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Post N° 399

Post n°399 pubblicato il 20 Aprile 2007 da MARIONeDAMIEL
 


Mi ha colpito che l'ascolto è colato a picco. Proprio in quel momento, quando da Santoro parlava l'operaio della fiat incazzato nero. "compagni lavoratori, ribelliamoci ai padroni"... la gente non ha mica voglia di sentire queste menate...

Ma il confronto, in realtà, è stato inedito.

Un operaio seduto di fronte a Brunetta e Sgarbi. E i due "privilegiati" a disagio, era ed è impossibile reggere il confronto con chi è stato spogliato perfino della dignità, per quanti discorsi si possano fare.

E Brunetta se ne esce addirittura con un "mi vergogno di essere privilegiato", Sgarbi si lancia in un "la classe operaia deve poter dare la propria solidarietà ai brigatisti".. tanto che Santoro stesso gli deve ricordare che esiste l'apologia di reato, perchè questi, sparano...

Non credo occorra vergognarsi di essere privilegiati, non è necessario, nè utile. Però no. Dico, ogni tanto, parlare e ascoltare quelli che stanno peggio, non fa male. A volte si capisce ciò che bisogna fare.  

E poi congresso Ds, l'ultimo, lacrime. Quello che è stato lo sappiamo, quello che sarà lo aspettiamo, ma ora è solo il momento della commozione.

"Buona fortuna, compagni"

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Commenti al Post:
walk_on_by
walk_on_by il 20/04/07 alle 22:05 via WEB
...si, ma hai notato come Santoro si sia spostato 'dalla parte dei padroni', alle affermazioni di quell'operaio incazzato? Ciao neeee
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 08:40 via WEB
..bentornato.
 
quelluomo
quelluomo il 21/04/07 alle 07:47 via WEB
mah non ti nascono una certa perplessità...buongiorno compagna
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 08:40 via WEB
molte perplessità.. buona giornata a te...
 
elioliquido
elioliquido il 21/04/07 alle 09:06 via WEB
Non so cosa sia successo a quell'operaio. Ognuno ha le sue opinioni. Per parte mia non ho mai fatto un'ora di sciopero, sia quando lavoravo in una situazione sfavorevole, sia quando lavoravo in una situazione favorevole (comunque non ho mai lavorato in fabbriche grandi, laddove scioperare diventa di fatto obbligatorio). Anche perché ho una scarsa considerazione dei sindacati. Il che non significa che sto dalla parte dei padroni, che è un'espressione un po' riduttiva. Uno sta anche dalla parte di ciò che secondo lui è il discorso più congruo. Che poi, in soldoni (ma solo in soldoni), sarà tradotto in uno stare dalla parte dell'operaio o dalla parte del padrone, da chi lo guarda da fuori e considera la questione in termini strettamente dualistici. C'è anche un'idealizzazione del cosiddetto operaio, idealizzazione che appartiene a chi l'operaio non lo ha fatto mai nella sua vita. E che non conosce altri operai nel loro "habitat lavorativo", dal di dentro, e le istanze che propugnano. Spesso di basso livello, come per molti, compresi quelli dei piani alti. Purtroppo il riconoscimento di dignità calato dall'alto è buono solo per un quarto del suo totale. Il suo unico punto valevole è di concedere l'occasione di costruirsi da sé i restanti tre quarti, a chi ne è capace. A chi ha la fortuna di sapere, di indovinare in che direzione muovere. Altrimenti dipendi sempre dall'alto, dalla bontà sua di chi ci sta, in alto. E non sono le lotte di classe, ad ottenere qualcosa, ma sempre solo i singoli. Anche nelle lotte di classe, dalla rivoluzione francese in poi, ci sono sempre stati i singoli che hanno poi preso il sopravvento. Perché laddove, per essere capace di parlare, uno non basta a sé stesso e deve coalizzarsi, la coalizione avrà sempre bisogno di qualcuno che condensi il suo pensiero. Un qualcuno che, sempre, è capace di produrne di suo, di farsi eleggere leader, di prendere il potere. Non esiste ribellione di formiche che, una volta rovesciato il regnante, non vada in confusione finché non arriva un nuovo regnante. E di nuovo ottiene qualcosa calato dall'alto. Fino a che chi sta in alto non comincia a volere sempre un po' più tutto per sé. Perché l'operaio non ha ottenuto, ma gli è stato concesso.
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 12:33 via WEB
non ti senti compagno dei tuoi compagni? mi sembra molto triste...
 
