15 marzo 2024

Qualcosa della vita scorre, scola via dall’esistenza ma non ci sono parole per dire quel ” qualcosa”. Sono una forma in cui è caduta un’anima, il senso della relazione tra le cose vacilla, evoco l’assente per recuperarlo alla vita tramite l’immanenza della memoria. Il colloquio tra l’assenza e la resurrezione si fa penoso ,la vita che scorre può essere salvata solo nella parola , morte e scrittura si compensano, scomparsa e ripresentazione si abbracciano nel linguaggio. Da ogni momento estraggo l’intero qualunque cosa ciò includa; rappresento uno spirito mutevole ,sconosciuto e illimitato: la vita è un alone luminoso destinato a spegnersi, vocata al buio. Chiudo fuori il giorno prima che sia finito, i fiori sono ancora luminosi ma non importa. Le parole che meglio esprimono il mondo sono quelle senza significato, all’orizzonte una nuvola si scioglie in un’altra, ascolto nastri di voci aggrovigliate, ogni rumore della natura è dolorosamente percepibile, la tenera, fugace, indifferente ma scrutatrice luce del tramonto svela profondità nell’acqua e fa radioso il mondo. Oso limitare la vita a me stesso, faccio parte del Tutto ,non ho bisogno di parole per ricordarmi chi sono: tutto è ridotto alla più ovvia assurdità. Le nuvole decorano maestosamente il paesaggio celeste , tutto ciò che popola incommensurabilmente la profondità della mente scende in lotta con il significato, il senso dell’esistenza . Sono un frammento, una scoria , un residuo; un impulso mi spinge alla finestra a mezzanotte, le lancette dell’orologio sono ferme al momento presente: mi accorgo di essere momentaneamente vivo.

15 marzo 2024ultima modifica: 2024-03-15T17:35:54+01:00da domeniconipaolo