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La speranza nell’attesa del CAOS - Siamo anelli aperti o chiusi di catene mai costruite. IinA_M@

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Messaggi di Dicembre 2012

Capodanno 2013

Post n°371 pubblicato il 31 Dicembre 2012 da ITALIANOinATTESA
 

Per questo Capodanno 

voglio fare ai miei amici degli

 "auguri a piacere".

Come desideri lanciati

verso la propria stella

 che brilla nel cielo.

E che ognuno possa

sentirli avverati

per davvero.

.

Se non vedi la Tua Stella

forse non l'hai mai cercata

o desiderata abbastanza.

Se non vedi la Tua Stella

forse non l'hai immaginata

o sognata abbastanza.

Se non vedi la Tua Stella

forse il Tuo Cuore

ha bisogno di essere aperto.

Se non vedi la Tua Stella

forse il Tuo Animo

è troppo pesante.

Se non vedi la Tua Stella

di sicuro non sei

fra i miei amici.

Grazie a tutti gli amici,

anche se ci sentiamo di rado,

di certo  siete frammenti

splendenti della mia Stella.

                                                 IinA_M@

 
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Rita Levi Montalcini

Post n°370 pubblicato il 31 Dicembre 2012 da ITALIANOinATTESA
 

ADDIO AL PREMIO NOBEL RITA LEVI-MONTALCINI

E' morta la senatrice a vita Rita Levi-Montalcini, Premio Nobel 1986 per la MedicinaSi è spenta nella sua abitazione a Roma in via di Villa Massimo, a due passi da Villa Torlonia. La ricordiamo con un articolo scritto da Silvia Caruso, che ripercorre alcune tappe della sua vita. 





22 Aprile 1909. In Italia si costruivano le prime ferrovie, gli Italiani aspettavano con emozione il primo “Giro d’Italia”, la prima edizione della “Corsa Rosa” che si sarebbe svolta dal 13 al 30 maggio 1909.


Ma chissà se qualcuno si ricorderà di quella data per la nascita di un grande scienziato: Rita Levi-Montalcini. È proprio in quel giorno che a Torino nasce insieme alla sorella gemella Paola.

Come tutte le bambine di inizio secolo Rita, Paola e la sorella Anna crescono in un Italia che si sta evolvendo, ma dove essere donna voleva dire avere un ruolo sociale definito di madre, moglie e donna di casa.



Ma Rita si ribella a questi cliché imposti dalla società e contro ogni imposizione e anche contro la volontà del padre a vent’anni ottiene il diploma di maturità classica.

La domanda che vi pongo è questa: “oggi quanti di voi sarebbero disposti a lottare contro tutto e tutti per rivendicare ciò in cui credete?”.

La risposta non è semplice ma già da qui si mettono in luce le doti di questa giovane donna con le idee chiare: impegno, tenacia, ottimismo, voglia di imparare e curiosità.
“Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.”
Le parole di Rita Levi rispecchiano la forza di questa donna che dopo la maturità prosegue gli studi iscrivendosi alla scuola di Medicina di Giuseppe Levi, prima suo professore e in seguito amico e collaboratore. E così iniziano i suoi studi sul Sistema Nervoso Centrale, che come lei stessa ha definito “l’universo che è dentro ciascuno di noi. C’è forse un altro tema più interessante? Scoprire il funzionamento della mente!. Il cervello spiega tutto. Bisogna partire da qui. Il nostro modo di comportarci è più emotivo che cognitivo”.

E sicuramente di emozioni deve averne provate tante: nel 1936 ottiene la Laurea in medicina e chirurgia con il massimo dei voti, e a distanza di pochi anni scoprirà il significato dell’esilio in periodo fascista. Nel 1938 Mussolini pubblica “il Manifesto per la difesa della razza”, Rita, di fede ebraica, non rientra negli “accademici Italiani di razza ariana” che meritano un lavoro e un avanzamento di carriera. Si rifugia in Belgio, dove ospite dell’Università di Bruxelles continua le sue ricerche sul sistema nervoso.

