Creato da e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/06/2012

C'est la Vie

Il bello, il brutto ... e il così così

Messaggi di Ottobre 2018

Quello stato di connessione permanente

Post n°684 pubblicato il 30 Ottobre 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

Titolava così un articolo Ansa.it cercando di dare una sorta di vademecum tanto ovvio quanto inutile:

 

 

Smartphone, lo usano più i ragazzi o i genitori?

 

 

Oggi leggo:

 

Il suo uso  è un'evoluzione o un'involuzione?



 

















Due domande secche che cercano una risposta decisa, la vostra.


 

 

 
 
 

E dillo in italiano, please!

Post n°683 pubblicato il 28 Ottobre 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

 

Non mi risponde sì, ma mi dice of course,

spesso è in countdown  perchè sta per avvicinarsi l'ora del  break.

Mi invita con un  let's go.

Mi offre un  lemon tea anche se io preferirei un caffè.

In certi momenti sfoggia tutto il suo  self control, in altri lancia  british freddure.

E’ il mio collega. Ma  non è l’unico a sentirsi poliglotta solo per l’intercalare di inglesismo salvo poi in lingua madre confondere un congiuntivo  da  un condizionale.


























La mia giornata inizia con lo skin care  e uso  creme anti age.
Proseguo con il make up: ci metto il fard e l’eyeliner e concludo con il gloss.

Non faccio colazione con i  vegan corn flakes.

Al cancello uso il badge .

Sul lavoro ci si trova per un summit. A volte si fa un planning che il team si impegna a rispettare.

Le news   parlano di   welfare   e il  premier di turno  ci rassicura sullo spread.

 Mangio light, ma tante volte mi faccio  bastare un sandwich.

Quest' anno non mi sono iscritta al Centro Fitness:  preferisco il footing.

Passeggiando per le vie del corso osservo le vetrine.
Sono esposte delle   sneakers  davvero   cool!
E quella   o bag   made in China   è assai    trendy.
 
Il mio sguardo però non si stacca dal cartellone di vacanze    last minute e   all inclusive: ne avrei anche bisogno.

Suona il mio   smartphone: è l'addetta al   catering che mi conferma il menù per  Halloween.

A casa penso alla cena:  un hambuger può andare, ma solo con il   ketchup, però!

Alla TV, la sera,  trasmettono un   reality, un   talk show o una   fiction. Scelgo la fiction.

E così scorrono i giorni e  aspettando il weekend ci si sorprende con orrore o forse con dotto piacere,  a essere   italeglish.

E dire che l'italiano suona così bene  ma  parlare come si mangia è ormai   vintage.


Ci sono espressioni esterofile che amate particolarmente usare  o odiate cordialmente?

                                 Non so voi, io  oggi mi sento  in jet lag

 

 
 
 

A proposito di malattie mortali

Post n°682 pubblicato il 26 Ottobre 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

Quanto sciocca è stata mamma quando  mio fratello più grande prese il morbillo . Lei fece di tutto perché sia mia sorella sia io lo prendessimo.  Con mia sorella le andò bene, con me no. Dovette aspettare qualche anno e poi, contagiata dal fratello più piccolo,  mi ritrovai anch’io con tante macchioline rosse sul corpo  e la febbre alta.
Guarimmo tutti e lei su un taccuino appuntò con sollievo:

                                                  


























Quel tempo era passato, non era un secolo fa. Era un passato relativamente recente.

Lei però non sapeva che il morbillo poteva complicarsi in meningite, encefalite e danni permanenti al cervello.


 Probabilmente non lo sapeva neppure la vostra mamma e quasi sicuramente l’avete contratto anche voi perché il primo abbozzo di vaccino risale  al 1963.

Eppure  siamo qui tutti sani e salvi a leggere che quest’anno in Europa sono morte di morbillo 37 persone e che ci sono stati 41.000 casi di malattia accertata.
Dall’ inizio dell’anno in Italia ci sono stati  2.300 contagi e che negli ultimi 2 anni ci sono stati 12  decessi compreso l’ultimo a Trieste che ha colpito un 70enne.

E, più o meno spaventati, siamo qui anche a disquisire  sull’importanza del vaccino che negli anni si è modificato e ha cambiato formula 'enne' volte ma che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha una copertura inferiore al 70 %

È inaccettabile avere nel 21esimo secolo malattie che avrebbero dovuto e potuto essere sradicate“, lo dice la Commissione europea.

Non so a voi ma a me viene un  dubbio.