   
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 12:36 via WEB
Io ho sempre scioperato. A fronte degli ultimi aumenti stipendiali ti assicuro che gli arretrati ottenuti sono stati abbondantemente decurtati dagli scioperi fatti... e poi ho sempre scioperato per solidarietà, per fatti o eventi che toccavano tutta la collettività. Il collega dell'ufficio a fianco non ha fatto un'ora di sciopero in vita sua. Ha canzonato e criticato noi invece. Poi gli arretrati e i nuovi adeguamenti stipendiali liha intascati anche lui, eccome. Questo per dire che secondo me le rivendicazioni vanno fatte assolutamente in modo unitario. Si puo' discutere su tutto il resto (modalità ecc.) ma non sul principio di solidarietà.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 12:42 via WEB
Conosco la vita degli operai da vicino. Mi sono stati riportati da chi li ha vissuti in prima persona, atteggiamenti padronali chiaramente antisindacali e ti assicuro che se non ci fosse il sindacato (seppure faccia pena in alcune realtà) non so dove si andrebbe a finire. La percezione che gli operai hanno del sindacato oggi, specialmente se giovani, è molto diversa rispetto al passato, ovvio. Per quanto riguarda la dignità sono d'accordo con te; per questo penso che sarebbe auspicabile che piu' operai (ma è solo una categoria delle tante) partecipassero entrando a far parte dell'organo deputato a rappresentarli, anche discutendo, arrabbiandosi, in ogni modo. Le regole sono queste. I contratti si siglano fra parti sociali, non fra singoli. Il problema della rappresentatività è diffuso in ogni sfera sociale, è ovvio che ci debba essere qualcuno deputato/delegato a trattare, discutere, decidere, partecipare. L'importante è che ciò che viene deciso e discusso per noi, sia definito sulla base di regole di partenza, e possibilmente condiviso, forse questo è l'aspetto problematico. Ma standone fuori non risolvi il problema; lo eviti, lo deleghi agli altri, semplicemente te ne disinteressi.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 12:43 via WEB
L'operaio credo fosse arrabbiato anche perchè era stato reintegrato per quattro volte sul posto di lavoro, dietro cause promosse da lui ovvio, credo per problemi di attività sindacale. Ma non ho seguito quel pezzo di trasmissione.
 
     
elioliquido
elioliquido il 21/04/07 alle 14:22 via WEB
Ho una visione dinamica della faccenda. Non ne faccio assolutamente una questione di principio. Considero illegittimo che i sindacati di oggi facciano leva sull'importanza che ebbero ieri. Su molti dei sindacalisti di oggi si potrebbero fare lunghi discorsi. Di certo molti di loro non hanno neanche una lontanissima parentela con quelli che ottennero i contratti collettivi. Ritengo che le contrattazioni odierne dei rinnovi contrattuali siano ogni volta una manfrina, dove la forza dei sindacati è minima, quasi inesistente, degna di pappemolli che stanno bene dove stanno, che hanno trovato il loro antro al calduccio. Conosco la vita degli operai da dentro e da vicino. Per la mia parte si tratta, come detto, di piccole realtà. Per il da vicino giusto un poco più grandi. Sono dell'idea che molti scioperi siano anch'essi delle manfrine, che non hanno alcun effetto reale nelle contrattazioni. Che si fanno perché c'è il rinnovo e bisogna farli, ogni volta, sempre uguali. Che i sindacati li indicono per rammentarci la loro esistenza. Mi convince poco, su certi terreni, l'azione del sindacato. Ma, come detto, non per principio. Nel senso che un sindacato che indicesse scioperi che hanno una vera ragion d'essere (non si può scioperare per qualunque scemenza, come quando si era a scuola: lo sciopero ha un suo scopo, anche se l'Italia è il paese dove si usa uno strumento per scopi che non c'entrano, come quelli che mettono le frecce di emergenza per attribuirsi il diritto di posteggio in doppia fila), che fosse meno chiassoso in rapporto all'efficacia, come lo fu un tempo, penso che lo supporterei. È questo che intendo con approccio dinamico e avulso da questioni di principio (di principio a favore o contro il sindacato e/o gli scioperi). Oggi secondo me i sindacalisti godono di troppi privilegi, cosa che è l'opposto dei loro predecessori di un tempo. E questo è un elemento cruciale. Perché quando hai troppi privilegi ti rammollisci, e perdi anche il senso del reale del cosa ci stai a fare lì dove sei. Ci sono problemi dei lavoratori di cui i sindacati non si sono occupati mica (o non se n'è visto alcun risultato). Oggi fanno la voce grossa, in ossequio alla manfrina di cui parlo, solo dove è facile fare la voce grossa. Per me sono diventati praticamente delle aziende.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 22:14 via WEB
Vediamo dove va a finire 'sto commento.. forse io si, ne faccio una questione di principio, sono una sentimentale, figlia di operai e moglie di un operaio. I sindacati, nella fattispecie il mio, non fanno affatto leva come dici tu, sul loro passato, importante peraltro, innegabile direi. Se si va a guardare il sito della cgil (io è da mesi che non ci vado) si trova tutt'altro che nostalgie, credi. La forza dei sindacati è anche avere il sostegno di chi rappresentano, altrimenti, come per ogni organo rappresentativo, perde il senso del suo esistere. Mio marito ha fatto il sindacalista per un periodo, in una grande fabbrica, anzi era il capo dei sindacalisti, e ti assicuro che ci vogliono le palle. E' stato un periodo brutto per lui, che si spende sempre con passione e impegno in ciò che fa. Credimi, ci vuole carattere, dentro a una fabbrica. Mio marito era quello che faceva vedere agli altri ciò che loro non vedevano, prima che magari calasse dall'alto e fosse troppo tardi; mio marito è quello che è riuscito a spuntare un contratto aziendale di 35 ore (anni e anni fa) per salvare molti posti di lavoro, lavoriamo meno, lavoriamo tutti (in un periodo in cui non s'era mai visto); alla fine i giovani avevno un punto di riferimento in lui per qualsiasi cosa, dalla sicurezza all'atteggiamento dei capi. Alla fine lui era il "rompipalle" semplicemente perchè magari faceva notare che mancavano certi presupposti per un lavoro in sicurezza e tutelando la salute dei lavoratori. Questo suo "privilegio", come lo definiresti tu, alla fine lo ha praticamente costretto a cambiare posto di lavoro, cercandone uno piu' vivibile, e a non fare piu' sindacato attivo. Io credo che pure questo sia "dinamico"... o no? Gli scioperi non credere, non vengono indetti per caso, nè alla leggera, sui lavoratori pesano. Tutti gli scioperi del periodo berlusconi ce li siamo dimenticati? il contratto dei metalmeccanici siglato ugualmente SENZA l'accordo sindacale, ce lo siamo dimenticato? a me sembra una cosa gravissima.. se solo fosse toccato a qualunque altra categoria..
 
