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Messaggi di Marzo 2011

L'omino del legno

Post n°974 pubblicato il 13 Marzo 2011 da MARIONeDAMIEL
 
Foto di MARIONeDAMIEL

L'omino del legno in realtà sono due.

Uno lo chiamai l'anno scorso; le portelle di alcuni armadi e quella del frigo ormai si stavano staccando , e la relativa cerniera , per quanto io avvitassi e avvitassi , non teneva più. Inoltre , nel cassonetto della porta finestra del soggiorno , si era rotto quel coso, quel perno che sta nel cassonetto e su cui si avvolge, appunto, la tapparella (c'è un altro termine in italiano ma non mi viene....) quando la si alza. 

Basta chiedere a mia mamma e lei conosce tutti gli omini utili e immaginabili: ecco che spuntò ad esempio l'omino della pittura delle stanze; l'omino della pittura delle finestre; l'omino delle piastrelle; l'omino che gratta e vernicia la porta d'ingresso; l'omino col motopic per demolire un pezzo di cemento, ecc.

Il primo omino del legno porta il berretto di lana in testa; quando lo toglie, si svela una massa di capelli bianchi spettinata e piatta, di cui lui non si cura punto;

celibe, un pò avanti negli anni, meticoloso, vive da solo. Mentre mi cambia le cerniere, mi spiega con passione e ricchezza di particolari, la differenza tra due tipi di viti, e me le mostra anche, per spiegare meglio. Io non ricordo nulla di quello che disse (a parte una roba tipo una differenza tra quelle tedesche e quelle italiane.......) , ma per lui era un argomento importantissimo, e aveva certamente coscienza di come molte persone ne sottovalutassero l'importanza. Delle differenza tra le viti. E io credo avesse anche ragione.

L'omino del legno impreca piano, come se la difficile rottura a cui deve mettere rimedio sia una sfida all'ultimo sangue tra lui , e il pezzo rotto. Sfida naturalmente che lui sa di vincere, anche se il pezzo è vecchio e sta li da almeno venti anni, e a lui gli tocca fare un buco col trapano in un posto improponibile e saldare il pezzo non so proprio come. Fatto sta che tiene.

Il secondo omino del legno è convocato per un preventivo per alcuni lavori in cucina.

Anche questo omino porta il berretto di lana, e quando lo toglie entrando in casa, si svela la stessa massa di capelli piatti e spettinati come per il primo omino del legno. Celibe, di mezza età, sorrido aperto e simpatico sempre pronto, vive coi genitori. Una volta la settimana lo si può trovare , sempre col berretto di lana in testa e la tuta da lavoro, con la vecchia mamma a fare la spesa al supermercato.

A mio marito gli tocca fargli notare che ha parcheggiato il furgone DAVANTI al passo carraio, che altre sei famiglie usano per entrare nei rispettivi garage.... imperterrito lo sposta e torna.

Misura , guarda , sorride, dice sempre si.  Si capisce bene che è in grado di fare tutto quello che gli si chiede.

Chissà se è felice , l'omino del legno che in realtà sono due.

 
 
 

Politically correct? Maramao

Post n°973 pubblicato il 08 Marzo 2011 da MARIONeDAMIEL
 
Foto di MARIONeDAMIEL

Che poi a me il politically correct non è mai andato tanto giù (si capisce Marion, si capisce.....)
 
E quindi questa storia del "la dignità le donne la dimostrano giorno per giorno col loro valore eccetera eccetera ed eccetera", si può pure essere,  ma mi lascia il tempo che trova.
 
L'altra sera ascoltavo di sguincio (probabilmente-stavo-facendo-altre-tre-o-quattro-cose- che-ultimamente-non-riesco-nemmeno-a-guardare-il- telegiornare-povera-me-oddio-povera-me) quella specie di congresso fatto dalle donne del PDL.
 
E queste ministre, sottoministre, sottosegretarie, difensore (difensrici? no.....) del premier in tv (è proprio un lavoro), non hanno trovato di meglio da dire , in merito alla manifestazione SE NON ORA QUANDO, che le donne che hanno partecipato "sono state strumentalizzate dalla sinistra", o non si sa bene da cosa...... il che è leggermente offesivo e non rispettoso della dignità altrui, appunto... possibile che non arrivino a immaginare, queste pidielline, che queste donne abbiano semplicemente espresso una protesta, di testa loro?
 
che c'è una parte di "popolo", come amano chiamarlo, che anche se alternano le trasmissioni tv , anche se tacitano Santoro e Floris, anche se
mettono i manifesti giganti del premier dappertutto, usa la testa per pensare?
 
D'altra parte nemmeno io le rispetto molto, a LORO (Marion sei incorreggibile.....).
Primo perchè stanno dalla parte sbagliata (eh, si, mi spiace ma le parti ci sono proprio a questo mondo), secondo , perchè che rispetto posso avere di una donna che si mette a PIAGNUCOLARE nel mezzo di un consiglio dei Ministri??? Tipo la Carfagna (mi pare) che annunciò proteste e dimissioni, e che (mi pare) Tremonti apostrofò con "stai buona bellina", o una cosa del genere...e lei che fa? PIANGE? Piange in mezzo a una massa di uomini che pensano di lei che non vale nemmeno l'unghia del loro dito mignolo (del piede)???
 
Non bisogna MAI piangere in mezzo agli estranei. E' segno di grande debolezza e poi sei fregata.
 
