Le coppie dink. Sapete chi sono?

Avete mai sentito parlare delle coppie dink? Sono sempre più diffuse, anche in Italia: vediamo chi sono e perché si chiamano così.
Le coppie dink, diffusissime in America, si stanno pian piano moltiplicando anche in Italia. Senza figli e con doppio stipendio, si dicono più felici dei coetanei con prole al seguito. Eppure, molte persone giudicano egoista la loro scelta. Chi sono e perché si chiamano così. Sui social spopolano i contenuti delle coppie dink, che si dicono assolutamente orgogliose della loro scelta di vita. Si definiscono in questo modo tutte quelle persone che vivono una relazione a due senza il bisogno o il desiderio di mettere al mondo uno o più figli. Non è soltanto la mancata genitorialità a distinguerle, ma anche lo stipendio doppio, che permette loro di vivere decorosamente, ma scegliere di non mettere al mondo eredi,  anche perchè nella società di oggi ,che non è più quella di un tempo, non è semplice. Se si è single la giustificazione c’è, ma se si è in due la domanda sui figli arriva puntuale, non solo durante le feste di Natale ma in tante altre circostanze quotidiane. Eppure, le coppie dink sfidano gli interrogatori di parenti ed estranei e sventolano ai quattro venti la propria felicità e soddisfazione. Ovviamente, l’accusa di egoismo, mossa dai sostenitori della famiglia e della procreazione, arriva comunque.
Coppie dink in aumento: hanno perfino una giornata dedicata.
Secondo il report Famiglie, soggetti sociali e ciclo di vita dell’Istat, il 45,4% delle donne tra 18 e 49 anni sceglie di non diventare madre, mentre il 22,2% non vuole figli nei 3 anni successivi o in futuro. I motivi sono diversi, raramente inerenti a problemi di salute o finanziari, e nella maggior parte dei casi legati alla volontà di usare lo stipendio per sé, al divertimento o all’avere maggior tempo da dedicare a se stessi.
In ogni modo, coloro che decidono di non mettere al mondo eredi danno priorità alla vita a due e, al massimo, si limitano ad adottare un animale. La conferma che le coppie dink sono in aumento in tutto il mondo viene anche dall’istituzione di una giornata celebrativa a loro dedicata: l’International Childfree Day, che cade l’1 agosto di ogni anno.

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Galimberti, il sogno è una cosa bellissima se nel suo segreto racchiude un progetto che si può realizzare e farci appassionare alla vita

A promuovere la vita c’erano diversi valori: i valori della nobiltà, della bellezza, della convivenza, della parola data, della cultura, dell’arte. Oggi tutti perduti.
La società nella quale viviamo sembra esser stata plasmata esclusivamente per il raggiungimento di finalità materiali, effimere, fugaci, così tralasciando, invece, altri valori sicuramente più nobili e di primaria importanza.

Sulla base di tali premesse una ragazza di trentun anni si rivolge al filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti per poter trovare una risposta ai diversi interrogativi che attanagliano la sua esistenza.
La giovane donna è stanca, arrabbiata, preoccupata e non comprende il perché le nuove generazioni si ritrovino a dover scegliere tra un lavoro full-time, al quale magari non sono appassionate in alcun modo, ed una collaborazione occasionale che potrebbe interessare ma che al contempo non garantisce un’adeguata remunerazione.
La nostra società in tale maniera diviene espressione di ingiustizie, lasciando spazio solo a chi ha le “spalle coperte , a chi è già avviato, a chi ha una casa di proprietà, così costringendo i giovani a chiedere aiuto alle proprie famiglie per poter sostenere alcune spese. Il futuro diviene incerto ed imprevedibile e neppure le passioni ed i sogni riescono ad avere una giusta collocazione in tal modo.

