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La speranza nell’attesa del CAOS - Siamo anelli aperti o chiusi di catene mai costruite. IinA_M@

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PROCESSO BREVE - SILVIO BERLUSCONI LIBERO!

SILVIO BERLUSCONI LIBERO!
08_berlusconi

Salvate il soldato Berlusconi. Liberatelo, lasciatelo perdere. Tutta questa storia dei processi, della giustizia, delle leggi ad personam, basta. Davvero. Tale è l’impazzimento generale, il livello di distorsione e percezione della realtà che mi porta a dire questo. Diamo a Berlusconi quel che vuole. Il processo breve? Ok. L’impunità? Va bene. E non mettiamoci a piangere e a blaterare che in questo modo si minano le fondamenta civili di questo paese. Quelle sono già andate da tempo e non per causa di Berlusconi. Inoltre è da idioti credere che al suo destino sia legato quello del paese e del suo popolo. E difatti detronizzando Berlusconi, come tutti sanno, persino quelli che lo vorrebbero appendere in Piazzale Loreto anche adesso, le cose, nella sostanza, non migliorerebbero, se non per un mero un fatto estetico. L’involucro legittimante che serve a rivestire un potere politico che di legittimo non ha quasi nulla. Perché anche l’ultimo scemo del villaggio ha capito che senza un’alternativa, senza un progetto che possa supplire il vuoto che prende il nome di “post-berlusconismo”, non si va da nessuna parte. Perché se mandare a casa Berlusconi significa darsi ciecamente a qualsiasi governo che non sia del Cavaliere, ma altrettantocomplice degli scempi economici, altrettanto suddito di un’Europa vampira e necrofila, altrettanto prono ai mercati finanziari, ai dettami diplomatici esteri, alla tirannia energetica, allora, beh, cari antiberlusconiani fatevene una ragione: si finisce tutti dalla padella alla brace. Per questo, in un certo senso, squallore per squallore, voi che avete fatto di Berlusconi una ragione di vita, voi che campate sulla pelle di questo uomo malato, sui suoi scandali, sulle sue puttane e puttanate, dovreste augurargli lunga vita. Non solo ad Arcore, ma anche in Parlamento.

Ora, perché dico questo? Perché sono cinico? Perché sono berlusconiano? Perché ho perso la ragione? No, perché con questa provocazione intendo far riflettere, e perché ho la presunzione di credere di vivere un incubo vivido che oramai sta intossicando in modo irreparabile questo paese. Perché essere convinti che Berlusconi sia la chiave di tutto è da ingenui ed è francamente, nel 2011, inaccettabile. Perché non si può ridurre la politica italiana ad un uomo. E soprattutto perché non si può più accettare il fatto di aver ridotto la nostra democrazia ad un referendum pro o contro la persona di Berlusconi che non merita nemmeno la metà dell’attenzione che gli stiamo riservando. Per una questione di buon gusto, di buon senso e di una sacrosanta, obiettiva e pertinente analisi della realtà. Berlusconi ha in mano un potere decisionale infinitesimale rispetto a ciò che politicamente, economicamente e anche culturalmente sta avvenendo non solo in questo paese (siate meno pronvincialotti) ma nell’intero continente, in Occidente, nel mondo. Poi certo, Berlusconi fa un uso padronale dello Stato e delle sue istituzioni, un qualcosa che va contro ogni principio democratico. Ma ditemi voi che senso ha parlare di rispetto della Costituzione quando questa è oramai carta straccia se comparata ai trattati europei che falcidiano libertà e servizi, con i patti economici che dilapidano le nostre risorse, con le politiche dei poteri centrali che si sono appropriate delle sovranità delle singole nazioni e dei nostri bilanci, compreso il nostro? Che senso ha continuare a propinare lafilastrocca di Silvio Berlusconi che viola ogni procedimento legislativo quando queste leggi sono subordinate da giochi speculativi abnormi e di cui nessuno fa caso? E perché continuare a rimirare il nostro cortiletto, farcire la nostra informazione di particolari inutili a proposito della nostra politica interna, puerile ed ininfluente, con fare maniacale ed ipertrofico, quando le decisioni politiche fondamentali vengono prese altrove e da personaggi che la gente non conosce? E quindi perché dannarci in questo modo e difendere a spada tratta questa informazione che disinforma e vive, perché siamo noi a volerlo, di dosi settimanali di intossicazione, di particolari scabrosi, di false notizie, di spettacolarizzazione del dolore, di dibattiti per microcefali e di intercettazioni estorte e pubblicate illegalmente?

