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La speranza nell’attesa del CAOS - Siamo anelli aperti o chiusi di catene mai costruite. IinA_M@

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25 APRILE 2009

25 APRILE  2009

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nova2007_2007
nova2007_2007 il 25/04/09 alle 01:46 via WEB
Ciao, scusami del ritardo con cui vi ho risposto nel mio blog ma la malattia di mio marito che avanza senza pieta' mi ha impedito di custodire nel modo piu' normale i rapporti di amicizia. Un abbraccio sincero,nova
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 25/04/09 alle 19:56 via WEB
Ciao Pat, tutti speriamo che tuo marito si riprenda. Il tuo sostegno è essenziale. Grazie per il saluto, ogni tanto passo per il tuo profilo e spero di apprendere buone notizie. a presto Mario
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 25/04/09 alle 10:54 via WEB
Quando una scelta non vale l'altra pagine della guerra di Liberazione. Mario Dal Pra e la disputa sull'8 settembre e i militari italiani di MATTEO TONELLI ...................... ROMA - "Si è messo a gridare che le scelte si equivalevano, io partigiano e lui repubblichino. Tutti e due cambattevamo per gli ideali. Gli ho detto: puoi girarla come vuoi, tanto la ragione resta ragione e il torto resta torto e la storia non la raccontano i vincitori ma semplicemente chi ha buona memoria". Basterebbe questo per dare il senso di "I nostri occhi sporchi di terra" di Dario Buzzolan (Baldini e Castoldi. 303 pagine. euro 17,50). Un romanzo che parla di uomini che hanno saputo scegliere, di prezzi da pagare. E di valori che non scoloriscono con il tempo. La guerra è appena finita. E' il 1954, l'Italia è libera ma la scia di sangue non si arresta. Quarant'anni dopo, una figlia vede sparire suo padre Davide. Si pensa a un suicidio ma non è così. La ricerca svela una storia fatta di rancori. Di storie private che si intrecciano con quelle pubbliche. Davide è accusato di aver ucciso un repubblichino dopo la fine della guerra, per pura vendetta personale. Torna la guerra partigiana, l'odio, la morte, la delusione nel vedere, a fine guerra, che chi massacrava e torturava veniva amnistiato. E più tardi avvertire sulla pelle quel senso di messa in discussione delle scelte "obbligate" fatte quarant'anni prima. Eppoi l'amore per una donna che tiene insieme la storia. Parte così il percorso della ragazza che oscilla tra il presente e il passato. Alla fine troverà il padre. E anche la risposta alla domanda se può esistere un mondo migliore. Sabbia negli ingranaggi. Piccoli gesti anonimi ma decisivi. Perché la guerra di Liberazione si è combattuta anche così. Non solo imbracciando un mitra ma anche minando, dall'interno, l'ingranaggio degli occupanti. Dagli archivi di Oreste Lisandri, Cristiano Armati ha tratto "Il libretto rosso dei partigiani" (Purple Press. 119 pagine. euro 9,9). Un invito al sabotaggio e alla resistenza passiva diffuso a Roma. Minuziose istruzioni, celate dalla copertina dell'orario dei treni, per operai, ingegneri, agricoltori, meccanici. Qualche esempio: "Se cade una bomba vicino alla fabbrica approfittatene per rompere le macchine"; "sbagliate la velocità delle macchine, non mettete olio lubrificante", "fate saltare le turbine aumentando il flusso d'aria nel condensatore". Ed ancora i trasporti. Ferrovie in primis: "Uno dei mezzi migliori per frenare lo sforzo di guerra tedesco consiste nell'applicare alla lettera i regolamenti. Limitare la velocità, andare al passo". Pagine che indicano minuziosamente una strada. Che per essere percorsa aveva bisogno quello che nessuno manuale avrebbe mai potuto dare: il coraggio. Era