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L'etica pubblica

Post n°933 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da MARIONeDAMIEL
 

Come già detto la mia mentore ha fatto di tutto per convincermi a iscrivermi a giurisprudenza. Così, per farla contenta ma anche per curiosità, i primi di ottobre siamo andate assieme (mi ha obbligato praticamente), ad assistere a una lezione dei precorsi, nella fattispecie diritto costituzionale.

Così mi sono messa la camicetta bianca quella caruccia e i soliti jeans. Però la mia mentore mi ha rimproverato aspramente per il giubbino... troppo sportivo, dice.... Comunque è stata una bella esperienza, stare tra quei banchi tante volte visti in tv, e pieni di giovani aspiranti avvocati e simili; le uniche due over quota eravamo noi. La docente non era particolarmente brillante ma l'argomento chiaramente mi piaceva molto, anche se praticamente, sapevo quasi tutto. Troppi "mente" Marion....

La cosa non mi ha fatto cambiare idea (io difficilmente cambio idea, si sarà capito....) , e allora la mia mentore rassegnata , mi ha mandato due o tre tomi da leggere, l'abc insomma. Certo non è come prendere 30 all'esame di diritto costituzionale (pure 28 credo che l'avrei accettato....) , ma è appassionante lo stesso , per me.

Lasciando stare tutte le considerazioni come le vogliamo chiamare, morali? sul nostro p.d.c. che si potrebbero riassumere con un "MI FA SCHIFO", il fatto di intervenire e far affidare o consegnare la ragazza (extracomunitaria, accusata di furto, MINORENNE) a una ics persona, che poi la lascia andare subito dopo, mentendo per giunta col fatto della nipote del presidente egiziano, e comunque il fatto stesso di telefonare..... non è etico , per me. Quella telefonata proprio non doveva farla.

Tratto da Etica pubblica e disciplina delle funzioni amministrative - Prof.Vincenzo Cerulli Irelli

La Costituzione enuncia puntuali principi in ordine all’esercizio delle pubbliche funzioni, segnatamente sul versante dell’amministrazione. L’art. 54, mentre, al 1° comma imputa a tutti i cittadini il dovere, peraltro elementare in ogni consociazione, di essere fedeli alla Repubblica e osservarne la Costituzione e le leggi, al 2° comma, con riferimento ai “cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche”, stabilisce il più pregnante dovere “di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.debba assicurare il buon andamento, e segnatamente l’imparzialità dell’amministrazione. E l’art. 98 afferma che i pubblici impiegati “sono al servizio esclusivo della Nazione”.

....omissis...

E nell’ambito degli apparati di governo, gli organi politici, caratterizzati dal loro essere direttamente esponenziali della collettività e chiamati a rispondere ad essa del loro operato, sono posti al vertice del sistema. Ma ciascuna organizzazione di governo è composta da una serie (più o meno cospicua a seconda delle dimensioni dell’ente e della vastità dei suoi compiti) di uffici ed organi cui sono preposti funzionari prescelti per le loro capacità tecnico-professionali e legati all’ente da un rapporto di lavoro stabile (personale burocratico-professionale, uffici burocraticoprofessionale). Quel personale, cui sopra s’accennava, che opera al “servizio della Nazione”, pur essendo composto di semplici lavoratori dipendenti dislocati ai diversi livelli ... omissis...

Si pone perciò su questo punto, una difficile questione che concerne i rapporti tra le due sfere, quella della politica e quella dell’amministrazione, le quali sono strutturalmente differenziate quanto al loro stesso essere, ma allo stesso tempo sono unite da un indissolubile legame. La politica è di parte, è parziale, è attività che si concretizza in organizzazioni quali i partiti che esprimono desideri, orientamenti, ideologie, di una parte della collettività (dell’elettorato), contrapposte a quelle che esprimono altre parti spesso contrapposte in maniera vivace, a volte esasperata. E perciò i programmi di azione, quelli che poi si concretizzano nell’azione di governo sono programmi condivisi da una parte della collettività e combattuti da altra parte......

Mentre l’amministrazione per sua natura, come si è detto, è imparziale, è chiamata a servire oggettivamente gli interessi della collettività senza preferenza per alcuno inteso come singolo o come parte sociale. 

La politica non può in quanto tale investire l’amministrazione. .omissis...

