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La speranza nell’attesa del CAOS - Siamo anelli aperti o chiusi di catene mai costruite. IinA_M@

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La coscienza a posto: apologo sull’onestà nel Paese dei corrotti / di Italo Calvino

 Oggi, nel nostro paese la parola ONESTA'  è scomparsa completamente dal vocabolario dei nostri politici e dei faccendieri. L'onestà è ormai la sorellastra, zoppa, cieca e racchia della DEA LIBERTA', giunonica e solare fanciulla, bellissima, bravissima, che tutti vogliono, che tutti fanno finta di amare per farci con essa quello che vogliono.

 

La coscienza a posto: apologo sull’onestà nel Paese dei corrotti / di Italo Calvino

 

Dalla rivista diretta da Goffredo Fofi "Lo straniero", n. 72 del giugno 2006 (sito: www.lostraniero.net) riprendiamo il seguente indimenticabile articolo di Italo Calvino. Nella rivista il testo e’ accompagnato dalla seguente nota redazionale: "Questo testo e’ apparso per la prima volta su ’la Repubblica’ il 15 marzo 1980, ma appare negli appunti dell’archivio Calvino con il titolo ’La coscienza a posto’. E’ stato ripubblicato in Romanzi e racconti (Meridiani Mondadori, 1994, vol. 3, pp. 290-293) come ’La coscienza a posto (Apologo sull’onesta’ nel paese dei corrotti)’. Ringraziamo Ester Singer Calvino per averci permesso di riproporlo".
domenica 25 giugno 2006, di Redazione Antenati - 3797 letture  DA: http://www.girodivite.it/La-coscienza-a-posto-apologo-sull.html

 C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, ne’ che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti piu’ o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perche’ quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si e’ piu’ capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente, cioe’ chiedendoli a chi li aveva in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori, in genere gia’ aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo di una sua autonomia. Nel finanziarsi per via illecita, ogni centro di potere non era sfiorato da alcun senso di colpa, perche’ per la propria morale interna, cio’ che era fatto nell’interesse del gruppo era lecito, anzi benemerito, in quanto ogni gruppo identificava il proprio potere col bene comune; l’illegalita’ formale, quindi, non escludeva una superiore legalita’ sostanziale. Vero e’ che in ogni transazione illecita a favore di entita’ collettive e’ usanza che una quota parte resti in mano di singoli individui, come equa ricompensa delle indispensabili prestazioni di procacciamento e mediazione: quindi l’illecito che, per la morale interna del gruppo era lecito, portava con se’ una frangia di illecito anche per quella morale. Ma a guardar bene, il privato che si trovava ad intascare la sua tangente individuale sulla tangente collettiva, era sicuro di aver fatto agire il proprio tornaconto individuale in favore del tornaconto collettivo, cioe’ poteva, senza ipocrisia, convincersi che la sua condotta era non solo lecita ma benemerita. Il paese aveva nello stesso tempo anche un dispendioso bilancio ufficiale, alimentato dalle imposte su ogni attivita’ lecita e finanziava lecitamente tutti coloro che lecitamente o illecitamente riuscivano a farsi finanziare. Poiche’ in quel paese nessuno era disposto non diciamo a fare bancarotta, ma neppure a rimetterci di suo (e non si vede in nome di che cosa si sarebbe potuto pretendere che qualcuno ci rimettesse), la finanza pubblica serviva ad integrare lecitamente in nome del bene comune i disavanzi delle attivita’ che sempre in nome del bene comune si erano distinte per via illecita. La riscossione delle tasse, che in altre epoche e civilta’ poteva ambire di far leva sul dovere civico, qui ritornava alla sua schietta sostanza di atto di forza (cosi’ come in certe localita’ all’esazione da parte dello Stato si aggiungeva quella di organizzazioni gangsteristiche o mafiose), atto di forza cui il contribuente sottostava per evitare guai maggiori, pur provando anziche’ il sollievo del dovere compiuto, la sensazione sgradevole di una complicita’ passiva con la cattiva amministrazione della cosa pubblica e con il privilegio delle attivita’ illecite, normalmente esentate da ogni imposta.

