Alcuni antipertensivi sono fototossici. Possibile rischio di cancro alla pelle non-melanoma con l’esposizione al sole o a luce UV

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Correlazione tra farmaci antipertensivi e rischio di cancro alla pelle in persone ultrasessantacinquenni: uno studio di coorte basato sulla popolazione

Il carcinoma dei cheratinociti ( chiamato anche cancro della pelle non-melanoma ) include il carcinoma basocellulare ed il carcinoma squamocellulare, due dei tumori maligni più comuni negli USA.

Ogni anno, negli Stati Uniti e in Canada, ne vengono diagnosticati 5,4 milioni e 76.000 casi, rispettivamente.

Il melanoma è la quinta neoplasia più diffusa che consta di 83.362 casi annuali e 10.000 morti, con tassi di incidenza aumentati del 10% tra il 2005 ed il 2015.

Si stima che vi siano più di 8.000 nuovi casi di melanoma e 1.300 morti ad esso correlate. Vista l’alta incidenza dei tumori della pelle è di fondamentale importanza focalizzare l’attenzione sui fattori di rischio al fine di poterne ridurre il trend.

L’esposizione alle radiazioni ultraviolette ( UV ) è il più rilevante fattore di rischio associato al cancro della pelle.

La fototossicità, dovuta all’interazione tra i raggi UV e le strutture molecolari dei farmaci che acquisiscono potenziale tossicità, può portare ad un aumento della cancerogenicità dell’esposizione ai raggi solari.

I farmaci antipertensivi sono prescritti a circa 1 adulto su 5; tra questi, i diuretici tiazidici, i calcio antagonisti, i beta-bloccanti, i bloccanti del recettore dell’angiotensina II ( sartani ) e gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina ( ACE-inibitori ) hanno tutti mostrato una certa fototossicità.

L’Idroclortiazide è un farmaco d’elezione per il trattamento dell’ipertensione ed è considerata, a buon diritto, la molecola più fototossica della categoria.

A tal proposito, una nota informativa diramata dall’Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA ) pone l’attenzione sul rischio di tumori cutanei non-melanoma ( carcinoma a cellule basali, carcinoma a cellule squamose ) correlati all’utilizzo dell’Idroclortiazide.

Due studi caso-controllo promossi dall’Health Canada, dall’EMA ( European Medicines Agency ) e dalla FDA ( Food and Drug Administration ) suggeriscono una correlazione significativa tra l’utilizzo prolungato di Idroclortiazide e l’aumento del rischio di carcinoma dei cheratinociti. Le correlazioni si sono rivelate più deboli, invece, per l’utilizzo di tiazidici e lo sviluppo di melanoma.

https://www.bollettinosifo.it/archivio/3639/articoli/36196/

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Riduzione della pressione arteriosa nelle persone a rischio intermedio, senza malattie cardiovascolari

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Ondexxya, antidoto ai medicinali anticoagulanti Apixaban o Rivaroxaban

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Rischio di sanguinamento associato agli anticoagulanti orali ad azione diretta

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Anticoagulanti orali diretti sicuri ed efficaci nelle popolazioni del mondo reale

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Efficacia e sicurezza degli anticoagulanti orali antagonisti della vitamina K nei pazienti con fibrillazione atriale con cardiomiopatia ipertrofica

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Pazienti con fibrillazione atriale e malattia renale cronica: anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina K versus antagonisti della vitamina K

Lo scopo dello studio è stato quello di confrontare l’efficacia e la sicurezza degli anticoagulanti orali ( NOAC ) non-antagonisti…

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Anticoagulanti orali ad azione diretta: Apixaban superiore a Dabigatran e Rivaroxaban in uno studio real-world

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Gli anticoagulanti migliorano gli esiti nella trombosi della vena porta correlata alla cirrosi

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Associazione tra emorragia intracerebrale nei pazienti che assumono anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina K versus antagonisti della vitamina K e mortalità in ospedale

Sebbene gli antagonisti orali non-antagonisti della vitamina K ( NOAC ) siano sempre più utilizzati per prevenire la malattia tromboembolica,…

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Esiti periprocedurali degli anticoagulanti orali diretti versus Warfarin nella fibrillazione atriale non-valvolare

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Ipertensione: Aggiornamenti e Informazioni sulle Novità terapeutiche by Xagena

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Associazione tra assunzione di sodio e cambiamenti di acido urico, escrezione di albumina e rischio di sviluppare ipertensione

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Prevalenza e valore prognostico della disfunzione diastolica ventricolare sinistra nella ipertensione arteriosa polmonare idiopatica ed ereditaria

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La restrizione dietetica di sodio inverte la disfunzione endoteliale vascolare in adulti con pressione sistolica moderatamente elevata

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Prevenzione e Terapia dello Scompenso Cardiaco

Studio SYMPLICITY HTN-2: denervazione renale basata su catetere per il trattamento dei pazienti con ipertensione resistente al trattamento – Dati a 36 mesi

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Trattamento antipertensivo standardizzato ottimo e intensificato con o senza denervazione renale per ipertensione resistente

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