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Si ma quale dialetto???

Post n°777 pubblicato il 16 Agosto 2009 da MARIONeDAMIEL
 

No dico. Io ci terrei che qui in Friuli fosse imposto il mio, se proprio dobbiamo... che poi il nostro, non cominciamo, è una lingua sancita come tale da una legge dello stato (lo stato è quello italiano, quando ancora c'era.. che bei tempi....)...

No dico. Vuoi mettere col triestino? Che poi non è molto diverso dal bisiacco e dal gradese, penso abbiano una matrice veneta comune (Veneto? vade retro), o viceversa perchè sempre si dice, Venezia l'abbiamo fondata noi....

Comunque ragazzi non scherziamo, noi friulani siamo la maggioranza qui e pertanto voi altri perdete. Friulano per tutti. E' ora di finirla con questi triestini che parlano dialetto sempre e non sanno parlare italiano.... imparassero il friulano direttamente....

Io propongo anche che chiunque abbia una leggera inflessione extraregionale sia bandito da tutte le cariche pubbliche... gli imprenditori li salviamo perchè portano lavoro.. giunge voce che ce ne siano tanti romagnoli... persino qualche americano!

Che comunque io non avrei problemi, se non per le lingue straniere, son portata per i dialetti della federazione italiana...

Certo che come scusa per non saper parlare italiano, i leghisti l'hanno trovata proprio buona... è il massimo.. invece di istruirsi loro, (un pò difficile visto che sono uno scalino indietro nella scala dell'evoluzione), dobbiamo volgarizzarci noi.. mah...

Notte Marion

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Commenti al Post:
72rosalux72
72rosalux72 il 17/08/09 alle 16:07 via WEB
ciao cara. mi sembra che questi leghisti siano molto provinciali, il dialetto, la cucina tradizionale, magari i costumi tipici. mamma mia. da me non si parla il dialetto, nemmeno nei negozietti dei paesini. sarà che ci sentiamo italiani, che è poco se paragonato al mondo, ma incommensurabile se paragonato al bisogno di sentirsi di bergamo bassa.
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 17/08/09 alle 22:15 via WEB
ciao ragazza; da noi il dialetto invece si parla ovunque, è una cosa molto sentita, che fa parte della nostra tradizione, e che comunque (purtroppo) si sta perdendo col passare delle generazioni; ma preservare il dialetto è una cosa, pensare che possa sostituire la lingua italiana è tutt'altro, molto dannoso secondo me. Oggi in ufficio è venuto un ragazzo senegalese, parlava un italiano perfetto.. sentendoci parlare con un'altra signora in friulano, ci ha chiesto che lingua fosse.. lui proveniendo da trieste, dice che conosce bene il triestino e che ora dovrà imparare anche il friulano.. :)) Quindi credo che ove il dialetto si parli, ci sia comunque una certa continuità. E' il messaggio che fanno passare i leghisti che è proprio sbagliato, tendono a dividere piuttosto che a unire, a creare identità differenziate basate sulla lingua, mentre sarebbe doveroso ricordare che siamo tutti italiani... ma loro, evidentemente, non ci tengono molto..
 
goldkampa
goldkampa il 17/08/09 alle 16:49 via WEB
Brèva Marion!Dìghel puur à lìloor che g'daghen un tài ed rompr'il bali...Stà mò vèder che adessa m'tòca ed tòrner ignorant c'mè l'manegh dal bàdil!!Saromm mia ginta c'lè nasuda in t'nà fisca e clà và a morir in t'nà sùcca eh!? Pìutòst imper al lateen... Stà bèn belà..:-)
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 17/08/09 alle 22:24 via WEB
Gold! Dunque (complimenti anche per gli accenti!), da noi "tài" vuol dire bicchiere di vino, "bàdil", badile ma si pronuncia "badìl", nasuda è uguale! (nata? vero).. fisca? ginta=gente?.. voi raddoppiate molto le vocali... no stà a scomensà parceche senò chi fasìn gnot..:))) stàmi ben frùtat, buine gnot :)))
 
mon1974
mon1974 il 18/08/09 alle 11:36 via WEB
Qui il dialetto si sente e anche tanto...sapessi, machina, caro, tera, si perdono tutte le doppie:-) Gran caldo, ragazza, non so se sopravviverò...bacio!
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 18/08/09 alle 22:03 via WEB
Ma il romanesco si capisce benissimo! almeno, credo... Oggi qui afa terribile, il peggio sarà domani, dicono i padroni del tempo: i metereologi! :)) Baci!
 