E poi è una questione di logica. Lo si vuole processare quando invece lo si vuole assolutissimamente condannare. Un paradosso kafkiano, del quale ho già parlato. Una giustizia di facciata, la vostra, che per forza di cosa deve arrecarsi un compito politico che non le compete. E facendo così si dà implicitamente ragione a Berlusconi quando invece ha torto marcio. L’altra sera Travaglio, il vostro santone, ha detto che non c’è bisogno di processare Berlusconi. È inutile. Proprio così, l’ha detto per davvero: l’uomo che ha fondato l’antiberlusconismo giudiziario. Perché ha lasciato intendere che, malgrado qualsiasi sentenza (compresa la prescrizione o l’assoluzione), tutti sanno com’è andata la storia. E quindi a qual proposito continuare con questa tiritera? Proprio così: il vostro obiettivo l’avete già raggiunto, ovvero la damnatio memoriae in corpore vili. Oramai l’antiberlusconismo è un fatto metafisico, cosmico. Berlusconi è un corpo del reato a prescindere. Il fatto di esistere, di essere ancora qui sulla cresta dell’onda ed alla guida del nostro paese, il fatto stesso che respiri, è un delitto, un misfatto, una vergogna da estinguere con ogni mezzo. E questo cosa è stata somatizzata dal popolo italiano, tanto che si è arrivati al punto che tutto questo marciume o viene accettato (“ma sì, va là, così fan tutti”) o stolidamente negato (“no, non è vero, questa è un complotto dei comunisti”) da coloro che in Berlusconi conservano una fede ed una fiducia che nulla ha a che fare con la ragione ma con la sfera dell’irrazionale. Perché Lui non è più un uomo, ma un fenomeno. Un divismo duplice: sia taumaturgico (“Per fortuna che Silvio c’è”), sia mefistofelico (Santoro, Travaglio, film, documentari, editoria, riviste, giornali, web…). A questo siamo arrivati.

E quindi avete contato i giorni che separavano Berlusconi dal tribunale, finché non si è presentato come avete voluto voi in aula (“fatti processare”). E quindi lui, conscio di avere a disposizione l’ennesimo pulpito gratuito, telecamere e microfoni puntati, si è potuto esibire nei propri monologhi, nei propri spot propagandistici, amplificati da tutti i giornali e tutte le televisioni. Ma cos’altro ci si poteva aspettare? Ora sarete contenti. E ha poi replicato il medesimo show a Lampedusa, dove sempre voi vi siete prodigati nel denunciare la situazione, giusto per picconare il governo. E quindi eccolo Berlusconi, comparire nei luoghi dei disagi come un balsamo curativo. Ditemi, non c’era da aspettarselo? Perché invocarlo se lo odiate? Perché questa continua masturbazione? E voi, in tribunale come nell’isola, avete assistito allo spettacolo con voyeristico e morboso trasporto. I volti indignati, il sangue che vi frigge, il vostro ego civile in erezione… Non vi rendete conto della vostra comica protervia? Ma soprattutto, ancora non avete capito che fate parte dello show? Del suo show? Siete delle comparsette, delle creaturine del berlusconismo tanto quanto le vallette scosciate delle sue televisioni, tanto quanto i suoi avvocati vampiri, tanto quanto i suoi scherani pidiellini ed i suoi lacché leccaculo che lavorano nei giornali e nei tg. Fate parte del gioco e Lui, l’Innominabile, lo sa. Perché ha bisogno di voi tanto quanto dei voti delle casalinghe, dei trogloditi e di tutti gli esseri da voi ritenuti inferiori di cui siete l’insignificante controparte: la faccia della stessa medaglia.

