..Uomini...visti da una donna |
"O tu che sei il migliore degli uomini, tu che sei Ateniese, cittadino della più grande città e più rinomata per sapienza e potenza, non ti vergogni tu a darti pensiero delle ricchezze per ammassarne quante più puoi, e della fama e degli onori; e invece della intelligenza e della verità e della tua anima, perchè ella diventi quanto è possibile ottima, non ti dai affatto né pensiero né cura?"
Platone, Apologia di Socrate
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laretexchiara
GENNAIO, 2013
Il cielo stellato sopra di me,
e la legge morale in me (Kant)
Verba volant, scripta manent
Gli uomini ti cambiano, di solito in peggio
A Mia e a me.
« L'omino dell'acqua | Ma che cavolo fanno in S... » |
ci son colleghi che non lavorano come dovrebbero e ti fanno incazzare , ci son ferie che vieni chiamata giornalmente a casa e alla fine ti chiama anche il capo e ti dice "hai scelto un brutto periodo per andare in ferie" , quando sai naturalmente che è SEMPRE un brutto periodo... c'è (ra, per fortuna al passato ma non del tutto...) Brunetta e le decurtazioni sulla malattia e sul fondo produttività , ma sono nulla cosa in confronto all'ultima settimana di cassa integrazione di chi aspetta per sapere se il lunedì seguente potrà tornare al lavoro ma probabilmente no; che la cassa è finita il padrone non lo vuole nemmeno licenziare perchè costa troppo e "se vuoi puoi licenziarti tu", ma poi si perde l'indennità di disoccupazione , almeno quella; che non posso nemmeno mettermi come artigiano perchè con questo poco lavoro non se ne esce vivi e adesso lunedì che faccio. E siccome conosco le lamentele della moglie , una moglie come mille e centomila , la-sera-cena-e-poi-si-butta-sul-divano-e-non-mi-aiuta-nemmeno-coi-piatti, e l'ho visto fare dei chilometri a casa mia solo di scale su e giù, per rifarmi in maniera perfetta quel pezzo di muro del bagno grande in mezza giornata dopo aver finito nel bagno piccolo e senza perdere un minuto , bè, non mi lamenterò mai più del mio lavoro. E' il minimo che posso fare. |
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SIBILLA ALERAMO
"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."
Ecco quello che non fa -nulla- mi fa una rabbia che tu non sai.
cmq "fratelli del nord" nasconde un certo astio... non sarai mica un leghista del sud???
La Contea di Gorizia divenne parte dei domini degli Asburgo nel 1500 quando il conte Leonardo di Lurngau morì senza eredi. La sovranità degli Asburgo fu interrotta solo brevemente dai Veneziani fra il 1508 e il 1509. Dal 1512, a seguito della riforma imperiale voluta da Massimiliano I, la Contea di Gorizia entrò nel quindi nel Circolo austriaco del Sacro Romano Impero a sua volta divisa in 16 Capitanati: Pletz
Tulmino
Gorizia
Cormons
Gradisca
Vipacco (ceduto alla Carniola nel 1522[2])
Postoina (ceduto alla Carniola nel 1522[2])
Raiffemberg
Schwarzeneck
Duino (ceduto, assieme alla controllata Primano, alla Carniola nel 1522[2])
Aquileja
Porpetto
Marano (ceduto definitivamente nel 1542[3] alla Repubblica di Venezia)
Latisana (in realtà Precenicco, in quanto Latisana[4] fu già ceduta alla Repubblica di Venezia nel 1430)
Belgrado (in realtà Gradiscutta, in quanto il feudo di Belgrado venne assegnato nel 1515, dopo la guerra, dai vincitori della Repubblica di Venezia ai Savorgnan[5])
Pordenone (ceduto definitivamente nel 1514 alla Repubblica di Venezia)
Alla morte di Massimiliano I l’impero venne diviso tra Carlo V e suo fratello Ferdinando I; a quest’ultimo spettò la Contea di Gorizia (fu Arciduca d'Austria, Duca di Stiria, Carinzia e Carniola, Conte del Tirolo). Alla morte di Ferdinando I (1564), andò al suo terzogenito Carlo II ed entrò a far parte della Austria Interiore.