lilith_0404
lilith_0404 il 18/08/09 alle 11:56 via WEB
Il dialetto per come lo sento io é rigorosamente riservato alla comunicazione 'familiare', ma non mi viene proprio di usarlo con nessuno che non appartenga alla ristretta cerchia della famiglia... oltretutto trovo molto difficile esprimere concetti anche solo poco più che elementari usando il dialetto, mi mancano proprio le parole e le costruzioni sintattiche... Francamente quella della lega mi sembra una idea balorda...
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 18/08/09 alle 22:09 via WEB
Credo siano consuetudini; noi lo usiamo sempre (tra friulani) per questo è definita "lingua" e non dialetto; i bambini che hanno entrambi i genitori friulani qualche volta hanno qualche difficoltà iniziale a scuola, ma in generale viene subito superata. E' come imparare l'inglese in fondo :) La regione aveva varato una legge per l'introduzione del friulano a scuola, ma mi sono sempre messa nei panni di un bambino palermitano o di un barese o di un polacco... Secondo me è uno spreco di risorse...
 
elliy.writer
elliy.writer il 18/08/09 alle 23:59 via WEB
Ecco, oltretutto uno spreco di risorse... E' un grande tesoro, il dialetto, come tutte le tradizioni regionali e locali, ma da qui a volerne imporre lo studio... e con tutti i problemi - grandi problemi - che ha la scuola poi! Ciao :)
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 19/08/09 alle 16:42 via WEB
Ma certo che i dialetti fanno parte delle identità delle persone, ma da qui a imporlo a tutti, in epoca di libera circolazione poi... e la scuola superiore (e non solo) sta andando a rotoli, a questo dovrebbero pensare... ciao ragazza :)
 
Eric_Van_Cram
Eric_Van_Cram il 19/08/09 alle 10:04 via WEB
ma no! insegnamo il dialetto a scuola, qualsiasi dialetto. è un ottimo modo per indurre i pargoli a parlare in italiano...
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 19/08/09 alle 16:43 via WEB
sarebbe un'ideona se funzionasse!
 
dott_Guerrieri
dott_Guerrieri il 19/08/09 alle 10:51 via WEB
Scherzuma nen, bela fumna!!! T'ses fola? Boia faus, 'l piemonteis l'è 'na lingua ricca 'd storia e cultura; mica come la lingua 'd terrun.
 
 
Primosire
Primosire il 19/08/09 alle 14:45 via WEB
Ma basta la'! Si e l'uma anche n'piemunteis. Ma stem ben a sentir tuti, mi a son frares, o duest imparar al piemontes parchè sino i'am ciamava teron. But I tink we must learn the must important european languages to comunicate with everybody. Men gott, diese ist eine ware babilonische turm! Se ci sono errori, me ne scuso, però comunico con molti anche facendo errori. Resta comunque il fatto che sapere parecchi linguaggi di ogni specie è certamente utile alla comprensione, non solo dei concetti espressi a mezzo della parola, ma anche di quanto non viene espressamente espresso. I linguaggi sono strumenti di comunicazione e cultura. Ma i leghisti, quelli che, insieme ai complici del nano pieno di viagra, hanno programmato il decadimento culturale al quale stiamo assistendo, quelli che hanno fatto le leggi per le quali si ributtano in mare o nelle prigioni libiche dei poveri disgraziati che hanno il solo torto di essersi fatti depredare da noi per secoli, sono peggio che bestie. Quelli che li votano sono invece solo poveri disgraziati ignoranti con una forte componente di egoismo.
 