Quindi, quello che dico io è: lasciatelo in pace. Berlusconi libero. Dategli quello che vuole e che sia finita. Perché non si deve commettere l’errore storico di far capitolare politicamente Berlusconi in seguito ad una sentenza. Non sia mai! In questo modo gli annali vergheranno il fallimento del popolo italiano, la pietra tombale sulla politica di questo paese. Berlusconi non va ammazzato ma biodegradato. L’Italia deve essere in grado di debellarlo da sé, con i propri anticorpi, altrimenti si tratta di un fallimento che verrà scolpito nella nostra memoria. E poi avete idea del martirologio postumo che si verrebbe a creare all’indomani di una caduta di governo? I rimpianti, la nostalgia, la rivendicazione: avete idea della persecuzione e della mitologia post mortem che quest’uomo sarebbe in grado di elaborare una volta perso il potere a causa di un tribunale? Voi volete davvero che tutto questo accada mentre sale al potere un governo che non potrà essere migliore del precedente, che non potrà fare nulla a proposito di tagli e bilanci, tasse e stipendi, economia e servizi, leggi e immigrazione, energia e politica estera? Volete davvero passare per fessi? E che ne sarà della vostra vita, del significato della vostra esistenza una volta che Lui, l’Orco cattivo, non ci sarà più? Che senso avrà morire antiberlusconiani senza Berlusconi? E come ci si sentirà nell’essere partigiani del nulla, di una causa senza senso, burattini di un potere altrettanto acefalo che ci distruggerà tutti?

Sia ben chiaro che dico tutto questo aborrendo Berlusconi e chi lo vota, ma per motivi ed argomentazioni che solo in parte concordano con le vostre ragioni (a mio modo di vedere sesquipedali ma in un certo senso spicciole). Quindi non si tratta di fargliela passare liscia. Io stesso avrei preferito vederlo in galera e non in Parlamento. Ma ora non più, troppo tardi. Avrebbe avuto senso un decennio fa, o magari tra qualche anno, in seguito alla sua morte politica (ad andare in galera dev’essere il Berlusconi cittadino, non il Berlusconi premier). Ora il paradosso è tale, la situazione è talmente falsata dal (anti)berlusconismo di massa, da una psicologia collettiva distorta, che da un certo punto di vista è meglio che Berlusconi rimanga in auge fintanto che ce la fa. Perché se deve cadere che il patatrac avvenga per carenze politiche proprie o per i meriti di un’opposizione politica meritoria, non per scortaioie giustizialiste. Altrimenti che porti pure a termine il proprio avvilente mandato e che tale governo venga scolpito nella memoria di tutti per gli scempi compiuti. Oramai versiamo in torbide acque, in una palude emorragica che non potrà peggiorare più di tanto la situazione per un ultimo scampolo di governo Berlusconi. È questo quello che la gente non vuole capire. Qualsiasi malefatta, qualsiasi scelleratezza compiuta da questo governo può essere cancellata alla prossima tornata elettorale. Ma perché questo avvenga occorre costituire un’alternativa che non si dimostri solamente bastian contraria al Cavaliere ma che proponga un nuovo modello dettato dai bisogni della gente. Invece l’impressione e l’esperienza dicono che questa alternativa non c’è, ma che galleggia solamente per il fatto di ritrovarsi a fare “opposizione” a Berlusconi. Una volta che questa “opposizione” sale al potere… vabbé, sapete già come va a finire. E se non lo sapete probabilmente significa che l’ultimo scemo del villaggio è in realtà il penultimo. Alberto Bullado


Processo breve, passa prescrizione, voto finale in serata
mercoledì 13 aprile 2011 18:10

ROMA (Reuters) - Si concluderà questa sera la votazione alla Camera del disegno di legge sul processo breve, che accorcia i termini della prescrizione per gli incensurati non ancora condannati in primo grado, nonostante i tentativi di ostruzionismo dell'opposizione.