     
elioliquido
elioliquido il 21/04/07 alle 14:00 via WEB
Non voglio dare ragione al tuo collega, perché quantomeno potrebbe risparmiarsi le canzonature. Direi che comunque lo sciopero è un diritto e non un dovere. E che ci sono buoni motivi per farne come ci sono buoni motivi per non farne. Dipende da quali sono le condizioni cui attribuisci maggior peso.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 22:16 via WEB
Infatti io non gli ho rinfacciato niente, a differenza sua, ho rispettato il suo diritto. Alla fine i coglioni siamo noi, ce lo dicono in tanti. :)
 
   
elioliquido
elioliquido il 21/04/07 alle 13:58 via WEB
Non c'entra e non amo generalizzare. Non posso considerare tutti miei compagni. Ci sono un sacco di cose sulle quali posso non essere d'accordo. Attualmente lavoro in un posto ben preciso, ed il mio rapporto con le maestranze è uno e non qualcosa di generico. Come lo è quello dei miei colleghi con le maestranze. Dove lavoro, nel reparto produttivo a fare sciopero, quando c'è, sono variabilmente tra una e tre persone su una ventina.
 
     
elioliquido
elioliquido il 21/04/07 alle 14:23 via WEB
Ho risposto ai tuoi commenti nel punto "rispondi", ma poi sono venuti fuori dove vogliono loro...
 
     
elioliquido
elioliquido il 21/04/07 alle 14:31 via WEB
Lo sciopero di oggi, inoltre, non è lotta. Cosa vuol dire lotta? Non sono certo pochi, quelli che quando c'è sciopero vanno a lavorare nel campo. Ché altrimenti avrebbero avuto bisogno di una giornata di ferie. Sono stati assenti dal lavoro, ma in merito alla protesta non sono da meno del tuo collega. Lo meritano ciò che lo sciopero ha ottenuto? In parte sì, perché "teoricamente" hanno causato un danno all'azienda, un danno procurato per protesta. In parte no, perché gli scioperi di oggi sanno più di vacanza, se non vai in piazza con lo striscione. Ma se vai in piazza devi crederci. Devi credere specificatamente alla questione posta da quello sciopero. Non puoi parlare genericamente di solidarietà. Perché rischi (e succede spessissimo) di essere solidale solo con la pachidermica macchina del sindacato. Non devo essere io al servizio del sindacato. È il sindacato che deve essere al servizio mio.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 22:26 via WEB
Cosa vuoi che ne sappiamo oggi di lotta... tutti hanno tutto.. basta non tentare di farsi una famiglia, allora si ti accorgi che non ci arrivi. Vacanza dici.. si, però lo stipendio decurtato c'è alla fine del mese.. per solidarietà intendevo quando si è scioperato per fatti di sangue, tipo l'omicidio d'antona o altri, ora non ricordo, magari poche ore, per esprimere solidarietà appunto. Sempre il suddetto marito si è fatto parecchi scioperi generali a roma, passando due notti in treno coi panini del sindacato, come prendeva per il culo il berlusca; credi che lo facesse perchè glielo diceva il sindacato? credi che tutte le persone che l'hanno fatto, l'avessero fatto per questo? i metalagricoli sono diffusi da noi.. il concetto è che hanno un doppio lavoro sempre, non che scioperano per andare nel campo... Caro Franco, credo che la vediamo in modo diverso perchè tu, giustamente, dici il sindacato deve essere al mio servizio, quindi lo vedi come una cosa astratta e che non ti appartiene, io lo vedo come una cosa di cui, bene o male, mi sento parte.
 
     
elioliquido
elioliquido il 22/04/07 alle 00:35 via WEB

Gli scioperi come per l'omicidio D'Antona non li capisco e non li condivido. L'interruzione del lavoro non c'entra nulla con i fatti di sangue. Fai la manifestazione fuori orario di lavoro. Sempre che quel fatto sia davvero un motivo per fare una manifestazione. Non è questione di "fregarsene altamente". Diciamo che il significato e l'utilità di una manifestazione di piazza non è sentito da tutti nello stesso modo. Qualunque sia il suo scopo.

