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Nessuna certezza: molti dubbi "Siamo realisti, esigiamo l'impossibile"
Qui non si legge la notizia, ne quello che c'è dentro di essa, ma quello che gli occhi del gatto intravvedono dietro di essa, nell'oscurità. Il gatto non riconosce il padrone anche se lui generosamente lo accudisce, lo nutre, lo lava e l'accarezza per fargli fare le fusa. Il gatto non è affidabile, vede quello che gli pare, è bugiardo ed ha diritto, ogni volta, a tre smentite senza contradditorio. Il gatto è disposto anche a rilasciare carinerie, quando e come vuole a chi gli è simpatico ed anche a chi gli è antipatico a seconda da come i raggi riflessi della luna s'infrangono attraverso l'oscurità.
"Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini." Jose Saramago
Al compimento del suo ottavo anno di vita “Minicaosinlibertà” ha terminato la sua presenza in questa Community come “creatura autonoma”. Il saluto di commiato del curatore lo puoi trovare in questo post del 30 novembre 2016.
Come intestatario dell’utenza dovrei cambiare il titolo del blog mutandolo in “Grande Caos senza Libertà” in riferimento al Sistema Globale in cui ci è dato vivere. Libertà riferita all'animo, ...intendo! Così come, pur soltanto idealmente, penso di operare a titolo personale e in modo estemporaneo; avulso da ogni umano retaggio.
Grazie, M@.
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"Ahi" disse il topo, "il mondo diventa ogni giorno più angusto. Prima era così ampio che avevo paura, continuavo a correre ed ero felice di vedere finalmente a sinistra e a destra in lontananza delle pareti, ma queste lunghe pareti si corrono incontro l'un l'altra così rapidamente che io sono già nell'ultima stanza, e lì, nell'angolo, c'è la trappola nella quale cadrò" - "Devi solo cambiare la direzione della corsa", disse il gatto e lo mangiò .....
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Messaggi di Marzo 2012
Politica senza i politici Introduzione
Oggi, ovunque nel mondo, la maggior parte della gente ha perso la fiducia nei politici. Corruzione, cospirazioni e scandali politici sono diventati la norma in ogni paese ed in ogni partito, per cui moltissimi politici ha perso la fiducia anche dei propri sostenitori. Molti credono che la Politica generi automaticamente la corruzione, di qui il detto: “dove c’è potere c’è corruzione”. Nessuna meraviglia quindi se la maggioranza delle persone non ha fiducia non solo nei politici, ma anche nella Politica in quanto tale. Molti si rifiutano di votare, non credono più che il voto possa portare dei cambiamenti significativi. Non votare per i propri rappresentanti è un voto di “sfiducia” per quel tipo di governo. Spesso le persone disgustate dalla doppiezza di quasi tutti i politici cercano quelli che possono meritare la loro fiducia, ma se per caso riescono a trovarne alcuni, di solito verranno poi traditi anche da questi. Nessuna meraviglia se taluni pensano che il parlamento va rimpiazzato da un dittatore. Altri rifiutano l’ipotesi di un dittatore, ma poiché non vedono alternative, si rassegnano e abbandonano la Politica ai politici. Ciò peggiora le cose, perché in questo modo si lascia che la società venga gestire da politicanti preoccupati più del loro potere personale che degli interessi della collettività.
Questo opuscolo spiega come gestire la società senza ricorrere ai rappresentanti, con i cittadini che votano direttamente le politiche da attuare invece che votare per eleggere dei politici. Quando tutti i cittadini decidono tutte le politiche, i rappresentanti politici diventano superflui perché il loro lavoro è quello di decidere per gli altri.
Nessun sistema politico è in grado di curare tutti i problemi politici. Credere che possa esistere una simile cura porta a pericolose delusioni. Una simile cura non esiste. L’abolizione dei rappresentanti risolverà molti problemi politici ma non tutti. Quando ogni cittadino può proporre, discutere e votare ogni tipo di politica, nessuno ha più l’autorità di decidere per gli altri e di conseguenza il potere dei politici è abolito. Per loro, il potere politico è come una droga. Coloro che arrivano a possederlo – in ogni organizzazione sociale: Stato, Chiesa, comune, scuola, famiglia – ne diventeranno dipendenti. Dovrebbero essere trattati come quei drogati che fanno qualsiasi cosa pur di continuare ad ottenere la loro droga. Molti politici bramano per il potere in quanto tale, ma anche coloro che lo usano per migliorare la società faranno qualsiasi cosa pur di continuare a possederlo.