Non ha più nulla, ma rientrata a Torino nel 1940, non si perde d’animo e si costruisce in casa un vero e proprio laboratorio. Continua i suoi studi accompagnata dall’amico Levi e non smette mai di lottare per ciò in cui crede: la scienza.

Nel 1941 i bombardamenti della seconda guerra mondiale la costringono ad andar via da Torino. Nel 1943 vivrà in clandestinità a Firenze dove diviene medico presso il quartier generale Anglo-Americano assegnata al campo dei rifugiati di guerra provenienti dal Nord Italia.

È qui che Rita capisce che questo non può essere il suo lavoro: troppo dolore umano e lei come medico non riesce a trovare il giusto distacco emotivo da tutto quel dolore.

Rita Levi-Montalcini ha solo 34 anni. Eppure ha dovuto abbandonare amici, famiglia, lavoro, e ha dovuto combattere contro pregiudizi, ostilità incontrando dolore e cercando di fare ciò in cui aveva sempre creduto: aiutare il prossimo, pensare agli altri prima che a se stessa.
La vita scorre, la seconda guerra mondiale finisce e gli studi di Rita Levi continuano senza sosta.

Nel 1947 Rita riceve un importante incarico dal Dipartimento di Zoologia della Washington University e quello che doveva essere un breve intervallo di studi americani si trasforma in più di 30 anni di attività e incarichi americani.

Ma è nel culmine della sua carriera che nel 1986 ottiene il premio Nobel per la medicina.
Il premio Nobel è un'onorificenza di portata mondiale, attribuita annualmente a persone che si sono distinte nei diversi campi dello scibile, «apportando considerevoli benefici all'umanità», per le loro ricerche, scoperte ed invenzioni, per l'opera letteraria, per l'impegno in favore della pace mondiale.

Viene all'unanimità considerato come l'encomio supremo dell'epoca contemporanea.


Il premio le viene assegnato per un importante scoperta sulla crescita delle cellule nervose del sistema nervoso centrale (fattore NGF).
Nella motivazione del Premio si legge: «La scoperta del NGF all'inizio degli anni cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell'organismo».

Anche in questa occasione Rita si dimostra essere una persona generosa e attenta agli altri; infatti devolve una parte del premio alla comunità ebraica per la costruzione di una nuova sinagoga a Roma.
Ma la generosità non si ferma qui ed è storia dei giorni nostri: nel 1992 ha istituito assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi-Montalcini, rivolta alla formazione ed all'educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario (progetto “Un convitto per le ragazze Tuareg”), con l'obiettivo di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese, nella convinzione che:

“Solo con l’istruzione è possibile sconfiggere l’ignoranza”.

Alla domande della giornalista Concita de Gregorio dell’ “Unità”perché donne e perché Africa, Rita Levi risponde così:

“Perché guardi che cosa abbiamo fatto in Africa, dagli anni del colonialismo in poi. Guardi come l'abbiamo violentata e usata. Distrutta. Una tragedia spaventosa. Abbiamo preso le loro ricchezze e speculato sulle debolezze che abbiamo contribuito a creare. Abbiamo molto da restituire, molto risarcimento da pagare. In istruzione, certo. L'unica salvezza possibile per le genti di ogni luogo è l'accesso alla cultura».

E perché le donne?


«Perché le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società. Pensi al nostro Occidente. Ho appena scritto un libro dedicato ai ragazzi, l'ho pubblicato con una casa editrice per giovani. Ne sono fiera. L'abbiamo intitolato "Le tue antenate". Parla di donne pioniere. Quelle che hanno dovuto lottare contro pregiudizio e maschilismo per entrare nei laboratori, che hanno rischiato di vedersi strappare le loro fondamentali scoperte attribuite agli uomini, che si sono fatte carico della famiglia e della ricerca. Lei conosce Emily Noether, la fondatrice dell'algebra moderna?»