.... perché il predetto principio possa funzionare in questa prospettiva, occorrono alcuni ulteriori requisiti che il vigente ordinamento non assicura, anzi, in qualche modo contraddice; e occorre altresì che la classe politica acquisisca essa stessa, nei concreti comportamenti, perciò al di là di quanto dispongono le norme, la convinzione che per il corretto funzionamento del sistema, essa a sua volta deve attenersi a principi di azione (che a loro volta sono principi dell’etica pubblica) nei confronti degli uffici professionali e dei loro agenti, tali da garantirne, nell’ambito della loro responsabilità, l’imparzialità dell’azione....omissis...

Ciò comporta che al di là dell’adozione degli atti di indirizzo, non possa verificarsi alcuna azione di influenza politica sulle singole manifestazioni della gestione amministrativa, attraverso indicazioni puntuali, a maggior ragione se a carattere informale.

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Commenti al Post:
rypdal
rypdal il 01/11/10 alle 08:36 via WEB
Vediamo se con questo 1 commento mi lasciano passare alla cassa rapida solo 10 pezzi. Questo prof. Vincenzo Cerulli Irelli dice che il vigente ordinamento non assicura i requisiti e anzi li contraddice. In una contraddizione ognuno è libero di far prevalere l'una o l'altra voce, e dunque quanto segue del suo discorso si può considerare opinione sua, come sicuramente qualcuno potrebbe confermare. Il bello è che questa "imparzialità" dell'amministrazione, fino a non molti decenni or sono e in alcuni ambiti fino a ieri e forse ancora oggi, si manifesta contra il cittadino con un sistema estremamente burocratizzato, finanche bizantino. Al limite, cioè, che di fronte alla possibilità di espletare una funzione rapidamente con buon senso, il preposto pareva domandarsi a quali cavilli potesse appellarsi per allungare i tempi e aumentare il numero di ostacoli. Una macchina burocratica, piuttosto, in ascolto di segnali dal potere politico, che indirizzasse il suo operato in maniera particolaristica, segnali cui dare la precedenza assoluta. È sempre stato così, solo che fino all'avvento del berlusconismo nessuno ha avuto molto da ridire. Anche perché le parti in causa, quelle realmente in causa, che si alternavano ai governi, non si pestavano mai troppo i piedi vicendevolmente. Per cui nessuno imponeva all'amministrazione atti eccessivamente "personalizzati" che andassero troppo contro l'interesse della controparte, potenzialmente futura se non imminente detentrice del potere, di modo che la stessa avrebbe mantenuto poi lo stesso fair play. Questo in misura diversa a seconda degli ambiti, nazionale o locale. Tutto è cambiato con Berlusconi, la sua spregiudicatezza e il denaro di cui dispone. Lui e la sua squadra hanno forse studiato i punti deboli dell'ordinamento, i quali peraltro erano molto deboli, e servivano a garantire il fair play di cui sopra. Per esempio, anche prima del porcellum esistevano i pianisti e i capi partito che dettavano le linee d'azione a una schiera di parlamentari scalda banco, fatti votare apposta per approvare la linea e non disturbare. Oggi è "opinione" di un buon numero di parlamentari che non ci si può più sentire liberi di telefonare. Prima di Berlusconi la RAI era 1 DC, 2 PSI, 3 PCI, la qual cosa era considerata un dato di fatto che sembrava non disturbare nessuno. Cioè tutto è sempre stato lottizzato, l'amministratore era tendenzialmente omissivo se non proprio giocatore delle tre carte verso il cittadino, mentre era aperto e disponibile verso il potere politico e l'esaudimento dei suoi interessi particolari e parziali. Era il potere politico, insomma, che si tratteneva dall'esagerare, perché questo portava vantaggio a tutti gli attori. Berlusconi ha rotto gli argini rendendo più evidente questo sistema, anche se evidente sembra esserlo ancora a pochi, visto che troppi ancora sono dalla sua parte, e altri troppi ritengono che sia il solo portatore di questa "malattia". Peraltro, a garantire una separazione netta tra amministrazione e politica credo non ci abbia provato o non ci sia riuscito nessuno al mondo. La politica è un solo termine che identifica almeno due cose. È una rappresentazione teatrale sul cui palcoscenico vengono convogliate le istanze del popolo pseudo (o parzialmente, se preferisci) sovrano, mentre altrove, in un altrove cui il popolo non ha accesso, si realizza la politica reale, quella del fare. Nel mentre si "lottava" nella rappresentazione teatrale, già nei tempi poco successivi al termine della guerra, in Italia si compivano scempi ambientali che non sarebbero stati considerati ammissibili da parte di quasi nessun elettore. Il problema è a monte, forse viene ancor prima dell'etica. Non si può esigere integrità da qualcuno che non ce l'ha. Il parlamento ha bocciato in settembre un ordine del giorno sull'eliminazione dei cospicui vitalizi spettanti agli stessi parlamentari in virtù di una sola legislatura portata a termine: 22 contrari ai vitalizi, 2 o 3 astenuti, tutti gli altri favorevoli. Non so come si possa giustificare una tale posizione ai tanti cittadini che oggi si trovano nella cacca o quasi, perciò è bastato non farne menzione sui giornali, che hanno tutti un editore legato a doppio filo con i beneficiari dei vitalizi. Questo per dire che è il legislatore che definisce la struttura del sistema amministrativo, che se sul sistema amministrativo è possibile l'interferenza della politica è perché le sue falle sono state lasciate aperte a bella posta dal suo progettista. Una cosa che sembrò non disturbare la gran massa dei cittadini fino alla "discesa in campo" di Berlusconi, che avrebbe voluto essere più morbida di quanto non sia stata. Ma si dovette fare in fretta e furia a causa di tangentopoli, e poi un siffatto grande statista non guarda alla sua "creatura" ma a se stesso, così che vuole bruciare le tappe e facilmente invece finisce per bruciarsi i peli. Ma il sistema è nato così. La nascita della repubblica fu guidata da alcuni idealisti ingenui e da altri volponi collegati col potere appena destituito e con altri collegati ai servizi segreti di altri stati (quando non erano le stesse persone). I pochi esperti non ingenui erano pochini per far prevalere le loro eventuali posizioni, senza contare che se erano pochi non potevano vigilare su tutto (se devi firmare un contratto, anche se lo leggi attentamente, se non hai qualcuno che ti aiuta nello spulcio qualcosa può sfuggirti). Concludendo: qual è la cura?