il 1974 quando Mario Dal Pra, filosofo, dirigente del Partito d'Azione e membro del Comitato di Liberazione Nazionale, vide pubblicato "La guerra partigiana in Italia. Settembre 1943-Maggio 1944 (Giunti, pagine 336, euro 14,50,). Un libro che somma memorie e testimonianze raccolte dopo le elezioni del 1948. Mettendo una dietro l'altra le relazioni dei partigiani combattenti consegnate al Cnl. Un'opera che non piacque a Raffarele Cadorna, comandante in capo del Corpo volontari della libertà, indispettito per come Del Pra aveva accusato di disfattismo le alte gerachie dell'esercito. Ed è questo il senso delle note polemiche che Cadorna aggiunge di suo pugno al libro. Che in una frase di Dal Pra, scolpisce il senso stesso della guerra di Liberazione. Quell'unione di forze diverse, sia quelle antifasciste "già selezionate durante la lotta nascosta contro il fascismo prima e dopo il 25 luglio", sia le altre "non coincidenti con quelle antifasciste". Dall'unione di questi sforzi "nacque la guerra partigiana in Italia". E questa fu la sua grandezza. (24 aprile 2009) http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/libri-liberazione/libri-liberazione/libri-liberazione.html
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 25/04/09 alle 11:01 via WEB
Roma, 25 apr. (Adnkronos/Ign) - Il capo dello Stato Giorgio Napolitano e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi hanno dato il via alle celebrazioni del 25 aprile, nel 64esimo anniversario della Liberazione, nel corso di una cerimonia all'Altare della Patria a Roma. ultimo aggiornamento: 25 aprile, ore 10:39 ........................... Il presidente della Repubblica ha deposto una corona d'alloro davanti al monumento del Milite ignoto. Tornando in via del Plebiscito, il premier ha risposto alle domande dei cronisti sulla legge in Parlamento che intende equiparare repubblichini di Salò e partigiani. Berlusconi ha ammesso che ci siano state differenze ma chiede ''pietà'' anche per coloro che combatterono per una causa persa credendosi nel giusto. Le celebrazioni proseguiranno per il resto della giornata: Napolitano è atteso al sacrario militare di Mignano Montelungo, nel casertano, mentre Berlusconi sarà ad Onna, luogo di una strage nazista e simbolo della devastazione portata dal terremoto in Abruzzo. Qui si recherà anche il leader del Pd Dario Franceschini. Intanto, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha fatto sapere che non prenderà parte alle celebrazioni a Porta San Paolo a causa di violente manifestazioni che i centri sociali starebbero preparando. Intanto, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha fatto sapere che non prenderà parte alla manifestazione dell'Anpi a Porta San Paolo. Come riferisce il Campidoglio, la decisione stata presa per motivi di sicurezza, su consiglio della Questura. Infatti, spiega il Comune, è stato comunicato che movimenti estremisti erano pronti a contestazioni violente. Il sindaco, dispiaciuto per non aver potuto onorare l'invito dell'Anpi a partecipare al corteo, si è recato quindi a Forte Bravetta per deporre una corona d'alloro presso la Stele, che ricorda gli italiani fucilati nel periodo di occupazione della città.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 27/04/09 alle 00:07 via WEB