Di tanto in tanto, quando meno ce lo si aspettava, un tribunale decideva di applicare le leggi, provocando piccoli terremoti in qualche centro di potere e anche arresti di persone che avevano avuto fino ad allora le loro ragioni per considerarsi impunibili. In quei casi il sentimento dominante, anziche’ di soddisfazione per la rivincita della giustizia, era il sospetto che si trattasse di un regolamento di conti di un centro di potere contro un altro centro di potere. Cosi’ che era difficile stabilire se le leggi fossero usabili ormai soltanto come armi tattiche e strategiche nelle guerre tra interessi illeciti oppure se i tribunali per legittimare i loro compiti istituzionali dovessero accreditare l’idea che anche loro erano dei centri di potere e di interessi illeciti come tutti gli altri. Naturalmente, una tale situazione era propizia anche per le associazioni a delinquere di tipo tradizionale, che coi sequestri di persona e gli svaligiamenti di banche si inserivano come un elemento di imprevedibilita’ nella giostra dei miliardi, facendone deviare il flusso verso percorsi sotterranei, da cui prima o poi certo riemergevano in mille forme inaspettate di finanza lecita o illecita. In opposizione al sistema guadagnavano terreno le organizzazioni del terrore che usavano quegli stessi metodi di finanziamento della tradizione fuorilegge e con un ben dosato stillicidio d’ammazzamenti distribuiti tra tutte le categorie di cittadini illustri e oscuri si proponevano come l’unica alternativa globale del sistema. Ma il loro effetto sul sistema era quello di rafforzarlo fino a diventarne il puntello indispensabile e ne confermavano la convinzione di essere il migliore sistema possibile e di non dover cambiare in nulla. Cosi’ tutte le forme di illecito, da quelle piu’ sornione a quelle piu’ feroci, si saldavano in un sistema che aveva una sua stabilita’ e compattezza e coerenza e nel quale moltissime persone potevano trovare il loro vantaggio pratico senza perdere il vantaggio morale di sentirsi con la coscienza a posto. Avrebbero potuto, dunque, dirsi unanimemente felici gli abitanti di quel paese se non fosse stato per una pur sempre numerosa categoria di cittadini cui non si sapeva quale ruolo attribuire: gli onesti.

Erano, costoro, onesti, non per qualche speciale ragione (non potevano richiamarsi a grandi principi, ne’ patriottici, ne’ sociali, ne’ religiosi, che non avevano piu’ corso); erano onesti per abitudine mentale, condizionamento caratteriale, tic nervoso, insomma non potevano farci niente se erano cosi’, se le cose che stavano loro a cuore non erano direttamente valutabili in denaro, se la loro testa funzionava sempre in base a quei vieti meccanismi che collegano il guadagno al lavoro, la stima al merito, la soddisfazione propria alla soddisfazione di altra persone. In quel paese di gente che si sentiva sempre con la coscienza a posto, gli onesti erano i soli a farsi sempre gli scrupoli, a chiedersi ogni momento che cosa avrebbero dovuto fare. Sapevano che fare la morale agli altri, indignarsi, predicare la virtu’ sono cose che riscuotono troppo facilmente l’approvazione di tutti, in buona o in mala fede. Il potere non lo trovavano abbastanza interessante per sognarlo per se’ (o almeno quel potere che interessava agli altri), non si facevano illusioni che in altri paesi non ci fossero le stesse magagne, anche se tenute piu’ nascoste; in una societa’ migliore non speravano perche’ sapevano che il peggio e’ sempre piu’ probabile.

Dovevano rassegnarsi all’estinzione? No, la loro consolazione era pensare che, cosi’ come in margine a tutte le societa’ durate millenni s’era perpetuata una controsocieta’ di malandrini, tagliaborse, ladruncoli e gabbamondo, una controsocieta’ che non aveva mai avuto nessuna pretesa di diventare "la" societa’, ma solo di sopravvivere nelle pieghe della societa’ dominante ed affermare il proprio modo di esistere a dispetto dei principi consacrati, e per questo aveva dato di se’ (almeno se vista non troppo da vicino) un’immagine libera, allegra e vitale, cosi’ la controsocieta’ degli onesti forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversita’, di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa di essenziale per tutti, per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno piu’ dire, di qualcosa che non e’ stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’e’.

L’apologo di Calvino è stato diffuso da: La nonviolenza in cammino, numero 1337 del 25 giugno 2006

.

.

Dopo 32 anni da questa denuncia contro ignoti forse il paese sembra che sia stato identificato.

