06 settembre 2022

Prendo sul serio la morte, la precedo. Tutto è un semplice accadere e non c’è niente che meriti di essere elevato al rango di concetto. Mi sforzo a risparmiare sputi , disgusto e senso di pietà che il mondo mi ispira: la creanza è il peggior nemico della sincerità. Sono nel reale per divenire nell’irreale , respirare è una depravazione indicibile , ogni creatura è un accidente nei confronti della quale oscillo tra pietà ed idolatria e che non ritengo degna di nessun sospiro. Ciò che nel mondo c’è di importante nessuno lo ha scoperto, niente, comunque, è decisivo. Sono carne avvolta nella morte , sento la mia putrefazione ,sopporto il male per partecipare al ritmo del divenire , ho sete di sparizione. Ogni goccia di pensiero scava la tomba ad un altro pensiero , mi elevo fino al punto che tutto resterà dietro di me a cominciare da me stesso. L’Essere sta in un eterno presente : il passato è come non fosse accaduto, il futuro non accadrà. Non considero l’esistenza un mito , sapere ed essere non possono coesistere. L’uomo si vanta di esistere, io mi glorio della mia solitudine e del mio Nulla. Il mio cuore prolunga il suo flebile gemito e coglie i segni di insignificanza dell’universo. Mi stacco dal pretesto dell’Essere , irrompo nell’irreale , mi consolo attraverso il Nulla del Nulla. L’anima zampilla i suoi lamenti ,la vita è possibile solo per le lacune della mia memoria , il passato aggrava l’istante presente. La vita è una somma di intollerabilità , è la superstizione di un sole in un destino di tenebre. Il midollo di questo mattino è di una lucidità velenosa . L’infinito attuale storpia tutto , la mia anima può solo consumarsi perché in essa è insito il bisogno di cenere. Quando la luce giunge all’anima per purificarla vi si perde per sempre. Cercare la ragion d’essere dell’uomo è un sovrappiù di inutilità. Non posso aspirare alla Realtà , ogni mio atto è l’evidenza che il Nulla esiste. La mia esistenza tende l’orecchio alle esclamazioni del destino. ; il destino calpesta il tempo e prova ad assassinare l’eternità e fuggire dall’assenza. Debbo affrontare il fardello della mia bara interiore , cerco un rifugio astratto contro il marciume dell’umano; riuscire a restare solo con me stesso mi impedisce di diventare l’ombra di me stesso. L’anima non è stata fatta per ciò che essa non è :il mondo. Giro in tondo tra l’angoscia e l’indifferenza , bandisco i miei occhi da tutti i paesaggi. Attorno a questo mio cuore la nausea ed il disgusto conducono una danza infernale , allora mendico il Nulla. Sono una creatura assetata di amarezza e fallimenti, ho percorso sentieri inopportuni che mi hanno lasciato nudo nel vuoto del tempo ,vivo nell’immensità del vuoto ,non ho più la forza di nutrire l’assurdo. Avanzo per precipitare e con precisione e sicurezza raggiungo una immortalità senza fondo, ho reverenza solo per il lombrico l’unico profittatore dell’eternità. Gli unici momenti propizi sono quelli che mi rigettano fuori del tempo. L’universo è una appendice minore della ragione , ogni rinnovamento è frutto di un inferno positivo. Il formicaio umano va rimpinzato e lasciato gemere di sazietà in un impero dell’ingozzamento. Ciò che non è Nulla è equivoco. Gli istanti aggiungo all’Essere una sottrazione di Essere , il Tempo è un arricchimento negativo dell’esistenza. Ogni individuo si considera più indispensabile dell’universo. Quando medito riduco tutto a nulla ,per sopravvivere devo concepire ancora una idea di vita. La vita mi sprona verso il cielo o verso il Nulla ,la mia esistenza ha insito in se stessa il rimorso per qualcosa. Non sono mai sazio di non-essere ,la pulsione alla solitudine batte fino al cielo, la sete di vivere mi induce una grande stanchezza. Il mio più accanito nemico è la mia anima . Il dolore è il vaglio a cui sottopongo le mie giornate , gli scarti che restano formano il baraccone delle speranze. Cerco di impietosire vermi affamati : la percezione del tempo dipende dal grado di decomposizione della mia carne. Il concatenarsi degli istanti accresce il fardello dell’incomprensibile ,l’aria si solidifica ,il cielo assomiglia a un muro contro cui sbatto la testa. Esistere è essere fra istanti maledetti. Annego l’io in me stesso e procedo verso il Nulla. L’intero universo è un pretesto dominato da vaghi schemi di decadenza. Mi disseto alle fontane dell’assurdo, la tristezza assicura il permanere della mia identità in seno alle variazioni del Tempo. Per l’anima tutto è fatale tranne l’irrealtà. Il mio passo è incespicante sotto questo cielo senza astri, ogni istante diminuisce la verginità della vita, vedo ovunque paesaggi di un paradiso assente. Il cuore si dissocia da qualsiasi significato, avverto un profumo di inesistenza pura: tutto è una ineffabile apparenza : in me tossisce il desiderio del Nulla.

 

06 settembre 2022ultima modifica: 2022-09-06T16:15:08+02:00da domeniconipaolo