Onna (L'Aquila), 25 apr. (Adnkronos) - "Dobbiamo ricordare oggi con rispetto tutti i caduti, anche quelli che hanno combattuto dalla parte sbagliata, sacrificando in buona fede la propria vita ai propri ideali e a una causa gia' perduta". Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, parlando ad Onna in occasione delle celebrazioni del 25 aprile. "Questo non significa naturalmente -ha aggiunto- neutralita' o indifferenza: noi siamo, tutti gli italiani liberi lo sono, dalla parte di chi ha combattuto per la nostra liberta', per la nostra dignita', per l'onore della nostra Patria. In questi anni la storia della Resistenza e' stata approfondita: si e' discusso, e' un bene che sia successo. La Resistenza e' con il risorgimento uno dei valori fondanti della nostra nazione, un ritorno alla tradizione di liberta' e la liberta' e' un diritto che viene prima delle leggi, viene prima dello Stato, perche' e' un diritto naturale che appartiene a tutti gli uomini e a tutte le donne". ultimo aggiornamento: 25 aprile, ore 12:47
(Rispondi)
 
occhineri2005
occhineri2005 il 25/04/09 alle 20:35 via WEB
AH,MI SONO COSOLATA,HAI PARLATO DI UESTA GIORNATA IN UN MODO DIVERSO DAI TANTI.LA VOCE DI GABER,POI HA MESSO IL RESTO,PERO' SENTIAMOCI ITALIANI,TUTTI,E GRIDIAMO EMPRE W L'ITALIA.E' LA NOSTRA TERRA,BELA,AMATA,SOFFERTA,MA E' A PATRIA.IO MI SENTO TUTTA ITALIANA.MARIO CI HAI DATO ANCHE LE ULTIME INFORMAZIONI,SPERIAMO CHE LE COSE VADANO MAGLIO,HO VISTO ORA IL BEL TEMPO IN ABRUZZO E I BIMBI,CHE CARI,NONOSTANTE ANCORA CI SIANO LE SCOSSE ,CORREVANO FELICI. CHE BELLO ESSERE BAMBINI,UNA BUONA SERATA ED UNA DOLCE DOMENICA,SENTIVO IL BISOGNO DI LEGGETI,ED ORA SONO CONTENTA,LAURA
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 27/04/09 alle 00:23 via WEB
Ciao Laura, grazie della tua costante simpatia. Sono stato ieri ed oggi fuori, ora passo per il tuo blog.
(Rispondi)
 
highlander196
highlander196 il 26/04/09 alle 22:53 via WEB
FIRENZE (25 aprile) 16.30 p.za Strozzi: autonomi dei centri sociali e dell'area antagonista hanno lanciato due fumogeni e due petardi contro un gazebo dei sostenitori del candidato a sindaco del Pdl Giovanni Galli, prima di rovesciare il tavolo su cui si trovavano volantini e altro materiale di propaganda. Una ragazza di 23 anni,che era seduta al tavolo,è stata trasportata all'ospedale di Careggi per un controllo all'udito:uno dei petardi è esploso vicino a lei.Il tutto è avvenuto quando un corteo, organizzato per il 25 aprile, è passato per via Strozzi, dove si trovavano alcuni sostenitori di Galli.Uno dei fumogeni ha incendiato un pacchetto di volantini.Le fiamme sono state subito spente.L'intervento di alcuni agenti della Digos ha impedito che i due gruppi venissero a contatto.Il corteo è poi proseguito mentre i manifestanti lanciavano slogan contro le forze dell'ordine e contro il governo. La ragazza portata in ospedale è poi stata dimessa. Scusami tanto Mario se nel tuo blog mi sono permesso di pubblicare qualche cattivo episodio accaduto il 25 aprile del 2009 ad opera di chi festeggiava per la democrazia e la libertà di pensiero!!! ....senza ironia ^___*
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 26/04/09 alle 23:43 via WEB
Ciao HIGH, in questo blog, tu, come tutti gli altri, siete sempre i benvenuti e vi ringrazio per questo. L’evento che citi è certamente increscioso, però è importante che il potenziale impatto, sia stato sedato sul nascere. Oggi il vero nemico si nasconde, per me, dietro il CAPITALISMO SPECULATIVO E CONSUMISTICO che attanaglia l’intero pianeta. Questo minuscolo blog è dalla parte di chi cerca nuove soluzioni capaci raccogliere forze positive atte a contemperare il perseguimento del benessere comune con la libertà d'intrapresa senza vincoli burocratici e blocchi monopolistici anche di cartello, come es. petrolieri, informazione ecc.. Per l’informazione, ad es., non mi riferisco alla quantità di notizie diffuse, ma, piuttosto, alle modalità della sua somministrazione. Le diverse modalità ne mutano la sostanza e la percezione ottenendo così i risultati desiderati.
