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Devo ricordarmi di salare le zucchine col sale fino e non con quello grosso....

Post n°1306 pubblicato il 11 Agosto 2014 da MARIONeDAMIEL
 

 

7 agosto, ventiquattordici

Penultimo giorno di lavoro , poi le super meritate due settimane consecutive annuali di ferie. Ieri mi ha fatto molto piacere la telefonata di un collega , sconosciuto, di un comune grosso , della Sardegna; dice che ha trovato un articolo mio di due anni fa in rete su un tale argomento, e che voleva farmi i complimenti perchè ha capito più dall'articolo mio (anzi, dall'articolo, senza "più"), che da un corso di formazione fatto recentemente con l'espertone di turno, partecipando al quale è rimasto più che altro senza risposte; che bello.

Secondo me per approfondire un argomento bisogna scrivere (e di conseguenza leggere); solo scrivendo ti puoi accorgere dei mancati collegamenti e andare a cercarli, puoi sistematizzare gli appunti, tagliare ciò che non serve, risalire tutti i gradini di ciò che veramente serve, capire quale sia il problema. Per fare quell'articolo minimo ci avrò messo cinque o sei ore (piene), tra studio dell'argomento ricerca e assemblamento. Chiaro che l'espertone di turno in quattro ore di corso ha guadagnato a occhio dieci volte più di me minimo (dipende da chi fosse) , però ha lasciato molti dubbi in più.

La mia collega mi preoccupa. Passando più tempo con lei che con chiunque altro giocoforza è divenuta un oggetto di studio affascinante. Di certo ciascuno di noi ha la sua psicosi o meglio, pseudo-psicosi: chi mangia troppo, chi ha gli attacchi di panico, chi mette i glitter sui blog, chi apre i blog per mettere i glitter, chi parla d'amore in modo sdolcinato, chi scrive d'amore scalando le righe in mezzo alla pagina (forse è così che si fa poesia, basta scalare lo spazio), chi parla solo d'amore (ma queste sono psicosi di blog Marion... nessuno ha ancora scritto un libro sulle psicosi nei blog? ad esempio sul tuo si scriverebbe un tomo....), chi è eccessivamente timido, chi ha paura della sporcizia e si lava continuamente e chi più ne ha più ne metta;

sto cercando di capire se il fatto di essere eccessivamente rigida, ad esempio nell'ordine maniacale con cui cataloga tutto, salvo poi non leggere le circolari che mette rigorosissimante a posto, nella critica aspra a tutti quelli che non si "accorgono" di tutto come lei salvo poi sbagliare un casino, nella crisi in cui piomba per qualsiasi imprevisto (ad esempio se una mattina manca la rete, si mette a sbraitare che non si può andare avanti così oppure se vengono i muratori perchè devono fare un buchetto nel muro si mette a gridare loro in faccia che nessuno l'ha avvertita in tempo e quindi non si può fare, il tutto sbattendo sulla scrivania quello che ha a portata di mano), se tutto questo non possa dipendere che da una madre, e quindi da un'educazione, eccessivamente rigida, anzi a sentire i racconti, rigidissima e metodica.

Ma questo sarebbe anche facile.... il punto invece è perché uno che vive "così" non si accorge della sua inadeguatezza e non cerca di cambiare... la risposta potrebbe essere perché lei è "felice" così, eppoi tutti sono "felici" come sono, cambiare è faticoso, difficile e poi può anche essere che non si cambia per il meglio.... a questo punto i "problemi" non sono suoi, ma di chi le sta accanto.... manca qualcosa ma ci devo pensare ancora.... chissà se sogna mai....

io ieri notte tra altri due o tre sogni che poi non ho trattenuto nella coscienza, ho sognato Renzi; ci pensavo stamattina mentre ero immersa nella vasca....no , Renzi non era nella vasca con me.... eravamo in vacanza (che è un'altra cosa dalle ferie)... pensa te...

a proposito di Renzi , io il mio dovere l'ho fatto comprando il divano (anzi, i divani) , anche se devo ancora pagarlo i soldi alla Ferilli li ha dati la finanziaria in giugno, quindi il mio divano è nel menozerovirgoladue del pil, yeah.

No dico, senza i miei divani sarebbe andata molto peggio... 