Nel pomeriggio è passata, con una maggioranza di 18 voti, la norma sulla prescrizione, che rappresenta il nuovo cuore della legge e che permetterebbe a Silvio Berlusconi di estinguere il processo Mills per prescrizione del reato contestato, la corruzione giudiziaria, prima della sentenza.

In seguito è stato respinto, con il primo voto segreto, un emendamento dell'Idv, addirittura con uno scarto di 28 voti, il che rappresenta uno smacco per l'opposizione, come ha subito sottolineato il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto.

Anche nelle precedenti votazioni, il centrodestra è riuscito a conservare una maggioranza di almeno 15 voti, mostrando che i deputati hanno risposto al "serrate le fila" lanciato dai vertici di Pdl e Lega Nord, nonostante i vari dissidi interni.

L'opposizione, dopo tre settimane di ostruzionismo, ha ceduto e ha colto l'opportunità di trasmettere le dichiarazioni di voto finali in diretta tv a partire dalle 19 -- nell'ultima finestra resa disponibile dalla Rai -- piuttosto che resistere ancora per una manciata di ore sugli scranni di Montecitorio con tecniche dilatorie.

Fuori da Montecitorio alcune centinaia di dimostranti convocati dal cosiddetto "Popolo viola" hanno lanciato slogan contro una legge definita "ad personam".

"Abbiamo esaurito tutti i tempi del dibattito", ha detto oggi il capogruppo del Pd Dario Franceschini, al termine della riunione dei presidenti di gruppo con Gianfranco Fini. "L'unica finestra Rai per la diretta tv è tra le 19 e le 20.30 e abbiamo detto di sì, con la consapevolezza di avere fatto tutto il possibile per evitare una legge vergognosa".

Le votazioni sui singoli articoli si concluderanno quindi alle 19.00, così almeno si sono accordati i gruppi. Dopodiché, con diretta sulla Rai, ci saranno le dichiarazioni di voto ed entro le 20.30 il voto finale.

"Cicchitto ha chiesto che non ci siano provocazioni durante la diretta", ha detto un  portavoce di Fini, riferendo della riunione.

Il ddl, approvato dal Senato con una serie di norme che sancivano il proscioglimento dell'imputato se il suo processo fosse durato oltre una certa soglia di tempo, è stato ampiamente rimaneggiato alla Camera dal Pdl, che lo ha svuotato di questo e altri contenuti, per inserirvi una nuova norma: la riduzione dei tempi di prescrizione per un vasto spettro di reati per gli imputati incensurati in primo grado di giudizio.

Questa "prescrizione breve" non vale per i reati di "grave allarme sociale" come terrorismo e mafia.

L'opposizione contesta che, oltre a Berlusconi, la norma si applicherà ai reati di omicidio colposo plurimo, per cui rischierebbero di finire nel nulla i processi per il disastro ferroviario di Viareggio e il crollo della Casa dello studente all'Aquila durante il terremoto dell'Abruzzo.

Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha replicato ieri che la nuova prescrizione metterebbe a rischio solo lo 0,2% dei processi penali, mentre il relatore del provvedimento, l'avvocato Maurizio Paniz, astro nascente del Pdl, ha detto che risponde ad un principio di civiltà giuridica e nega che la norma sia stata pensata per Berlusconi.

Quanto ai disastri colposi, Paniz ha detto che la legge prevede la prescrizione in 30 anni, "un tempo ampiamente sufficiente per ottenere giustizia".

Per diventare legge il provvedimento dovrà tornare al Senato per la terza lettura. (Roberto Landucci)

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