05 febbraio 2023

In questa volta disegnata dal pensiero mi accorgo del disordine del cielo: distinguo un oscillare di segni, la rotazione della luce mentre si chiude il giorno. Su questo cielo di fine inverno passano poche nuvole mentre rimangono lembi di un temporale ormai lontano. Lo spazio è solcato da una silenziosa carovana di stelle che ,lenta, si dissolve prima di toccare l’arco dell’alba : adesso nessuna forma colma più l’enorme conca dell’orizzonte. Fermo davanti al sole partorisco l’ombra, divinità mute dominano la terra, attendo la pioggia che sbiadirà le ultime tracce della notte. Tutto ciò che vive è nello Spirito, nel suo cerchio silenzioso, lì abito per non perdere l’anima.Evaporo ogni giorno poco a poco, così mi perdo nelle fessure del giorno e mi ritrovo nel silenzio. Il dolore è metamorfosi, le sue cause si susseguono non viste e , infine, si mostrano per quello che sono. Ora la vista si corrompe e nel suo andare alla mente tramonta d’ogni significato.

19 gennaio 2023

Un’ idea traluce dalla mia mente: chiudermi nel silenzio che solo mi protegge. Il balbettio trafelato della mia anima mi accompagna verso la lacerazione della morte nella quale mi perdo nel nebbioso e radioso inesplicabile capace di trasformare l’ombra in una luce quasi nitida e consente di inoltrarmi nel soprareale. Ora, qui, battuto dall’ala del vento precipito senza fine ; la fine è la meta di tutto l’universo nel quale mi perdo. Reggo la forza del vento, gareggio con l’immenso e l’infinito, fronteggio le onde , la luce è una bella lama che incide la mia pelle , non c’è che assenza e vuoto. Contemplando le vicissitudini di una fiamma scopro che l’universo è intriso di luce infinita che non finisce di gemmare. Esisto nel regno sconosciuto della vita quotidiana, l’infinito si confonde con il limite della mia vita alla quale non sono mai corso dietro. Sono sconfitto davanti al tremendo , mi fido solo dell’impossibile ; la luce è tenebra, la tenebra è luce : tutto non è mai ciò che è , la luce è un’ombra oscura e impenetrabile , è un’ombra luminosa. La luce radiosa e terribile di quest’alba è di un blu intenso e zuccherino, è la radicale intensità di una presenza /assenza . Per non morire totalmente imparo a smarrirmi tra le nuvole prima di perdere il dono di respirare. Il silenzio supremo di questo tramonto è terribile e sconvolgente, poi, ad ogni nuovo mattino aspiro a poter vivere solo di vento, sole e acqua.

17 gennaio 2023

Faccio salire il pensiero sopra se stesso così si abolisce arrivando ad un culmine tenebroso e luminoso allo stesso tempo. Il Tempo si coagula in una luminosa tenebra per sfociare in un fittissimo tedio intollerabilmente folto e inconoscibile. La vita non è esistenza, l’esistenza non è vita, tutto ciò che è essenziale mi fa orrore, dimentico volentieri la Realtà, preferisco l’assurdo e l’eventuale. Guardo senza vedere, vedo senza guardare, sono diviso tra il desiderio di diventare Natura ed il senso della mia assoluta alterità rispetto ad essa. Sono bagnato dalla luce di questo tramonto che si assottiglia in tenebre, inseguo il battito ed il tremore dell’esistenza , abbraccio la forza del Tutto e la luce bianca della mente, colgo un ritmo nel caos della Realtà ai cui confini si apre il Nulla. Sulla terra tutto è friabile ,pensare per barlumi poetici significa avere il dono di respirare. Avverto che tutto cade nel Nulla e raggiungo , così, con la morte ciò che amo veramente: l’infinito cioè una immensa sostanza irreale che con furore splende e brucia sfiorando la mia vita. La tenebra è l’unica sostanza che mi domina e mi illude che ci sia una luce ad illuminare il desiderio dell’impossibile e il sogno dell’infinito: intirizzito dal Nulla colgo l’identità tra morte e resurrezione.

15 gennaio 2023

Coltivo il caso, organizzo il caos, ho una attenzione particolare per la vita umbratile e nervosa del mondo. Il Tempo è fatto di una sostanza tenue e impenetrabile, il Tempo è una divinità nascosta, è un rombo silenzioso che spegne le differenze tra il prima e il poi, tra il passato e il presente, avvolge lo spazio di una musica oscura di cui non comprendiamo il significato. Ogni cosa si sgretola e polverizza ,raccolgo quella polvere e la trasformo in parole  che si dissolvono in un raggiante pulviscolo : tutto ciò che è nitido e preciso si disperde in vapore. La luce del tramonto è l’unica vera luce , morbida e dissanguata , divisa in rivoli fa echeggiare l’universo. Mi perdo e smarrisco in tutte le cose ,quello che amo di più è ciò che sfugge al mio occhio. L’uomo è una scimmia beffarda che quando muore crede di essere ancora vivo. Non c’è Tempo : il Tempo è soltanto un espediente ingegnoso per impedire alle cose di accadere tutte insieme , in modo rovinosamente simultaneo. La vita non è che una attesa prolungata e sfibrante, allora cerco di eludere il Tempo sottraendomi al suo battito regolare trovo ,così, una scorciatoia per l’infinito. Ogni moribondo mi aiuta a morire, in esso colgo come la verità non si riveli nella continuità, alla continuità devo ,piuttosto, voltare le spalle e cogliere nel discontinuo schegge luminose ,pervengo così alla verità per minuscoli frammenti, essa scaturisce da minimi barlumi.

