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Nessuna certezza: molti dubbi "Siamo realisti, esigiamo l'impossibile"
Qui non si legge la notizia, ne quello che c'è dentro di essa, ma quello che gli occhi del gatto intravvedono dietro di essa, nell'oscurità. Il gatto non riconosce il padrone anche se lui generosamente lo accudisce, lo nutre, lo lava e l'accarezza per fargli fare le fusa. Il gatto non è affidabile, vede quello che gli pare, è bugiardo ed ha diritto, ogni volta, a tre smentite senza contradditorio. Il gatto è disposto anche a rilasciare carinerie, quando e come vuole a chi gli è simpatico ed anche a chi gli è antipatico a seconda da come i raggi riflessi della luna s'infrangono attraverso l'oscurità.
"Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini." Jose Saramago
Al compimento del suo ottavo anno di vita “Minicaosinlibertà” ha terminato la sua presenza in questa Community come “creatura autonoma”. Il saluto di commiato del curatore lo puoi trovare in questo post del 30 novembre 2016.
Come intestatario dell’utenza dovrei cambiare il titolo del blog mutandolo in “Grande Caos senza Libertà” in riferimento al Sistema Globale in cui ci è dato vivere. Libertà riferita all'animo, ...intendo! Così come, pur soltanto idealmente, penso di operare a titolo personale e in modo estemporaneo; avulso da ogni umano retaggio.
Grazie, M@.
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Il portico di Salomone Futuro del blog
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“Un avvocato farebbe qualsiasi cosa per vincere una causa. Direbbe persino la verità.” PATRICK MURRAY
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"Ahi" disse il topo, "il mondo diventa ogni giorno più angusto. Prima era così ampio che avevo paura, continuavo a correre ed ero felice di vedere finalmente a sinistra e a destra in lontananza delle pareti, ma queste lunghe pareti si corrono incontro l'un l'altra così rapidamente che io sono già nell'ultima stanza, e lì, nell'angolo, c'è la trappola nella quale cadrò" - "Devi solo cambiare la direzione della corsa", disse il gatto e lo mangiò .....
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« La Volpe e Il Gatto | Auguri Papà 19 03 2017 » |
nazionale, ha alle sue spalle una lunga
storia fatta di eventi e grandi uomini
CONDIZIONI ECONOMICHE E POLITICHE DEL FINE SETTECENTO
Alla fine del settecento le condizioni economiche e politiche dei territori estensi si segnalavano, nel panorama dell'Italia settentrionale per arretratezza e miseria. Intanto la crisi economica rafforzava le basi della monarchia.
L'ARRIVO DI NAPOLEONE IN ITALIA
Appresa la notizia dell'ingresso delle truppe napoleoniche in Italia, il duca di Modena abbandonava precipitosamente i suoi stati nel maggio 1796, portando in salvo a Venezia se stesso e i forzieri ducali, dopo aver nominato un Consiglio di reggenza, incaricato di trattare con il Generale francese, giunto nel frattempo a Piacenza, le condizioni dell'armistizio.
Nel periodo compreso fra luglio e agosto scoppiavano nuovi tumulti.
LA BATTAGLIA DI MONTECHIARUGOLO
Il 4 Ottobre 1796, la battaglia di Montechiarugolo diede nuovo impeto e risonanza ai moti rivoluzionari e alla città di Reggio Emilia, suscitando lo stupore di Napoleone.
Alcuni fra gli insorti di Reggio Emilia presero contatto con Milano, Bologna e Ferrara, insorte a loro volta e liberate, e con la stessa Modena. Le quattro città liberate dell'Emilia decidevano di riunirsi a congresso per sanzionare la novità della situazione.
LA NASCITA DEL TRICOLORE E SUA EVOLUZIONE
A Reggio le novità si vivevano con fervore. La municipalità Cispadana entrava in carica il 31 Ottobre e nella seduta del 7 Gennaio 1797 i suoi delegati decretano "che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e rosso". Nasce così il tricolore come vessillo nazionale. Una prima versione della bandiera, vede i colori disposti in tre strisce orizzontali: il rosso in alto, il bianco in mezzo, il verde in basso. Al centro troviamo il Turcasso o Faretra con quattro frecce, a simboleggiare l'unione delle quattro popolazioni di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Le lettere R e C poste ai lati sono le iniziali di Repubblica Cispadana. Il Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina, nella seduta dell'11 Maggio 1798, decreta che "La Bandiera della Nazione Cisalpina è formata di tre bande parallele all'asta, la prossima all'asta verde, la successiva bianca, la terza rossa. L'asta è similmente ricolorata a spirale, colla punta bianca". Tale risoluzione venne molto spesso disattesa: per almeno quattro decenni, infatti, le bandiere con il tricolore saranno composte con modalità variabili nell'accostamento e nella disposizione, sino alla definitiva codifica del 1848.
Su proposta del Ministro della Guerra Trivulzi, il Governo della Repubblica approva il cambiamento della "Bandiera di terra e di mare" dello Stato. La forma del nuovo vessillo sarà, "un quadrato a fondo rosso, in cui è inserito un rombo a fondo bianco, contenente un altro quadrato a fondo verde". La decisione adottata resterà in vigore, immutata anche dopo la promulgazione del Regno d'Italia, fino al 1814, con lievi varianti riconosciute ai drappi di taluni reparti militari o adottate in circostanze particolari.