(Rispondi)
 
red5706
red5706 il 26/04/09 alle 23:30 via WEB
come sempre si tenta di mescolare ciò che rappresenta una liberazione e un impegno preciso verso quella che era la politica all'ora..con la convenienza oggi di aggiustare i tiri a tornaconto di una politica di destra.....mi chiedo come può..chi è fascista..condividere lo stesso spirito....di certo ci fu la liberazione da un vincolo sbagliato...di certo consci che ci hanno affidato nelle mani di un capitalismo americano che ha gettato le basi e germogliato molto rapidamente...legati ancora mani e piedi ...malgrado il sacrificio dato..malgrado si parli di libertà...si tenta di far screditare ..minimizzando nell'insieme...la lotta fatta per uscirne fuori...e oggi dobbiamo lottare ancora per non far prendere pieno possesso di potere a chi stà tentando di farlo sorridendoci....intanto ha ritirato la proposta..e spero..si contrasterà la volontà di cambiare la costituzione attraverso una presa di coscienza più marcata degli altri politici..ma soprattutto di noi..gente comune che a suo tempo hanno fatto la soria e oggi possono ancora farla...un abbraccio..Anna
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 27/04/09 alle 00:20 via WEB
Ciao Anna, W I PARTIGIANI DI IERI E DI OGGI.
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 26/04/09 alle 23:48 via WEB
Roma, 26 apr. (Adnkronos) - ''Bene che Berlusconi ritiri il progetto di legge che equiparava i partigiani a i repubblichini. Ma non risolve il problema di fondo: Berlusconi deve riconoscere che l'antifascismo e' il fondamento della repubblica. Tutto qui. Come e' indiscutibilmente. E deve spiegarlo ad Alemanno che non ha invitato l'Anpi al Campidoglio per la prima volta dalla fine della guerra per il festeggiamento del 25 aprile''. Lo dice il segretario del Prc Paolo Ferrero. ultimo aggiornamento: 26 aprile, ore 18:09
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 26/04/09 alle 23:51 via WEB
Roma, 26 apr. - (Adnkronos/Ign) - "Non sapevamo nulla di questo pdl che sara' in ogni caso ritirato". Cosi' il premier Silvio Berlusconi risponde al leader del Pd Dario Franceschini che ieri aveva chiesto il ritiro del progetto di legge che prevede l'equiparazione tra partigiani ed ex appartenenti alla Repubblica di Salo'. ultimo aggiornamento: 26 aprile, ore 17:30 ............................. Arrivato a sorpresa al Salone del mobile in corso alla Fiera di Rho-Pero a Milano, Berlusconi e' tornato sulle celebrazioni del 25 aprile sottolineando come "anche leggendo i giornali si possa pensare di superare il periodo che e' alle spalle e andare verso un comune sentimento nazionale. Ho detto -ha concluso Berlusconi- che il 25 aprile dovrebbe veramente diventare la festa della riconquista della liberta'". Una decisione, quindi, che accoglie la richiesta pressante fatta dall'opposizione. In primis dal segretario del Pd, Dario Franceschini. Proprio dal Partito democratico arriva il commento di Luciano Violante sulle parole del premier di ieri: "Berlusconi ha fatto un discorso da uomo che esprime il senso delle Istituzioni. E' venuto incontro a valori che prima non aveva riconosciuto. E i valori, quando sono condivisi, diventano piu' forti". In giornata Fabrizio Cicchitto ed Italo Bocchino, capogruppo e vicecapogruppo del Pdl alla Camera avevano contestato la richiesta di Franceschini sul disegno di legge: "Solleva il problema di una proposta di legge sull'equiparazione fra i partigiani e coloro che hanno militato nella Rsi" ma "il governo Berlusconi non c'entra niente con questa proposta di legge e neanche il gruppo parlamentare del Pdl perche' essa, infatti, e' una tipica iniziativa parlamentare individuale. Presentata dall'onorevole Barani nel mese di luglio del 2008, essa nasce come iniziativa bipartisan, tant'e' che registro' la firma di una serie di parlamentari, non solo del Pdl ma anche del Pd come gli onorevoli Corsini, Fogliardi e Narducci, che poi hanno ritirato la firma il mese scorso".