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 01/11/10 alle 10:40 via WEB
Cassa rapida chiusa :))) Voi a cioli al pan e in simiteri, a dopo ;-)
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 01/11/10 alle 17:56 via WEB
Sarò più lunga di te lo so :)
Innanzitutto il tomo in questione è un saggio breve del prof di cui sopra , titolare dal 95 della cattedra di diritto amministrativo c/o La Sapienza di roma, dal 1996 al 2001 membro del parlamento (l'ulivo), e presidente della commissione bicamerale per la riforma amministrativa. Quello che dice lui in sistesi atroce, è appunto che il sistema così com'è, non funziona. Ne individua la causa in vari fattori; la famosa ingerenza della politica nell'amministrazione si fa largo in vari modi, uno ad esempio è che le cariche dirigenziali sono "a tempo", ovvero cambia il politico di turno, cambia anche il dirigente; è ovvio che il dirigente sia fortemente condizionato, diciamo così, nella sua azione al politico che l'ha nominato (questo accade in vari ambiti, anche nella rai ad esempio). Basterebbe prolungare il mandato del dirigente per molto tempo, e subordinarlo solamente al raggiungimento dei risultati, e non al cambiamento del partito politico che ha la maggioranza. Poi il sistema dei controlli, è inefficace. Ad esempio i revisori dei conti nelle amministrazioni locali, sono nominate dalle amministrazioni stesse, è ovvio che non può funzionare; gli stessi controlli di legittimità preventivi degli atti (che sono stati tolti dal 1990 perchè inutili in pratica) dovrebbe invece essere rimessi per taluni atti importanti, in sostanza il sistema di controllo (corte dei conti a tutti i livelli dell'amministrazione) dovrebbe essere un sistema obiettivo (non influenzabile da interessi di parte) tecnicamente attrezzato (ovvero non solo sapere di giusprudenza ma anche di scienze economiche ecc.) ed esterno rispetto a coloro a cui si effettua il controllo. Alla base di tutto comunque, ci dev'essere l'etica pubblica, proprio perchè tutto quello che hai scritto probabilmente è vero. Perdonami ma ti copio incollo un altro pezzettino, per me molto significativo:
"Anzitutto, la distinzione tra le due sfere di azione dev’essere rispettata, a partire da quella propria della politica. L’esigenza di un corretto esercizio della funzione di programmazione e di indirizzo affidata agli organi politici e rivolta agli uffici professionali, si deve tradurre nell’individuazione precisa degli obiettivi di azione, dei tempi di realizzazione di questi obiettivi, dei mezzi disponibili, nonché, ove necessario, dei criteri di massima da seguire nell’ambito dei procedimenti di amministrazione puntuale. Il tutto deve essere esplicitato in atti resi pubblici, anche all’utenza, e mantenuti fermi per un tempo ragionevolmente lungo, tale da assicurare un’adeguata azione amministrativa da parte degli uffici. Gli atti di programmazione e di indirizzo non dovrebbero essere modificati se non a fronte di particolari e motivate esigenze. La direzione politica dell’amministrazione deve avvenire esclusivamente attraverso tali atti. E d’altra parte, solo con riferimento ad atti di questo tipo può poi valutarsi l’attività degli uffici amministrativi in sede di controllo. Ciò comporta che al di là dell’adozione degli atti di indirizzo, non possa verificarsi alcuna azione di influenza politica sulle singole manifestazioni della gestione amministrativa, attraverso indicazioni puntuali, a maggior ragione se a carattere informale. Nella realtà, queste regole, che non sono altro che la diretta applicazione del principio della separazione o distinzione sopra indicato, vengono costantemente ignorate e normalmente violate. Gli organi politici stentano ad adottare atti di indirizzo dotati dei caratteri sopra indicati. Il perché (a parte incapacità e indolenze di vario tipo) è molto chiaro: la formalizzazione dell’indirizzo in atti pubblici, completi di tutti gli elementi sopra indicati, costanti nel tempo, lega l’azione degli organi politici, ne limita la manovra sul complesso dell’amministrazione; e la conseguenza è che in luogo di codesti atti, che quando ci sono, sono estremamente generici perciò poco vincolanti, la direzione politica dell’amministrazione diventa influenza puntuale su singoli atti, su singole decisioni; influenza spesso del tutto informale, orale, telefonica, o in altre poco commendevoli forme. Ciò è, appunto, conseguenza, sul piano formale, di una violazione dell’obbligo di adottare specifici atti di indirizzo, e sul piano sostanziale, della violazione da parte della classe politica delle regole dell’etica pubblica che ad essa impongono di non influenzare in concreto l’opera dell’amministrazione; cioè a fronte di situazioni concrete, dove il favorire o il sacrificare l’uno o l’altro degli interessi in gioco, collegati all’una o all’altra parte politica, infrange con violenza il principio di imparzialità."
 
