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Messaggi di Gennaio 2017

Figlio nazista, non ti avrò

Post n°790 pubblicato il 28 Gennaio 2017 da ITALIANOinATTESA
 

Bettina Göring

 

Figlio nazista, non ti avrò 

Nella mia riflessione di ieri sulla necessità di “vivere” la “memoria degli stermini” di ogni matrice e di ogni tempo, facevo riferimento alla possibilità che l’esercizio dei sentimenti possa contribuire a mitigare le divisioni fra etnie, popoli e aggregati umani di qualsiasi dimensione e origine, plasmando i relativi comportamenti. Partendo dai rapporti bilaterali sino a considerare la tanto bistrattata utopia dell’unicità del “sentire” Umano. Scritto con la “U”; appunto utilizzando l'iniziale maiuscola di “Uomo” al di là dal genere e della straziante suddivisione razzista che resta sempre in agguato.

Specificamente avevo espresso che “Amore c’è anche nelle nostre passioni e, soprattutto, verso noi stessi. Fra le tante tipologie c’è pure la “Carità verso il prossimo” e questa forma d’Amore, secondo me, non va negata a nessuno. Neanche ai nemici …soprattutto a loro che ne hanno più bisogno.”   

Oggi il successore di Gramellini ha pubblicato sulla STAMPA questo trafiletto riprendendo una notizia già diffusa negli anni passati: 

“MATTIA FELTRI

Sarebbe stato bello se ieri, lungo la Giornata della Memoria, qualcuno avesse ricordato con affetto Bettina Göring, nipote di Hermann, il Feldmaresciallo, il numero due del Reich di Adolf Hitler, il morfinomane, l’eroe della Prima guerra mondiale al fianco del Barone Rosso, il criminale della guerra successiva. Hermann era lo zio, e padre adottivo, del padre di Bettina. Non c’è nemmeno tutto questo sangue in comune. Bettina è nata nel 1956, dieci anni dopo il suicidio con cui il nonno sfuggì all’impiccagione dopo il processo di Norimberga. Appena è diventata adulta se n’è andata dalla Germania e dall’Europa, via, lontano dalla terra del disastro.  

L’hanno rintracciata nel 2009 a Santa Fe, New Mexico, dove vive in una comunità e pratica la medicina alternativa. Si è lasciata intervistare e ha spiegato che di figli non ne ha, per scelta. E per paura che la scelta non bastasse, che il destino o la sorte le giocassero uno scherzo, a trent’anni s’è fatta sterilizzare: «Mi sono sentita responsabile delle azioni della mia famiglia, quindi mi sono sentita responsabile della Shoah. Sono diventata sterile per non creare altri Göring». Come sono incredibili i paradossi della vita. Bettina ha cercato così fermamente di allontanarsi dal nonno che ha finito per sbattergli addosso: lui credeva nelle razze, e che le razze cattive perpetuassero il male che hanno dentro; lei non ha voluto perpetuare il male che credeva di avere dentro di sé.”  

Considerata anche la sua brevità ho riportato l’intero articolo per rendere un minimo di chiarezza espositiva. Ciò che però m’interessa porre in evidenza in questa sede sono i venticinque commenti che al momento sono pubblicati. Per la lettura dei quali rimando all’articolo. Commenti contrastanti e in qualche modo rappresentativi della sregolatezza o della savietà che ciascun lettore si riconosce o riconosce agli altri. Ciascuno singolarmente considerato.

Leggendolo mi sono chiesto in che modo tale notizia possa essere testimonianza della tipologia di amore che avevo ieri avocato come nobile risorsa per il superamento alle radici delle forze sopraffattrici.  

La notizia la si trova già in questo articolo comparso nella Repubblica.it il 1° marzo 2010 del quale ritengo utile riportare almeno la dichiarazione della signora Bettina Göring. 

<<"Io e mio fratello ci siamo fatti sterilizzare per non creare altri Goering... anzitutto gli assomiglio, gli occhi, gli zigomi, il profilo, gli assomiglio più io di quanto non gli assomigliasse la sua stessa figlia", ha detto Bettina. Aggiungendo: "Mi sono sentita responsabile delle azioni della mia famiglia, quindi responsabile dell'Olocausto... mio padre non parlava mai di lui, ma mia nonna lo adorava". Goering, capo della Luftwaffe, ordinò i micidiali bombardamenti contro le popolazioni civili in Polonia, Belgio, Olanda e Regno Unito all'inizio della seconda guerra mondiale e fu uno dei più accaniti antisemiti ai vertici del Terzo Reich. Al processo di Norimberga, condannato a morte, si suicidò in cella.>>


Mi chiedo se questo tipo di comportamento vada nella giusta direzione, oppure può, essa stessa, rappresentare una forma di “egoismo” individuale.