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 27/04/09 alle 00:17 via WEB
La patria e il nuovo padre padrone di EUGENIO SCALFARI Silvio Berlusconi IERI 25 aprile, giorno di festa per la liberazione d'Italia dai nazifascisti e per la Resistenza che ha reso possibile la rinascita della democrazia nel nostro paese, è caduto il muro che aveva fin qui impedito a quella ricorrenza di diventare una data condivisa da tutti gli italiani. Il merito di questo risultato spetta a Silvio Berlusconi, al discorso da lui tenuto ad Onna ed anche - diciamolo - a Dario Franceschini segretario del Pd, che con il suo pressante invito ha incitato il premier a render possibile un evento così importante. Berlusconi aveva dinanzi a sé tre alternative: ignorare l'invito di Franceschini; accoglierlo per marcare a modo suo la celebrazione equiparando la Resistenza con coloro che si erano schierati a fianco del regime fascista di Salò, uniti entrambi dall'amor di patria; dare atto che Liberazione e Resistenza sono stati un tutto unico dal quale è nata la nostra Costituzione repubblicana, fermo restando il rispetto per tutti i caduti, anche di coloro che in buona fede scelsero la parte sbagliata. Con il suo discorso di Onna Berlusconi ha scelto questa terza soluzione ed è quindi doveroso dargliene atto. Si potrebbe (e non mancherebbero gli argomenti) fare un'analisi dei moventi che l'hanno spinto a imboccare quella strada, ma sarebbe riduttivo. I fatti del resto hanno un loro linguaggio che esprime la realtà e la realtà è questa. Berlusconi ha raggiunto un livello di consenso che gli impone di proporsi come il rappresentante politico di tutti gli italiani, quelli che lo amano e quelli che non lo amano, quelli che hanno fiducia e quelli che ne diffidano, quelli che condividono il suo "fare" e quelli che l'avversano. Noi siamo tra questi ultimi ma riconosciamo che una svolta è stata compiuta, sia nella valutazione storica della Liberazione e della Resistenza, sia nel riconoscimento dei principi sui quali si regge la Costituzione, sia sul ruolo delle forze politiche che contribuirono alla rinascita democratica e che nel discorso di Onna sono state tutte nominate a cominciare dai comunisti, ai socialisti, ai democristiani, ai liberali (anche se l'ipotesi di cambiare il nome della celebrazione in quello di "Festa della Libertà" è certamente una proposta contro la memoria che indebolisce notevolmente le osservazioni precedentemente fatte). La fermezza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha giocato un ruolo determinante nella svolta berlusconiana; un altro elemento da non sottovalutare sarà pur venuto dalla posizione di Gianfranco Fini. La svolta è comunque avvenuta. Bisogna ora vedere se i seguiti saranno conformi al nuovo inizio e intanto rallegrarsene. Dunque tutto bene? Il tessuto democratico del paese si è rafforzato? Si aprirà finalmente una dialettica operosa tra governo ed opposizione? * * * Aldo Schiavone, in un articolo pubblicato ieri su "Repubblica" ha risposto anticipatamente a queste domande partendo dalla constatazione che in tempi di emergenza la spinta populista è un dato di realtà dal quale sarebbe sbagliato prescindere. Ci sono vari modi di affrontare questa deriva. Quello di Berlusconi, secondo il giudizio di Schiavone, consiste nel "rendere istituzionale la spinta populista, prolungarne e dilatarne gli effetti nello spazio sociale e nel tempo storico, alimentare un rapporto fideistico tra il leader e il 'suò popolo, marginalizzare tutte le altre forme di rappresentanza a cominciare dalla divisione dei poteri e dalle autorità di garanzia come inutili impacci. Un Capo che sceglie e decide per tutti: è un modo di stressare la democrazia radicandola su una sola delle sue componenti". Ebbene la svolta berlusconiana di ieri, della quale abbiamo già segnalato gli aspetti positivi, non ci libera affatto da quelli negativi. Al