Racconta Raggiolo, 01.2021

RACCONTA RAGGIOLO

Sabato 23 gennaio prenderà il via la rassegna digitale “Racconta Raggiolo” che, sulle pagine Facebook de La Brigata di Raggiolo e dell’Ecomuseo del
Casentino
, proporrà una raccolta di brevi video con ricordi e aneddoti dedicati al borgo casentinese. L’iniziativa proseguirà fino a sabato 27 marzo e si svilupperà attraverso dieci appuntamenti settimanali, tutti alle ore 10,30, che valorizzeranno l’unicità culturale e paesaggistica di Raggiolo, comunicandone l’anima più recondita.

I contenuti multimediali sono estratti dall’omonimo filmato “Racconta Raggiolo” che, realizzato dagli attori dell’associazione culturale “Noidellescarpediverse“, rappresenta il coronamento di una partecipata iniziativa promossa da La Brigata di Raggiolo nei mesi di isolamento della primavera del 2020. […]

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PROCIDA CAPITALE DELLE CULTURA 2022: QUANDO LO SPIRITO “DIOCESANO” PREVALE SU QUELLO “PARROCCHIALE”

Sembra che ad Ancona, uno delle dieci città in lizza, non abbiano digerito la proclamazione di Procida Capitale della Cultura 2022.

Se davvero fosse, come dimostrerebbe la prima pagina del Corriere Adriatico del 19 gennaio su cui era scritto, testuale, “BATTUTI DA PROCIDA: SI PUÒ?”, ci sta, a nessuno piace perdere!

Quello che però mostrano di non capire coloro che si sorprendono per la vittoria dell’isola flegrea è che la realizzazione di questo ambizioso progetto è dovuta molto probabilmente al fatto che, contrariamente a quanto di solito accade nei piccoli centri o in quelli in cui vige una mentalità provinciale dove ognuno tende a tirare l’acqua al proprio mulino,  i procidani hanno anteposto lo spirito diocesano a quello parrocchiale.

Cerco di spiegarmi. […]

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PROCIDA CAPITALE DELLA CULTURA 2022, UN’OCCASIONE PER L’INTERA AREA FLEGREA

Poco fa, precisamente alle 10,34, in video conferenza il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschina ha proclamato Procida capitale italiana per la cultura 2022!

All’annuncio sull’isola è scoppiata una festa da stadio.

Il merito di questa vittoria va al sindaco Dino Ambrosino, al direttore della candidatura Agostino Riitano e a tutto lo staff che ha lavorato affinché questo sogno si realizzasse.

L’affermazione dell’isola flegrea non è però una vittoria che si circoscrive ai confini marini, ma potrebbe esserlo per tutti i Campi Flegrei che, mai come nel 2022, saranno sotto le lenti d’ingrandimento del mondo intero non solo per il bradisismo – negli ultimi giorni il fenomeno ha intensificato la propria attività, alimentando preoccupazione negli abitanti, soprattutto nei cittadini di Pozzuoli – ma per le sue infinite bellezze paesaggistiche e culturali.

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foto di copertina

ALLA RICERCA DELLA PIETRA FILOSOFALE: DAI TEMPLI EGIZI, ALLE CATTEDRALI GOTICHE, ALLA CAPPELLA DI SAN SEVERO

Nella nota introduttiva al suo romanzo NOTRE DAME DE PARIS datata 20 ottobre 1832, riproposta nell’edizione italiana del 1951 edita da Rizzoli, lo scrittore francese Victor Hugo, rivolgendosi ai lettori, commentando l’aggiunta nel romanzo di tre capitoli inediti, scrive: ecco finalmente l’opera sua intera, come la vagheggiò, come la fece, buona o cattiva, duratura o caduca, ma quale egli la vuole. I capitoli ritrovati avranno indubbiamente uno scarso valore agli occhi di quanti, molto giudiziosamente del resto, null’altro cercarono in Notre-Dame di Parigi se non il dramma e il romanzo. Ma, forse, ci sono altri lettori che non trovarono inutile indagare il pensiero estetico e filosofico celato in questo libro; persone che, leggendo Notre-Dame di Parigi, si sono compiaciute di scoprire sotto il romanzo qualcosa di diverso dal romanzo stesso, e di seguire, ci si consentano queste espressioni un po’ ambiziose, il sistema dello storiografo e lo scopo dell’artista, attraverso la creazione, quale che sia, del poeta.[…]

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gandhi telecom

L’ATTACCO AL SENATO AMERICANO E QUELLO SPOT TELECOM DI ANNI FA

L’attacco al Senato americano dei sostenitori di Donald Trump, su istigazione via social dello stesso Trump, per impedire l’ufficializzazione dell’elezione di Biden a nuovo presidente degli USA, e i successivi blocchi dei profili Facebook, Twitter e Instagram del Presidente uscente per evitare che il tycoon se ne potesse servire per aizzare nuovamente la folla, mi hanno ricordato una conversazione che ebbi molti anni fa con un’amica docente di estetica della comunicazione alla Federico II.