Il fatto che uno sciopero abbia per te un costo non spiega il perché di quello sciopero. Non sono favorevole allo sciopero "facile". Per una questione come quella delle 35 ore che porti ad esempio, anche lo farei, ma controvoglia. Pur essendo favorevole al suo scopo.

Non so se da dentro il sindacato si abbia una percezione di come viene visto il sindacato da "fuori". In particolare dai dipendenti delle piccole aziende, e soprattutto da quelli degli artigiani. Non è poi che tutti i sindacalisti interni alle aziende si facciano un mazzo. I privilegiati di cui parlo pare lo siano per davvero. Trattati con i guanti purché facciano solo finta di essere sindacalisti.

Secondo me gli scioperi, nel modo in cui vengono fatti, non servono a nulla in merito ai rinnovi dei contratti di lavoro. Non spostano di un atomo né la data del rinnovo, né l'entità dell'aumento salariale. Caso mai, dunque, troverei sufficiente che uno fosse iscritto ad un sindacato, per ritenere di aver contribuito ad ottenere ciò che il sindacato ha ottenuto.

Certe tue osservazioni re-illuminano alcuni aspetti che per me erano finiti in ombra, in quanto avevo già tratto le mie conclusioni da un pezzo. Mostrano delle situazioni conflittuali, affrontabili solo con dei compromessi. Il problema è quando ti trovi di fronte un elemento univoco, che però univoco lo è solo apparentemente. Da dentro di esso si manifestano anime diverse, e devi fare riferimento ad una sola di esse, perché la tua interfaccia è l'elemento univoco. Dopo qualche malavicissitudine del passato, ho preso come riferimento una certa anima del sindacato. Però è vero che al suo interno ve n'è almeno anche un'altra.

Per concludere, quando i carbonari fallivano un moto insurrezionale, battuti dall'esercito del regnante di turno, aiutato dai villani e dai contadini del luogo, ad aver sbagliato erano stati loro. Penso che non essendo stati capaci di convincere il popolo bue, o forse non avendolo neppure coinvolto nella preparazione di ciò che stavano per fare, molto probabilmente, se avessero avuto successo, sarebbero stati poi dei pessimi governanti. Di certo, trovandosi il popolo bue contro, era chiaro che delle sue istanze non avevano alba.

 
occhiodivolpe
occhiodivolpe il 21/04/07 alle 13:03 via WEB
i nonni e bisnonni di chi vive oggi stavano in condizioni di marginalità e dipendenza oggi inimmaginabili ,eppure lottando nelle leghe e nei sindacati OTTENNERO i contratti e la condizioni di cui si gode oggi , xk nn si sentivano servi , ai quali si CONCEDE ... gli uomini sn importanti , ma ai processi di selezione della leadership si partecipa , e nel sindacato e nella sinistra da sempre il conflitto sulle linee politiche è forte , tra chi ha rendite di posizione e sa parlare e chi no , ma può criticarle chi partecipa cn la propria rappresentanza , nn chi abdica .... è singolare , se nn tragico , che chi è succube , sfruttato e nel salario ,nelle opportunità , nei consumi culturali sia complice nell assassinio di sè ... xk se nella fabbrichetta nn ci sn le condizioni d esercizio dei diritti sindacali , nell urna elettorale nn si subisce il ricatto , ma invece vota a destra ... è singolare in questo paese che se ci sn stati privilegiati che si sn schierati cn i giacobini , i democratici , la sinistra , invece le plebi e il proletariato in gran parte si sia schierato cn i borboni , i sanfedisti , i democristiani , e berlusconi soprattutto nel nord ... ecchèccàzzo , scusa marioncè :) un bacio , e.
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 22:33 via WEB
ecco, appunto.... io l'ho scritto in cento righe... l'equazione classe operaia/voto a sinistra non è piu' così automatica Enri, e berlusca vinse nel 2001 per i voti dei nostri compagni, non dei suoi...
 
occhiodivolpe
occhiodivolpe il 21/04/07 alle 13:23 via WEB
e poi marioncè ... basterebbe che si applicasse il contratto solo a chi ha lottato , a chi ha pagato di tasca propria facendo sciopero x OTTENERE condizione migliori... vedresti quanti nn farebbero più i parassiti ... ;)
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 22:36 via WEB
Enri mo' non esagerare... non lo sai che i sindacati difendono gli interessi di tutti i lavoratori? pure di quelli non iscritti.. mi ricordo di una mia collega che ottenne un difficile passaggio di livello grazie al doveroso aiuto del sindacato, non ha importanza quale; non le venne certo chiesta la tessera.. credo che debba, essere così.
 