A tal proposito Umberto Galimberti, nella sua risposta alla giovane donna, riflette sul come si stia trasformando la società odierna, connotandosi per alcuni aspetti negativi: i diplomi, che prima abilitavano subito al lavoro, sono stati sostituiti dalle lauree, che richiedono più tempo per poter entrare nel mondo lavorativo e così nel frattempo i giovani sono stati costretti a vivere con i loro genitori, erodendo le loro ricchezze e perdendo la loro autostima.
Il secondo fattore negativo della vostra epoca è che un tempo, a promuovere la vita, c’erano diversi valori: i valori della nobiltà, della bellezza, della convivenza, della parola data, della cultura, dell’arte. Oggi tutti questi valori sono stati cancellati da quell’unico valore che è il denaro, per cui l’arte è tale se entra nel mercato, la cultura è apprezzata se vende, la parola data può essere rinnegata se non è più conveniente, anche il mondo delle relazioni è coltivato solo se garantisce un qualche vantaggio economico o di prestigio, persino quando entriamo in un negozio la gentilezza che ci accoglie non è riservata a noi, ma a quanto possiamo spendere”, così sottolinea Umberto Galimberti in risposta alle domande rivoltegli dalla ragazza. Ecco allora una considerazione importantissima del filosofo: “il sogno è una cosa bellissima se nel suo segreto racchiude un progetto che si può realizzare, altrimenti è un gioco di illusioni che, se non riconosciute, preparano alla delusione”.
L’unico modo per poter controbilanciare la razionalità del mercato e della tecnica, la quale, così come dichiarato da Max Weber, ci costringere a vivere in una “gabbia d’acciaio”, è l’amore e l’irrazionalità che lo governa: solo così potremo riassaporare valori quali la sincerità, l’autenticità, la spontaneità e l’intimità, ritornando a sognare e ad appassionarci alla vita.

fonte :scuolaoggi blog

Capita a tutti di ragionare su di noi, prima o dopo…

 

Sono giunto a quella età per cui la vita è, per ogni uomo, una sconfitta accettata. Si direbbe che il quadro dei miei giorni, come le regioni di montagna, si componga di materiali diversi agglomerati alla rinfusa. Vi ravviso la mia natura, già di per sé stessa composita, formata in parti eguali di cultura e d’istinto. Affiorano qua e là i graniti dell’inevitabile; dappertutto, le frane del caso. Mi studio di ripercorrere la mia esistenza per ravvisarvi un piano, per individuare una vena di piombo o d’oro, il fluire d’un corso d’acqua sotterraneo, ma questo schema fittizio non è che un miraggio della memoria. Di tanto in tanto, credo di riconoscere la fatalità in un incontro, in un presagio, in un determinato susseguirsi di avvenimenti, ma vi sono troppe vie che non conducono in alcun luogo, troppe cifre che a sommarle non danno alcun totale. In questa difformità, in questo disordine, percepisco la presenza di un individuo, ma si direbbe che sia stata sempre la forza delle circostanze a tracciarne il profilo; e le sue fattezze si confondono come quelle di un’immagine che si riflette nell’acqua.

Marguerite Yourcenar “Memorie di Adriano”

 

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Una notte d’estate e la poesia di Antonio Machado.

Notte d’estate (Noche de Verano) di Antonio Machado è una poesia che mette in scena la solitudine e il vuoto del poeta proiettati sul paesaggio di un vecchio villaggio durante una notte estiva.

Notte d’estate
È una bella notte d’estate
Tengono le alte case
aperti i balconi
del vecchio paese sulla vasta piazza
Nell’ampio rettangolo deserto,
panchine di pietra, evonimi ed acacie
simmetrici disegnano
le nere ombre sulla bianca arena.
Allo zenit la luna, e sulla torre
la sfera dell’orologio illuminata.
Io in questo vecchio paese a passeggiare
solo come un fantasma.

Noche de verano, (testo originale)

Es una hermosa noche de verano.
Tienen las altas casas
abiertos los balcones
del viejo pueblo a la anchurosa plaza.
En el amplio rectángulo desierto,
bancos de piedra, evónimos y acacias
simétricos dibujan
sus negras sombras en la arena blanca.
En el cenit, la luna, y en la torre,
la esfera del reloj iluminada.
Yo en este viejo pueblo paseando
solo, como un fantasma.

Antonio Machado

Il caldo di una notte d’estate, i climatizzatori che non facevano ancora sentire il loro rumore notturno, i balconi delle case ai piani alti, per far entrare la frescura della notte.
Tutto questo creava comunità, appartenenza, identità collettiva .Questo paesaggio risveglia il senso di solitudine di chi lo vive , come Antonio Machado,espressione di un malessere esistenziale per una perdita recente , oppure ,chi lo ricorda può ritrovarvi luoghi antichi, sommessi momenti di piacevole solitudine in periodi giovanili, quando le notti semplici e silenziose facevano da sfondo a sogni e desideri. Chi non ha avuto momenti come questi, che ripensati ad anni di distanza non ci vedano ,come il fantasma di Machado, aggirarsi tra tutto quello che non c’è più ed è stato , per noi, tantissimo? E l’orologio della torre ci  fa scorrere ,proprio  davanti agli occhi, il film della vita che scorre e di quello che è stata la nostra esistenza.