La DD abolisce il potere politico proibendo a chiunque di decidere le politiche per gli altri. Nessuno rappresenta gli altri. Ogni cittadino o cittadina detiene soltanto un voto per ciascun indirizzo politico e rappresenta soltanto se stesso, se stessa. Se una politica sbagliata produce dei risultati indesiderati o negativi, coloro che l'hanno votata ne sono responsabili. Per evitare il ripetersi dei risultati negativi i cittadini dovranno scoprire perché hanno votato una decisione sbagliata e riconsiderare le loro motivazioni. Questo li farà cercare in se stessi – non all’esterno di se stessi – le cause dei problemi politici, per identificarle e superarle. La Democrazia Diretta può perciò essere descritta così: “Ogni cittadino possiede in ogni momento l’autorità per proporre, discutere e decidere votandola, ogni politica.”
Nota all’edizione italiana: In italiano, il termine ‘politica’ possiede due accezioni distinte: 1. l’attività generale di produrre le politiche collettive 2. la politica collettiva prodotta. Il termine è dunque ambiguo e può generare confusione. L’inglese evita ogni ambiguità usando il termine ‘politics’ per indicare l’attività di produrre le politiche collettive, e i termini ‘policy’ (‘policies’) per indicare rispettivamente il prodotto (i prodotti) dell’attività politica stessa. Volendo ridurre al minimo questa ambiguità, nel testo italiano useremo il termine ‘politica’ nell’accezione 1. con l’iniziale maiuscola e sempre al singolare, e nell’accezione 2. con l’iniziale minuscola e preferibilmente al plurale. 1. La Politica 2. Le Decisioni non sono Conclusioni 3. Le Priorità 4. I Politici 5. La Società 6. Lo Stato 8. La Libertà 9. Il Principio di Uguaglianza (Parità) Politica 18. Risposta alle critiche più comuni
Breve biografia politica dell’Autore
[inizio] |
Nei prossimi posts saranno approfonditi i singoli capitoli.
Grazie all'autore Prof. Aki Orr per la gentile concessione a questa (possibile) discussione.
se trovi fastidiosa la musica o usi la chiavetta che divora il traffico disponibile
FERMA IL Video. 31/03/12 eliminato video autoplay con riproduzione 2/04/2012 eliminato video in autoplay
questo post necessita di riflessione ed è dedicato a tutti coloro che possiedono
un "cuore aperto" ed un "animo leggero";
grazie, IinA_M@.
Non guardare i commenti per considerare il POST avariato o scaduto.
Per questo approfondimento è gradito il contributo di TUTTI gli amici (attivi).
31/03/2012: un classico prodotto dell'attuale politica:
Anche NOI paghiamo il MUTUO per la CASA GRANDISSIMA di Calearo senza che costui si degni neppure di riscaldare i banchi di Montecitorio.
il video va osservato senza preconcetti di sorta ...anche se foste stati elettori del pdl o del pd ...anzi ...proprio per questo!
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ANSA.it
Afghanistan,domani torna salma Silvestri
Sindaco,'domani funerali di Stato a Roma, poi cerimonia a Bacoli'
25 marzo, 11:07
(ANSA) - ROMA, 25 MAR - Rientrera' in Italia domani, 26 marzo, la salma di Michele Silvestri, il sergente del 21/o Genio Guastatori di Caserta morto ieri in Afghanistan durante un attacco a colpi di mortaio. L'aereo con a bordo la salma, fa sapere lo Stato Maggiore della Difesa, atterrera' alle 11 all'aeroporto di Ciampino. Il sindaco di Bacoli, dove Silvestri risiedeva, ha riferito che i funerali di Stato potrebbero svolgersi gia' domani pomeriggio a Roma. Martedi' cerimonie a Bacoli e a Monte di Procida (Napoli).
Un pensiero per Michele Silvestri figlio della mia stessa terra ...a volte un po' ingrata.
Questa era la Sua terra
...la mia terra;
troppo bella
per non
essere ingrata
troppo famosa
per poter conservare
memoria dei nostri bisogni.