E voi la conoscete? E chissà quante altre donne illustri e importanti nel mondo delle scienze rimarranno nell’oscurità soltanto perché fanno bene una cosa: il loro lavoro con impegno, ricerca e sacrificio quotidiano ma senza voler ostentare o “pubblicizzare” nulla di tutto ciò.

E sono certa che molte donne, di scienza e non solo, hanno visto in Rita Levi-Montalcini il simbolo della forza delle donne, di chi di fronte alle difficoltà e al dolore va avanti nelle sue convinzioni, con indipendenza, ottimismo, impegno e voglia di lavorare.
Oggi a 102 anni, la Senatrice Rita Levi-Montalcini è per tutte noi un esempio di ciò che significa combattere per ciò in cui si crede, nonostante gli obblighi sociali, morali e religiosi.
E se questo viene perseguito con onestà e sacrificio, con le nostre possibilità, le nostri doti e la nostra bravura raggiungeremo il i più bel premio della vita: rendere il nostro mondo migliore, per noi e per gli altri.

Ecco perché i premi che Rita Levi-Montalcini ha ricevuto in questi anni non possono essere che un grazie da parte di tutti noi a quello che lei ha fatto per rendere il nostro mondo migliore:
è stata nominata senatore a vita dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il 1° agosto del 2001.

Oltre al premio Nobel, ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti fra i quali cinque lauree honoris causa: dall'Università di Uppsala, dal Weizmann Institute di Israele, dalla Saint Mary University e dalla Constantinian University (USA), dalla Università Bocconi (Milano).
Ha vinto inoltre il Premio internazionale Saint-Vincent, il premio Feltrinelli e il premio Albert Lasker per la ricerca medica.
Il 22 gennaio 2008 è stata insignita della laurea specialistica honoris causa in biotecnologie industriali presso l'Università Bicocca di Milano.
Il 30 settembre 2009, per i suoi studi sul sistema nervoso, ha ricevuto il Wendell Krieg Lifetime Achievement Award, riconoscimento internazionale istituito dalla più antica associazione internazionale dedicata allo studio del sistema nervoso, il Cajal Club.

Mi piace pensare che tutto questo Rita Levi-Montalcini l’ha costruito senza tecnologie e con la sola passione e forza di volontà ma, nonostante ciò, sia comunque una donna di spirito, ironica e aperta alle novità.
Ecco come risponde ad alcune domande di Concita De Gregorio:
Se avesse potuto frequentare più assiduamente un uomo del suo tempo su chi avrebbe fatto cadere la scelta?


«Ma non c’è dubbio. Albert Einstein. Il segreto della creatività risiede nella curiosità, nella mente che rimane bambina, diceva. Un grande insegnamento. Restare bambini. Oltretutto (ride) anche Einstein appartiene alla cosiddetta razza inferiore...come me».

Qual è stata a suo parere la più grande invenzione o scoperta del secolo? Un farmaco? Uno strumento di diagnosi?

«Ma no, è stata senza dubbio Internet. L’informatica. I nuovi Magellano dell’era digitale. La comunicazione globale. Ma come mai mi chiede questo, lei non usa Internet?».

Fonte: GRAVITA'-ZERO.ORG  
http://www.gravita-zero.org/2012/12/addio-al-premio-nobel-rita-levi.html

 
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I Matti non sono i peggiori

Post n°369 pubblicato il 29 Dicembre 2012 da ITALIANOinATTESA

Elezioni del 24 febbraio 2013:

applicando la legge "Basaglia" occorreva tener conto della "raccolta differenziata"  umana & affini.  

