono operare per tutto il tempo in secondi di cui è composta la santa giornata e staccati dai corpi si divertono a loro insaputa a ...comprare case ...fare nomine nei CdA ...nei Consigli regionali ...e naturalmente i peggiori li vanno a deporre nei palazzi più belli e prestigiosi ove l'onore si fa multicolore. E quando serve un po' di disponibilità di liquidità non si tirano indietro dal fare qualche prelievuccio bancomat meglio se a carico dei soliti fessi. 
Poi, ovviamente, ci sono i fantasmi corrispondenti alle anime nere, quelle più intraprendenti  che non si contentano di fare cose da fessacchiotti ed allora si inventano di accendere un po' di fuoco quì  o la a seconda che serve un botto oppure solo fumo.
Ed allora di che ti meravigli?  
Se le leggi sono fatte solo per i corpi come pretendi di poter acchiappare queste anime "fantasmizzate" lasciate libere di agire perchè si sa, in fondo, i "fantasmi" , non esistono?
IinA_M@  
.
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VIDEO CON LA LETTURA DELLA LETTERA DELL'11/02/1983
(un po' di pazienza per la pubblicità)

 

 
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Commenti al Post:
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 23/05/13 alle 14:47 via WEB
...la pubblicazione di questo post non appartiene ai rituali, ma ad un dovuto Rito ...di riconoscenza per chi ci permette ancora di riconoscerci in qualcosa in cui valga la pena credere e che non ha e non potrà mai essere delimitato da confini o limitazioni di ...appartenenza simbolica. IinA_M@.
(Rispondi)
 
atreju.1
atreju.1 il 23/05/13 alle 14:57 via WEB
Politica assolutamente collusa con la mafia, Falcone ucciso da entrambe! onore a lui, sempre!!!
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 23/05/13 alle 23:39 via WEB
...della collusione di certo dubbi non ce ne sono ...resta il fatto che i responsabili potrebbero trovarsi anche in posti impensabili ...forse ...intendo!
(Rispondi)
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 23/05/13 alle 15:13 via WEB
devo andare a lavoro e non ho tempo di leggere tutto (sperando di farlo più tardi... se il pc la smette di fare il matto). Falcone, insieme al pool guidato da Caponnetto, è stato quello che ha fatto finalmente capire cosa è la mafia. Peccato che ha toccato i tasti "sbagliati" ovvero la collusione con la borghesia, i suoi interessi economici e i loro referenti politici, soprattutto siciliani. Loro hanno sulla coscienza la morte di Falcone, della moglie e degli uomini delal scorta!
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 23/05/13 alle 23:41 via WEB
...passa quando vuoi ...è lo stesso tema trattato nel tuo blog ...quindi ci siamo già compresi. un saluto, M@.
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 23/05/13 alle 15:14 via WEB
ANSA
Falcone: autista, se rimani vivo sei emarginato
Giuseppe Costanza scampo' ad attentato,non vado a manifestazioni
23 maggio, 14:06
(di Giovanni Franco) (ANSA) - PALERMO, 23 MAG - ''Nel commemorare i morti bisogna ricordarsi dei superstiti, altrimenti e' solo ipocrisia. Se hai la disgrazia di rimanere vivo allora vieni emarginato''. Lo dice a 21 anni di distanza dalla strage di Capaci, Giuseppe Costanza, 66 anni, l'autista di Giovanni Falcone rimasto vivo nell'attentato in cui persero la vita il giudice, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro. CONTINUA
(Rispondi)
 
lucre610
lucre610 il 23/05/13 alle 16:41 via WEB
Contro il terrorismo la mafia sempre
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 23/05/13 alle 23:42 via WEB
Cara Lucrezia, poche parole bastano per essere chiari. un saluto, M@.
(Rispondi)
 
red5706
red5706 il 23/05/13 alle 19:18 via WEB
rimane l'onore dovuto a un uomo che pur sapendo cosa aveva davanti..sapendo che chi l'avrebbe ucciso era accanto a se..non ha smesso...la sua vita..un monito a chi si piega davanti a una pseudo normalità dove l'onestà è bandita....come la gramigna così le radici dell'illecito hanno invaso ogni posto di potere e mietono vittime tra chi prova o crede di fare qualcosa...prima nasce nel territorio...sopravvive a se stessa..poi diventa nazionale ...e sopravvive il sistema diventando mondiale....la vedo dura..ma come per ogni cosa....ci sarà una fine e chi ha perseverato sarà onorato della sua esistenza stà a noi non renderla ciclica e eterna nell'accettazione sfiduciata di una realtà ineluttabile....un caro saluto..Anna
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 23/05/13 alle 23:45 via WEB
...occorre, come tu dici, reagire per porre fine o quanto meno frenare l'avanzata del sistema malavitoso; un abbraccio a Te carissima Anna, M@.
(Rispondi)
 
ninograg1
ninograg1 il 23/05/13 alle 23:02 via WEB
e italo calvino se ne intendeva di italioti... e di provincialismi
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 23/05/13 alle 23:36 via WEB
...l'apologia all'onestà di Calvino è del 1980 ...ciò significa che nei decenni precedenti la situazione morale continuava ad essere devastata dagli interessi privati ...che son sempre più degenerati.
(Rispondi)
 
