..Uomini...visti da una donna |
"O tu che sei il migliore degli uomini, tu che sei Ateniese, cittadino della più grande città e più rinomata per sapienza e potenza, non ti vergogni tu a darti pensiero delle ricchezze per ammassarne quante più puoi, e della fama e degli onori; e invece della intelligenza e della verità e della tua anima, perchè ella diventi quanto è possibile ottima, non ti dai affatto né pensiero né cura?"
Platone, Apologia di Socrate
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Post N° 649
Post n°649 pubblicato il 22 Settembre 2008 da MARIONeDAMIEL
Post lunghissimo, c'aggia fà.. Oh, se è bella Napoli. Ad accoglierci i tuoi occhi neri da zingara, ridenti. In questi tre giorni non ho pensato a niente e sono stata benissimo, ci dirai alla partenza, con le lacrime agli occhi. Irene e Francy sono sconvolte da come si guida qui, cioè praticamente si-va-sempre.. a parte che non esiste segnaletica né orizzontale né verticale, giusto qualche semaforo nel posto giusto... Tutti ci vogliono conoscere, vogliono conoscere le "amiche friulane", per tutti si intende proprio tutti, a partire da tutto il condominio.. e meno male che la palazzina ha "solo" tre appartamenti... La sera ci vuoi portare a mangiare la pizza in quel posto in collina, ma piove e tu non ti fidi a guidare. "Dai Marion, guida tu..." E via, alla guida di una macchina napoletana, nei paesi della periferia napoletana dove si guida sempre alla maniera napoletana, si-va-sempre, e quando ci si trova a tu per tu con un altra macchina in mezzo all'incrocio è qualcosa di imponderabile, un'esitazione o una decisione istantanea, a determinare chi passa per primo.. meno male che alla fine troviamo la strada allagata, ma di un'allagato che ci potresti fare il bagno, e ripieghiamo per la pizzeria sotto casa... A Napoli l'occupazione principale, è mangiare. Se ne rendono conto il giorno dopo, quando ci andiamo con la circumvesuviana stavolta. Io lo sapevo già. Tanti ricordi venti anni fa.... Io e te abbiamo detto loro come si gira a Napoli, niente collane preziose, portafoglio quasi vuoto, la cerniera della borsa (che non si dovrebbe proprio portare) sul davanti.. vabbè che non sempre basta... L'importante è l'atteggiamento: se fai vedere che hai paura o che ti aggrappi alle tue cose si offendono perchè pensano che tu pensi che sono un popolo di borseggiatori, e così ti borseggiano. Certo che pure tu.. mica era necessario partire proprio dal mercato dietro Piazza Garibaldi... Da noi è impensabile vedere tanta gente in giro per strada la mattina, ma che faranno tutto il giorno? I bar sono tutti pieni, 'o cafè e 'a sfugliatella; i tavolini non esistono, occupano spazio inutilmente, si fa tutto in piedi in questa città. Usciamo vive dal mercato e a piedi fino a via Caracciolo. Tutto il lungomare fino ai chioschetti che vendono i taralli caldi; un ragazzo disegna due cuori sulla spiaggetta per la sua ragazza, poi si baciano; noi mangiamo i taralli e li guardiamo... Poi via di nuovo a ritroso a piedi fino a piazza Plebiscito, palazzo reale.. il gioco della piazza... la galleria e la splendida spiegazione del venditore di cornetti rossi sul significato del corno, è per quella che bisogna pagare e sorridere.. mica per comprare il cornetto.. "belle signore, andate a mangiare laggiù..:" Andiamo. Tutti comprano e mangiano in piedi. Peccato che i nostri piedi si rifiutino di andare oltre, il cameriere se ne accorge e ci accompagna in una sala sotterranea, nella quale incredibilmente ci sono degli sgabelli.. meglio di niente.. Io mangio la salsiccia coi friarielli; tento ancora una volta (in tanti anni nessuno me l'ha saputo dire) di sapere come si chiami in italiano questa verdura, ma "esiste solo a Napoli" ... E poi via, il caffè al Gambrinus,il più antico caffè di Napoli, dicono. Una meraviglia, un'arte quel caffè.. Mi ricordo della funicolare, dai ci andiamo? Nemmeno tu ci sei mai stata , io si, vent'anni fa. Faccio da guida e saliamo al Vomero, poi a San Martino. Il pino della foto non c'è più ma la vista è pazzesca da quassù... il vento è fortissimo e mi prende la tristezza che per quel giorno non mi abbandonerà più. Sento cose dimenticate e sepolte. Scendiamo. Io guardo le fermate, ragazze è qui, no, c'è ancora una fermata... aspettiamo. Una signora direi messicana mi chiede se quello è il capolinea, no le dico. Aspettiamo e dopo un'eternità la funicolare invece di scendere, risale.. la signora caccia un urlo e poi scoppia a ridere... signora, abbiamo sbagliato anche noi.. ride come una pazza e ride tutto lo scompartimento mentre subito c'è chi si informa "ma dove dovevate scendere signò?" e altri che si prodigano a suggerirle un'alternativa "per montesanto non è questa funicolare.... " trovarci lì, solo noi quattro a ridere a crepapelle e ad andare su è giù con la funicolare, è qualcosa che non dimenticherò mai.. Finalmente vi stancate anche voi (io sono già morta verso le due) e vi convinco a tornare alla stazione. Quel giorno lì ho ricordato tutto, ma proprio tutto, tutto quello che vidi allora.. non c'è posto dove mio marito non mi portò,bello o brutto di Napoli... e dietro gli occhiali da sole scendono due lacrime troppo a lungo trattenute perchè allora si che mi volevi, tanto, ma tanto bene.. ed è dura ricordarlo adesso che è finito tutto. Voi ve ne accorgete e mi accarezzate piano. Poi la sera ci porti da "L'Amiricano"; penso sempre più che anche mangiare è un'arte per questa gente e rinnovo il giuramento di non mangiare per almeno una settimana... Invece si replica il giorno dopo naturalmente.. Passiamo a trovare altre cinque o sei persone che "sennò si offendono" e "ma come, già ve ne andate?", bisogna ricordarsi che qua si usa il voi.... E poi si riparte. Di corsa all'aeroporto con la tristezza dentro; ci sembrano irreali quei momenti passati insieme senza pensare ad altri che a noi.. "cosa ti metti?", "mi presti la crema?", "Che dici, metto questo?", "hai russato stanotte!"... per me la giovinezza con voi e anche senza di voi, è finita a diciassette anni, e per voi è durata poco di più.. Non mi resta che dirti ciao, non piangere, che ti pensiamo e ci vediamo presto. Oh, dio mio se è bella Napoli.. anche se io non voglio tornarci mai più. Notte Marion. |
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SIBILLA ALERAMO
"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."
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