 
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Lettereinattesa di babbonatale

Post n°368 pubblicato il 26 Dicembre 2012 da ITALIANOinATTESA

     

 
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Auguri di Natale 2012

Post n°367 pubblicato il 24 Dicembre 2012 da ITALIANOinATTESA
 

E' ormai la vigilia di Natale "anno 2012", nonostante i maya ed i mayali; è tempo di auguri che ancora, forse appare strano, si possono fare gratis.

Un post sugli auguri di Natale credo sia concesso ad ognuno di noi senza per ciò rischiare di cascare nella palude delle banalità e trovarsi impastati ed avvolti nella imperante ipocrisia che viene somministrata in massicce dosi energicamente spruzzata soprattutto partendo dalle fonti dove è nascosto il potere che viene generosamente rinvigorita dai rimbombi che maturano nei luoghi dove lo stesso potere va a morire dopo aver fatto conquiste e/o seminato macerie. L'aria natalizia ci induce, nonostante tutto, a fare delle riflessioni personali e rapportarci con maggiore disponibilità verso chi ci sta vicino tellerandoci o volendoci bene ed, a volte, finisce anche per amarci magari in modo che a noi può anche sfuggire perchè non atteso o che ci sorprende distratti.  Ammaestrati dal carro della vita che avanza inesorabile, ciascuno di noi porta incisi nel proprio animo i segni dei successi che la vita ci ha donato e di cui si può anche essere meritatamente orgogliosi, accompagnati dalle immancabili sconfitte i cui segni, spesso laceranti, ci pesano come macigni e suonano da moniti sulla nostra fragile condizione di "esseri umani". Da qui è necessario porsi per osservare e cercare di ritrovare i fili visibili ed anche quelli invisibili che ci hanno tenuti uniti nell'ambito familiare o nei gruppi sociali nei quale siamo immersi. A volte abbiamo assunto la funzione di "anelli aperti" che ci ha permesso di inserire nelle "catene umane" anche gli "anelli chiusi" un po' persi da soli, ma utili almeno per allungare le catene.  Altre volte siamo stati noi ad essere benificiari degli abbracci delle braccia aperte di coloro che, più o meno vicini, sono riusciti a cogliere i nostri attimi di debolezza e sono accorsi in nostro soccorso per  stringerci a loro e regalarci aiuti forse non sempre meritati. Di questi doni non dobbiamo dimenticarne la grazia o l'efficacia a seconda dei casi. Fare gli auguri è anche un po' agire in questa direzione. E' ciò vale anche fra noi, navigatori del WEB comunque approdati ed allestiti anche in questa community di LIBERO. 
In cerca di un modo originale per fare gli auguri per questo Natale e non potendo ricorrere ad una fervida fantasia  sono andato a tuffarmi fra i  ricordi dei posts  pubblicati tre anni fa: Natale 2009.  Quasi tutti i miei  amici pur non eccessivamente numerosi  sono nel frattembo cambiati lungo il corso di questi tre anni.  Di loro ...dei loro commenti ...e delle emozioni vissute insieme desidero rinverdirne la memoria e condividerla con i nuovi amici che non sono da meno. Pubblicai  allora sei posts dedicandoli a diverse categorie di persone pur non intendendo escludere alcun altro.   Di seguito riporto i  links con qualche piccolo estratto.