   
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 01/11/10 alle 17:57 via WEB
Se questo si possa fare io non lo so, ma so che esistono persone che ci credono, magari lo mettessero anche nero su bianco in un programma elettorale non sarebbe male.... :))
 
mpt2003
mpt2003 il 01/11/10 alle 09:17 via WEB
hai preso a studiare....a quanto leggo...:)mp
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 01/11/10 alle 10:41 via WEB
solo per diletto, a me il diritto piace (quello amministrativo, in genere) :)
 
HansSchnier
HansSchnier il 01/11/10 alle 09:51 via WEB
Art. 323 c.p., nel testo in vigore dal 1990 al 1997: Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio, che, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto vantaggio non patrimoniale o per arrecare ad altri un danno ingiusto, abusa del suo ufficio, è punito, se il fatto non costituisce più grave reato, con la reclusione fino a due anni. Se il fatto è commesso per procurare a sé o ad altri un ingiusto vantaggio aptrimoniale, la pena è della reclusione da due a cinque anni. Art. 323 c.p., nel testo attualmente in vigore, introdotto nel 1997 da una maggioranza di c.d. SINISTRA: Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio PATRIMONIALE ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno carattere di rilevante gravità. Silvio è un pubblico ufficiale e la violazione di legge ci sta, o quantomeno ci sta l'omessa astensione in presenza di un interesse personale (e addurre pretesti di politica estera significa strumentalizzare le funzioni), ma l'ingiusto vantaggio procurato a Ruby NON è PATRIMONIALE. Una vergognosa legge ad personam? :-) Mi pare che Cappuccetto Rosso sia alquanto amica del lupo cattivo, in Italia. Forse ci dobbiamo vergognare un po' tutti o almeno ci dobbiamo svegliare. Stammi bene, Marion, in bocca al lupo con i codici e la giurisprudenza...
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 01/11/10 alle 10:43 via WEB
Troppo interessante per leggerlo di corsa, ti ringrazio anticipatamente (non so nulla di penale), me lo gusto dopo :)
 
