..Uomini...visti da una donna |
"O tu che sei il migliore degli uomini, tu che sei Ateniese, cittadino della più grande città e più rinomata per sapienza e potenza, non ti vergogni tu a darti pensiero delle ricchezze per ammassarne quante più puoi, e della fama e degli onori; e invece della intelligenza e della verità e della tua anima, perchè ella diventi quanto è possibile ottima, non ti dai affatto né pensiero né cura?"
Platone, Apologia di Socrate
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E il 1000, naturalmente, per le donne
Post n°1000 pubblicato il 06 Giugno 2011 da MARIONeDAMIEL
Post lunghissimo, c'aggià fà. "Le donne dovrebbero impegnarsi a purificare i propri cuori. Ma come possono farlo se la mente incolta le rende completamente dipendenti dai sensi, messi al servizio delle occupazioni amene e del divertimento? Come, se non hanno nobili interessi che le pongano al di sopra delle piccole vanità quotidiane e che le rendono capaci di dominare le emozioni selvagge in grado di scuoterle come la brezza passeggera agita un canneto? [...] La fragilità può suscitare tenerezza e gratificare l'orgoglio arrogante di un uomo, ma le carezze altere del protettore non gratificheranno una mente nobile che desidera e merita, di essere rispettata. La passione è un povero sostituto dell'amicizia! In un serraglio, lo ammetto, tutte queste arti sarebbero necessarie; il palato dell'epicureo deve essere stuzzicato altrimenti sprofonda nell'apatia; ma le donne hanno forse così poca ambizione da essere soddisfatte da una tale condizione? " " Sarebbe auspicabile che le donne nutrissero per i mariti lo stesso affetto fondato sullo stesso principio sul quale poggia la devozione. Non esiste al mondo altro principio più sicuro: si guardino dalla luce ingannevole dei sentimenti , troppo spesso un eufemismo per la sensualità. Ritengo dunque che le donne vadano chiuse a chiavistello fin dall'infanzia come i principi orientali, o in alternativa, educate in modo tale che siano in grado di pensare e agire da sole. Mi chiedo, infatti, perchè gli uomini si fermino a mezza strada fra due posizioni e si aspettino l'impossibile: perchè pretendono virtù da una schiava, da un essere umano reso debole, se non vizioso, dalla costituzione della società?" "Immaginiamo ora una donna con un intelletto medio, giacchè non intendo uscire dalla sfera della normalità, la cui costituzione abbia permesso al permesso al corpo di acquisire pieno vigore e la cui mente, allo stesso tempo, abbia avuto uno sviluppo graduale fino a comprendere i doveri morali della vita e l'essenza della virtù e della dignità umana. Così formata all'adempimento dei suoi doveri ella si sposa per affetto, senza perdere di vista la prudenza, e al di la della felicità matrimoniale. Si assicura il rispetto del marito prima che sia necessario esercitare arti meschine per compiacerlo o alimentare la fiamma consumata, destinata a estingersi per natura quando l'oggetto diventa familiare e l'amicizia e la sopportazione subentrano all'affetto passionale. Questa è la fine naturale dell'amore e la pace domestica non viene distrutta dalle lotte per prevenirne l'estinzione." "Nelle classi superiori della società è raro trovare un uomo con capacità superiori , o addirittura di cognizioni medie. La causa mi sembra chiara: la condizione in cui sono nati è innaturale. Il carattere umano si è sempre formato nelle attività che l'individuo o la classe hanno perseguito; se le facoltà non vengono raffinate dalla necessità, esse restano intorpidite. Si può estendere l'argomentazione alle donne; di rado esse si occupano di faccende serie e la ricerca del piacere conferisce insignificanza al loro carattere e contribuisce a rendere la società dei grandi così insipida. "Su questo errore dei sensi è stato fondato il falso sistema dei costumi femminili, che priva l'intero sesso della propria dignità e classifica tutte le donne, brune o bionde, insieme ai fiori vivaci che adornano la terra. Questo è sempre stato il linguaggio degli uomini e la paura di perdere il carattere sessuale prestabilito ha indotto le donne, anche quelle di intelletto superiore, ad adottare gli stessi sentimenti. Dunque, a rigor di termini, si è negato alla donna il raziocinio e al suo posto è stato messo l'istinto, sublimato in astuzia e arguzia, nelle cose pratiche della vita. La facoltà di generalizzare le idee, di trarre conclusioni onnicompresive delle osservazioni individuali, è l'unica acquisizione, per un essere immortale, che veramente meriti il nome di conoscenza. Non solo questa facoltà è stata negata alle donne, alcuni scrittori hanno insistito che, tranne alcune eccezioni, essa è inconciliabile con il loro carattere sessuale. "L'impegno principale nella vita di una donna, sulla base del modello sociale attuale, è il piacere, e finchè continua a essere così, possiamo aspettarci ben poco da questi esseri deboli, Ereditando per discendenza diretta il primo bel difetto della natura - la supremazia della bellezza - per conservare quel piacere, esse hanno rinunciato ai diritti naturali che l'esercizio della ragione avrebbe potuto procurare loro e hanno scelto di essere regine di breve vita invece di affannarsi per ottenere i piaceri sobri che sorgono dall'uguaglianza. "Le passioni dell'uomo hanno dunque messo le donne su un piedistallo e, fino a quando l'umanità non diventerà più ragionevole, si dovrà temere che le donne si servano del potere che ottengono con il minimo sforzo, e che è anche il più sicuro." "La solitudine e la riflessione sono necessarie affinchè i desideri acquisiscano la forza della passione e permettano all'immaginazione di ampliare l'oggetto, rendendolo più desiderabile. Lo steso vale per i ceti ricchi: essi non si occupano di idee generali, frutto di ragionamenti appassionato o meditate ricerche, che permetterebbero loro di acquisire quella forza di carattere necessaria per prendere importanti decisioni." "In breve, le donne hanno acquisito , come i ceti ricchi, tutte le follie e i vizi della civilizzazione mancando di coglierne i frutti preziosi. E' forse inutile precisare che mi riferisco al sesso femminile in generale e tralascio le eccezioni. I sensi femminili sono infiammati e l'intelletto viene trascurato, di conseguenza le donne diventano preda della sensazioni , più elegantemente chiamate sensibilità, in balia di ogni impeto momentaneo del sentimento. Sempre ansione e agitate, l'eccessivo esercizio della sensibilità le rende non solo scomode a loro stesse ma anche seccanti per gli altri. I loro pensieri sono sempre rivolti a idee concepite per suscitare emozioni e sentimenti. "I romanzi, la musica, la poesia e la galanteria tendono all'unisono a far della donna una creatura di sensazioni e il suo carattere si forgia sul modello della follia mentre acquisisce qualità formali, l'unica conquista a cui viene stimolata dalla propria condizione sociale. Questa eccessiva sensibilità finisce naturalmente per rallentare le altre facoltà mentali e impedisce all'intelletto di acquisire quella sovranità necessaria affinchè una creatura razionale diventi utile agli altri e si contenti della propria posizione. L'esercizio della ragione, con l'avanzare dell'età, è l'unico metodo indicato dalla natura per sedare le passioni." "Educate le donne come gli uomini, dice Rousseau, e quanto più somiglieranno al nostro sesso, tanto minore sarà il potere che avranno su di noi. Questo è esattamente il punto a cui tendo. Da: "Sui diritti delle donne", di Mary Wollstonecraft. Londra,1759-1797.
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SIBILLA ALERAMO
"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."
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