IinA_M@             

Il primo  dedicato ai carcerati a modo di P.P.
Pasolini ed in particolaare ai carcerati "in attesa" di processo e che per loro sventura saranno condannati nonostante fossero innocenti. 
AUGURI DI NATALE N° 1 - UN PENSIERO AI CARCERATI ED AI DELINQUENTI INVISIBILI NELLA RICORRENZA DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA 
«Tanti auguri ai fabbricanti di regali pagani! Tanti auguri ai carismatici industriali che producono strenne tutte uguali!
Tanti auguri a chi morirà di rabbia negli ingorghi del traffico e magari cristianamente insulterà o accoltellerà chi abbia osato sorpassarlo o abbia osato dare una botta sul didietro della sua santa Seicento!
Tanti auguri a chi crederà sul serio che l’orgasmo che l’agiterà - l’ansia di essere presente, di non mancare al rito, di non essere pari al suo dovere di consumatore - sia segno di festa e di gioia!
Gli auguri veri voglio farli a quelli che sono in carcere, qualunque cosa abbiano fatto (eccettuati i soliti fascisti, quei pochi che ci sono); Ma scelgo i carcerati per ragioni polemiche, oltre che per una certa simpatia naturale dovuta al fatto che, sapendolo o non sapendolo, volendolo o non volendolo, essi restano gli unici veri contestatori della società. Sono tutti appartenenti alla classe dominata, e i loro giudici sono tutti appartenenti alla classe dominante». [da Pier Paolo Pasolini. Saggi sulla politica e sulla società, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, Mondadori, Milano 1999] .è vero che ci sono in libertà tanti disgraziati cioè tanti che hanno bisogno di auguri veri tutto l’anno (tutti noi, in fondo, perché siamo proprio delle povere creature brancolanti, con tutta la nostra sicurezza e il nostro sorriso presuntuoso).

Il secondo dedicato alla "Democrazia" che non promette niente a nessuno. Essa è non idolo, ma un IDEALE corrispondente a un'idea di dignità umana e la sua ricompensa sta nello stesso agire per realizzarlo.
AUGURI DI NATALE N° 2: UN PENSIERO PER LA NOSTRA DEMOCRAZIA - Insegnare democrazia di Gustavo Zagrebelsky 
 Ricordi
amo ancora la scuola di Barbiana? Comanda chi conosce più parole. Il dialogo, per essere tale, deve essere paritario. Se uno solo sa parlare, o conosce la parola meglio di altri, la vittoria non andrà al logos migliore, ma al più abile con le parole, come al tempo dei sofisti. Ecco perché la democrazia esige una certa uguaglianza nella distribuzione delle parole. “E’ solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero importa di meno”

 Il terzo dedicata ad un'istantanea relativa alla rete internet che ci permette di essere presenti qui.
AUGURI DI NATALE N° 3: Alla RETE INTERNET - Maroni: l'autoregolamentazione può bastare 
Maroni: l'autoregolamentazione può bastare

Il quarto dedicato a questo BLOG 
AUGURI DI NATALE N° 4: a questo rifugio che è aperto anche a .................................
BUON  NATALEa questo rifugio che è aperto anche agli stranieri compresi arabi ed africani,ai meridionali compresi i napoletani, ai padani compresi i veneti,agli ed ai nani con o senza biancaneve.zingari di ogni dove  

Il quinto a tutti gli invisibili ed a quelli che facciamo finta siano tali.
AUGURI DI NATALE N° 5: A quelli che .................. se ........................ ma .................... però. 

ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 23/12/09 alle 16:13 via WEB
Il mondo è tutto un presepe. 
Sulla faccia della terra, quindi, non possono esserci clandestini. 
Lasciando perdere il passato ...... la cultura ..... i filosofi ....... gli scienziati ..... i religiosi ......gli atei ....gli storici e tutto ciò che si vuole ..... è indispensabile comprendere che quando un bimbo apre gli occhi, in qualsiasi parte del "mondo" ciò avvenga, egli ha diritto ad un credito che gli permetta almeno di diventare autonomo con dignità e decoro. 
"OGGI" tutto il resto è "EGOISMO"!

 Il sesto dedicato agli amici di profilo e di blog
AUGURI DI NATALE N° 6: AGLI AMICI ED A TUTTI GLI ALTRI 
di questo post, riportante un dialogo in “slang” dialetto della "lingua napoletana" riporto il seguente commento dal quale si evince che la crisi che per taluni appariva inesistente già all'epoca mieteva le prime vittime fra le "creature" più fragili e vulnerabili.