Michele Silvestri con il Suo Bambino
Il Sergente delle palazzine di freebacoli.blogspot
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CHE TIPO DI ITALIANO SEI?
Lasciati alla LIBERA confessione.
In che misura ti senti Gnocco/a Allocco?
Prima di confessare è necessario vedere il video.
http://www.cinemadipropaganda.it/search/record/743
I riferimenti ai participi passati (i partiti) sono occasionali e non devono condizionare la libera confessione:
cioè c'è libera interpretazione.
del 1958? del 1968? del 1978? del 1988? del 1998? del 2008? del 2012
o, per caso, ti senti un
La confessione va inserita nel commento.
...... e dovrebbe essere personale.
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Un esempio dell'Italia che poteva essere:
La Biblioteca aziendale e il Centro Culturale Olivetti
La cultura come strumento di crescita personale e di emancipazione sociale anche per le categorie più povere. E’ questa l’idea che spinge Adriano Olivetti a promuovere in modo sistematico ogni iniziativa che possa contribuire ad accrescere il livello culturale dei dipendenti e dell’ambiente sociale in cui sono inseriti.
Innanzi tutto una grande biblioteca…
La biblioteca è il perno di tutto il sistema culturale Olivetti. E’ Umberto Campagnolo che sul finire degli anni ’30 organizza la prima biblioteca di fabbrica. Agli inizi prevalgono le finalità ricreative, ma ben presto la biblioteca amplia le sue funzioni e dimensioni, tanto che Geno Pampaloni, subentrato nel 1948 a Campagnolo, la suddivide in tre diverse sezioni: culturale, tecnica e divulgativo-ricreativa.
I criteri di gestione per quei tempi sono molto innovativi: la biblioteca fornisce ampie schede di lettura, acquisisce volumi di elevato valore culturale di autori stranieri ancora poco conosciuti in Italia, favorisce le consultazioni e i prestiti, offre programmi d’istruzione popolare, corsi di lingue straniere e cicli di conferenze.
Pampaloni nel 1958 lascia l’Olivetti e la guida della biblioteca è affidata prima a Luciano Codignola, che rafforza ulteriormente le iniziative culturali, e poi, dal 1963, a Ludovico Zorzi. Questi, in un documento del 1964, fa il punto della situazione. I volumi disponibili sono 90.000, di cui 20.000 appartenenti alla sezione culturale, che raccoglie opere in prevalenza umanistiche: collane di classici, libri di storia dell’arte, enciclopedie, saggistica letteraria, politica, filosofica.
La sezione culturale, a cui è annessa un’emeroteca costituita da circa 2.500 testate di giornali e riviste (metà delle quali straniere), è aperta a tutti i cittadini. Di fatto, si tratta di una biblioteca aziendale che svolge le funzioni di biblioteca civica.
La sezione tecnica, riservata ai dipendenti, contiene circa 30.000 volumi su argomenti di interesse aziendale: ingegneria, matematica, fisica, elettronica, economia e materie giuridiche.
La sezione divulgativo-ricreativa è la più estesa: 40.000 volumi di narrativa e letteratura contemporanea, saggistica di attualità su svariati temi. Comprende anche 2.000 volumi dedicati a bambini e ragazzi, per i quali è disponibile una saletta attrezzata con basse scaffalature, sedie e tavolini appositamente studiati.
Per favorire l’accesso dei dipendenti, vincolati da orari e ritmi di lavoro, la sezione divulgativo-ricreativa è dislocata in più sedi; la parte più consistente (25.000 volumi) si trova presso l’edificio dei Servizi Sociali, proprio di fronte al complesso dei principali stabilimenti Olivetti in Ivrea. Altre sedi sono in prossimità delle mense aziendali delle altre fabbriche eporediesi. Gli stabilimenti di Aglié e Pozzuoli dispongono di una propria biblioteca.
Le statistiche citate da Ludovico Zorzi lasciano intendere che l’uso del servizio è piuttosto intenso: nel 1963 i prestiti a domicilio sono oltre 72.000, senza contare circa 36.000 consultazioni fatte in sede e quasi 1,5 milioni di consultazioni di giornali e riviste.
Il Centro Culturale: mostre, conferenze e spettacoli per tutti
Attorno alla Biblioteca nel secondo dopoguerra nascono molte iniziative culturali che Geno Pampaloni riconduce nell’ambito di un Centro Culturale Olivetti. Il Centro comprende un settore interno, per le iniziative riservate a dipendenti e familiari, ed uno esterno, aperto a tutti.
