..Uomini...visti da una donna |
"O tu che sei il migliore degli uomini, tu che sei Ateniese, cittadino della più grande città e più rinomata per sapienza e potenza, non ti vergogni tu a darti pensiero delle ricchezze per ammassarne quante più puoi, e della fama e degli onori; e invece della intelligenza e della verità e della tua anima, perchè ella diventi quanto è possibile ottima, non ti dai affatto né pensiero né cura?"
Platone, Apologia di Socrate
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Il cielo stellato sopra di me,
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Gli uomini ti cambiano, di solito in peggio
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Post n°1683 pubblicato il 06 Agosto 2018 da MARIONeDAMIEL
E mi pare anche giusto, quindi do la mia disponibilità per la mattina presto, all'alba e al fresco, che la sera morirei di certo. La mia richiesta di turno "mattutino" viene accolta e quindi mi presento all'ora stabilita cioè alle sei, puntuale come sempre. In giro non c'è nessuno. Dopo qualche tempo arriva un omone, che mi saluta e va diretto a fare il suo lavoro; palese che non mi conosce ma non si scompone, il classico friulano insomma (in senso positivo ovvio), allora gli chiedo cosa fare e lui mi indica il piazzale pieno di tavoli, panche e ingombri del casino lasciato la sera prima dalla gente. Si prendono i sacconi vuoti della spazzatura piazzati su un carretto lì fuori sempre la sera prima, e ovviamente si sbaracca il tutto. Nel frattempo arriva qualcuno in cucina, qualcuno che conosco, e che mi fa vedere dove sono i secchi ecc. perché le suddette tavolate e panche vanno ripassate tutte, gulp. Tento di fare conversazione con l'omone, che chiamerò Ursus perché assomiglia allo schiavo enorme servo della Licia di "Quo Vadis", ma tale e quale a Ursus non è loquace; quando vedo la lena che ci mette, la velocità, e come si piega continuamente, gli chiedo come faccia, e mi informa che "ho fatto il muratore per 52 anni", bene. Piano piano appaiono altre persone, tutti pensionati, alcuni anche anziani ultra ottantenni, e ciascuno fa una cosa: uno passa col carretto e svuota tutti i grandi bidoni della spazzatura piazzati in giro, e poi mette i sacchi puliti; un altro scopa tutta l'area della "pesca", perché la gente in genere butta a terra tutti i bigliettini e relativa pastina ferma-rotolini; un altro spazza il piazzale (che è bellissimo perché ci sono molti alberi) dalle foglie ed eventuali rifiuti per terra; io devo fare 56 tavoloni e 112 panche (le ho contate mentre le pulivo per la mia passione per i numeri) che sono meno della metà, l'altra metà la fa Ursus; ogni tanto lo guardo grondante sudore perché anche se sono le sette fa caldo, ma che va avanti come una macchina da guerra... non posso restare indietro.... Per fortuna un vecchietto si muove a pietà di me e mi indica una sua invenzione, cioè una specie di palo lungo con all'apice inchiodato un legnetto in perpendicolare, che ti permette con un bell'asciugamano grande e bagnato, di passare il tavolone in un attimo, geniale.... E quindi incredibilmente si finisce il lavoro. Poi verso le otto ci aspetta il caffè in cucina dove fervono già i preparativi per i pasti serali. Il meccanismo è perfetto perché tutti fanno una cosa, o una cosetta, quello che riesce a fare, anche se immagino che mettere piede in cucina sarebbe un po' come "invadere il campo" ma il secondo giorno mi hanno fatto fare il caffè, un onore.... la cucina è il cuore pulsante della festa, lì si decide cosa fare e quanto fare di questo e di quello, quanta cipolla ci vuole ecc., sotto la direzione del cuoco, quello si che mi piacerebbe..... capisco che qui tutti sanno cosa fare perché lo fanno da lungo tempo, capisco che la cosa riesce da moltissimi anni perché tutti hanno a cuore il risultato, non si fanno molte domande lo fanno e basta. Mi chiedo per quanto tempo ancora ci sarà gente così, gente che ha resistito agli occhetto, ai d'alema, ai prodi, ai veltroni, ai bersani e anche a renzi, ma questo pensiero tuttavia mi consola. Viva la festa dell unità.
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SIBILLA ALERAMO
"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."
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