   
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 19/08/09 alle 16:49 via WEB
Completamente d'accordo sulla bellezza (oltre che sull'utilità) di conoscere tante lingue e anche sul resto.. i leghisti sono dei barbari.. forse noi gli diamo troppa importanza e troppo risalto rispetto alle cazzate che fanno, ma purtroppo, hanno il potere di farle.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 19/08/09 alle 16:51 via WEB
Sire ti regalo un pezzo di Magris, appena precedente alle affermazioni del bossi, indirizzato alla gelmini: "Dante e Verga? Basta. Mi son de Trieste Ministro, cambiamo i programmi: «El moroso de la Nona» al posto della Divina Commedia Signor ministro, mi permetto di scriverLe per suggerirLe l'opportunità di ispirare pure la politica del Ministero da Lei diretto, ovvero l'Istruzione — a ogni livello, dalla scuola elementare all'università — e la cultura del nostro Paese, ai criteri che ispirano la proposta della Lega di rivedere l'art. 12 della Costituzione, ridimensionando il Tricolore quale simbolo dell'unità del Paese, affiancandogli bandiere e inni regionali. Programma peraltro moderato, visto che già l'unità regionale assomiglia troppo a quella dell'Italia che si vuole disgregare. Ci sono le province, i comuni, le città, con i loro gonfaloni e le loro incontaminate identità; ci sono anche i rioni, con le loro osterie e le loro canzonacce, scurrili ma espressione di un’identità ancor più compatta e pura. Penso ad esempio che a Trieste l'Inno di Mameli dovrebbe venir sostituito, anche e soprattutto in occasione di visite ufficiali (ad esempio del presidente del Consiglio o del ministro per la Semplificazione) dall’Inno «No go le ciave del portòn», triestino doc. Ma bandiere e inni sono soltanto simbo­li, sia pur importanti, validi solo se esprimo­no un'autentica realtà culturale del Paese. È dunque opportuno che il Ministero da Lei diretto si adoperi per promuovere un'istru­zione e una cultura capaci di creare una ve­ra, compatta, pura, identità locale. La letteratura dovrebbe ad esempio esse­re insegnata soltanto su base regionale: nel Veneto, Dante, Leopardi, Manzoni, Svevo, Verga devono essere assolutamente sostitui­ti dalla conoscenza approfondita del Moro­so de la nona di Giacinto Gallina e questo vale per ogni regione, provincia, comune, frazione e rione. Anche la scienza deve esse­re insegnata secondo questo criterio; l'ope­ra di Galileo, doverosamente obbligatoria nei programmi in vigore in Toscana, deve essere esclusa da quelli vigenti in Lombar­dia e in Sicilia. Tutt'al più la sua fisica po­trebbe costituire materia di studio anche in altre regioni, ma debitamente tradotta; ad esempio, a Udine, nel friulano dei miei avi. Le ronde, costituite notoriamente da pro­fondi studiosi di storia locale, potrebbero essere adibite al controllo e alla requisizio­ne dei libri indebitamente presenti in una provincia, ad esempio eventuali esemplari del Cantico delle creature di San Francesco illecitamente infiltrati in una biblioteca sco­lastica di Alessandria o di Caserta. Per quel che riguarda la Storia dell’Arte, che Michelangelo e Leonardo se lo tengano i maledetti toscani, noi di Trieste cosa c’en­triamo con il Giudizio Universale? E per la musica, massimo rispetto per Verdi, Mozart o Wagner, che come gli immigrati vanno be­ne a casa loro, ma noi ci riconosciamo di più nella Mula de Parenzo, che «ga messo su botega / de tuto la vendeva / fora che bacalà». Come ho già detto, non solo l’Italia, ma già la regione, la provincia e il comune rap­presentano una unità coatta e prevaricatri­ce, un brutto retaggio dei giacobini e di quei mazziniani, garibaldini e liberali che hanno fatto l'Italia. Bisogna rivalutare il rio­ne, cellula dell'identità. Io, per esempio, so­no cresciuto nel rione triestino di Via del Ronco e nel quartiere che lo comprende; perché dovrei leggere Saba, che andava inve­ce sempre in Viale XX Settembre o in Via San Nicolò e oltretutto scriveva in italiano? Neanche Giotti e Marin vanno bene, perché è vero che scrivono in dialetto, ma pretendo­no di parlare a tutti; cantano l’amore, la fra­ternità, la luce della sera, l’ombra della mor­te e non «quel buso in mia contrada»; si ri­volgono a tutti — non solo agli italiani, che sarebbe già troppo, ma a tutti. Insomma, so­no rinnegati. Ma non occorre che indichi a Lei, Signor Ministro, esempi concreti di come meglio distruggere quello che resta dell’unità d’Ita­lia. Finora abbiamo creduto che il senso pro­fondo di quell’unità non fosse in alcuna con­traddizione con l'amore altrettanto profon­do che ognuno di noi porta alla propria cit­tà, al proprio dialetto, parlato ogni giorno ma spontaneamente e senza alcuna posa ideologica che lo falsifica. Proprio chi è pro­fondamente legato alla propria terra natale, alla propria casa, a quel paesaggio in cui da bambino ha scoperto il mondo, si sente pro­fondamente offeso da queste falsificazioni ideologiche che mutilano non solo e non tanto l’Italia, quanto soprattutto i suoi innu­merevoli, diversi e incantevoli volti che con­corrono a formare la sua realtà. Ci riconosce­vamo in quella frase di Dante in cui egli dice che, a furia di bere l'acqua dell’Arno, aveva imparato ad amare fortemente Firenze, ag­giungendo però che la nostra patria è il mondo come per i pesci il mare. Sbagliava? Oggi certo sembrano più attuali altri suoi versi: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello!». Con osservanza Claudio Magris
 