Tra il 1950 e il 1964 si organizzano 249 conferenze, 71 concerti di musica da camera, 103 mostre d’arte, 52 altre manifestazioni (dibattiti, presentazione di libri, ecc.).
Al di là delle statistiche, ciò che sorprende nell’attività della Biblioteca e del Centro Culturale è la qualità dei contenuti. Con il passare degli anni la domanda degli utenti si sposta verso le opere più significative della letteratura contemporanea, verso i classici e la saggistica di storia contemporanea, mentre sono molto frequentati gli incontri e conferenze organizzati dal Centro Culturale su temi impegnativi: la storia del movimento operaio, la questione razziale negli USA, la figura e le opere di Tolstoj, gli aspetti sociologici della rivoluzione industriale…
Talvolta gli eventi si svolgono durante la pausa pranzo, che in quegli anni dura un paio d’ore, nei pressi degli stabilimenti (il “salone dei 2000”) o della mensa, così da favorire una maggiore partecipazione.
A Ivrea i dipendenti Olivetti possono visitare mostre di Guttuso, Rosai, Casorati, De Pisis, Metelli, ecc., ascoltare concerti, incontrare intellettuali e uomini di cultura di primo piano (Salvemini, C. Musatti, Sylos Labini, G. Friedmann…), personaggi illustri del teatro e del cinema (Gassman, De Filippo, Buazzelli, Fo, Bene…), scrittori e artisti (Moravia, Pasolini, Piovene, Eco, Salvaneschi…).
Ottorino Beltrami, nel libro autobiografico “Sul ponte di comando dalla Marina Militare all’Olivetti” (Ed. Mursia, 2004), ricorda in questi termini la sua prima visita a Ivrea nel 1949: “Sono stato ospite di Adriano Olivetti a Ivrea e ho assistito ad una riunione nella biblioteca. Erano riunioni serali a cui intervenivano personalità di primo piano, che a quei tempi a me sembravano dei veri mostri sacri. Quella sera c’era Gaetano Salvemini e il tema era la ricostruzione del Paese e della democrazia. Dopo un breve intervento dell’ospite, iniziava la discussione che durava fino a tardi. Parlava Adriano Olivetti e parlavano gli operai; mi sorprese l’estrema libertà e democrazia con cui tutti interloquivano. Adriano parlava come se fosse uno dei tanti: lo interrompevano anche. Non ho mai visto un simile esempio di democrazia neppure in America: erano tutti eguali, una cosa emozionante, da far venire i brividi. Mi sembrava di essere entrato nella città dell’utopia. Me ne sono tornato a Roma più che mai convinto di aver fatto la scelta giusta accettando la proposta” di entrare in Olivetti.
Un diverso modo di promuovere la cultura
Negli anni ‘60 alcune iniziative più specifiche si distaccano dal Centro Culturale e diventano strutture operative autonome con programmi eccellenti: il cineclub, la società musicale, un circolo per il turismo culturale…
Allo stesso tempo, in presenza dell’accresciuto livello culturale delle nuove generazioni e di una più ricca offerta di iniziative da parte di enti e strutture pubbliche, il ruolo della Olivetti in questo campo si modifica, anche per vincoli di bilancio.
Dapprima viene decisa la cessione dei volumi della sezione divulgativo-ricreativa alla Biblioteca Civica di Ivrea; poi, poco alla volta, anche le altre sezioni vengono smembrate e in gran parte cedute. Alcune attività del Centro Culturale sono affidate al GSRO (Gruppo Sportivo Ricreativo Olivetti), altre sono gestite in modo autonomo da associazioni che ricevono un contributo dalla Olivetti, altre ancora – come le mostre d’arte – assumono un sempre più un carattere promozionale dell’immagine, abbandonando la funzione originaria di interventi mirati al progresso sociale e culturale dei dipendenti
Fonte: http://www.storiaolivetti.it/percorso.asp?idPercorso=554
La barzelletta di oggi l'offre l'altra Italia: quella che ha, purtroppo, vinto.
buon divertimento!
Chi rappresentano i signori sindaci, comprese le "donne" che applaudono? ...a me no!
...in attesa della riforma del lavoro.
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