   
HansSchnier
HansSchnier il 01/11/10 alle 11:38 via WEB
Carissima, c'è poco da gustare... La considerazione che se ne può trarre è piuttosto amara. Per scrupolo: all'ottavo rigo si intende "patrimoniale", naturalmente.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 01/11/10 alle 17:30 via WEB
Ho letto; come saprai benissimo caro hans, nell'esegesi di una disposizione (perchè una norma diventa legge in senso lato con l'andar del tempo, a seguito dell'interpretazione giurisprudenziale che ne da appunto la giurisprudenza, all'inizio una legge è una disposizione) bisogna tener conto di molti fattori, oltre al senso letterale (che peraltro è il primo è più stringente). A me piace oltre a fare le tavole sinottiche di confronto tra norma abrogata e norma nuova, andare a vedere come e perchè si è arrivati a quel punto, ovvero lavori preparatori, leggi richiamate, dossier presentati (ad esempio sui disegni di legge c'è sempre il dossier relativo al senato di solito); solo così capisco un pochino meglio dove il legislatore voleva arrivare. Non so se in campo penale sia la stessa cosa, ma in rete ho trovato questo (certamente ci saranno altri rilievi uguali ma di segno opposto), che ti copio incollo (scusa il tedio inevitabile:) :
Con l’entrata in vigore della legge 16 luglio 1997, n. 234 (G.U. n. 172 del 25 luglio 1997) viene riscritto l’articolo 323 del codice penale, relativo all’abuso d’ufficio, di estremo interesse per chiunque operi nella pubblica amministrazione. La norma, già riformulata nel 1990 con la legge n. 86, è stata per anni una sorta di incubo per funzionari e amministratori pubblici; era infatti considerata una "norma penale in bianco" in quanto la fattispecie criminosa ivi prevista era assolutamente indefinita, suscettibile di un uso ampiamente discrezionale tale da causare un’indebita sovrapposizione del sindacato penale sulle scelte amministrative. Qualsiasi comportamento illegittimo o presunto illegittimo poteva essere qualificato come abuso d’ufficio e causare l’inizio di un procedimento giudiziario, se potenzialmente poteva procurare un ingiusto vantaggio non patrimoniale o arrecare un danno ingiusto; era prevista la sanzione della reclusione fino a due anni, aumentabile fino a cinque anni in presenza dell’aggravante del vantaggio patrimoniale. L’astrattezza e la genericità della norma erano universalmente criticate poiché sottoponevano tutta l’azione amministrativa, che di per sé è idonea ad arrecare vantaggi o danni, alla spada di Damocle dell’intervento della magistratura, anche se poi più del 90 per cento dei procedimenti si concludeva con il proscioglimento. La nuova formulazione, pur contenendo ancora degli elementi di ambiguità, pone dei confini più definiti all’illecito penale, che ora risulta subordinato alle seguenti condizioni: - deve esserci l’intenzione di procurare a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale (non si parla più del vantaggio non patrimoniale) ovvero arrecare ad altri un danno ingiusto, - deve esserci la violazione di una precisa norma di legge o di regolamento, oppure essersi verificata la mancata astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti; - la violazione o l’omissione di cui al punto precedente devono essere la causa dell’ingiusto vantaggio o del danno ingiusto. E’ introdotto il dolo intenzionale e assume rilevanza l’elemento psicologico del reato: dovrà quindi essere verificata l’intenzionalità del funzionario alla violazione della norma o alla mancata astensione al fine di procurare il vantaggio o arrecare il danno. Dovendo verificarsi la violazione di una norma di legge o di regolamento, non si potrà più configurare l’abuso d’ufficio nel caso di semplice eccesso di potere, la più diffusa figura di illegittimità che si riscontra nell’azione amministrativa e che spesso si confonde con le legittime scelte discrezionali.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 01/11/10 alle 17:33 via WEB
Per quanto riguarda Berl invece, quello che volevo appunto sostenere è questo: a parte i rilievi penali, che qualora ci siano verranno rilevati dai magistrati competenti, a me pare che "etica pubblica" sia un concetto ancora più ampio rispetto a meri profili di illegittimità. E' questo che lui costantemente fa, non so se è così ingenuo da fare queste cose senza aver prima verificato che non si tratti di reati, questo potrebbe anche essere, magari invece verifica prima, e poi fa cose penalmente non rilevanti ma certamente non etiche, sempre inteso come concetto di etica pubblica ovvio. E' di questo che si dovrebbe tenere conto in un giudizio politico del personaggio, ovvero, quando si vota.
 