Eravamo nel 2004 e le tv trasmettevano uno spot Telecom in cui Gandhi si serviva di internet per diffondere al mondo il proprio messaggio di pace.

Discutendone, la mia amica si disse preoccupata, domandandosi cosa sarebbe potuto accadere se, invece di Gandhi, di internet se ne fosse servito Hitler.

L’intervento dei proprietari dei social per bloccare l’account del Presidente americano se da un lato fosse antidemocratico, come sostiene Massimo Cacciari il quale auspicava che a deciderne la chiusura intervenisse un’autorità terza anziché gli stessi proprietari dei social, è la conferma di quanto potenzialmente possa essere pericoloso il mezzo mediatico allorché venga utilizzato da un soggetto esaltato, mentalmente instabile e, purtroppo, con un nutrito seguito di fan dipendenti da lui qualunque cosa dica o faccia.

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salvatore brunetti copertina

INTERVISTA AL DIALETTOLOGO SALVATORE BRUNETTI, INSIGNITO DEL PREMIO VIRGILIANO 2020

Classe 1937, giornalista, dialettologo e saggista, Salvatore Brunetti, pur essendo puteolano doc, per anni ha svolto la propria attività culturale a Napoli dove ha frequentato salotti letterari, venendo a contatto con poeti, scrittori, uomini di teatro tra cui Roberto De Simone. Ha pubblicato IL MISTERO DI MARIANGELA, SCRIVERE IL DIALETTO NAPOLETANO, DIALETTO PUTEOLANO e VOCABOLARIO PUTELOANO – ITALIANO, questi ultimi due editati con New Media Press, curati dall’associazione culturale Lux In Fabula. Per la sua attività divulgativa del dialetto puteolano è stato insignito del Premio Virgiliano 2020. Il suo ultimo lavoro VOCABOLARIO PUTEOLANO – ITALIANO è stato stampato in edizione limitata di 100 copie, ognuna corredata con una cartolina riproducente il Tempio di Serapide opera dell’artista Veronica Longo che ne ha curato anche la grafica. Non essendo al momento disponibile in libreria, chi fosse interessato più ordinarlo direttamente a LUX In Fabula, Rampe Cappuccini n. 5/80078-Pozzuoli; tel.: 328 6670977 – info@luxinfabula.it

Salvatore per te il 2021 inizia con degli ottimi auspici: grazie ai tuoi studi e alle tue pubblicazioni sul dialetto puteolano, sei stato insignito del Premio Virgiliano 2020, te l’aspettavi?

No, assolutamente. È stata una sorpresa, naturalmente gradita. Ringrazio gli organizzatori per l’onore che mi hanno voluto concedere.

Salvatore oltre a essere uno studioso del dialetto puteolano, prima di tutto lo sei del napoletano, come nasce questa tua passione?

Da giovane, lavorando a Napoli nei pressi di via Toledo, per anni ho frequentato salotti culturali napoletani. Quando il pomeriggio finivo di lavorare, uscivo dall’ufficio e andavo in questi ambienti dove si discuteva sul dialetto napoletano. Ebbi così la possibilità di conoscere scrittori, poeti e cantanti famosi. Alla fine degli incontri, molti regalavano ai presenti i loro libri. Leggendoli, notai delle divergenze notevoli nel modo di scrivere in napoletano da parte di ognuno di loro. A stupirmi di più fu che molti di loro, pur abitando nello stesso quartiere, e dunque conoscendosi da una vita, anche se parlavano in dialetto allo stesso modo, scrivevano in napoletano diversamente l’uno dall’altro. Questo particolare mi incuriosì talmente che decisi di approfondire il napoletano per capire quale fosse il modo corretto di scriverlo. A quel punto, dopo aver a mia volta studiato una ventina di autori, decisi di redigere una sorta di compendio in cui indicavo quelle che secondo me erano le direttive giuste per scrivere in napoletano. […]

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TRATAMIENTO ANTIENVEJECIMIENTO

L’ANNO CHE VERRÀ SARÀ UN ALTRO ANNO DI MERDA?

 

Manca poco e finalmente questo annus horribilis 2020 ci saluterà.

Sarà un anno che nessuno rimpiangerà, a parte le fabbriche produttrici di mascherine e le case farmaceutiche impegnate nella produzione del vaccino anti covid 19; che molti, col senno del poi, avrebbero preferito non vivere affatto, magari facendosi ibernare e passare direttamente al 2021.

Ma anche nel caso l’ibernazione fosse stata possibile, coglie l’atroce dubbio che l’anno che verrà potrebbe essere quanto meno simile a quello che sta per lasciarci – tenuto conto che le previsioni scientifiche, non certo quelle astrologiche di Paolo Fox, per il 2021 non sono particolarmente entusiasmanti.

È vero, nella vita bisogna essere sempre e comunque positivi e propositivi, riuscire a trovare il meglio anche nel peggio. Tuttavia è difficile, se non impossibile, lasciarsi alle spalle quest’anno come se fosse stato un incubo da cui risvegliarsi di soprassalto nel momento in cui il 2021 farà il suo ingresso.