Lillianaconda
Lillianaconda il 24/12/09 alle 11:14 via WEB
Ciao Italiano & Co, Vi faccio i miei Auguri raccontandoVi un episodio occorsomi ier l’altro. E’ attinente a tutti i tuoi post di Auguri che hai pubblicato in questi giorni…. Ore 6,20 del mattino, zona: la più malfamata della città (99% di sparatorie avvengono lì, 99% delle famiglie ha almeno un componente in carcere e qualche altro familiare che è un ex-detenuto). Io non ho problemi a passare di lì: è per me una comoda scorciatoia e, =^_^= finora =^_^=, non mi è capitato niente di poco carino…. Sarà che, ormai, sono abituati alla mia presenza, al mio modo di fare e soprattutto di essere.: chissà! Dicevo, ier l’altro percorrevo una via di questa zona quando, da lontano, vedo un uomo che bussa ad un portone gridando (sottovoce):”Tummà, scinn, ffa ambress, curr”… dopo pochi secondi, il portone si apre e ne esce un uomo sulla quarantina, con indosso un pigiama che senz’altro aveva vissuto tempi migliori:”Ch rè, ne Mimm, o criatur sta rurmenn, accussì o scit!”. Tommaso non gli da il tempo di rispondere, lo prende per un braccio e lo trascina ad una piccola discarica (isola ecologica, và!) distante una decina di metri. Li seguo con lo sguardo: vedo bene tutta la scena perché la strada è in discesa ed io sono in una posizione favorevole, trovandomi molto più su di loro due. Mi giro verso la discarica e, per terra, un po’ discosto dai rifiuti, vedo un cavallo a dondolo giallo, con i finimenti azzurri e rossi. E’ un bellissimo giocattolo: nuovissimo, pulito…. la mia mente, che ha sempre ripudiato la politica dell’usa e getta, non comprende perché sia stato gettato via… Comunque, in breve, Tommaso vede il cavallo, lo sguardo dapprima gli si illumina e, quasi immediatamente dopo, gli occhi gli si inumidiscono:”Uà, ne Mimm, si grand, nunn sapev proprio comme avess fatto senz’e te: nun tenev manc 5 lire p’accattà o regal e Natal a Enzucc mio!”. Si accosta al cavallo, se lo rimira tutto e, si toglie la maglia del pigiama (l’altro giorno, a quell’ora, avevamo 2 gradi) e la usa per lucidare il prezioso oggetto. Io mi sono fermata, fingendo di accendermi una sigaretta, per non turbare in alcun modo quella scena, per non creare “scuorno” nell’animo di Tommaso: la vergogna, pensai, avrebbe tolto qualcosa all’emozione che l’uomo stava provando per l’inatteso dono del Cielo che aveva ricevuto… Adesso, avrebbe avuto qualcosa da dare a Babbo Natale, affinché fosse poi da questi portato giù, dall’inesistente camino, al piccolo Enzuccio. … Tommaso e Mimmo sono due ex-detenuti alle prese con un sistema che, già normalmente, senza alcuna crisi in atto, non offre, alcuna possibilità di riscatto lavorativo, una volta fuori dal carcere. I due se la cavano facendo a volte i facchini, pagati solo con le mance, per i negozi del luogo; altre volte puliscono le scale di qualche palazzo, altre ancora, raccolgono la legna dei rami tagliati dai giardinieri del Comune per rivenderla alle pizzerie… altre volte e, sono le peggiori, sbarcano il lunario, soffrendo in silenzio la fame. NESSUNO DEI DUE E’ RITORNATO A DELINQUERE. =^_^= Buon Natale a te Italiano ed a tutti Voi che frequentate questo blog. ^______________^ … @ P.S. So scrivere in “Napoletano” ma in quella zona si parla lo “slang” qui riportato, fedelmente, da me. =^_^=

 Natale 2012: Condivisione del Post di Rossella (mielealpeperoncino - DgVoce)

NATIVITA' SCOC A CARRARA

 
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