     
HansSchnier
HansSchnier il 01/11/10 alle 20:40 via WEB
Spero anch'io, come te e come il compianto premio Nobel José Saramago, che gli Italiani presto rinsaviscano e finalmente imparino a dare un significato concreto e operativo alla elegante locuzione "responsabilità politica". Insisto: la riforma del 1997, relativa ai delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, potrà anche aver tranquillizzato i poveri pubblici ufficiali, spauriti per le pretese vessatorie del P.M., ma forse questo benefico effetto psicologico poteva essere conseguito senza arrivare all'extrema ratio di pretendere, quale requisito di rilevanza penale, la natura patrimoniale dell'ingiusto vantaggio. Il caso Ruby almeno questo ha di buono: fa capire con la concretezza dell'esempio che nel 1997 l'art. 323 c.p. è stato ridotto, da spada di Damocle, a tagliaunghie dalla lama un po' smussata.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/11/10 alle 12:52 via WEB
Rispetto la tua opinione; sinceramente non me ne sono fatta una esatta io, dovrei andare più a fondo per convincermi, appunto, se era meglio prima o adesso. Sorvolo sul tono canzonatorio per i poveri pubblici ufficiali; allo stato, poveri lo siamo certamente, anche se tentiamo di fare il nostro dovere lo stesso :) Ciao Hans.
 
     
HansSchnier
HansSchnier il 02/11/10 alle 17:03 via WEB
Ti capisco, credimi. In fondo è la solita vecchia storia. Un po' come la banca che presta i soldi solo a chi già ce li ha, un po' come il cane che si morde la coda: la legge fa paura solo alle persone oneste (e ce ne sono tante anche tra i pubblici ufficiali, lo riconosco), le quali sono già naturalmente propense ad osservarla. Gli altri, o per incoscienza, o per disprezzo della società, non hanno paura della legge. E questa punisce solo una modesta aliquota dei trasgressori, e quasi mai punisce con tutto il suo "teorico" rigore le persone davvero potenti e/o influenti... Si sente che sono meridionale e che sono cresciuto in regime di Democrazia Cristiana? :) Un caro saluto.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/11/10 alle 21:59 via WEB
Non so se sia esatto dire che la legge "fa paura" alle persone oneste... Nella mia terra ad esempio, se non gli arriva la cartella delle tasse (comunali) nel periodo stabilito (una volta era addirittura nel giorno stabilito) , la gente va a vedere in comune che cavolo succede... non vogliono "prendere la multa"; questo si può intendere come paura? Mah :)
Che i potenti la scampino sempre è una cosa umiliante (a dir poco naturalmente) per le persone comuni, arriveremo mai ad avere un sistema che funzioni o è pura utopia? Si sente che sono cresciuta in mezzo ai rossi? Notte :)
 
Eric_Van_Cram
Eric_Van_Cram il 01/11/10 alle 11:50 via WEB
non so perchè, ma tutto questo mi ricorda di quando al capone venne arrestato per evasione fiscale...
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 01/11/10 alle 17:21 via WEB
evvero! sarebbe un bel colpo davvero...
 
goldkampa
goldkampa il 01/11/10 alle 12:41 via WEB
Fai bene a metterti avanti con le cose,presto una laurea in giurisprudenza, sarà assolutamente necessaria per vivere in questo simpatico paese.Quasi quanto una tessera politica o sindacale!!Anzi sai che ti dico?Arriverà il giorno che gli Italiani saranno in galera o a piede libero,ma totalmente sotto procedimento penale...;-)
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 01/11/10 alle 17:19 via WEB
Oh oh, in esclusiva mondiale una foto di kampa! :)))) Mica eri alla mitica cena???
Ma non sai che in famiglia un avvocato o un medico stanno sempre bene??? Vabbè quando sarai nei guai non so se ti aiuterò! *_*
 
   
magdalene57
magdalene57 il 02/11/10 alle 07:50 via WEB
mi par di capire che le foto della cena han viaggiato molto.... e la PRIVACY???!!! Gold....
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/11/10 alle 12:57 via WEB
Veramente io mi riferivo a quella del profilo... anzi, qualcuna me la potreste pure mandare, tanto conosco tutti o quasi!!! :)))
 