Nel 1647 la città di Gradisca d'Isonzo venne infeudata come contea a sé stante sotto i conti di Eggenberg ma, nel 1754, Gradisca fu riunificata a Gorizia creando la Contea di Gorizia e Gradisca (Grafschaft Görz und Gradisca); essa confinava a nord col Capitanato di Tolmino (Hauptmannschaft Tulmino) in mano ai Coronini, ad est il Distretto di Idria (Idrianer Bezirk / Der Idrianer Böden) e la Carniola, a sud con la Carniola e l’enclave veneziana di Monfalcone e ad ovest, principalmente attraverso lo Judrio, con la Repubblica di Venezia. Essa comprendeva diverse enclaves all'interno della Repubblica di Venezia, ossia le attuali: Goricizza, Gradiscutta, Virco, Flambruzzo con Sivigliano, Campomolle, Driolassa con Rivarotta, il comune di Precenicco, il comune di Carlino, quasi tutto il comune di San Giorgio di Nogaro (ad esclusione di Zuccola in mano veneziana), quasi tutto il comune di Porpetto (ad esclusione della frazione di Corgnolo e della località di Pampaluna, in mano veneziane), il comune di Gonars, buona parte del comune di Torviscosa (ad esclusione di Malisana in mano veneziane), il Castello di Albana, alcuni insediamenti del comune di Dolegna del Collio. Le enclaves nella bassa friulana vennero perse nel 1801 con il Trattato di Lunéville che le affidò al Veneto asburgico. La monarchia asburgica perse Gorizia e Gradisca che fu ceduta ai Francesi durante le Guerre napoleoniche, quando entrò a far parte delle Province Illiriche. Restituita all’Impero Austriaco dopo il Congresso di Vienna, la contea fu inserita nel Regno di Illiria, creato dagli Asburgo nella parte settentrionale delle ex Province Illiriche napoleoniche. Vi restò fino al 1849, quando fu incorporata al Litorale Austriaco insieme a Trieste e all’Istria. Nel 1861 l’area fu ridenominata come la Principesca Contea di Gorizia e Gradisca, costituendo un land separato all'interno del più vasto Kronland austriaco del Küstenland. Fino al 1918 la contea godette quindi di una notevole autonomia politica, sebbene fosse legata amministrativamente alla reggenza di Trieste. Nonostante la contea facesse parte, assieme alla città di Trieste e al Margraviato d'Istria, della regione amministrativa del Litorale Adriatico, Gorizia e Gradisca ebbero, sul piano politico e giuridico, la stessa autonomia degli altri Länder austriaci.
Nel 1848 durante la Prima Guerra d'Indipendenza, il Friuli conobbe una breve stagione indipendente nel tentativo di passare allo Stato Italiano. Nel marzo 1848 venne costituito un Governo Provvisorio nella Fortezza di Palmanova. La risposta da parte dell'esercito asburgico fu violenta, interi paesi vennero dati alle fiamme, fra cui Jalmicco vicino a Palmanova, Visco, e Bagnaria, che assunse vicino al nome l'aggettivo di Arsa a ricordo di questi eventi. Le vicende vennero raccontate dalla testimone oculare la scrittrice Caterina Percoto. Il Friuli centrale (attuale provincia di Udine) e il Friuli occidentale (attuale provincia di Pordenone) furono annessi all'Italia nel 1866 insieme al Veneto subito dopo la Terza Guerra di Indipendenza, mentre il Friuli orientale (la cosiddetta Contea di Gorizia e Gradisca) rimase soggetto all'Austria fino al termine della Prima guerra mondiale.
cmq grazie del vostro contributo.... molti qui pensano che stavamo bene con l austria, avevamo la nostra autonomia, un po' come adesso :)))
Ciao cara, una buona continuazione di settimana anche a te :))