E’ nell’incertezza l’habitat naturale della vita dell’uomo…

La nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare.

Dobbiamo tentare l’impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all’altezza della sfida. L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane.

Sfuggire all’incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità «autentica, adeguata e totale» sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso.

Zygmunt Bauman, da “L’arte della vita” .

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E’ nell’incertezza l’habitat naturale della vita dell’uomo…ultima modifica: 2023-05-17T15:42:54+02:00da g1b9

Un pensiero riguardo “E’ nell’incertezza l’habitat naturale della vita dell’uomo…”

  1. Tocchi un tema molto delicato e importante. Trai dagli scritti di un grande sociologo, i punti che avremmo dovuto affrontare già da tempo per affrontare i problemi che ci coinvolgono direttamente. Qua non si può demandare, incaricare e affidarsi, siamo interessati personalmente tutti a capire e valutare l’habitat, il mondo e il modo in cui viviamo. Forse oggi qualcosa comincia a muoversi, ma all’inizio c’è stato chi abbia eluso volutamente il problema e accantonato tutte le gravi motivazioni promosse da chi sollecitava l’impegno generale di tutti i popoli. Il rispetto non si compra da nessuna parte, lo si impara studiando e assumendo tutte le lezioni utili per un giusto, opportuno e misurato comportamento. Sappiamo come alcuni stati abbiano evitato l’impatto: le loro ragioni economiche e finanziarie, erano più importanti e impellenti. L’economie mondiali erano nel pieno delle loro possibilità , toccando tutto ciò che ci circonda e che ci serve. Dalle foreste colossali abbattute in Amazzonia, ai gas che hanno inquinato l’intero pianeta, agli equilibri fondamentali perché si riguardassero tutti gli elementi essenziali per la nostra vita e quella della flora e della fauna. Del sociologo Bauman ricordo solo una battuta che concentra tutto il male e il pericolo di ciò che abbiamo messo su spudoratamente, per creare questo spaccato che oggi ci va molto stretto: “In una società che vive per il consumo, tutto si trasforma in merce, incluso l’essere umano”. Se non si riesce a recepire il senso drammatico di questa frase, allora non abbiamo capito niente!
    Buona serata mia cara Giovanna.

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