borgo estivo

Cadere e rialzarsi…

 

Quanto è difficile abbandonare il nostro modo di pensare?
 Quanta paura abbiamo di perdere qualcosa?
 Quanto sarebbe facile mandare avanti tutte le sofferenze, come si fa con un film troppo noioso o disturbante, e arrivare direttamente al punto in cui si rialza.
E invece dobbiamo attraversare il dolore, tanti dolori, tanti dispiaceri anche se ce ne sono alcuni che non supereremo mai.
Ci sono cose che dobbiamo fare, momenti da dimenticare ,parti di noi , luoghi e persone da abbandonare.
Abbiamo percorso tante strade , convinti di essere finalmente su quella che ci avrebbe portato a quella meta, solo sempre intravista, come un miraggio ,per accorgerci poi che ancora era una strada sbagliata, oppure non la nostra strada.
Ma se riusciamo a comprendere che se le cose belle a un certo punto finiscono, anche quelle brutte prima o poi lo faranno, poichè questa è la legge della vita.

caduta

La magia de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, che ci spinge a guardare oltre i confini imposti dal reale per vivere il piacere e la felicità.

 

L’Infinito è una delle poesie di Giacomo Leopardi più belle, dove il Poeta riflette oltre le cose materiali varcando l’immaginazione per entrare negli spazi sterminati dell’interiorità ,unica via per la ricerca del piacere e della felicità, che ,non trovando conferme nel reale, genera quel Pessimismo tipico del grande genio ,che è consapevole fino in fondo di ciò che lo circonda e dei limiti che la vita gli ha offerto.

Ma, oggi si può benissimo guardare all’”Infinito” da un altro punto di vista, anche perché quella solitudine che dona al poeta quell’”ermo colle” nell’era della “connessione perenne” rischia di non essere possibile, poichè l’uomo si dedica poco o niente all’introspezione.
Questa poesia è oggi patrimonio dell’Umanità.

L’Infinito

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi

La lirica è un viaggio verso l’infinito piacere e la felicità,oltre la realtà della vita, come la Divina Commedia fu il viaggio di Dante verso Dio. Per Leopardi come per noi l’Infinito non è altro che un viaggio tra il finito e l’infinito, nel mondo delle illusioni dove l’uomo vuole cercare la felicità in un futuro, che poi si rivelerà essere un meraviglioso irraggiungibile miraggio. Viene fuori il pessimismo , che è il light motiv di tutto il pensiero leopardiano, la dolce tristezza di un cuore restio alla resa dell’evidenza di una natura matrigna, che lo induce alla continua riflessione sulla vita dell’uomo. Infatti possiamo trovare la felicità soltanto in quel luogo oltre il colle, oltre la siepe, quando ci perdiamo in quello spazio infinito, che ci mostra la bellezza dell’eternità.

infiito

Metafora della vita..

 

OIG

La vita è questa: persone che vanno, persone che vengono. Persone che conoscerai bene, altre che non riconoscerai più. Persone sincere, altre a cui cadrà la maschera. Persone che amerai oppure odierai, che ricorderai o rimpiangerai. Sì, la vita è questa, persone che vanno e persone che vengono, ma quelle importanti sono quelle che restano…

Un Quasimodo non troppo ermetico, ma bellissimo…

 Un Quasimodo non  troppo ermetico, ma bellissimo, una sublime poesia, un canto del cuore , che mi ha sempre affascinata. Amo questo suo essere partecipe della vita, che trionfa sempre, che nasce dal nulla. Il più grande miracolo che accade nel mondo continuamente…nonostante tutto.

 Sogno

Ed ecco sul tronco
si rompono le gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era..

Salvatore Quasimodo

 

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Una maschera per vivere…

 

In ogni lingua europea l’uso della parola “person”è involontariamente appropriato. L’origine di “person” è “persona”, una maschera ,come quella che gli attori erano soliti indossare sui palcoscenici antichi;ed è sicuramente vero che la maggior parte di loro non mostravano se stessi come erano, ma indossavano una maschera della quale interpretavano il ruolo. Infatti, la nostra posizione sociale può essere paragonata ad una continua commedia.
Ed è  per questo motivo che l’uomo che sa riconoscere il valore delle cose trova la maggior parte della società senza alcun interesse , mentre l’incompetente e credulone si trova perfettamente a suo agio, come se fosse a casa sua. E’ stato guardandomi intorno che mi sono ricordata della visione pessimistica della vita di Shopenhauer  e, sinceramente, mi pare attualissima.

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