contrario, li alimenta con nuova linfa rendendoli ancor più attuali e pericolosi. Diventa sempre più incombente la costruzione, già da tempo avviata, d'una nuova costituzione materiale all'ombra della Costituzione vigente, cioè una sua interpretazione che ne stravolge il senso riducendola ad un reperto fossile. Un'operazione del genere fu già compiuta nel corso della Prima Repubblica. Avvenne tra la metà degli anni Sessanta e la metà degli Ottanta; un ventennio nel corso del quale i partiti assorbirono le istituzioni, il governo si identificò con lo Stato, la democrazia si trasformò in partitocrazia, gli apparati politici confiscarono la pubblica amministrazione e taglieggiarono sistematicamente le imprese. La costituzione materiale partitocratica fece del Capo dello Stato un'autorità di second'ordine, esercitò un'influenza determinante sulla magistratura inquirente e giudicante, costruì l'impunità del potere e di chi lo impersonava. Le forme vennero scrupolosamente rispettate ma la sostanza fu invece sconvolta e manomessa. La stagione di Tangentopoli interruppe e anzi sembrò avere distrutto la partitocrazia. Cominciò allora la transizione verso la Seconda Repubblica che adesso ha infine assunto le sue caratteristiche con la costruzione di una nuova costituzione materiale molto diversa dalla precedente. Non sono più i partiti a monopolizzare il potere, ma un leader con il manipolo dei suoi più stretti collaboratori. Un leader antipolitico e sostanzialmente antiparlamentare, gestore sapiente del sistema mediatico, identificato con la ricerca ossessiva del consenso da trasformare giorno per giorno in plebiscito e da contrapporre a tutte le mediazioni e a tutto il sistema delle garanzie. La svolta di ieri ha rappresentato dunque un rilevante passo avanti e un ulteriore passo indietro di fronte alla democrazia partecipata. Passo avanti - l'abbiamo già detto - verso la pacificazione del Paese rispetto a quanto accadde sessant'anni fa. Passo indietro verso il populismo autoritario. Se l'asse portante della nostra Costituzione consiste nella divisione dei poteri, l'essenza della costituzione materiale berlusconiana è nell'unificazione dei poteri in una sola mano. Esecutivo, legislativo e giudiziario intestati al leader attraverso una prassi ed una serie di norme che la consolidano e la presidiano trasformandola in consuetudine. Il presidente Napolitano ha avvertito da tempo questa deriva e l'ha più volte segnalata con la discrezione che lo distingue. Più di recente deve aver avvertito che la crescita della nuova costituzione materiale stava per oltrepassare una soglia oltre la quale sarebbe diventata irreversibile per un lungo arco di anni ed ha ritenuto che il tema dovesse essere affrontato di petto. L'ha fatto pochi giorni fa inaugurando il festival della democrazia a Torino e indicano i principi che costituiscono il fondamento della democrazia repubblicana: lo stato di diritto, la divisione dei poteri, il ruolo indispensabile delle autorità di garanzia, il vigile rispetto della legalità costituzionale, il rafforzamento del potere esecutivo e dei poteri di controllo del Parlamento. I punti di riferimento culturali di questa visione configurano una democrazia liberale che ha i suoi autori in Montesquieu, Tocqueville, Croce e Luigi Einaudi. La "fantasia al potere" - che tanto piace a Berlusconi e ai suoi mentori - non trova posto in questa visione e rappresenta il culmine della modernità occidentale. Se volessimo raffigurare le due versioni contemporanee e contrapposte di due leader carismatici, facciamo i nomi di Berlusconi e di Barack Obama, con tutte le differenze di scala da essi rappresentate. * * * C'è un freschissimo esempio della "fantasia al potere" o meglio della "follia positiva" stando all'autodefinizione che ne ha dato lo stesso nostro premier, ed è il trasferimento del G8 che avrà luogo nel prossimo luglio dall'isola della Maddalena