occhiodivolpe
occhiodivolpe il 21/04/07 alle 18:01 via WEB
qua nessuno mi risponde , casàl lo dico a te ;) ... sembra quasi che il sindacato abbia un ruolo istituzionale , che stia lì a fare il suo lavoro e prenda i soldi dallo stato x rappresentare i lavoratori (direbbe il tuo collega casàl , x approfittare dei lavoratori )... e invece si mantiene cn le trattenute sullo stipendio degli iscritti , e noi manteniamo il sindacato x migliorare anche i contratti di quelli che nn sono iscritti e nn scioperano , pur avendone i benefici , di quelli che ho chiamato , e che sono , parassiti ...
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 22:37 via WEB
Casàl sta in montagnola.. spero sia tornata carica di pacchetti a quest'ora. Sentiremo il suo parere, se vorrà. :)
 
orkelio
orkelio il 21/04/07 alle 18:13 via WEB
Non so se sia un buon inizio (come parrebbe dai presupposti) o una fine, si vedrà. Temo ke la politica sia + avanti delle mentalità rimaste invece, nonostante tutto, alla prima repubblica!!!
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 22:40 via WEB
Mussi dice che è una fine e una sconfitta, Fassino dice che è un inizio. Dipende sempre dai punti di vista... La politica è politica, non possiamo trasformarla in qualcos'altro, ma possiamo vedere se cambiano le strutture, le prospettive e le idee, bisogna solo guardare avanti, molto avanti. Io credo che sarà un grande successo.
 
occhiodivolpe
occhiodivolpe il 21/04/07 alle 22:59 via WEB
è solo la fine del comunismo , un ideologia fondata sull abolizione della proprietà privata e sulla dittatura del proletariato ,che dovunque ovviamente è fallita ... e che in italia da decenni non era più tale nei documenti ufficiali del partito ... diliberto , bertinotti e mussi nemmeno lo sono , rappresentano solo stati emotivi di appartenenza ... finalmente avremmo , pare , quel che dopo il partito d azione nn cè stato più , un partito di sinistra non marxista ... era ora .. :))))
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/04/07 alle 23:01 via WEB
vabbuo', però l'internazionale? cari compagni care compagne? tutto sparito..che cavoli.. lasciateci un attimo che ci riprendiamo.. ^_^
 
   
newsinedicola
newsinedicola il 23/04/07 alle 18:23 via WEB
i ds si sono spostati al centro, stanno dimenticando le proprie origini...ma che sinistra e sinistra, non sono più di sinistra, sono i nuovi democristiani..per accaparrarsi voti al centro tradiscono chi li ha sempre sostenuti...non condivido l'evoluzione...mi convince mussi che ha dimostrato coerenza con i propri valori di uomo di sinistra..se dovesse intendersi con i comunisti italiani e rifondazione e creare un unico partito ne sarei felicissima...
 
     
newsinedicola
newsinedicola il 23/04/07 alle 18:33 via WEB
in merito ai sindacati vorrei aggiungere che sono composti da persone che debbono dare, non solo chiedere...il sindacato ti sostiene, ok, ma tu iscritto hai il dovere morale di spenderti per il sindacato perchè ti riguarda...se i lavoratori dialogassero di più tra di loro e fossero più uniti avrebbero certamente più potere contrattuale..nel mio settore ultimamente si è perso completamente il senso di appartenenza alla categoria e rispetto per le lotte dei colleghi che ci hanno preceduto...siamo deboli....accade un pò ovunque..basta guardare i metalmeccanici..un tempo fortissimi..e adesso?
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 22:11 via WEB
Sono d'accordo... adesso fanno fatica a trovare quattro gatti che facciano la manifestazione.. la spinta individualistica è forte oggi, anche nelle grandi fabbriche. Riflette purtroppo ciò che è la società.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 22:08 via WEB
Questo è proprio pensiero di Mussi e gli altri, mi pare. Credo che sia forte la paura che ciò che tu dici sia vero, troppo forte per avere il coraggio di entrare in una formazione che, non si sa bene cosa farà... ma si sa bene dove andrà, credo. Mi ha colpito una frase, credo di Veltroni: "democrazia è la sinistra"... ma l'identità e l'anima dei due partiti ora sciolti non potranno andare perdute, concorreranno insieme a quei valori che oggi perseguono da semplici alleati, non solo al governo, ma in molti comuni, regioni... sarebbe bello se non esistesse più la contrapposizione dovuta a interessi di partito, ma un'unico interesse generale.. concordo con te, forse è una grande utopia e bisogna guardare troppo lontano, andare troppo oltre dagli schemi tradizionali, abbandonare consuetudini, luoghi, riti.. Credo da ultimo che sia evidente che ciò che si poteva fare come partito comunista-pds-ds, si è fatto; alle ultime elezioni non si è andati oltre il pareggio, e sarebbe stato di nuovo e sempre così. Invece una grande aggregazione, come l'ulivo... Occorre attendere, valutare, senza preconcetti, secondo me. E poi, vedremo. Ciao Francy.
 