Non è che per caso ci siamo indeboliti come razza e che se non abbiamo il vaccino pronto per ogni virus i nostri anticorpi non sanno rispondere?

...e intanto aspettiamo il vaccino per l’influenza
perché anche quella può avere conseguenze letali e fatali


 

 
 
 

Sui bei tempi andati

Post n°681 pubblicato il 24 Ottobre 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

 

"Nel passato abbiamo lasciato malattie mortali che ora possiamo curare agevolmente, problemi di igiene che affliggevano indistintamente le case dei poveri come i palazzi reali. Dietro di noi sono rimasti tabù e divieti che ora ci fanno sorridere.
Oggi abbiamo i viaggi, il welfare, le comunicazioni condivise e
da  anni l'Europa gode del dono più grande: la pace."

 

E’ un pensiero di un tale, Michel Serres, filosofo francese autore di 'Contro i bei tempi andati'.

Qualcuno gioca al rialzo sostenendo che oggi l’analfabetismo è una piaga sparita.

Qualcun altro vede in questo presente la pochezza dell’indifferenza e la mancanza di umana solidarietà e fa un rewind  della propria vita. Di solito è un andare all’indietro piacevole perché il tempo smussa anche le asperità e lenisce i dolori.




























Quella signora anziana e acciaccata con un sguardo triste e voce flebile mi diceva:
*Sai Elena, oggi ci tengono in vita anche se biologicamente il nostro tempo è finito. E tante volte soffriamo di più… *


Guardare al passato con nostalgia è un restare ancorati all’ieri  trascurando l’oggi che stiamo vivendo, ne erano sicuri loro.

Che ne pensate?

Cosa abbiamo perso e cosa abbiamo guadagnato oggi rispetto ai bei tempi andati?

 

 

 
 
 

Il legame che ha bisogno di sapere.

Post n°680 pubblicato il 15 Ottobre 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

 

"… e così un giorno di  21 anni fa - racconta * Sabrina*-   ci siamo sentiti pronti per affrontare l’iter  complesso  e lunghissimo  delle adozioni.
All'inizio con il bimbo non è stato facile, parlava un'altra lingua.
Non vedevi i lineamenti diversi né il colore della pelle: vedevi l'amore.
Un bambino cresce dentro il cuore   anziché  dentro la pancia e per questo non voglio essere chiamata madre adottiva. Ma solo mamma.
Difficoltà ce ne sono state tante: dalle nuove  regole da dare,  alle sedute con la psicologa, fino alle frecciatine degli stupidi, di solito adulti.
Rifarei tutto.
Adottare un figlio non cambierà il mondo, lo so, ma per mio figlio il mondo è cambiato.























Ora lui è grande.
Ha sempre saputo della sua storia perché   raccontare la verità è un dovere  oltre che un atto d'amore: guai a dirglielo il giorno della maturità o del matrimonio o peggio se lo scoprisse da solo.

Adesso  vuole conoscere la   madre biologica: razionalmente mi dico che  è un suo diritto.
Del suo passato mio figlio  ignora tutto .
Non sa da dove viene, chi  sia  sua madre  che ha chiesto l'anonimato   se  abbia voluto o dovuto abbandonarlo: il bisogno di sapere diventa propotente.

 Lui è maggiorenne  e la  legge  gli  offre la possibilità di risalire alla donna che l'ha partorito a patto che lei   si dichiari d'accordo nel cancellare la richiesta di anonimato sottoscritta alla nascita.

Io ora  ho paura.
Sono al suo fianco e lo rincuoro ma ho paura.
Paura per quello che troverà o per quello che non troverà.
Per la prima volta ho paura di perderlo o di doverlo spartire con un'altra donna e mi domando se   il legame di sangue   resta  così  forte , indelebile,  eterno
nonostante 24 anni di totale silenzio." 


E io  lo chiedo a voi.

E ancora, tentereste di trovare un genitore, mamma o papà che sia, che vi ha abbandonati allora e mai più cercati?

 

 
 
 

*Ti amo* via aria_l

Post n°679 pubblicato il 11 Ottobre 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

Bakr Melhem e Sanaa, marito e moglie,  un giorno ebbero la stessa idea: si iscrissero  con un nick ad una chat e entrambi ignari di chi ci fosse dall’altra parte del monitor e  cominciarono a messaggiarsi. Giorno dopo giorno, mentre i messaggi si facevano sempre più intimi e caldi , si innamorarono e sentirono il bisogno di incontrarsi pensando di essere fatti l’uno per l’altra.