Io , quando questo pazzo mio cuore ha preso il sopravvento , non ho MAI pianto davanti ad estranei, nè per rabbia nè per commozione... si fa così... ci si morde forte l'interno del labbro e ci si concentra sul dolore... le lacrime tornano dentro... poi c'è tempo per sfogarsi con calma.... E' concesso piangere solo davanti a chi ti vuol bene e che sai che non ti farà del male comunque.... davanti a una persona di cui comunque ti fidi....
 
Quindi? Quindi niente.
 
Siccome c'è ancora molta strada da fare, io la mimosa me la tengo stretta. Secondo me ce n'è ancora molto , molto bisogno.... E grazie di cuore a coloro che oggi me l'hanno regalata e a chi si è ricordato con un pensiero.

 
 
 

Il Prato Grande

Post n°972 pubblicato il 03 Marzo 2011 da MARIONeDAMIEL
 
Foto di MARIONeDAMIEL

Si può amare un uomo morto?

Come ho potuto vivere tutti questi anni senza leggere Anna Karenina? (solita esagerata Marion.... )

Bè, non sarò certo io a far la recensione ai libri di Lev Nikolaevič Tolstoj, son abbastanza umile (ma non alla maniera di Uriah Heep eh) da capire che non sono in grado;

ma quell'uomo... a partire dal nome... cioè.. mettiamo Gian Galeazzo Sforza e Lev Nikolaevič Tolstoj... non c'è paragone.. già nel nome si intravede la maestosità della grande madre Russia.. che poi la Russia mi è sempre piaciuta, forse per quel ricordo, me bambina che guardavo e riguardavo quel libro in cui c'era la foto della cattedrale di San Basilio, ed era così strana, bella e colorata....

ma quel libro che cos'è... Anna Karenina mi è piaciuto in tutto, in ogni riga...in ogni pagina... una cattedrale... è come guardare una grandiosa cattedrale...che bello.

In crescendo fino a metà , l'intreccio delle vicende è trattato in maniera mirabile , con la storia dell'uno , dei suoi pensieri e sentimenti , che poi ti lascia lì, impaziente di sapere, e riprende invece con la storia dell'altro; poi nella seconda metà un pò meno, subentra la sensazione della tragedia imminente e di un pò di inevitabile ;

Il personaggio che mi è piaciuto di più naturalmente è Lèvin;

 che poi leggendo l'introduzione (che leggo sempre dopo il libro) ho trovato la conferma di quanto pensavo, che è autobiografico dell'autore.  Lèvin non crede a niente , vive in campagna e odia la vita moscovita fatta di ricevimenti in società e di chiacchierate insulse, di gran mondo e di spese incomprensibi... Lèvin, che pensa al suicidio perchè non sa trovare quale sia il senso della vita.... come spesso capita alle persone troppo intelligenti ma non sagge pensa troppo e soffre inutilmente.... a volte han più saggezza le anime semplici, sarà per questo che a Lèvin piace lavorare coi suoi muzikì, fare la fatica che fanno loro.....

Infatti la scena (perchè di questo si tratta, è come guardare un film) che mi è piaciuta di più è la falciatura del prato grande.....che poi è chiamato prato ma invece dev'essere una immensa distesa di erba, visto che ci vogliono quarantadue uomini per falciarlo e un giorno intero....

Si può amare un uomo morto? Bè , io ora amo appassionatamente Lev Nikolaevič Tolstoj.

Mio marito non avrà nulla da ridire... è un uomo morto... ed è sempre meglio un uomo morto che un uomo vivo....

... cioè... volevo dire... insomma... vabbè, notte Marion...

"L'erba diventò più morbida, e Lèvin, ascoltando, ma senza rispondere, cercando di falciare il meglio possibile, andava dietro al vecchio Tit.  Fecero un cento passi. Tit camminava sempre, senza fermarsi, senza mostrare la minima stanchezza; ma Lèvin aveva già il terrore di non resistere: tanto era stanco. Sentiva che agitava la falce con le ultime sue forze, e si decide a pregare Tit di fermarsi. Ma in quello stesso tempo Tit si fermò lui stesso e, abbassatosi, prese dell'erba, asciugò la falce e cominciò ad affilarla. Lèvin si raddrizzò e dopo aver sospirato, si volse a guardare. Dietro a lui camminava un muzìk, ed evidentemente era stanco anche lui, perchè subito, senza giungere a Lèvin, si fermò e cominciò ad affilare. Tit affilò la sua e la falce di Lèvin, ed essi andarono avanti.
La seconda volta fu lo stesso.
Tit camminava con un colpo dietro l'altro, senza fermarsi e senza stancarsi. Lèvin camminava dietro a lui, cercando di non rimanere indietro, e sentiva sempre più difficoltà: veniva il momento in cui egli sentiva che non gli restavano più forze, e in quello stesso tempo Tit si fermava e affilava.
Così passarono la prima falciata. E questa lunga falciata apparve particolarmente difficile a Lèvin; ma in compenso, quando la falciata fu finita e Tit, gettatasi la falce sulla spalla, si mise a passo lento a camminare sulle orme lasciate dai suoi tacchi per la falciatura, e Lèvin esattamente nello stesso momento passò per la propria falciatura, malgrado che il sudore gli scendesse a rivi per il viso e gocciolasse dal naso e tutta la sua schiena fosse bagnata, come fosse stata immersa nell'acqua, egli si sentiva molto bene.
Lo rallegrava in particolar modo il pensiero che ora sapeva che avrebbe resistito
."

 
 
 
 
 

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SIBILLA ALERAMO

"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."

 

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