     
goldkampa
goldkampa il 05/11/10 alle 18:56 via WEB
Posso giurare sotto tortura che non ho sparso ai 4 venti le foto in questione...Sono una personcina a modo io.Delinquente ma educato!
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 05/11/10 alle 21:34 via WEB
Allora è proprio della cena! Margy Carla e suo marito li conosco, puoi mandarmi una foto vostra se gli altri non ti danno la liberatoria....:))
 
orkelio
orkelio il 01/11/10 alle 22:18 via WEB
micca vorrai diventarmi un'azzeccagarbugli ? Le leggi sono fatte per eluderle ............ ecco perchè la marocchina, (come facesse poi ad essere parente col mubarack egizio ? bbhhooooo), che poi aveva rubato, ma non aveva neppure i documenti, onde per cui la quale per la legge Bossi e Fini si sarebbero incazzati......... meglio telefonare a qualcun altro..........
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/11/10 alle 12:58 via WEB
I leghisti han dovuto annodarsi la lingua stavolta :)))
 
   
orkelio
orkelio il 02/11/10 alle 16:17 via WEB
Penso si siano pentiti di non aver fatto cadere il governo come voleva Bossi, in seguito alla vicenda di Fini. Ora dovranno ingurgitare parecchi rospi (oltre che maroni) pure loro. Pare ci sia un'altra mina vagante ancora peggiore del caso Ruby, fra le altre vicende scandalose. Tengano pur duro che le mazzatesi fanno sentire.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/11/10 alle 21:53 via WEB
Dipende tutto da Fini. Il loro elettorato tiene, questa gente non si sconvolge di niente figurati, sono come lui, pensano come lui, e lo ammirano. Non cambierà niente se Fini non si decide a sparigliare.... però poi? Non è facile...
 
rubinero
rubinero il 02/11/10 alle 16:48 via WEB
Cen'è di rimpiangere Fanfani
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/11/10 alle 21:51 via WEB
Non si potrebbe invece andare oltre? :)
 
   
rubinero
rubinero il 03/11/10 alle 20:53 via WEB
Volendo, volando....
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 03/11/10 alle 21:44 via WEB
..votando..:)
 
magdalene57
magdalene57 il 03/11/10 alle 07:41 via WEB
pare che il problema arrivi da casa mia e vicinanze... ci son già nomi della politica locali che fan smentite sulla giovane perla... mi sa che la faccenda della coca vien fuori... quelli son tutti fatti e strafatti... e io pagoooo!!!
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 03/11/10 alle 21:51 via WEB
Niente di meno che il sindaco eh... dopo Berl e Brunetta però... pensa te...
 
anna0772
anna0772 il 03/11/10 alle 09:41 via WEB
Cara Marion, ricordo che quando mi sono laureata io seguiva le lezioni con noi un signore attempato e tutto bianco di capelli: nessuno l`ha mai preso in giro ma era anzi oggetto di ammirazione, quanto a forza di volonta`. Io se fossi in te mi iscriverei, se ti piace. E perche` no?
 
 
magdalene57
magdalene57 il 03/11/10 alle 20:38 via WEB
era vOLPE...?!?
 
   
occhiodivolpe2
occhiodivolpe2 il 03/11/10 alle 21:24 via WEB
forza di volontà ? ..... pfui ...
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 03/11/10 alle 21:41 via WEB
Margy avrei voluto vederlo alle prese con diritto privato.... :))
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 03/11/10 alle 21:55 via WEB
Cara Anna, mi piacerebbe moltissimo ma temo di dover stare coi piedi per terra e lo faccio serenamente: la famiglia e il lavoro (e anche il secondo lavoro a volte), mi danno già abbastanza da fare, mi rimarrebbe solo la sera/notte per studiare, e chi ce la fa... Aspetterò di essere più vecchietta e magari avrò più tempo :)
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 03/11/10 alle 16:43 via WEB
Fossi in te mi iscriverei e andrei a lezione con il giubbino sportivo :)
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 03/11/10 alle 21:40 via WEB
Io ero perfettamente a mio agio :)
Voglio vivere, non sopravvivere, per ora non se ne parla :)
 
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Un blog di: MARIONeDAMIEL
Data di creazione: 09/08/2005
 

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SIBILLA ALERAMO

"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."

 

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