LA "GIOVINE ITALIA"
Il tricolore viene di nuovo sventolato durante i moti liberali del febbraio 1831 che, scoppiati a Modena per iniziativa di Ciro Menotti, si estendono a Parma e a Bologna. A Reggio Giuditta Bellerio Sidoli, vedova del patriota reggiano Giovanni Sidoli, porta alla Guardia Civica costituitasi per l'occasione, la bandiera tricolore che viene poi esposta al balcone del Municipio. Dopo il fallimento dell'insurrezione, a Modena la contessa Rosa Testi Rangoni viene condannata a tre anni di reclusione per aver cucita una bandiera tricolore. A Marsiglia, Giuseppe Mazzini fonda la "Giovine Italia": la bandiera della nuova associazione rivoluzionaria avrà i colori bianco, rosso e verde, con le scritte "Libertà, Uguaglianza, Umanità" da un lato e "Unità, Indipendenza" dall'altro.
UN' EUROPA RIVOLUZIONARIA
L'elezione di Pio IX fa sorgere grandi aspettative fra i liberali italiani e la sua politica riformatrice suscita dovunque l'entusiasmo dei patrioti: l'effige del nuovo pontefice viene presto associata ai colori nazionali come simbolo di libertà e di unità.
Un'ondata rivoluzionaria percorre tutta l'Europa, facendo del 1848 "l'anno dei miracoli". Le rivoluzioni di Parigi e di Vienna innescano le insurrezioni di Milano e di Venezia. I milanesi, in cinque giornate di lotta accanita tra il 18 e il 22 marzo, costringono gli austriaci a ritirarsi dalla città e a rifugiarsi nelle fortezze del Quadrilatero.
LA SECONDA GUERRA D'INDIPENDENZA
Il 9 Febbraio si costituisce la Repubblica Romana che decreta la fine del potere temporale e adotta come bandiera il tricolore, come del resto già avevano fatto i governi provvisori dei Ducati dell'Italia settentrionale sorti dopo la fuga degli antichi sovrani. L'estrema difesa della Repubblica dagli attacchi delle truppe francesi, capeggiata da Garibaldi, vede il sacrificio, tra gli altri, anche di Goffredo Mameli, autore dell'inno nazionale.
L'armistizio di Villafranca pone bruscamente fine alla seconda guerra d'indipendenza che frutta al Piemonte la Lombardia. A Parma, Modena, in Toscana ed in Romagna, i governi provvisori reclamano l'annessione al Piemonte che nel marzo del 1860 viene sancita dai plebisciti: si compie così un decisivo passo verso la creazione dello Stato nazionale italiano.
PRIMI PASSI VERSO UNO STATO UNITARIO
Con la vittoriosa spedizione dei Mille viene abbattuto il regime borbonico che in un estremo tentativo di sopravvivenza aveva ripristinato la costituzione del 1848 ed adottato la bandiera tricolore con l'emblema della dinastia. Il 7 Settembre Garibaldi e Vittorio Emanuele II corona la fase più saliente della costruzione dello Stato unitario.
LA COSTITUZIONE DEL REGNO D'ITALIA
Il 18 Febbraio 1861 si riunisce a Torino il primo Parlamento italiano e il 17 Marzo viene proclamata la costituzione del Regno d' Italia. Il nuovo Stato adotta tacitamente come bandiera nazionale quella del Regno di Sardegna: il tricolore con lo stemma dei Savoia, orlato d'azzurro e sormontato dalla corona reale.
LA FINE DELLA TERZA GUERRA DI INDIPENDENZA
Con la pace di Vienna del 3 Ottobre 1866 si concludeva la terza guerra di indipendenza che riunisce all'Italia il Veneto. Restavano fuori dai confini nazionali le "terre irredente" del Trentino e della Venezia Giulia con Trieste che costituiranno da allora fino alla Grande Guerra motivo di attrito con l'impero asburgico.
LA GUERRA FRANCO-PRUSSIANA
La guerra franco-prussiana costringe Napoleone III a ritirare le sue truppe che a Roma difendono il potere temporale del Papa. Il 12 Settembre 1870 l'esercito italiano varca i confini dello stato pontificio ed il 20 Settembre, superando le difese delle truppe pontificie, entra in Roma dalla breccia aperta dall'artiglieria nella cinta muraria presso Porta Pia. Il Regno d'Italia conquista così la sua capitale naturale.
IL PRIMO CENTENARIO DEL TRICOLORE
A Reggio Emilia, il 7 Gennaio 1897, il primo Centenario del Tricolore viene celebrato in modo particolarmente solenne. E' Giosuè Carducci a pronunciare, dall'atrio del Palazzo Comunale, l'orazione ufficiale: "[…] Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani […]".
BANDIERA NAZIONALE E BANDIERA DI STATO
Nel 1925, si definirono per legge i modelli della bandiera nazionale, e della bandiera di Stato. Quest'ultima (da usarsi nelle residenze dei sovrani, nelle sedi parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche) avrebbe aggiunto allo stemma la corona reale. Dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19 Giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall'Assemblea Costituente nella seduta del 24 Marzo 1947 e inserita all'articolo 12 della nostra Carta Costituzionale. E perfino dall'arido linguaggio del verbale possiamo cogliere tutta l'emozione di quel momento.
http://www.gramscibergamo.it/PUBBLICAZIONI/20060000.pdf
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