..Uomini...visti da una donna |
"O tu che sei il migliore degli uomini, tu che sei Ateniese, cittadino della più grande città e più rinomata per sapienza e potenza, non ti vergogni tu a darti pensiero delle ricchezze per ammassarne quante più puoi, e della fama e degli onori; e invece della intelligenza e della verità e della tua anima, perchè ella diventi quanto è possibile ottima, non ti dai affatto né pensiero né cura?"
Platone, Apologia di Socrate
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IO AIUTO CHIARA
CHIARA, UNA BLOGGHER
laretexchiara
GENNAIO, 2013
Il cielo stellato sopra di me,
e la legge morale in me (Kant)
Verba volant, scripta manent
Gli uomini ti cambiano, di solito in peggio
A Mia e a me.
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Ha ragione Eric. Scrivi del nonno, Marion. Il nonno materno era cattivo. Rimasto vedovo troppo presto con tre figli piccoli: mia mamma, 7 anni, mia zia 9, e mio zio, appena due anni. Mia mamma era quella tra loro che ben presto sviluppo' un istinto di sopravvivenza non indifferente. Lavoravano, le bambine, in casa e fuori, e accudivano al fratellino. Io di me bambina ho rari ricordi, mia mamma invece racconta ancora vividamente come dovesse lavare le sue tute da minatore, ore e ore a grattare... ...di come imparò presto a fare il minestrone, da quella volta che ci mise il sale, e la minestra era insipida, allora ce ne mise un altro po', e ancora niente, e aggiunse tanto di quel sale che alla fine la minestra fu immangiabile; chiaro che le busco' di santa ragione.... .. di come avessero sempre fame, perchè anche se da mangiare c'era, comandava il nonno su tutto, e il nonno teneva tutti i salami e le salsicce (perchè come tutti era anche contadino) chiusi a chiave nel "cjast" , in soffitta.... ... e di come una volta gli rubò la chiave dalla cintura mentre era ubriaco, di quelle chiavi grandi, in ferro.. e per un po' potè rubare qualche salame e mangiarlo coi fratelli , avendo ben cura di spostare tutta la fila affinchè non si accorgesse del vuoto... poi buttò la chiave fuori, nella neve.. e il nonno dovette cambiare la serratura e lei zitta quando chiedeva con sospetto.. ma dove sarà la chiave.. e a primavera al disgelo, la chiave si trovò in fondo al cortile... ... di quando dovevano fare chilometri e chilometri con la gerla e un quintale in spalla per guadagnare qualche soldo.. e di come lei pretese un paio di scarpe, e anche un cappotto, e lui l'accontentava, a quella piccola indisponente, mentre mia zia rimase col cappotto di Badoglio per anni.... .. di quando gridava a tavolta e le mandava a letto senza cena, mia zia fuggiva via spaventata e piangendo, lei, mia madre, diceva no, ho lavorato e devo anche mangiare... e prendeva anche la minestra della sorella e gliela portava in camera.. e non piangeva, mia madre... Finchè non arrivò la matrigna. Una donna già in età e senza figli. Allora, l'affetto non era contemplato. L'unico cambiamento per loro fu che ebbero un'altra persona da cui guardarsi. Ben presto mia madre se ne andò in Svizzera a lavorare, poi capitò qui, nella bassa, ragazza alla pari si direbbe oggi, in casa del farmacista. E come ho già scritto un giorno passò mio padre lì davanti in bicicletta, la vide, che era bellissima mia madre da giovane, da allora passò e ripassò finchè non ebbe il coraggio di fermarsi e chiederle: " Ma noi, non ci siamo già visti? Non eri a ballare a T. l'altra sera?" Lei gli diede una rispostaccia, ovvio. Ma già sorrideva. Doveva essere un post sul nonno, Marion.. ora che ci penso, da qualche parte del mio carattere c'è sicuramente anche la cattiveria del nonno... occhio eh. Mah. Notte Marion.
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SIBILLA ALERAMO
"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."
Notte Marion. :)