Italia senza eroi…

Ma chi è il personaggio più amato in Italia, o per dir meglio chi è la figura non divisiva che piace agli italiani di ogni risma e di ogni fazione e riesce in qualche modo a unificarli e a suscitare cordiale convergenza?  La rassegna, per ragioni istituzionali, deve cominciare dal presidente della repubblica che per definizione è la figura istituzionale super partes, l’espressione dell’unità nazionale. Sergio Mattarella può essere considerato il personaggio più amato e meno divisivo d’Italia? Spiace dirlo ma non è così. Mezza Italia non lo ama, non lo sopporta e non lo considera affatto super partes; e non ama la sua storia, la sua biografia, la sua collocazione politica di provenienza da cui non si è mai discostato. Nonostante l’omaggio quotidiano dei media, i peana dei tg e le ovazioni a ogni sua partecipazione e a ogni sua anche banale esternazione, nonostante l’ossequio cerimonioso di tutte le forze politiche e delle istituzioni, Mattarella non unisce gli italiani, ma li divide. Troppe volte è apparso giocatore più che arbitro, alcune sue posizioni sui governi in carica e sulla magistratura, sulla storia del nostro paese e sulle posizioni assunte a livello internazionale, alcuni interventi su temi sensibili e questioni nazionali e civili, hanno spaccato i giudizi su di lui. Sul piano politico Mattarella piace a una parte degli elettori di centro, una parte dei 5Stelle, larga parte della sinistra; ma non piace agli elettori che hanno mandato al governo Giorgia Meloni e che sono la maggioranza del paese. Suppongo che la stessa cosa si debba dire della mezza Italia che non va a votare: penso che larga parte dei non votanti sia refrattaria a Mattarella o comunque non si senta rappresentata da lui. Per la ragione simmetrica, anche la Meloni è amata da coloro che l’hanno mandata al governo ma non dagli altri. Magari nel corso di quest’anno e poco più di governo avrà perduto la fiducia e la simpatia di una parte dei suoi elettori per il suo inevitabile cambio di passo e avrà conquistato in compenso una fetta di chi non l’ha votata. Resta una figura divisiva, come Mattarella: ma a differenza del Capo dello Stato, è normale che il Capo del governo sia una figura divisiva che non ha il consenso generale della popolazione.  Ma anche altre figure istituzionali sono divisive: lo sono i presidenti del Senato e della Camera, lo sono naturalmente i leader di partito, I commissari europei, i sindaci e i governatori, i magistrati.   Qualcuno dirà allora che figura ecumenica per definizione è il Papa, che dovrebbe rappresentare per il suo ruolo di paciere e di figura super partes, un riferimento universale, anche per i non credenti. E invece sappiamo bene che Bergoglio suscita reazioni contrapposte, divide gli stessi cattolici e credenti. Dichiarazioni di ostilità, di antipatia, di dissenso sono all’ordine del giorno nel suoi confronti. Non meno divisive sono alcune figure che pure vengono sbandierate come istituzionali, super partes; come per esempio Liliana Segre, che al di là della sua storia e delle sue stesse intenzioni, è comunque “usata” da alcuni media e da alcune forze politiche, “contro” qualcuno, definito a torto o ragione fascista e nazionalista. Grandi vecchi considerati super partes, non sono riconosciuti in questi momento in Italia. Nemmeno grandi artisti o grandi autori, presentatori o attori, figure pubbliche o influencer; quasi tutti sono considerati controversi, di parte, e comunque non amati da tutti. Taluni personaggi assurti nel 2023 a fama e primato,  come Paola Cortellesi al cinema e il generale Vannacci col suo libro “contro”, sono divisivi. Anche nel regno della tv, è difficile trovare personaggi che suscitino condivisione e simpatia universale; c’è chi ha un bacino anche largo di consenso ma senza suscitare simpatia trasversale, unanime e super partes. Bisognerà piuttosto accontentarsi di qualcuno che sia extra partes, non partigiano.   Alla fine dei conti chi suscita questa corrente di simpatia, pur nelle lievità del suo personaggio, è prima di tutti Fiorello. E’ lui il personaggio che unifica i versanti o meglio li attraversa con la sua leggera permeabilità, con la sua ironia e la sua satira che non ferisce mai nessuno, fuori da ogni schieramento. La bravura e la simpatia di Fiorello resistono nonostante l’abuso di Fiorello che viene fatto dalla Rai e da Amadeus in funzione della religione civile e istituzionale di Sanremo. Sulla stessa lunghezza d’onda si possono ritrovare altre figure non divisive nel regno dello spettacolo, come Renzo Arbore o Andrea Bocelli, comici come Nino Frassica o Checco Zalone, campioni sportivi (l’ultimo è Sinner).  Ma sconforta pensare che dobbiamo scendere al livello dell’intrattenimento, della tv leggera, giocosa, sportiva o simpaticamente cazzara per trovare figure non divisive del nostro Paese, ben accettate da tutti. Ci sono poi alcune icone del passato, e ci sono le vittime, anche recenti, di tragici fatti di cronaca, su cui anche volendo non ci si può dividere. Ma non ci sono figure morali, civili e intellettuali universalmente riconosciute, non ci sono santi, geni, eroi o maestri ritenuti tali da tutti sopra le parti. Italia senza eroi, titolava alla fine degli anni settanta, un saggio di Ludovico Garruccio (pseudonimo del diplomatico Incisa di Camerana), che occhieggiava nel titolo al Risorgimento senza eroi di Piero Gobetti. Quest’Italia senza eroi, maestri e riferimenti riconosciuti da tutti, la dice lunga sullo stato di salute mentale e morale del nostro Paese. Un paese diviso ma anemico, senza passioni civili e ideali.

Marcello Veneziani