14 gennaio 2023

Dio disubbidisce a qualsiasi principio e fa si che niente esista veramente : anche ciò che è accaduto avrebbe potuto non accadere. Mi sbarazzo dei miei pensieri e di me stesso, mi annullo sebbene fingo di continuare ad esistere. Cerco il veleno di una lucidità superiore ad ogni dubbio , sono avido di contraddizioni, spaventato da ogni conclusione. Mi comprometto con quella cosa stravagante che è il mondo; penso che la vita non abbia alcun senso, penso che la creazione sia un errore , una stoltezza ,il castigo di Dio. In me c’è posto solo per la morte ma l’alternarsi di vita e di morte non mi riguarda, ancor meno i concetti banali di bene e male. Aderisco alla sofferenza , balzo dal ruscello all’aria , ho bisogno di poco per esistere: la vita è corta ci vuole solo un po di pazienza. Sono solo sebbene mai abbastanza ciò mi fa precipitare in una serena disperazione . Non c’è niente di più vano ed ondeggiante dell’uomo. Fino alla fine cerco di vivere altrove ,in una squisita penombra o in una delicata allucinazione. Le tenebre squarciate della notte mi aprono confortevoli abissi che contemplo soavemente. Approfondendomi nella Realtà mi strazio e mi piego ad accogliere tutta la vita che incombe sopra di me. Sono un uomo mite quindi ho scelto l’arte della passività. Allontano la Realtà e illumino le apparenze del mondo. Sotto quest’implacabile terso azzurro del cielo la mia ragione getta una luce insufficiente sul mondo, nella penombra dei suoi confini si insedia tutto ciò che è paradossale. La mancanza di tenebre mi rende triste, una sfera caliginosa avvolge il mio io: non mi resta che concludere docilmente la mia esistenza.

12 gennaio 2023

Sull’orizzonte risplende un verde crudele, scende una neve che canta a mille voci. Sono divorato dagli estremi dell’esistenza, sono estraneo al mondo intero, anelo ad una solitudine assoluta, sono attirato dall’infinito e dall’abisso del cielo. Sono un ciottolo abbandonato sulle rive dell’esistenza , sono cenere ossia sono fatto di una sostanza poco interessante destinata a volare via. Il frastuono demenziale del mondo invade la mia esistenza, non credo in niente, non spero in niente. Il passato attraversa di continuo i miei pensieri, faccio della mia esistenza un deserto, attorno a me tutto muore e tutto si ripete. Una forza sconosciuta brucia il tessuto della mia vita come una radiazione maligna. Il passato si insinua nell’oggi, la mia mano è pronta per diventare polvere. Mi faccio domande che non è possibile affidare alle parole ma provo il senso della fine e del nulla eppure spero che un leggero soffio di speranza  mi baci come una mattina d’estate. Negli istanti in cui non è più notte ma non è ancora mattino tutto rimane ancora nascosto, il tempo si accumula nelle cose e le impregna di sé . Resto nel profondo: dove c’era Dio ora c’è malinconia. Il futuro è nelle tenebre: sono creato per cessare d’esistere e dissolvermi nel Nulla. Il dubbio è la sostanza della vita, non rido, non piango, e non detesto ma provo a comprendere ciò che ho intorno a me. La morte fa uscire il Tempo dai suoi cardini, combatto una folle lotta per ogni possibilità ma solo per Dio l’impossibile esiste.

10 gennaio 2023

La vita è delirio e riso, in essa divento un niente, solo un niente. Il tempo passa sopra di me ed io non riesco a resistergli allora mi lego sempre più a me stesso. Mi tengo in disparte dalla vita in una pace immacolata , vorrei morire come un orologio che si ferma perché nessuno lo ha caricato. Inorridisco di fronte alla totalità delle cose , alle palpitazioni della natura, per esistere devo saper comprendere l’abisso; fisso lo sguardo su un orizzonte doloroso e ruscellante , il cielo è di un azzurro trasparente, imperlo di lacrime la vita e mi avvio a morire. Il mondo sovrabbondante e indistinguibile del mio io sprofonda in un abisso infinito, l’unico vero desiderio che ho è quello della ricerca dell’Uno/Tutto mentre non provo nessun interesse per la Realtà: odio, detesto ed esecro qualsiasi Realtà. L’urlante deserto della vita è fatto di una matassa di avvenimenti incolori, perforo il velo del futuro e pervengo al tremendo possibile che rende impossibile sopportare la vita. Esisto come un’ombra pallida e folta , il mio viso è eternamente aperto verso l’infinito, sono fatto di pensieri che si impigliano nell’anima intrisa di tempo. Il terribile è il luogo dell’anima , sono circondato da fiati ostili. Ogni evento è composto di atomi che formano un mondo teso e sospeso, sento la morte dappertutto, esistono solo cose che si sono corrotte. Esaurisco lo scopo della vita in me stesso ,ho già cominciato a morire, tutto il passato è sepolto dentro di me . Mi immergo in me stesso , solo per pochi attimi torno ai miei sensi vuoti e disabitati. Il senso della vita si sparge nel sangue , tutto diventa indicibile , faccio un piccolo cenno a me stesso, avverto la necessità della maschera per vivere. Ho una indescrivibile ,dolorosa, vana nostalgia di me stesso di ciò che sono stato e mai più sarò.