     
Primosire
Primosire il 20/08/09 alle 14:16 via WEB
Logica incontrovertibile e sagace ironia. Se non sbaglio, anche tu, tempo fa sbeffeggiavi i fautori delle seccessioni ipotizzando frammentazioni successive fino alla seccessione per borgate e oltre. Ma è nella pancia degli ignoranti che sta l'egoismo e la paura. Bossi & Co, non sono che quelli che si sono costruiti una ricca poltrona sfruttando i paggiori istinti della parte peggiore della popolazione del nord italia.
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 19/08/09 alle 16:46 via WEB
Alè piemontès :) Secondo me sarebbe bello sapere l'origine delle parole di tutti i dialetti! son curiosa! Quasi quasi il bossi mi convince... :))
 
   
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 19/08/09 alle 16:46 via WEB
questa era per doc, anche se sire è piemontese anche lui :)
 
     
Primosire
Primosire il 20/08/09 alle 14:01 via WEB
Piemontese sarai tu e piemontesini i tuoi bambini. Io sono ferrarese, deportato piangente in tenera età, dalle mie paludi alle fredde zolle del Piemonte che mi ha accolto suppergiù come adesso accoglie gli extra comunitari. Dopo che ho imparato il piemontese, perfetto accento compreso, sono stato più accettato, ma sono anche e resto, orgogliosamente, cittadino del mondo.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 20/08/09 alle 21:50 via WEB
Piemontese io?? Oh non scherziamo eh.. jo soj furlàna e i ragazzi friul-napoletani! Devono essere molto accoglienti, questi piemontesi... Chiedo perdono che non ricordavo di Ferrara... ricordavo però un tuo post in cui parlavi con nostalgia, di Torino. Era bello.
 
orkelio
orkelio il 19/08/09 alle 16:57 via WEB
E' solo per far parlare i telegiornale e scrivere i giornali di cose che non siano la serità e la gravità della situazione. Però mi va benissimo, specialmente sulla loro busta paga, anzichè "STIPENDO MESE DI.....", gli scriverei in dialetto: "DA PAGARE" per tutte le cazzate dette fin ora e "ACCONTO" per quelle future. Il resto che percepiscono: in "TASSE" per i danni creati all'immagine di questo paese. Puoi star certa che allora Roma diventa MENO LADRONA.
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 20/08/09 alle 21:54 via WEB
In effetti parlano di tutto fuorchè delle cose importanti per la gente.. Ormai va così con questi. Noi ci incazziamo e gli diamo ancora più risalto. Dovremmo fare come in Afganistan, che non hanno fatto diffondere le notizie degli attentati affinchè la gente non si spaventasse troppo per andare a votare.... in fondo, loro sono i nostri talebani.. ciao ork.
 
   
orkelio
orkelio il 21/08/09 alle 16:36 via WEB
A mio avviso sono pure anticostituzionali e per ciò cercano di cambiare la costituzione a loro favore. In un paese normale non sarebbero neppure al governo, ma dove la normalità non esiste più, possiamo solo essere rappresentati da dei folli anormali, fuori da ogni senso logico e razionale. Buona giornata Marion
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/08/09 alle 21:31 via WEB
Anti-costituzionali è il termine giusto e han avuto modo di dimostrarlo più volte. Credo che al costituzione non sia più tanto di moda... vedi che non vogliono nemmeno celebrare il 150° dell'unità d'italia? Ciao carissimo, notte
 
     
orkelio
orkelio il 22/08/09 alle 23:30 via WEB
Infatti loro non devono festeggiare un bel niente. Pane e acqua.
 
orkelio
orkelio il 23/08/09 alle 14:09 via WEB
nel senso ke non son degni
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/08/09 alle 19:00 via WEB
Caro ork, succedono cose non degne di un paese civile, e si copre tutto...
 
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SIBILLA ALERAMO

"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."

 

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