Immaginate lo shock quando scoprirono che già si conoscevano.
Divorziarono.

Una storia paradossale  che mi ha incuriosita così mi sono documentata  sulle relazioni ai tempi di internet.

Nel mondo 91.000.000 di persone usano piattaforme o siti per incontri; che in Europa lo facciano in 33.000.000  e   solo in Italia siano 9.000.000 gli utenti che si iscrivono.
Che spesso e volentieri anche una chat o dei semplici messaggi diventano galeotti.
Ho scoperto che gli amori via cavo sono in costante aumento.
Che l’età media si aggira fra i 25 e i 34 anni;  che c’è un picco di iscrizioni fra le donne sopra la quarantina.
Che dai siti al contatto su WhatsApp il passo è breve  e piace l’idea di sentirsi in contatto in ogni momento,  24 ore su 24.
Che messaggio dopo messaggio  ci si scambiano confidenze che mai si sarebbe pensato di riuscire a esprimere.
Che è  un incontro di menti , di stati d’animo, di fantasie, di attese e aspettative.
Che 1/3 dei matrimoni o convivenze avviene grazie a
incontri in chat.








Sconcertante è che presi da quell’entusiasmo euforico che solo l’innamoramento sa dare  non solo che ci si giura amore scambiandosi  promesse languide  incuranti delle eventuali quanto probabili insidie, raggiri e truffe celate dietro incontri più o meno al buio ma è che chi  ne è vittima , nonostante sappia perfettamente di essere caduta in trappola,  sia triste per l'essere state lasciata.


E dire che mi pensavo moderna e contemporanea quando invece sono rimasta al tempo delle 

quando  la discoteca, il pub, gli amici degli amici, il posto di lavoro erano i potenziali luoghi per cuccare una notte o trovare l’anima gemella con cui condividere una settimana, un mese, un anno o l’intera vita.

 

    tranquilli, non vi chiedo se avete chattato o incontrato nè  quanto avete chattato o incontrato

... ma vi chiedo credete agli amori nati su Internet?



 
 
 

Il gioco si fa durissimo: sdrammatizziamo?

Post n°678 pubblicato il 07 Ottobre 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

Crozza nei panni di Tria

 

 Il DEF, cioè il documento di economia e finanza presentato dall’Italia e a cui l’Europa ha risposto diventa:

























E poi così:







 

 











Ovv
iamente,  ora Mattarella  si sentirà  ancora più intrappolato dentro un ruolo pesantissimo.





























 

E gli italiani come si sentono?

Considerati agli ultimi posti in quanto detentori del debito pubblico, rappresentati  da un governo che, volenti o nolenti, hanno votato per protesta o per  poca lungimiranza o per credo e non più sovrani in casa loro si dividono fra chi come Benigni pensa:

" Oggi l'Europa unita è l'unico sogno rimasto e non si può farlo morire"
 
Chi come Buonanno sostiene che:

" L'Europa non è unita neppure sui bidet."

E chi , unico possibilista straniero,  come lo scrittore spagnolo  Javier Cercas pensa che

"L’Europa unita è l’unica utopia ragionevole possibile."


Molti italiani comuni, quelli che ci vivono ogni giorno e ogni giorno si confrontano con le diatribe quotidiane, pensano che l’Unione europea stia fallendo e altrettanti sono convinti che l’Europa come la si intendeva non sia mai esistita.

E voi come la pensate?

 

 
 
 

Quotidiani dubbi

Post n°677 pubblicato il 04 Ottobre 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 
































E' una scelta continua.

Dalla più banale alla più importante.

Scegli il vestito da mettere, il libro da leggere, la musica da ascoltare.

Scegli fra ciò che è bene e ciò che è male.

Certe sono obbligate.

Qualcuna è difficile e  toglie il sonno.

Altre, nonostante cambino la prospettiva,  le senti a pelle e ti lasci guidare dall'istinto.

Se sbagli amen, ci hai provato.

Ci hai creduto fin dall'inizio.

L'hai sentita tua mentre prendeva forma.

Ti ci sei buttata.

Perchè se ci pensi troppo i dubbi affiorano e creano ansia.

Se sei confusa pesi troppo e ti perdi fra i se e i ma.

Non fa una piega, diceva , ma quante possibilità si escludono ad essere troppo precipitosi?

I se i ma servono, eccome!

Serve fermarsi, ragionare, valutare.

Nella vita non si azzarda...


... mai e niente...



Siete d’accordo?

 

 
 
 

 

 

 

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