LunaRossa550
LunaRossa550 il 24/05/13 alle 00:16 via WEB
sono scarpe pesanti che lasciano fare solo dei piccoli passi... (confesso che non ho letto tutto il post, sono troppo stanca stasera) Ciao Mario, scusa... il post merita di più di queste poche righe.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 24/05/13 alle 13:31 via WEB
...cara Laura i nostri posts restano nei nostri blogs a nostra disposizione posts per quando abbiamo tempo e voglia; un saluto, M@.
(Rispondi)
 
OvunqueSei1982
OvunqueSei1982 il 24/05/13 alle 09:27 via WEB
Un dovuto ricordo. Scusa se non riesco a leggere tutto.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 24/05/13 alle 13:29 via WEB
Caro Roberto ...sai che basta il tuo ricordo, un saluto, M@.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 24/05/13 alle 13:02 via WEB
Sempre di attualità ed efficacia la riflessione di Callvino. Anche nel '600 si intrattenne sul tema delle virtù private e i vizi pubblici della società Manderville nel saggio "La favola delle api". Purtroppo hanno avuto ragione i Greci, che credevano nella ciclicità della vita e della politica. Epppure credo che si possa fare qualcosa per migliorare la situazione: far crescere il numero dei cittadini che, come diceva Calvino, hanno "il tic" di essere onesti.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 24/05/13 alle 13:28 via WEB
...se qualcuno passa di qui chiedendosi cosa significa, per me, un "anello aperto" ...ebbene questo commento lo è ...e, forse ...anche un po' l'autore del blog ...e, di certo, l'autore del testo del commento a sua volta Autore di uno stupendo blog;
...anche nel nostro piccolo mondo cerchiamo di darci una mano ...cosi, di sicuro, miglioriamo noi stessi e con noi gratifichiamo pure le persone che ci stanno vicino nella quotidianità del mondo reale ...cercando di accalappiarci "il tic" ...magico ed essenziale. Un grazie ed un saluto, M@.
(Rispondi)
 
Marion20
Marion20 il 24/05/13 alle 15:30 via WEB
Il ricordo di Giovanni Falcone è un grazie continuo che ciascuno di noi gli tributa. Il brano di Calvino è quanto mai di attualità: in particolar modo, colpisce la "relativizzazione" della morale, da parte di chi intascava tangenti perché il centro di potere cui apparteneva rimanesse tale... In pratica, mantenere un determinato potere assurgeva e assurge ancora oggi a norma morale. E' contro questo spettro che bisogna combattere, e l'altro grandissimo problema, sempre sottolineato da Calvino, è la mancata assunzione di responsabilità, o la finale non colpevolezza, di fatto, per chi ha sbagliato. Complimenti, bellissimo! Marion
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 24/05/13 alle 22:51 via WEB
...richiamare il brano di Calvino sull'onestà soprattutto della nostra class dirigente, ma anche un po' della generalità del nostro popolo, appare un dovere per ricordare sena ipocrisie il martirio del Giudice G. Falcone.
...in questa ho voluto esprimere anche un pensiero per l'autista sopravvissuto ...e che, a suo dire, lo stato ha dimenticato. Grazie marion, per l tua sensibilità, M@.
(Rispondi)
 
grey.owl1952
grey.owl1952 il 24/05/13 alle 15:41 via WEB
Falcone Borsellino ero due Magistrati con i controcoglioni,stavano arrivando al dunque del nocciolo.Ma erano troppo vicini a scoprire i capi delle cosche.E' per questo che li hanno subito eliminati.Speriamo che un giorno questa storia venga definitivamente cancellata dalla faccia della terra e tutti i cittadini onesti possono girare per strada con la testa alta...ciao Mario
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 24/05/13 alle 22:40 via WEB
...di tutta la questione dell'insabbiamento delle verità sulle stragi mi spaventa la possibilità che i responsabili stiano fra noi ...indisturbati ...e magari contribuiscono a produrre leggi ingiuste ed a volte neppure applicabili; un saluto, M@.
(Rispondi)
 
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