pelino55
pelino55 il 22/04/07 alle 09:40 via WEB
Franco, temo di non essere d'accordo con te, per niente. Non scioperare per far dispetto ai sindacati mi sembra darsi la zappa sui piedi(in realtà volevo fare un altro esempio). Sono burocratizzati? In parte è vero, qualcuno ci marcia? E allora? Ho seguito le lotte(sì lotte, mica si scherzava) dell'autunno caldo nel '69 fatte da mio padre ormai prossimo alla pensione. In teoria non gli conveniva, ogni giorno di sciopero si rifletteva sulla sua pensione. Ma le ha fatte e le ha condivise, lottava anche per quelli che in fabbrica ci sarebbero stati ancora parecchi anni e non si è mai pentito di questo: la chiamava solidarietà. Mi sembra che tu abbia un concetto troppo economicistico dello sciopero: si fa solo per soldi e i temi devono essere strettamente legati alla realtà di quella data azienda. Non è così: il movimento operaio non è questo. Ragionando per assurdo non si sarebbe dovuto scioperare per D'Antona ma neanche per Portella della ginestra, allora. Il fatto che in una fabbrica scioperino solo 2 o 3 persone può dipendere da tanti motivi, magari anche dalla paura delle conseguenze. La smetto perchè mi vengono in mente discorsi troppo lunghi, magari li riprendo da me. Con stima immutata.
 
 
elioliquido
elioliquido il 23/04/07 alle 00:13 via WEB
Grazie, è reciproca. È vero che ho un concetto diciamo non allargato dell'uso dello sciopero. L'ho sempre concepito come forma di protesta estrema. Cioè qualcosa che deve servire non a finire sulle pagine dei giornali, ma come elemento di contrattazione, a qualsiasi titolo (dunque non solo per il rinnovo del contratto, dove anzi al giorno d'oggi sono convinto che non incida minimamente). Nel '69 gli scioperi duravano giorni e giorni. Certo ci sono molti elementi in ballo, che portano a conclusioni opposte che non possono coesistere (per esempio non puoi essere iscritto ad un sindacato e, contemporaneamente, non esservi iscritto). Non penso che tra i miei colleghi siano in pochi a scioperare perché hanno paura delle conseguenze. Caso mai perché non scioperano gli altri, e gli sembra "sconveniente". Ma in modo diverso dal timore delle conseguenze, perché non ne hanno donde. Alcuni poi la pensano un po' come me, altri pensano al loro proprio orticello. Se lavorassi in certi altri posti che so, è molto probabile che diversi scioperi li avrei fatti anch'io. Anche perché in certi posti il rapporto con l'azienda è tendenzialmente conflittuale, e c'è una ragione diretta per farlo, non hai remore. Il mio non scioperare non è per far dispetto al sindacato, ma per non accettazione di certe sue argomentazioni. Che poi mi porta, magari, per "brevità", a cassare tutte le motivazioni. Non per chi le ha proposte, ma per scarsa attenzione. Un po' come verso chi grida al lupo al lupo. Voglio dire: non è che le ragioni di uno sciopero sono sempre valide, solo perché lo ha proclamato Sempronio. Detto tutto questo, mi rendo conto che ci sono dei temi cui ho quantomeno attribuito un peso inferiore a quello che hanno, a vantaggio dell'incidenza di altri. I quali altri mantengono la loro importanza, ma il tutto nel complesso ha buoni motivi di essere valutato nuovamente, in futuro.
 
   
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 13:28 via WEB
hai ragione Franco; la percezione del sindacato è certamente diversa tra una grande fabbrica e una piccola impresa; credo in quest'ultimo caso forse non sia neppure presente se non per rare occasioni di presentazione del contratto e richiesta di approvazione di qualche piattaforma; quindi certamente non è lunsighiero il giudizio che ci si puo' fare sul suo operato. Sono sempre gli uomini, come dici tu, che alla fine portano avanti le idee, e la presenza in mezzo ai lavoratori non è un problema da poco. La grande fabbrica è il luogo tradizionale di scontro, il centro di potere in cui si confronta il potere dell'industriale e si tenta di garantire i lavoratori. Se però consideriamo che il tessuto industriale del nostro paese è composto prevalemente da piccole e medie imprese, il problema della rappresentatività si pone, eccome. Lo sciopero credo sia l'estrema forma di protesta, non credo che la decisione di indirne uno venga mai presa a cuor leggero. Si potrebbe discutere sulla validità (o meglio sulla opportunità) degli scioperi ad esempio contro le finanziarie, forse un uso strumentale del sindacato, ma non necessariamente, occorre valutare caso per caso. Il fatto è che credo il sindacato si ponga come una forza che va al di là della semplice dialettica contrattuale, che voglia in ogni caso porsi e far sentire la propria voce sui fatti che interessano, comunque, i lavoratori. Ciao Franco.
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 13:29 via WEB
..e grazie a Guido per il suo intervento. Oggi si festeggia eh.. :))
 
quelluomo
quelluomo il 22/04/07 alle 10:23 via WEB
Mussi se n'è andato! E adesso come si fa? (buonadomenica!)
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 13:29 via WEB
Si va avanti! Buona settimana!
 
annisexanta
annisexanta il 22/04/07 alle 22:46 via WEB
Quelli che compongono l'Auditel sono di sicuro uno stuolo di imboscati,raccomandati e fannulloni,sempre a casa in malattia a guardare la televisione e a cambiare canale appena qualcuno parla di lavoro...Vero ;°)...Partito Democratico? Tanto che c'erano potevano chiamarlo Partito Democratico Cristiano, così erano più sicuri...Ciao
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 13:30 via WEB
..minimo imboscati..:))) se dobbiamo cominciare a discutere dal nome, stiamo freschi..ma certo, l'impressione è quella. Ciao Mauro.
 