08 gennaio 2023

Ingoio questa realtà, foggio qualcosa che ondeggia tra probabile e improbabile, la mia esistenza ticchetta irregolare mentre il regno dell’impossibile avanza senza timore, esso vive sia nel reale che nell’infinito. Cessa l’ultimo fremito del mio cuore e così si ghiaccia, l’anima si illimpidisce. Adoro l’illimitato, amo perdermi nell’infinito, i miei discorsi scendono da quel pianeta che si chiama dolore: per conoscere quanto sia bello vivere bisogna voler morire. La saggezza umana sta tutta intera in due parole: attendere e sperare. Il meglio della mia vita è nei miei ricordi, la mia prima ispirazione è sempre per l’impossibile. La violenza del cielo mi sovrasta, la morte è la forma che il Male sceglie per esprimersi al meglio : il Male è l’unico assoluto che esiste. Il mio cuore è un profondo abisso senza limiti, sono luminosissimo e notturno, superficiale e profondo; riempio la Realtà di malinconia e nostalgia furiose, saccheggio le stelle dell’universo in modo da far scomparire il mattino e far vibrare di felicità i colori del tramonto. C’è una perfetta identità tra vita e morte, il destino appare sotto forma di caso. La vita è un infinito garbuglio, ogni inverosimile è ciò che preferisco. Vivere non è agire ma stare seduto accanto ad un fiume tranquillo ed osservare le acque che scorrono una goccia dopo l’altra. Tutto è immobile: il Tempo è assolutamente fermo e così sogno che oggi sia come ieri e domani come oggi.

06 gennaio 2023

Sono affondato nel mondo, vivo nel contingente in attesa d’essere nell’universale. Brilla la scintilla del presente nel quale amo le piccole cose che sfuggono allo sguardo. Esalto il paradosso e l’impossibile, considero Dio il signore del caso. Faccio del dimenticare la regola principale del vivere,le parole producono solo confusione, pasticcio, contraddizione e disordine. Intingo la mia esistenza nel Nulla ,i giorni che passano sono una ornata impotenza, volo sospeso in una aerea indifferenza. Sono desideroso di Assoluto e lacrime, odio questo tediosissimo qui e ora, coltivo rabbiosamente il regno dell’Essere, incursioni di luce trafiggono la morte: la vita finisce nell’incomprensibile. Rinuncio alla estensione della esistenza per una inattingibile profondità. Sono posseduto da profondissime lacrime, la mia esistenza è una illuminata desolazione ,abito le rive terribili del finito al quale cerco di dare una apparenza di infinito. Cerco il vago, l’indistinto, e l’illimitato, mi fondo con le nuvole per diventare me stesso, considero l’infinito la mia meta, sono un chiaro bersaglio della morte: l’invisibile non è la sede della vita . Il Tempo passa per consumare me ma anche se stesso e questo mi consola. Il nascosto viene alla luce e mi trafuga l’anima. Ogni giorno mi ritaglio una zona di quiete nella quale sono più felice di quello che merito e in cui provo una gioia trasparente.

03 gennaio 2023

Per cercare Dio mi volgo dall’Essere verso il Nulla, rivolgo lo sguardo verso un misterioso non-dove nascosto in qualche parte ignota dei cieli. Obbedisco alla faticosissima necessità di trovarmi a distanza ravvicinata col mondo che inquina la mia anima con le sue volgarità. Al fondo di tutto c’è una forza selvaggia e ribollente che tutto produce sia ciò che è grande ,sia ciò che è insignificante. Sotto ogni cosa si nasconde un vuoto senza fondo mai colmo, la vita, allora, non è altro che la disperata ricerca di me stesso. Immergo il mio cervello nella fredda aria notturna, mi rinchiudo in una asfissiante sublimità. Svanisco giorno per giorno e, come evaporando  divento trasparente ,una sottile corda di inesprimibile angoscia si allunga nel Nulla ,mi difendo dal mondo con un piccolo grigio sogghigno. Il primitivo e rudimentale stato del mio essere è una pallida, livida ombra sconosciuta; sono convinto che ciò che esiste non può fare a meno di esistere. Vivo come se il tempo fosse finito per sempre, così l’universo mi inghiotte come un punto: sono un’ombra che dura un istante.La solidità del mondo è costruita sulla vanità,il presente è il solo tempo veramente morto, alla fine di una verità viene esaltata la verità opposta. La mia decadenza si realizza perfino dall’ieri all’oggi : vivo solo per l’attesa che il tempo si svolga.