Nessun condannato in qualsiasi grado e nessun indagato per qualsiasi motivo può considerarsi mio rappresentante in qualsiasi istituzione.

 
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Commenti al Post:
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 28/10/12 alle 23:15 via WEB
Il problema non sta nella classificazione fra chi è ladro e chi non lo è; anzi chi non è "LADRO" conosciuto o riconosciuto, ha possibilità di rubare meglio e di più degli stessi "ladri dichiarati o matricolati".
Allora se così è ognuno rubi utilizzando soltanto i normali mezzi che la natura pone a disposizione di ciascuno di noi e non si inventi marchingegni per fottere i suoi "colleghi" più ingenui o meno dotati.

...iniziando dallo stato ...
...e chi lo rappresenta.
(Rispondi)
 
 
LunaRossa550
LunaRossa550 il 28/10/12 alle 23:53 via WEB
Il punto è che secondo me gli onesti non devono limitarsi a ritagliarsi gli spazi vitali per la loro sopravvivenza.
Credo che gli onesti debbano andare MOLTO oltre e puntare all’estinzione dei ladri patentati.
Sappiamo che noi italiani siamo creativi e tollerare che si rubi utilizzando solo i normali mezzi messi a disposizione dalla natura porta inevitabilmente alla situazione di oggi.
Notte Laura
(Rispondi)
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/10/12 alle 00:52 via WEB
La nostra natura di esseri pensanti non ci abilita ad operare seguendo soltanto l'istinto, ma dobbiamo sempre far riferimento al "buon senso" che richiede che ciascuno di noi non faccia agli altri ciò che non vuole che altri facciano a lui. Intanto non si può accettare che ladri matricolati di milioni di euro possano nascondersi dietro l'analogia del bambino che ruba la marmellata al fratellino. Non so se mi sono spiegato bene; forse nel prosieguo potrà risultare più chiaro il mio pensiero. Un caro saluto, M@.
(Rispondi)
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 28/10/12 alle 23:36 via WEB
ho la sveglia alle 3, rimando lettura approfondita a domani, nel frattempo mi pare di capire che questo articolo di Calvino, parli di un paese che ricorda un pò quello fatto a forma di stivale.. o sbaglio? Notte
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 28/10/12 alle 23:51 via WEB
Questo testo è stato scritto quando tu ancora non avevi iniziato le elmentari; lo spirito che sorregge il ladrocinio di oggi, secondo me, è esattamente simile a quello degli anni settanta ed ottanta con l'aggiunta di sofisticate tecniche di "ingegnerizzazione del crimine" che si è potuta sviluppare con le nuove tecniche elettroniche ed informatiche. Passa quando vuoi e buon riposo, M@.
(Rispondi)
 
trollen
trollen il 29/10/12 alle 07:10 via WEB
io ho affermato, altrove, che lo STATO VERO cioè i cittadini hanno ancora il potere nelle mani e che ci sono gli strumenti per ri_prendrere il potere. Come? Facendoli morire di fame. Come? Ri fiutando in massa, nella totalità di pagare l' ingiusto.. Faccio un esempio: Se nessuno pagasse Eqitalia cosa accadrebbe? Pignorerebbe tutto? Cosa ci farebbe? NULLA... Questa è la vera rivoluzione... Gio Ciamo M@ a grazie.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/10/12 alle 23:14 via WEB
per non pagare sarebbero tutti d'accordo, ma poi come si farebbe a recuperare i soldi per mantenere la macchina statale per quanto dimagrita? secondo me occorrerebbe trovare dei sistemi di condivisione FORTI tali che non presuppongano la pratica di gestione del POTERE come leva per gratificazioni di persone egoistiche e superbe. Un saluto a te, M@.
(Rispondi)
 
ottamoccacs
ottamoccacs il 29/10/12 alle 10:04 via WEB

M@..oggi gli occhi mi fanno malino..
e nella testa pensieri vortici che gran casino..
non me la sento di leggere Calvino :)
ma la scritta a tergo color violino..
mi rappresenta in quel che penso..
e un casino :)))
®__®
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/10/12 alle 23:07 via WEB
Calvino è un antesignano "dell'attesa" della conversione dell'italiano medio e del Suo Padrone =:))); un salutOne, M@
(Rispondi)
 
