..Uomini...visti da una donna |
"O tu che sei il migliore degli uomini, tu che sei Ateniese, cittadino della più grande città e più rinomata per sapienza e potenza, non ti vergogni tu a darti pensiero delle ricchezze per ammassarne quante più puoi, e della fama e degli onori; e invece della intelligenza e della verità e della tua anima, perchè ella diventi quanto è possibile ottima, non ti dai affatto né pensiero né cura?"
Platone, Apologia di Socrate
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laretexchiara
GENNAIO, 2013
Il cielo stellato sopra di me,
e la legge morale in me (Kant)
Verba volant, scripta manent
Gli uomini ti cambiano, di solito in peggio
A Mia e a me.
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SIBILLA ALERAMO
"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."
Gli scioperi come per l'omicidio D'Antona non li capisco e non li condivido. L'interruzione del lavoro non c'entra nulla con i fatti di sangue. Fai la manifestazione fuori orario di lavoro. Sempre che quel fatto sia davvero un motivo per fare una manifestazione. Non è questione di "fregarsene altamente". Diciamo che il significato e l'utilità di una manifestazione di piazza non è sentito da tutti nello stesso modo. Qualunque sia il suo scopo.
Il fatto che uno sciopero abbia per te un costo non spiega il perché di quello sciopero. Non sono favorevole allo sciopero "facile". Per una questione come quella delle 35 ore che porti ad esempio, anche lo farei, ma controvoglia. Pur essendo favorevole al suo scopo.
Non so se da dentro il sindacato si abbia una percezione di come viene visto il sindacato da "fuori". In particolare dai dipendenti delle piccole aziende, e soprattutto da quelli degli artigiani. Non è poi che tutti i sindacalisti interni alle aziende si facciano un mazzo. I privilegiati di cui parlo pare lo siano per davvero. Trattati con i guanti purché facciano solo finta di essere sindacalisti.
Secondo me gli scioperi, nel modo in cui vengono fatti, non servono a nulla in merito ai rinnovi dei contratti di lavoro. Non spostano di un atomo né la data del rinnovo, né l'entità dell'aumento salariale. Caso mai, dunque, troverei sufficiente che uno fosse iscritto ad un sindacato, per ritenere di aver contribuito ad ottenere ciò che il sindacato ha ottenuto.
Certe tue osservazioni re-illuminano alcuni aspetti che per me erano finiti in ombra, in quanto avevo già tratto le mie conclusioni da un pezzo. Mostrano delle situazioni conflittuali, affrontabili solo con dei compromessi. Il problema è quando ti trovi di fronte un elemento univoco, che però univoco lo è solo apparentemente. Da dentro di esso si manifestano anime diverse, e devi fare riferimento ad una sola di esse, perché la tua interfaccia è l'elemento univoco. Dopo qualche malavicissitudine del passato, ho preso come riferimento una certa anima del sindacato. Però è vero che al suo interno ve n'è almeno anche un'altra.
Per concludere, quando i carbonari fallivano un moto insurrezionale, battuti dall'esercito del regnante di turno, aiutato dai villani e dai contadini del luogo, ad aver sbagliato erano stati loro. Penso che non essendo stati capaci di convincere il popolo bue, o forse non avendolo neppure coinvolto nella preparazione di ciò che stavano per fare, molto probabilmente, se avessero avuto successo, sarebbero stati poi dei pessimi governanti. Di certo, trovandosi il popolo bue contro, era chiaro che delle sue istanze non avevano alba.