alla scuola degli allievi ufficiali dell'Aquila. Un colpo di scena suggerito da Bertolaso, sottosegretario alla Protezione civile e ai Grandi eventi e fatto proprio da Berlusconi con entusiasmo all'insaputa dello stesso governo da lui presieduto. Le motivazioni di questo "coup de théâtre" sono quattro: le minori spese, il desiderio di mettere i potenti della terra a diretto contatto con una catastrofe naturale, la possibilità di elevare il caso Abruzzo dal livello nazionale a quello mondiale, la maggiore sicurezza del "meeting" tra le montagne abruzzesi rispetto alle sedi navali che l'avrebbero ospitato alla Maddalena. È sufficiente un sommario esame per capire che si tratta di motivazioni infondate. Le spese per realizzare il G8 alla Maddalena sono state tutte in grandissima parte già fatte (anche se ancora debbono essere pagate). Gli impianti previsti saranno comunque portati a termine. Nessun risparmio da questa parte sarà dunque realizzato. Il grande albergo a cinque stelle costruito nell'isola sarda resterà come una delle tante cattedrali nel deserto, di sperpero del denaro pubblico e di cementificazione di uno degli arcipelaghi più belli d'Europa. Il risparmio sulle spese navali rispetto a quelle aquilane sarà minimo, invece delle navi alla fonda bisognerà mobilitare una flotta di elicotteri che faccia la spola tra Roma e l'Aquila. I potenti della terra hanno purtroppo larga esperienza di catastrofi naturali, in Giappone, in Louisiana, in Florida, in California, in Russia, in India, in Cina, in Turchia. Insomma nel mondo intero. Portare il caso Abruzzo all'attenzione del mondo affinché dia una mano per risolverlo è risibile. C'è l'intero continente africano che è di per sé una catastrofe, per citare un solo caso tra tanti. La sicurezza contro i No Global. Non metteranno piede all'Aquila, l'hanno già detto. Ma faranno altrove le loro prove. Speriamo vivamente che siano prove puramente dimostrative. Se comunque, come scopre ora Bertolaso, garantire sicurezza alla Maddalena era un compito così arduo, ci si domanda adesso perché fu scelta quella località. Forse Bertolaso ha troppe cose da fare: la protezione contro le catastrofi, i rifiuti dell'immondizia, la progettazione ed esecuzione dei grandi eventi. Il tutto non solo sulle sue spalle ma sulle strutture della Protezione civile. Che non stia nascendo, sotto la leadership politica di Berlusconi, una leadership tecnocratica di Bertolaso? Non credo che i vertici negli altri paesi siano affidati alla Protezione civile. Li curano i ministri dell'Interno, i Servizi di sicurezza, le forze della sicurezza pubblica. Che c'entra la Protezione civile? I pompieri che ne costituiscono l'ossatura? Bertolaso, racconta il generale della Finanza, Lisi, che lo vede lavorare nella sua scuola, "lavora notte e giorno, non dorme, è una fucina di iniziative, non è un uomo ma un miracolo". Forse se si concentrasse su uno solo dei suoi tanti compiti eviterebbe alcune disfunzioni che stanno emergendo in questi giorni e che i terremotati vivono sulla loro pelle. No, neanche Bertolaso è infallibile. Quanto ai miracoli, beati i paesi che sanno farne a meno. (26 aprile 2009)http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/berlusconi-25-aprile/scalfari-25-aprile/scalfari-25-aprile.html
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liberemanuele
liberemanuele il 27/04/09 alle 16:32 via WEB
Ho scritto poco fa un post sulla difficoltà di sentirsi italiano ... Per farla breve, come diceva Gaber "Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo, lo sono".
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 27/04/09 alle 16:37 via WEB
Ritengo sia un buona iniziativa che tende ad analizzare un sentimento che ritrovo presente in molti giovani che trovano difficoltà a riconoscersi nelle attuali formazioni politiche sia di dx che di sx.
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