anna1564
anna1564 il 29/10/12 alle 11:36 via WEB
OGGI LA GENTE ONESTA NON HA PIù VOCE GRAZIE ANNA
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/10/12 alle 23:16 via WEB
sarebbe ora che se la facesse tornare; grazie per i tuoi delicati e sensibili pensieri, M@.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 29/10/12 alle 11:42 via WEB
E' stato letto ieri sera dalla Gabanelli durante la trasmissione "Report". Il problema dell'onestà, ovvero della disonestà dei pubblici amministratori, viene da lontano, e anche nell'antica Roma il poeta Giovenale dà battaglia al sistema, tanto da essere stato definito oggi "il Poeta degli indignati" (i giovani spagnoli,gli indignados, perciò, hanno un illustre antenato, pur forse senza saperlo). Sinceramente non saprei come bonificare il sistema estirpando la malerba della politica corrotta, perchè la soluzione legale è nelle mani dei parlamentari, tra cui abbondano gli inquisiti e i condannati (sono in conflitto d'interessi). Forse bisogna trovare un ponte temporaneo, che potrebbe essere un voto di protesta in favore dei grillini, e poi si vedrà.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/10/12 alle 12:40 via WEB
Avevo pubblicato questo articolo di Calvino il 30 marzo 2009 contestualmente a questa intervista rilasciata da E. Berlinguer a repubblica sulla questione morale.
Molti amici di allora sono andati via da qui ed ho ritenuto opportuno riproporla in risposta anche alle ultime vicissitudini cui siamo spettatori. Credo che a noi tocca utilizzare il linguaggio metaforico di Calvino altrimenti dobbiamo soltanto chiudere bottega e ritornare nelle caverne. Il ponte temporaneo credo anch'io che sia indispensabile partendo dalla convinzione che questo tipo di votazioni non è più utile al paese. Non è che si vuole affermare che si possa non votare, ma è indispensabile cambiare radicalmente il sistema; certo i grillini, almeno buona parte di loro, sono su questo campo. Ciò a prescindere da ciò che sapranno fare o riusciranno a fare dovendo lottare, prima di tutto, contro un sistema degenerato profondamente radicato nel tessuto sociale ed istituzionale ...a volte anche a sua insaputa per usare un eufemismo di moda. Grazie del passaggio, M@.
(Rispondi)
 
semprepazza
semprepazza il 29/10/12 alle 18:10 via WEB
Abbiamo una Costituzione che contempla pressocchè tutto, con altrettante leggi applicabili per ogni sorta di abuso. Resta un mistero perchè esse non vengsano applicate. Un mistero noto e reiterato nel tempo.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/10/12 alle 23:22 via WEB
per quanto ne ho potuto sperimentare il mistero sta nell'egoismo umano che anima soprattutto intrallazzatori ed azzeccagarbugli di ogni sorta. La conferma si è avuta negli anni settanta quando buona parte dei rappresentanti della sinistra sono diventati sbiadite fotocopie degli avventurieri di destra. un saluto, M@.
(Rispondi)
 
ninograg1
ninograg1 il 29/10/12 alle 22:47 via WEB
calvino é attualissimo, come altri che ben conoscevano la pancia degli italioti....
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/10/12 alle 23:29 via WEB
oltre ai politici mi sembra che oggi un grosso problema siano gli attuali detentori dell'informazione soprattutto televisiva. un saluto, M@.
(Rispondi)
 
sto.coi.frati
sto.coi.frati il 30/10/12 alle 17:11 via WEB
destra o sinistra ormai non fa differenza... se non ci liberiamo delle erbacce, non avremmo che piante stentate. Disertare il voto, come fanno in Sicilia (e non solo) non è un buon viatico verso il miglioramento di qs paese, ma anche chiuder gli occhi su scontrini e fatture, e cercare raccomandazioni per scavalcare gli altri è un pessimo comportamento che non ci fa uscire mai dallo status di paese mediocre e privo di credibilità. Aggiungerei anche l'intestardirsi in un tenore di vita che per molti non è sostenibile. Siamo abituati al debito. E' tempo che, se non si hanno i soldi per le vacanze, si rimanga a casa.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 30/10/12 alle 19:56 via WEB
La differenza esiste fra chi segue e/o tollera modelli sociali ed economici fondati sull'individualismo egoistico e chi invece segue o promuove modelli fondati su principi solidaristici che tengono conto della presenza nella comunità sociale anche di categorie svantaggiate a ragione di motivazioni oggettive ed anche soggettive. In questo blog si crede che la "sana solidarietà" non sia un peso e ne debba mai diventarlo, ma essa sia o possa essere un'investimento. Considerato che il sistema elettorale ci pone di fronte a delle scelte che appaiono condizionate e condizionanti può capitare, secondo me, che si presenti il caso nel quale la disertazione del voto eseguito in massa possa assumere un significato determinante rappresentante un rifiuto totale e generalizzato dell protervia della casta che, per sua difesa, impone votazioni sostanzialmente inutili o addirittura dannose. Io credo che sia possibile scegliere o inventare un sistema elettorale veramente democratico che garantisca SEMPRE la governabilità. un saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
 