Sono utili approfondimenti; con i riferimenti riportati si possono fare ricerche personalizzate.

Considerando sempre che “I posti sono diversi, ma il cielo è, di certo, uno soltanto. Unico Cielo che osserva tutti allo stesso modo. Ogni muro deve servire per proteggere; mai per separare o peggio ghettizzare.”

 

Approfondimento

 
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GIORNATA DELLA MEMORIA 2017: TUTTI I GIORNI PER TUTTI I MARTIRI

 

 

Questa riflessione è dedicata alla “giornata della memoria” che, formalmente, è celebrata ogni 27 gennaio dall’anno 2000 per ricordare lo sterminio degli Ebrei vittime del genocidio nazista durante la seconda guerra mondiale. Secondo me esso, invece, è da intendere come ricordo da dedicare “per tutti i giorni dell’anno per tutti i Veri Martiri di tutti i tempi”

Sempre; semplicemente così!

Oggi va ricordata la piccola Anna; ma, parimenti, va ricordato anche il sacrificio del nostro caro VIK. Di milioni di “Anna” e di tanti “VIK”, accumunati in una unica famiglia di eroi.

La giornata di oggi, quindi, deve rappresentare soltanto un momento di riflessione e di confronto fra persone diverse, cosa che, ovviamente, non si può compiere in ogni momento. Ognuno lo può fare quando meglio crede e come meglio si confanno; ma sarebbe, comunque, necessario farlo.

Una volta l’anno ma meglio sarebbe farlo in ogni istante. Di tutta la propria vita. Tradotto, semplicemente in: “stile di vita”. Per tutti, verso tutti.

Rifugiarsi nella banalità, rappresentata dalla diffusa indifferenza imperante, non mi convince. Non ricordando quanto è avvenuto in quei campi di concentramento e i fumi neri seppure trasparenti, non credo che si possa essere in grado di comprendere quando avviene, oggi, in Palestina. Ovvero in Siria. Oppure nel deserto sahariano che da solo funge da “campo di concentramento e forno espiatorio naturali”.  Non son da meno i fumi di gocce che emanano le onde del <<nostro mare>> che avvolgono corpi “apparentemente audaci” se solo si osservano dall’esterno. A starci dentro quei corpi credo sia tutt’altra storia. Basterebbe provare; magari anche soltanto a pensarci e rifletterci su immaginandosi imbarcato, o scaraventato, su uno di quei vascelli battezzati come assassini.

Penso che il senso del “ricordo della memoria” vada esteso a ogni nostro agire. Nel privato come nel pubblico. Quanto sarebbe bello se ciascuno di noi ricordasse le parole pronunciate, le azioni perpetrate, le idee sponsorizzate e ne fosse cosciente degli effetti prodotti. Nel bene e nel male.

Certo nel male prima di tutto. Chiedersi se un proprio “dire” o “agire” ha determinato conseguenze positive o negative a coloro che con noi interagiscono credo che dovrebbe essere pratica quotidiana. Anche violando regole che solo formalmente appaiono corrette, ma che non hanno niente di equo, di giusto, di buonsenso.
 
Per far ciò è necessario che ciascuno di noi si ponga con l’Anima nuda di fronte a chi è divenuto oggetto di soprusi da parte del potere oppressore che sia in seguito degenerato o così nato. Magari pure con il consenso popolare. Tutti possiamo sbagliare e, quindi, tutti insieme possiamo sbagliare anche di più. Il potere che diventa padrone dei corpi di migliaia e milioni di persone sino a strappargli la vita divenendo cenere e fumo come fossero stati fuscelli di vite nel focarazzo di Sant’Antonio il 17 gennaio.

Forse occorrerebbe richiamarsi un po’ di più a sentimenti che dovrebbero contraddistinguere la “razza umana” dagli altri esseri viventi. Con la parola “Amore” sono classificati molti sentimenti che gli esseri viventi sentono verso altre creature simili oppure diverse. Amore c’è anche nelle nostre passioni e, soprattutto, verso noi stessi. Fra le tante tipologie c’è pure la “Carità verso il prossimo” e questa forma d’Amore, secondo me, non va negata a nessuno. Neanche ai nemici …soprattutto a loro che ne hanno più bisogno. Gli amici, se tali li sentiamo, vanno gratificati del nostro “Amore” senza neppure chiederci se essi lo saranno per sempre …se lo sono stati …o altro. L’importante è, sempre secondo me, che noi li sentiamo o li abbiamo riconosciuti come tali. Nel cuore. Nell’animo. Sempre. Altrimenti amici non sono o non lo sono mai stati e vivano così in pace nei loro mondi. Non possono essere considerati nemici coloro che, solo occasionalmente, sono nati sotto una parte diversa dello stesso cielo. I posti sono diversi, ma il cielo è, di certo, uno soltanto. Unico Cielo che osserva tutti allo stesso modo. Ogni muro deve servire per proteggere, mai per separare o peggio ghettizzare.