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Commenti al Post:
elioliquido
elioliquido il 11/08/14 alle 17:33 via WEB
Va' che viviamo tutti "così". Chi di più chi di meno, e però abbastanza. Sono (secondo me) limitazioni strutturali della mente. Se hai presente le sale di smistamento delle telefonate di una volta, che si vedono in certe fotografie, dove tutte le impiegate in riga staccano e attaccano spinotti per collegare tra loro ora due estremità, ora altre due. C'è un "board" enorme pieno di fori, e alcune connessioni sono state stabilite, altre si sono atrofizzate perché non stimolate nell'infanzia. Sicché di tutte le possibilità potenziali in partenza (che sono potenziali perché nessun cavetto ha ancora connesso una presa con l'altra), ne facciamo funzionare solo una parte, e usiamo quelle che abbiamo attivato per rispolvere tutti i problemi. Un po' come quando uno ha bisogno di uno sgabello: se è falegname lo costruisce di legno, se è fabbro lo costruisce di ferro, se è bibliotecario impila un po' di librozzi. Nessuno dei tre sceglie "il meglio", bensì solo "quello che gli riesce", in funzione delle facoltà che ha sviluppato, e in non-funzione di quelle che gli si sono atrofizzate. E siccome se è elettricista non ha mezzi per farsi lo sgabello da elettricista, magari "risolve" attaccando la corrente (senza ottenere alcun risultato), oppure mettendosi a sbraitare, per esempio (anche qui senza risultato). Dato che le casistiche sono infinite (dal risolvere un problema di lavoro alle relazioni sociali, alla cura della salute, eccetera), capita a tutti di affrontare un problema in un modo che non porta a niente.
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 12/08/14 alle 09:13 via WEB
si, interessante ed efficace il "board" come esempio :)
però partendo da questo presupposto secondo te non ci sarebbero connessioni già "tarate" fin dall'inizio, cioè che anche se attacchi il cavo, cioè hai lo stimolo al momento giusto (infanzia, educazione), la connessione non si stabilisce lo stesso.. boh;
certo viviamo tutti così, però se la cosa diventa per sei ore al giorno quasi continue... secondo me noi (altre colleghe) abbiamo sbagliato, nel senso che non le abbiamo mai detto niente, se non scherzando o a livello di battute, abbiamo "sopportato" tacendo per tutto questo tempo (per dirti se tu stai facendo un certo lavoro hai bisogno di concentrarti normalmente, è difficile farlo se il vicino parla continuamente da solo) e la questione è rimasta uguale o peggiorata, salvo la nostra capacità di sopportare, che giocoforza diminuisce ;-) cioè forse potevamo fare qualcosa..
 
   
elioliquido
elioliquido il 12/08/14 alle 09:57 via WEB
È che il cavo non viene attaccato proprio. Nell'infanzia incidono anche i micro-traumi (non mi piace la parola, ma non me ne viene un'altra) che, proporzionalmente alle minimali esigenze e alla "dimensione" del soggetto rispetto all'attorno, possono non essere tanto micro. Poi se per qualche motivo ho fatto infinite volte il tragitto Udine-Faedis e viceversa, e alcune volte Faedis-Tricesimo, quella volta che devo fare Udine-Tricesimo la faccio passando per Faedis. Perché nel frattemo il cavetto diretto tra i due terminali si è seccato ed è caduto. Magari con uno stimolo forte (per esempio dover correre al pronto soccorso), qualcosa accende "l'inventiva" e cercando rapidamente soluzioni diverse dalle solito, scopro la tresemane. Ma se c'era in aggiunta un tabu, per riattivare questa opzione ci vuole davvero uno scossone, sempre che non sia comunque persa per sempre (a un certo punto arriva anche l'irrecuperabilità). Io comunque separo le spiegazioni che mi do sul come accade, dalla gestione della relazione diretta. In certi casi il personaggio lo mando a quel paese, o gliene dico quattro in modo più articolato. Non elimino il problema, ma visto che non lo fanno neanche altre strategie, almeno gli faccio sapere quanto mi sta bene l'andazzo. Come a dire: siamo in ics persone, e dunque prenditi il tuo spazio e tieni i gomiti più stretti, che se cominciamo tutti a fare come te, allora vedi come ti piace.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 12/08/14 alle 19:35 via WEB
in effetti, mica siamo medici noi...
questo si doveva fare subito , ora è difficile accidenti.. spero solo in un ufficio tutto mio , prima della pensione :)
 
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SIBILLA ALERAMO

"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."

 

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