Eric_Van_Cram
Eric_Van_Cram il 23/04/07 alle 13:36 via WEB
Non leggo anche tutti gli altri commenti, se no viene notte :) Riguardo al congresso, mi pare di aver capito che questo ultimo fosse in realtà il quarto della precedente formazione politica. Ciò mi sembra indice di grande confusione, e di frenetica ricerca di una alchimia identitaria, piuttosto che di un serio lavoro per essere gramscianamente "egemoni" nella società. Sostanzialmente triste, direi.
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 22:18 via WEB
Il congresso è stato preparato discutendo nelle sezioni, ovunque. Il discorso del PD parte da lontano, ma ci voleva una sinergia di intenti mica indifferente per metterlo in atto.. pensa che si sciolgono due apparati con tutto ciò che ne consegue... la spinta è venuta dall'ulivo, nei tristi anni berlusconiani ricordiamo come la piazza, la gente comune, chiedeva a gran voce "unità"... unità di intenti, di idee, basta disgregazioni e particolarismi.. se si riuscirà, sarà una grande cosa... ma io son sempre una grande sognatrice...
 
   
Eric_Van_Cram
Eric_Van_Cram il 24/04/07 alle 10:33 via WEB
Il problema è unità per fare cosa. A mio avviso qui ci troviamo di più sul versante dell'unità delle sigle più che su quello di una unità di intenti. Anzi, se dovessi essere cattivo, i pochi intenti unitari che riesco a scorgere mi piacciono assai poco. Ma forse i miei sono i soliti pregiudizi tipici di chi non ha ancora superato la malattia infantile del comunismo :)
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 24/04/07 alle 13:09 via WEB
..che bella malattia.. ;-) staremo a vedere; in questi giorni si è discusso praticamente sull'onda emotiva, poi le cose concrete son altra cosa.
 
orkelio
orkelio il 23/04/07 alle 14:24 via WEB
Ciao Marion, ho pedalato, ma ora sono un pò incriccato, avrò tempo di smaltire, appena posso torno a leggere ciò ke mi son perso fin ora... Ork
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 22:19 via WEB
Ciao Ork; pure io sono incriccata e pensa che non ho nemmeno pedalato porca-eva... :)))
 
   
orkelio
orkelio il 24/04/07 alle 00:13 via WEB
Le mensole, i mobili e gli oggetti vari da spostare, le pulizie x riordinare dopo l'imbiancatura? Ti capisco!!! E l'dore?
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 24/04/07 alle 13:07 via WEB
Tutto questo e molto di piu', perchè ho fatto tutte le camere e il bagno grande, corridoio e scale. L'odore non è un problema, si asciuga subito (qua è caldo). Ciao Ork. Grazie della solidarietà.
 
