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Messaggi del 25/04/2011

Roger

Post n°987 pubblicato il 25 Aprile 2011 da MARIONeDAMIEL
 

Da: " Memorie di un protagonista della Bassa Friulana"
Gastone Andrian  ("Roger")

Verso al seconda metà di marzo del 1945 cominciò la grande offensiva tedesca che sarebbe durata fino alla metà di aprile dello stesso anno.

Intendo soffermarmi sul combattimento di Vetta Sebreglie di cui fui protagonista diretto quale vice commissario della Brigata Picelli, proveniente da circa un mese dal battaglione Verucchi, nel quale avevo ricoperto il grado di commissario dello stesso. Eravamo di fronte a una massiccia offensiva tedesca iniziata i primi giorni di marzo '45 e che durò 40 giorni fino alla metà di aprile. Periodo molto vicino alla liberazione della nostra regione dagli eserciti nazifascisti. Nei mesi precedenti (gennaio e febbraio 1945) avevamo già affrontato vari scontri con coraggio e abnegazione, scontri che ci avevano impegnato continuamente in una battaglia impari; ci trovavamo in una zona montana vasta e a noi in gran parte sconosciuta con scarsità di cibo e buona parte dei partigiani senza scarpe, con indumenti logori e senza coperte.

Centinaia di partigiani avevano tagliato le maniche del cappotto per trasformarle in scarpe, legandole con filo di ferro e tutto ciò sotto la neve con una temperatura media di 12, 15 gradi sotto zero, si registrarono molto casi di congelamento ai piedi e alle mani; occorre pertanto tenere presente che una buona parte dei partigiani rimasero senza mangiare anche per tre quattro giorni, e questo dopo aver già passato i mesi precedenti mangiando pochissimo; a gennaio e febbraio , infatti, l'unico pasto quotidiano era stato composto da brodo di rape e pochissima carne. Sul Collio anche durante i rastrellamenti che duravano al massimo tre o quattro giorni, i partigiani aiutati dalla popolazione, trovavano qualcosa con cui cibarsi (patate, riso, mocnich, uova e polenta), ma qui le cose erano assolutamente diverse. Nella zona vi era infatti molta miseria e la popolazione non poteva o in alcuni casi non era disposta ad aiutarci. Cosicché le sofferenze materiali avevano minati il fisico, il morale, l'impegno nonché la determinazione dei combattenti. In tali condizioni una parte dei garibaldini non era in grado di fronteggiare la situazione. In queste così drammatiche circostanze non pochi garibaldini mi si accasciarono tra le braccia, suscitando in me una grande pena, un profondo dolore e una rabbia indescrivibile. Non a caso nella selva di Tarnova, i partigiani più affamati , dopo che era stata macellata una mucca magra come una foglia secca e dopo che era stata distribuita a ciascuno di noi una insufficiente razione di carne da mangiare cruda (non si potevano accendere fuochi per non essere scoperto dal nemico) si misero a raccogliere le budella della vacca togliendo superficialmente lo sterco e mettendosi a rosicchiarle con avidità dopo averle tagliate a pezzi o solo strappate con la forza delle mani, i protagonisti di questa penosa operazione erano tutti sporchi di sterco attorno alle labbra.

Ero presente: lo spettacolo era desolante e preoccupate, segno drammatico della situazione cui eravamo giunti per poter sopravvivere. Intervenni subito, assieme a Vanni, togliendo dalle loro mani quella porcheria e allontanando i partigiani da quella specie di buca dove erano state seppellite le interiora e ricordando il grave pericolo del tifo....

Nella selva di Ternova, dove in quei giorni si era ritirata la divisione per sottrarsi al nemico e anche per mangiare e riposarsi (se così si può dire) vi erano una quindicina di partigiani che non riuscivano più a camminare. Dato che da due mesi mangiavano poco o nulla e versavano ormai in condizioni pietose, dimagriti e sfiniti a tal punto che non potevano più mangiare nulla poiché lo stomaco si era ristretto e non potevano ingerire carne cruda nè altro di pesante.

Organizzammo quindi un gruppo di tre corrieri (tra questi vi era "Unico"), cui venne affidato l'incarico di andare alla ricerca di latte e pane, alimenti che dopo diverse vicissitudini furono trovati.

Nutrito con pane e latte per due giorni una parte di quel gruppo di partigiani si risollevò e col nostro aiuto poté proseguire, gli altri non ce la fecero e morirono durante il trasferimento in altre località.

Questi ricordi mi stringono il cuore mi fanno adirare quando, con cinica spudoratezza, sento misconoscere i sacrifici compiuti dai resistenti o gettare fango sulla loro memoria. Non è possibile non ribellarsi e reagire contro questi ignobili comportamenti.

In tali condizioni i garibaldini fronteggiarono non solo le SS tedesche, ma anche i cetnici, i belogardisti, i reparti della X Mas al soldo dell'esercito tedesco. Lo scontro era impari, com'era del resto impari o scontro che sostenemmo contro le truppe tedesche comandate dal generale Rossener e dal Gaulatier Goblocnick.

Era in atto il tentativo di annientare il IX Korpus e la Divisione Garibaldi Natisone per ragione politiche e per motivi strategici. Globocnick e il comando superiore tedesco raccolsero la divisione azzurra spagnola reduce dall'URSS, belogardisti, cetnici , repubblichini, X MAS , truppe cosacche (il secondo reggimento cosacco del Don), la divisione cetncica "Koraza" e diversi reparti di SS.

La battaglia infuriò per ben 40 giorni! in nessuna parte del resto d'Italia le formazioni partigiane dovettero subire e resistere a un tale urto.

Un altro elemento che va sottolineato riguarda la riflessione sulle forze in campo. Senza tener conto di questi dati di fatto non si può dare un giudizio obiettivo e convincente degli avvenimenti nel riflettere sul grande significato della resistenza dei garibaldini e degli sloveni in queste terre.

Bisogna ricordare che gli invasori avevano carri armati, autoblindo, cannoncini, mortai, Sarz, fucili semiautomatici e potenti bombe a mano con relative munizioni a disposizione; i nemici inoltre erano facilitati dalla comunicazione radio e dalla possibilità di fare una manutenzione quotidiana delle loro armi che noi non avevamo specie nel corso dei rastrellamenti.

Non parliamo poi del cibo e del vestiario. Non parliamo poi che i tedeschi erano dotati di cani addestrati alla caccia all'uomo nei boschi e nella vegetazione.

Verso le 8 del mattino del 22 marzo il nemico attaccò....[...]

 
 
 
 
 

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SIBILLA ALERAMO

"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."

 

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