..Uomini...

Post N° 201

Io non so. Non so che dire di questa settimana.

Mi pare di essere perennemente sulle montagne russe, a volte a folle velocità precipito in basso, a volte molto lentamente, arrivo a toccare il cielo.

Un consiglio di classe, il dentista col medio, studiare geografia, scienze.. so tutto sugli enzimi  e sulla respirazione cellulare...

- Mamma, puoi farmi un semplicissimo piacere?
- Dimmi....
- Colorami questo disegno....
- Col cavolo, coloratelo da solo...

- Mamma, non cominciare con le tue solite scene... e io non ce la faccio piu' con voi... e così non si puo' andare avanti....

- Mamma, mi aiuti a fare inglese?

- Mamma, oggi saro' via tutto il giorno.. come faro' per tante ore senza di te? dammi un abbraccio mamma....

- Mamma, il tuo dolce ha avuto successo, è andato via alla velocità della luce... 

- Mamma, non dirlo a papà ti prego.. lui non capirebbe...

- Problemi mamma?

- Mamma, ma se Berlusconi non telefona a Prodi, il governo vale lo stesso?

- Mamma, se non avessi avuto il PP8 non so come avrei fatto a sopravvivere alla scuola fino a maggio....

E poi, a volte, tocchi il cielo, qualcuno ti vuole bene. Ma dura poco, si ricomincia la discesa.

Chiudi gli occhi Marion, ce la farai meglio.

Post N° 200

LA FATA

C'è solo un fiore in quella stanza
e tu ti muovi con pazienza
la medicina è amara ma
tu già lo sai che la berrà

Se non si arrende tu lo tenti
e sciogli il nodo dei tuoi fianchi
e quel vestito scopre già
chi coglie il fiore impazzirà

Farà per te qualunque cosa
e tu sorella e madre e sposa
e tu regina o fata, tu
non puoi pretendere di più

E forse è per vendetta
e forse è per paura
o solo per pazzia
ma da sempre
tu sei quella che paga di più
se vuoi volare ti tirano giù
e se comincia la caccia alla streghe
la strega sei tu

E insegui sogni da bambina
e chiedi amore e sei sincera
non fai magie, ne trucchi, ma
nessuno ormai ci crederà

C'è chi ti urla che sei bella
che sei una fata, sei una stella
poi ti fa schiava, però no
chiamarlo amore non si può

C'è chi ti esalta, chi ti adula
c'è chi ti espone anche in vetrina
si dice amore, però no
chiamarlo amore non si può

E. Bennato

Post N° 199

Scorrono i volti e i nomi sullo schermo.

Noi guardiamo, partecipiamo.

Che morti assurde, dico io, ma perchè sono morti....

Mio figlio, che come sempre guarda con me, e molte volte si indigna piu' di me, dice.... per Bush mamma.

Queste sono le neo-guerre.

Non ci sono eserciti che si fronteggiano, non ci sono confini da espugnare, obiettivi da raggiungere, linee di fronte dove chi sta dietro è al sicuro.

Il nemico è dappertutto.
Il nemico è irriconoscibile,
Il nemico è inattaccabile,
Il nemico sta perfino a casa nostra, e noi ce ne ricorderemo solo quando scoppierà l'ennesima bomba in qualche nostra città.

E' così lampante l'inutilità di queste guerre, se un "senso" avevano le guerre tradizionali, le neo-guerre dimostano la stupidità dell'uomo.

E anche le logiche economiche che ci stanno sotto, non sono in assoluto piu' nemmeno pensabili da parte di chi tira i fili.

Nessuno vince, nessuno perde, cinicamente parlando il petrolio è alle stelle.

Restano solo i morti.

Parliamone, ora, subito, che poi alla prossima partita di coppa ce ne dimentichiamo.

Post N° 198

Lunedì pomeriggio ho accompagnato mia mamma al funerale di una lontana parente.

Naturalmente ha voluto andare fino all'ospedale per darle l'ultimo saluto.

Lei si è messa un tailleur molto elegante, io ho fatto l'errore di non passare da casa per cambiarmi i jeans e le scarpe con il tacco, cosa di cui mi sarei amaramente pentita piu' tardi.

Dopo i saluti al vedovo, gli inevitabili commenti: "hai visto suo fratello con la cognata... sai che non si parlavano da anni... ecco quello è il figlio.. mi raccomando vai a fargli le condoglianze.... hai visto la moglie? e pure lui, non è alla mano come suo cugino... ma tua zia quando arriva.... hai visto? non ci sono nemmeno le nipoti..."

Per fortuna la zia arriva. Le lascio nella camera mortuaria che si parlano sottovoce. E per fortuna è arrivata anche mia sorella.

Arriviamo infine in chiesa. Gremita. Col solito colpo d'occhio  indico un buco a mia sorella, nel quale possiamo almeno appoggiarci al muro. "Mamma dov'è?" "indovina.... ha trovato un posto a sedere, nelle prime file.."

Mentre in piedi assistiamo alla funzione, penso in maniera del tutto blasferma ed irrispettosa, che quel prete la fa troppo lunga... poi intervalla con dei " numero 60" ... "numero 68"... che scopriamo poi essere il numero di un canto e non la chiamata della tombola.....

Arrivati all'offertorio, ho già deciso che nemmeno la chiesa mi piace, a parte che è piccola, piena di stucchi e bronzi, troppo nuova per me abituata al caro vecchiume della mia chiesa, e poi con degli arazzi sui lati delle panche, che fanno tanto palio di Siena....

Insomma poi finisce. Usciamo nel sole accecante.

La bella notizia è che in quel paese si va a piedi fino al cimitero. Ci avviamo dietro al carro funebre, non che sia cosa inusuale dalle nostre parti.

E' allora che comincio a soffrire le pene dell'inferno... il sole picchia, i piedi cominciano a bollire nelle scarpe scomode, i jeans ribollono e maledico chi ha inventato le calze.

Mia mamma guarda le case e i giardini ai lati della strada... interminabile.. penso.. se ce la fanno tutti questi vecchietti vestiti di scuro, che diamine, ce la posso fare pure io.... guardo mia sorella e capisco che non se la passa meglio...

Dopo un paio di chilometri vedo la tabella "VIA DEL CRIST", mi dico, forse ci siamo.

E infatti compaiono i bellissimi cipressi. Espletati gli ultimi rituali, tutti paiono piu' sollevati, e, tornando, la strada sembra meno interminabile.

Arrivo con mia sorella alla macchina prima delle "vecchiette", che si son fermate a parlare con cugini e parenti.

Poi accompagno mia mamma e mia zia.
"Hai visto che bella chiesa? E quanta gente..."

"Si mamma..."

Post N° 197

Stelutis alpinis

Se tu vens cassù ta' cretis
là che lôr mi àn soterât,
al è un splaz plen di stelutis;
dal miò sanc l’è stât bagnât.

Par segnâl, une crosute
je scolpide lì tal cret,
fra chês stelis nas l'arbute,
sot di lôr, jo duâr cujet.

Cjôl sù, cjôl une stelute:
jê 'a ricuarde il nestri ben.
Tu j darâs 'ne bussadute
e po' plàtile tal sen.

Quant che a cjase tu sês sole
e di cûr tu préis par me,
il miò spirt atôr ti svole:
jo e la stele sin cun te.