ondoce
ondoce il 23/04/07 alle 16:15 via WEB
voto quello che mi conviene.... se mi toglie l'ici... ok... fuori gli immigrati ok.... il blocco dei fitti...ok... via il bollo dell'auto...ok... conosco un leghista ...ok... no ai comunisti...ok... il voto arriva al limite del cancello di casa...al massimo al limite del giardino...è un voto interessato o al limite contro qualcuno...è questo l'essere italiani...pochi parlano di ideali... nessuno di altruismo...solo miserie.poi ovviamente TUTTI vogliono: ospedali che funzionano, asili, scuole serie, possibilità di lavoro, la casa, i trasporti, che funzionino le poste, la giustizia, ecc.ecc... tutti desiderano confrontarsi con uno stato sociale funzionante e al servizio del cittadino... che però vota per gli interessi del SUO giardino, e ritiene ingiusto pagare le TASSE... tanta fortuna ai compagni.... abbraccio... accenno appena un pugno chiuso!!
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 22:23 via WEB
Un pugno chiuso! Posso farlo pure io comunque? :))) sempre compagni... si tratta solo di non avere paura delle parole, e di non schermarsi dietro ad esse. Per il resto, vedi, condivido tutto ciò che dici.. quindi.. :)
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 23/04/07 alle 17:31 via WEB
Mah, letto velocemente. Mi sembra che prima ci si dovrebbe mettere d'accordo sul significato di 'sinistra'. Come diceva Veltroni, mi pare fosse lui, al congresso, si può essere di sx senza essere comunistri, e citava M.L.King, Kennedy, Ganghi. Io credo che alcune idee del marxismo appartengano alla sx, ma non credo che la sx appartenga al comunismo, non ne ha i diritti esclusivi. In questo son d'accordo con volpe, che è ora di scrollarsi di dosso questa zavorra del comunismo (se ho ben capito il suo pensiero. Dopo una giornata a sudarmi la pagnotta, la mente è un po' annebbiata e potrei prendere fischi per fiaschi). Concordo che la tradizione comunista sia stata determinante per il raggiungimento di tanti obiettivi per il proletariato. Ma andiamo oltre. Storicamente, in Europa, nei paesi occidentali, nn c'è più spazio per il comunismo e i paesi comunisti, man mano che approdano al benessere 'occidentale' son sempre meno comunisti. Lo scollamento fra l'ideologia e la pratica è sempre più grande. Ma non essere comunisti nn significa nn essere solidali con gli altri. E qui arrivo allo sciopero. Credo che gli scioperi 'politici' fossero necessari nel passato, quando i partiti erano un po' assenti, ma non trovo giusto attribuire funzioni di partito al sindacato. Il sindacato, per me, deve portarmi a casa un buon contratto che mi assicuri uno stipendio dignitoso, garantirmi condizioni di lavoro sicure (Marion, tutti sti morti sul lavoro, ma dov'è il Sindacato? e il rispetto delle norme della 626? Questi sono i motivi sacrosanti per scioperare, non se berlusconi ha 3 o 4 televisioni). Non condivido l'idea degli scioperi ad personam e, sinceramente, non credo che gli scioperi generali siano sempre decisi mettendo l'interesse dei lavoratori al primo posto. E quella delle assemblee convocate per approvare le piattaforme, a posteriori. Non credo che il mio eventuale voto contrario abbia alcuna influenza su quanto già concordato. E meno male, dico, perché a noi filtra ben poco di quella che è la reale volontà di chiudere un contratto, i margini di contrattazione e altri fattori che nn conosco. Tanto vale che gli esperti in distacco sindacale da anni e anni, che ormai hanno dimenticato quale fosse il loro lavoro, facciano un buon lavoro. E qui ci sarebbe da dire qualcosa sui sindacalisti di professione, sempre più avulsi dalla realtà dei lavoratori. Non c'è turn over, 5 anni al sindacato e poi a casa, a continuare il loro lavoro precedente. Rimane cmq il fatto che quella della CGIL è l'unica tessera 'ideologica' che tengo in portafoglio, ma nn mi lascio guidare nel mio modo di pensare e leggere la mia realtà. Sono stata anche delegata sindacale (per poco tempo)e ho rifiutato di essere eletta nella RSU. Per una questione di principio, perché nn mi va di dovermi accodare a decisioni prese da altre, per mantenere la mia libertà di giudizio. Per cui, se il mio sindacato mi chiede di scioperare per motivi che nn condivido, li mando tranquillamente a scopare il mare (Margi lo direbbe in modo più colorito, ma il significato è quello). Ciao, scusa il furto di spazio. Perdona eventuali errori, ma nn ho voglia di rileggermi. ciao
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 22:36 via WEB
Uau Casàl. Ma stai scherzando? lo spazio non è nemmeno mio poi... :) Credo che hai capito bene il pensiero di volpe (perchè pure io l'ho interpretato così); per quanto riguarda lo sciopero condivido quasi tutto, nella nostra realtà è molto così; si viene convocati praticamente per spiegarci cosa sono riusciti a portare a casa, a volte però ci spiegano su cosa ASSOLUTAMENTE non si vorrebbe essere presi per il c... e quindi scatta lo sciopero. Sul sindacalista di professione.. non so.. tendenzialmente sarei d'accordo con te, come per il politico, a volte si scordano da dove vengono e quindi vivacchiano; ma l'esperienza sindacale (come quella politica) non credo sia una cosa che si costruisce in poco tempo, ma in anni e anni.. buttare tutto per ripartire da zero? e dove li troviamo quelli disposti? non sono mica poi molti... se solo per trovare un candidato sindaco, qui nei paeselli, ce ne vuole... Per le morti sul lavoro: le regole e le norme GIA' CI SONO. Si tratta di rompere le palle e farle rispettare... inutile fare nuovi decreti, altre leggi.. a che serve.. sindacato si, ma anche ispettori del lavoro e quant'altro. Il problema è che nel nostro paese la cultura della sicurezza non c'è proprio, c'è poco da fare. Gli imprenditori non vogliono capire che anche parlando solo di costi sociali degli infortuni, questi sarebbero molto meno elevati se mettessero in sicurezza i lavoratori. infine credo che pensare con la propria testa sia sempre e comunque, la cosa migliore. Ehi, non hai fatto errori. Ciao.
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 23/04/07 alle 17:53 via WEB
Meglio di Tribuna Politica...e non ci sono nemmeno le interruzioni pubblicitarie... :-))))
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/04/07 alle 22:38 via WEB
..ehi, io son molto meglio di vespa eh, sia chiaro.. almeno esteticamente che cavoli... ^_^
 
   
Eric_Van_Cram
Eric_Van_Cram il 24/04/07 alle 13:35 via WEB
Beh... non è che sia una cosa poi così difficile... :)
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 24/04/07 alle 20:32 via WEB
cristo hai ragione.. sei meglio pure tu.. ^_^
 
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SIBILLA ALERAMO

"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."

 

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