sto.coi.frati
sto.coi.frati il 30/10/12 alle 23:08 via WEB
Votare, in certe realtà, è o è stato un diritto negato. Noi, che possiamo esercitare qs diritto, credo che dovremmo farlo, sempre e comunque, perchè questo è il nostro interesse. Certo, non per farsi vedere dai compaesani o dietro compenso... Bensì, in seguito ad un'attenta valutazione dei personaggi (val la pena guardarli attentamente in faccia... questa è assai rivelatrice dell'indole del soggetto) e dei programmi (che non hanno nulla a che fare con la propaganda). Occorre farsi una coscienza politica. Dopodichè, se non esiste il candidato o il gruppo ottimale, ci sarà il meno peggio. Nessun governo è perfetto, come nessun cittadino. Non esprimersi è precludere la via del cambiamento: si delega agli altri una scelta di cui sicuramente avremo da lagnarci.
(Rispondi)
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 31/10/12 alle 00:16 via WEB
Anche nel 2008 ho votato per la coalizione da me doverosamente ritenuta <<il male minore>> consapevole, però, che si trattava solo di una copia sbiadita del <<male maggiore>> ovvero, nel caso specifico, <<del male massimo>> come puoi vedere QUI. La precedente mia considerazione era riferita all'astuzia del sistema di adeguare la legge elettorale a seconda delle convenienze dei POTENTI del momento. Non riesco a comprendere come, ad esempio, in Sicilia dopo una votazione per giunta successiva allo scioglimento anticipato della precedente assemblea non è stato possibile raggiungere una maggioranza che possa permettere all'assemblea una normale gestione.
(Rispondi)
 
atreju.1
atreju.1 il 30/10/12 alle 19:07 via WEB
Quando leggo spunti interessanti tipo questo mi chiedo: ma in che razza di paese abbiamo vissuto, viviamo...e vivremo? buona serata...!
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 30/10/12 alle 20:05 via WEB
anche se non è del tuo orientamento politico leggiti questa intervista rilasciata da E. Berlinguer a repubblica sulla questione morale. nell'81
un saluto, M@.
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LunaRossa550
LunaRossa550 il 30/10/12 alle 23:54 via WEB
ho letto l'intervista, ora sono in preda allo sconforto (ma mi ripiglio subito eh?)
Credo che qualcuno si stia rotolando nella tomba. Buona notte
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 31/10/12 alle 00:20 via WEB
questa intervista costituisce quasi un "testamento" morale di E. Berlinguer. All'epoca, occorre precisarlo anche parecchi della sinistra si erano già adeguatamente infettati anche in seguito alla razzia di sottobosco confluito nelle strutture regionali. un saluto, M@.
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dueoreper1Nick
dueoreper1Nick il 31/10/12 alle 01:35 via WEB
Un salutino nella notte. :-)
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 31/10/12 alle 13:28 via WEB
La notte è trascorsa ma il giorno che l'ha seguita è buio lo stesso. non solo metaforicamente fantasticando, un saluto, M@.
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dueoreper1Nick
dueoreper1Nick il 31/10/12 alle 22:31 via WEB
Mi spiace... :-)
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 01/11/12 alle 00:00 via WEB
mi riferivo principalmente alle condizioni metereologiche: non dico notte, ma è stata sempre sera con pioggia continua.
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amici.futuroieri
amici.futuroieri il 04/11/12 alle 13:50 via WEB
prima di Di Pietro c'era il nulla sotto l'ombrello NATO e davanti alla cortina di ferro.
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 04/11/12 alle 23:58 via WEB
...il nulla credo ci sia anche ora. un saluto, M@.
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