Certo che son consapevole di poter apparire portatore d’ipocrisia e di atteggiamenti bizantini. Ad alcuni sì, magari di più al lettore occasionale o superficiale! Son convinto, però, che ad altri non salterà mai per la testa riconoscermi queste caratteristiche.

E per quando riguarda la presenza degli stranieri sui nostri territori, ci sono almeno una decina di post; la mia posizione non credo possa essere ammantata d’ipocrisia o bizantinismo. Noi li vediamo tutti questi giovani che, tante volte, accovacciati per terra allungano il cappello chiamandoti papà per cercare di ricevere qualche briciola di AMORE sotto forma di ”Carità verso il prossimo” di cui avevo accennato?

Certo che si! …tutti abbiamo gli occhi …e le mani per poterli aiutare se possibile; altrimenti lasciamoli in pace. Questo a livello individuale ovviamente. A livello individuale, certo si può anche fare dell’altro, ma di sicuro non si riesce a risolvere il problema.

Ed è facile cascare nell’ipocrisia se si chiede, come io ho sempre fatto, che questo problema pur comportando molteplici valenze secondo le diverse realtà, va affrontato a livello mondiale. ONU dove sei?  Partendo dall’imperialismo finanziario …passando per quello economico …senza sperdersi per quello produttivo e solo alla fine ripartire ciò che è ripartibile a livello di consumo.  

Consumo di prodotti, ma soprattutto d’idee e sentimenti cercando di liberare cuori e alleggerire anime!

Impedendo per sempre futuri genocidi che costituiscono la vergogna dell’intera umanità.

 


 
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Giornata della Memoria 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016

 



venti di odio

sterminio di persone

gelo umano


...a domani 

Post n°592 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da ITALIANOinATTESA 
Post n°502 pubblicato il 27 Gennaio 2014 da ITALIANOinATTESA
Post n°261 pubblicato il 27 Gennaio 2012 da ITALIANOinATTESA

 
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...

Post n°787 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da ITALIANOinATTESA
 




venti di odio

sterminio di persone

gelo umano

 
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Omaggio a Giorgio Perlasca

Post n°786 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da ITALIANOinATTESA
 

 

 

Quella di Giorgio Perlasca è la straordinaria vicenda di un uomo che, pressoché da solo, nell'inverno del 1944-1945 a Budapest riuscì a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi di religione ebraica inventandosi un ruolo, quello di Console spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo.

 

Tornato in Italia dopo la guerra la sua storia non la racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, semplicemente perché riteneva d'aver fatto il proprio dovere, nulla di più e nulla di meno.

 

Se non fosse stato per alcune donne ebree ungheresi da lui salvate in quel terribile inverno di Budapest la sua storia sarebbe andata dispersa. Queste donne, a fine degli anni '80 misero sul giornale della Comunità ebraica di Budapest un avviso di ricerca di un diplomatico spagnolo, Jorge Perlasca, che aveva salvato loro e tanti altri correligionari durante quei mesi terribili della persecuzione nazista a Budapest e alla fine della ricerca ritrovarono un italiano di nome Giorgio Perlasca.

 

Il destino decise che la storia di Giorgio Perlasca venisse conosciuta e ora il suo nome si trova a Gerusalemme, tra i Giusti fra le Nazioni, e un albero a suo ricordo è piantato sulle colline che circondano il Museo dello Yad Vashem.

 

La storia di Giorgio Perlasca dimostra come per ogni individuo è sempre possibile fare delle scelte alternative anche nelle situazioni peggiori, in cui l'assassinio è legge di stato e il genocidio parte di un progetto politico.

 

A chi gli chiedeva perché lo aveva fatto, rispondeva semplicemente: ". . . ma lei, avendo la possibilità di fare qualcosa, cosa avrebbe fatto vedendo uomini, donne e bambini massacrati senza un motivo se non l'odio e la violenza?

[Dal sito giorgioperlasca.it]

 

 




 
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