Eppure anche negli anni precedenti eventi negativi hanno caratterizzato la singola esistenza di ognuno di noi facendoci auspicare, mentre osservavamo l’orologio scandire gli ultimi rintocchi dell’anno in corso, che il nuovo anno sarebbe stato migliore. Soprattutto perché quella speranza era supportata dall’entusiasmo alimentato da sani propositi, da progetti da realizzare o già avviati, dal sostegno dell’età ancora dalla nostra parte per cui ci sentivamo pronti a sfidare il mondo pur di occupare un nostro spazio.

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NATALE 2020 TRA MASCHERINE, TAMPONI, VACCINI, SPERANZE E BRUTTE SENSAZIONI

Natale 2019 fu il mio primo natale da disoccupato, speranza e disperazione camminavano a braccetto. Spesso la seconda sopravanzava la prima che, pur a fatica, riusciva a ripristinare gli equilibri riponendosi al suo fianco. A volte addirittura sopravanzandola, soprattutto quando sembrava palesarsi all’orizzonte un’opportunità di lavoro.

All’epoca di covid si parlava con contenuta preoccupazione per via delle notizie che giungevano dalla Cina dove l’epidemia era esplosa mietendo vite umane, ma in occidente sembrava non ve ne fosse traccia. Ascoltando i vari “esperti” che attraverso i media esprimevano le proprie opinioni sulla diffusione del virus, tranquillizzando spettatori e lettori sull’impossibilità che l’infezione potesse diffondersi anche in Italia, la mente era protesa a pianificare il futuro ricco di speranze ma povero di realtà.

Oltre al lavoro avevo in progetto la pubblicazione del mio primo romanzo e, poco prima di Natale, quell’eventualità si realizzò grazie alle Edizioni Helicon cui piacque il manoscritto che avevo loro inviato, dicendosi disponibili a pubblicarlo. Un bel regalo di Natale. Ma soprattutto una bella botta di adrenalina vista la sfiducia che alimentava le mie giornate.

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PALAZZO VECCHIONE MAGLIONE, “UNA DIMORA FILOSOFALE IN POZZUOLI”

A molti il termine Dimore Filosofali dirà poco o nulla. Viceversa dirà tanto agli studiosi e agli appassionati di ermetismo, alchimia in particolare: LE DIMORE FILOSOFALI è il titolo di una delle opere del famoso alchimista francese Fulcanelli vissuto nel ventesimo secolo.

Nelle Dimore Filosofali, esaminando i fregi in bassorilievo e i dipinti che decorano gli esterni e gli interni di alcune antiche e nobili case dispiegate sul territorio francese e belga, lo studioso cerca di dimostrare che quegli addobbi furono realizzati seguendo gli stessi canoni legati all’antica tradizione iniziatica, dove nulla era lasciato al caso, con cui nel remoto passato vennero edificati i templi e in epoca più recente le cattedrali gotiche.

Mediante quelle statue e disegni i decoratori, nella fattispecie gli scalpellini, mentre scolpivano e dipingevano, seminavano indizi attinenti al cammino che l’uomo avrebbe dovuto compiere per realizzare la Grande Opera – la trasmutazione del piombo in oro simboleggiante il passaggio dallo stato materiale a quello spirituale –  che solo gli iniziati alla tradizione sacra sarebbero in grado riconoscere, comprendere e realizzare.

Molti anni dopo, seguendo la stessa logica del Fulcanelli, la compianta storica flegrea Lina Sansone Vagni, dopo aver pubblicato nel 1992 il suo ineguagliabile capolavoro sulla figura di Raimondo di Sangro Principe di San Severo, nel 1994 diede alle stampe un libricino dal titolo eloquente UNA DIMORA FILOSOFALE IN POZZUOLI, edito da Bastogi. […]

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GUZZINI E QUELLA FRASE CHOC CHE TANTI PENSANO MA SI GUARDANO BENE DAL PRONUNCIARE

Chi si è indignato per la frase choc pronunciata da Domenico Guzzini, Presidente di Confindustria di Macerata, durante un convegno online sulla moda – “Vogliamo ripartire. Se muore qualcuno, pazienza” – o è un ingenuo, o male informato, o molto più semplicemente un ipocrita.

Basterebbe parlare in privato con un qualsiasi imprenditore, soprattutto piccolo o medio, per sentirsi dire “preferisco morire di covid che di fame”.

Già durante il primo lockdown di marzo ci furono disaccordi tra Governo e Confindustria per le attività da tenere aperte nonostante l’emergenza sanitaria. Il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia scrisse una lettera al Presidente del Consiglio per chiedere un ampliamento delle attività da tenere aperte.

Sempre in quel periodo sorsero non poche polemiche perché in Lombardia tante erano le fabbriche aperte nonostante la regione risultasse quella messa peggio per la diffusione del virus. […]

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